Frasi su opera
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“[…] il centro poetico dell'opera di Pavese, tolti di mezzo gli equivoci e le giustificazioni di comodo, è nella lotta tra il desiderio di comunicare e l'esigenza di non uscire, tra la conquista della realtà e il chiudersi mitologico.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da Tra realtà e simboli la poetica di Pavese http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1969/19690210/26/3/traree, Il Popolo, 10 febbraio 1969.

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“Con i tempi che corrono si sentiva l'esigenza di omaggiare un passato pieno di dignità, in cui c'erano grandi attori, grandi scrittori. È giusto fare un'opera didattica che racconti la grande commedia e un grande attore italiano. I giovani non possono studiare solo Tarantino o Lynch, ma devono conoscere anche Germi, Blasetti e il Sordi di Una vita difficile e Lo sceicco bianco.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Citato in Carlo Verdone celebra il mito di Alberto Sordi con un documentario http://www.palermomania.it/news.php?carlo-verdone-celebra-il-mito-di-alberto-sordi-con-un-documentario&id=47124, Palermomania.it, 21 febbraio 2013.

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“Grazie all'opera di Einstein, l'orizzonte dell'umanità è stato infinitamente ampliato, e al tempo stesso la nostra immagine del mondo ha raggiunto un'unità e un'armonia mai prima d'ora sognate. Le premesse per tali conquiste erano state create dalle generazioni precedenti della comunità scientifica mondiale, e le loro conseguenze saranno rivelate pienamente soltanto alle generazioni future.”

Niels Bohr (1885–1962) fisico e matematico danese

Origine: Da un articolo sul New York Times, 19 aprile 1955; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 172. ISBN 88-04-47479-3

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“L'anima vive per l'opera, solo per l'opera. Senza l'opera non si è anime.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

Origine: Romanzo americano, p. 124

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“Gli [A Iperide] parve bello consacrare l'opera educatrice ed incivilitrice della democrazia ateniese, ormai declinante dinanzi ad un regime di ottimati protetti dalle sarisse nemiche, con la proclamazione in extremis di una universale libertà, dell'uguaglianza di tutti davanti al pericolo, alla patria e alla morte.”

Piero Treves (1911–1992) storico e giornalista italiano

da Demostene e la libertà greca, Bari, 1933, pp. 31-32
Origine: Nel 338 a.C. Iperide propose un decreto che liberava gli schiavi i quali, dopo la battaglia di Cheronea, si fossero arruolati nell'esercito ateniese (Piero Treves, Demostene e la libertà greca, pp. 30-32).

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“L'huomo, in somma, è un picciol mondo, et è perfettissima e compiutissima opera di Dio.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 335
Origine: Dialoghi Piacevoli, Dell'Honore, p. 238

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“[«Cosa rappresenta oggi [nel 2014] la Juventus Football Club?»] Quella che è sempre stata, un misto di arroganza, potere, di forza da tirare fuori sempre al momento giusto. Per decenni si sono crogiolati con la storia di non essere mai retrocessi ed invece era una balla colossale perché nel 1913 arrivarono ultimi nel loro girone, con appena una vittoria, un pareggio e ben otto sconfitte. Solo che guarda caso con un'abile opera diplomatica fecero in modo di abolire proprio in quell'anno le retrocessioni e pensare che ancora non erano arrivati gli Agnelli…”

Aldo Agroppi (1944) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista al Corriere Fiorentino; citato in Agroppi al Corriere Fiorentino: "Io anti-Juve, ma sono stato un tifoso bianconero pazzo di Sivori" http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/agroppi-al-corriere-fiorentino-io-anti-juve-ma-sono-stato-un-tifoso-bianconero-pazzo-di-sivori-180272, TuttoJuve.com, 9 marzo 2014.

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“Nelle scuole italiane la musica è praticamente assente, se non peggio. La musica dovrebbe essere obbligatoria come l'italiano. Non vorrei che questi nuovi licei musicali fossero istituti per lavarsi la coscienza.”

Riccardo Muti (1940) direttore d'orchestra italiano

citato in Alfredo Mandelli, Mandelli dice la sua, in L'Opera, p. 41, anno XXIV, n. 251, novembre 2010

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“L'Italia, ideata e voluta da Dio come terra in cui ha sede il centro della sua Chiesa, fu oggetto, come di un suo speciale amore, così di una sua specialissima azione. Nessun popolo ha, come il popolo italiano, i suoi destini congiunti con l'opera di Cristo.”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Discorso ai marchigiani residenti a Roma http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1958/documents/hf_p-xii_spe_19580323_marchigiani_it.html, Basilica Vaticana, 23 marzo 1958

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“Osservare un gatto è come assistere alla realizzazione di un'opera d'arte.”

Oliver Herford (1863–1935) scrittore, disegnatore, artista

Origine: Citato in Gloria Fossi (a cura di), 100 gatti nell'arte, Giunti, Firenze – Milano, 2015, [//books.google.it/books?id=_8CzCAAAQBAJ&pg=PT15 pag]. ISBN 978-88-09-80637-5

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“Le donne non hanno un passato, una storia, una religione, non hanno come i proletari una solidarietà di lavoro e di interessi, tra loro non c'è neanche quella promiscuità nello spazio che fa dei negri d'America, degli ebrei dei ghetti, degli operai di Saint-Denis o delle officine Renault una comunità. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini – padre o marito – più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale. Le borghesi sono solidali coi borghesi e non colle donne proletarie; le bianche con gli uomini bianchi e non colle donne negre. Il proletariato può prefiggersi il massacro della classe dirigente; un ebreo, un negro fanatici potrebbero sognare di trafugare il segreto della bomba atomica e di fare un'umanità tutta ebrea o tutta negra: neanche in sogno la donna può sterminare i maschi. Il legame che la unisce ai suoi oppressori non si può paragonare ad alcun altro. La divisione dei sessi è un dato biologico, non un momento della storia umana. La loro opposizione si è delineata entro un mitsein [stare insieme] originale e non è stata infranta. La coppia è un'unità fondamentale le cui metà sono connesse indissolubilmente l'una all'altra. Nessuna frattura della società in sessi è possibile. Ecco ciò che essenzialmente definisce la donna: essa è l'Altro nel seno di una totalità, i cui due termini sono indispensabili l'uno all'altro.”

Saggiatore
Il secondo sesso

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“Erano queste le caratteristiche invocate dai partigiani dell'integrazione. I responsabili del movimento operaio lavoravano quindi all'avvicinamento tra operai ebrei e non ebrei, assicurando che quello che li accomunava (la loro condizione) era più importante di quello che li divideva (l'ebraismo). Senza dubbio, nei gruppi operai ebraici ci si esprimeva soprattutto in yiddish, ma per il semplice motivo che quello era il modo più facile di comunicare. Tuttavia, il primo intellettuale ebreo a constatare le difficoltà di un progetto di assimilazione fu proprio Martov. Indirizzandosi il 1º maggio 1894 agli operai di Vilno, egli affermò che gli interessi degli operai russi ed ebrei non erano sempre concordanti. Certamente, essi dovevano lottare insieme, ma gli ebrei non potevano fidarsi completamente dei russi. Occorreva dunque, concluse Martov, formare delle organizzazioni separate. Opinione destinata ad avere un seguito in un'epoca in cui un terrificante antisemitismo era diventato prassi quotidiana.
Fu contro questa visione specifica di un movimento operaio ebraico che il Bund venne invece fondato. Senza dubbio, al momento della sua costituzione, era un'organizzazione della classe operaia ebraica, ma, nello spirito di Martov si trattava di un temporaneo sacrificio alle condizioni specifiche della Russia; il fine ultimo era sempre l'internazionalizzazione della classe operaia che bisognava preparare.”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 3, p. 67
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“Rendo omaggio a tutti i miei predecessori per l'opera da loro svolta nel supremo interesse del paese. Il mio saluto al senatore Giovanni Leone, che oggi vive in amara solitudine.”

Sandro Pertini (1896–1990) 7º Presidente della Repubblica Italiana

Riferendosi alla vicenda dello Scandalo Lockheed che portò il Presidente Giovanni Leone a dimettersi.

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“Desidero rivolgere un elogio alla gente di Puglia perché è feconda e crede coi fatti nell'unico primato che veramente conta nella vicenda e nella lotta dei popoli: il primato dei figli, il primato della vita.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Lecce, 7 settembre 1934; da Opera omnia, vol. 26
Citazioni tratte dai discorsi

“[Sulle Lettere a Mita] Come nelle fiabe da lei tanto amate, Cristina, senza neanche proporselo, entra nella gara del romanzo e stravince perché ha in mano il talismano che schiude le porte: il talento appunto.
Forse l'opera che è anche un romanzo, è una delle rare possibilità oggi di scrivere un romanzo. D'altronde ogni opera d'arte ha un legame oscuro, e talvolta risolutivo con ciò che è involontario. Bisogna asciugare la vita a mano a mano che sgorga, dice Chamfort. Qui la vita ci lascia la sua ombra mobile, la vita è fuggita e l'ombra resta, come se la scrittura fosse ombra consolidata (è nell'ombra appunto che la vita si perpetua). Tutto ciò è lontano quanto mai da ogni progetto letterario […]
Ecco un ritratto preordinato di Cristina. Quanto agli amici, è ovvio che sono i primi posteri.”

Alessandro Spina (1927–2013) scrittore siriano naturalizzato italiano

Origine: Da Fra romanzi dintrattenimento e romanzi castigo, il romanzo ingenuo di Cristina Campo, Parte seconda in Conversazione in Piazza Sant'Anselmo e altri scritti, p. 162.</reF> *La Bruyère scrive:
«Celui qui n'a égard en écrivant qu'au goût de son siècle songe plus à sa personne qu'à ses écrits: il faut toujours tendre à la perfection, et alors cette justice qui nous est quelquefois refusée par nos contemporaines, la posterité sait nous la rendre».<ref>Traduzione: «Chi, scrivendo, tiene in considerazione soltanto il gusto del proprio secolo si cura più della sua persona che dei suoi scritti: si deve sempre tendere alla perfezione, e allora questa giustizia che ci è talvolta rifiutata dai nostri contemporanei, la posterità sa rendercela.»
Origine: Da A. Spina Conversazione in Piazza Sant'Anselmo, Parte prima, in Conversazione in Piazza Sant'Anselmo e altri scritti, Editrice Morcelliana, Brescia, 2002, ISBN 8837218885, p. 84.

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“È una macchina diabolica, l'esercito, e il militarismo un ingranaggio mortale. Lo sai qual è la ricetta per fotter le reclute fin dal momento in cui arrivano alla caserma, Bernard? Prima si schierano sul piazzale coi loro abiti borghesi affinché ricordino d'appartenere a una società priva di uguaglianza, vale a dire un consorzio nel quale c'è chi veste bene e chi veste male. Poi gli si infila l'uniforme affinché si illudano d'accedere a un sodalizio di uguali, vale a dire un consorzio nel quale tutti vestono i medesimi panni. Subito dopo si rimbecilliscono con le esercitazioni e le marce che stroncano. E-marciando-cantate-così-tenete il passo. (Però il passo non c'entra, Bernard. C'entra che a cantare non pensano, e a non pensare non s'accorgono di venir fottuti.) Infine si cancella la loro personalità, la loro individualità. Perché il soldato non deve essere un individuo, una persona: deve esser parte d un nucleo perfetto che agisce all'unisono. E lo sai qual è l'ingrediente per ottenere un nucleo perfetto o quasi perfetto? L'odio. L'odio collettivo cioè diretto verso lo stesso bersaglio, e non il bersaglio rappresentato dal nemico che la guerra ti procura o ti procurerà: il bersaglio rappresentato da un paria coi gradi di sergente. Il sergente becero, ignorante, di cui subisci la tirannia che gli è stata delegata dal tenente al quale è stata delegata dal capitano al quale è stata delegata dal maggiore al quale è stata delegata dal colonnello al quale è stata delegata dal generale al quale è stata delegata dalla Macchina, a cui hanno insegnato a berciare come a un cantante si insegna a gorgheggiare do-re-mi-fa-sol-la. Sì, gli hanno insegnato a usare la voce per comandarti e sfotterti e umiliarti, Bernard. E lui la usa nel modo prescritto. «Sei laureato, tu? Bene, allora va' a pulire i cessi.» Al contadino e all'operaio, invece: «Razza di piercolo, da che fogna vieni? Non sai nemmeno contare, somaro?» Poi dispetti, addestramenti forzati, canagliate, fino a quando laureati e contadini e operai lo odiano in uguale misura, e il nucleo quasi perfetto è ottenuto. "Quasi" perché manca il tocco finale, l'ingrediente decisivo, e indovina qual è il tocco finale. L'ingrediente decisivo. È l'amore. L'amore concentrato sullo stesso bersaglio che stavolta è il tenente o meglio ancora il capitano. Insomma l'ufficiale buono, comprensivo, paterno, che ascolta e consola e magari si rivolge a te con il Lei. «È laureato, lei? Bravo, me ne rallegro. È contadino, lei? Bravo, me ne compiaccio. È operaio, lei? Bravo, me ne complimento.» Oppure: «Sì, la rampogna del sergente è stata eccessiva: lo rimprovererò a mia volta. Voglio essere un amico, per voi, in caso di bisogno rivolgetevi a me.» Bisogno? Che bisogno? Ormai l'unico bisogno di cui hanno bisogno è ricevere amore, darlo, e dall'odio per il sergente passano all'amore per il tenente o il capitano. Il-mio-capitano. Per il loro capitano accettano qualsiasi sacrificio, qualsiasi martirio, sono pronti a crepare. Con lui salteranno fuori dalla trincea, con lui si lanceranno contro la mitragliatrice che falcia, con lui uccideranno il nemico cioè il disgraziato che dall'altra parte della barricata ha subìto l'identico trattamento, con lui creperanno come bovi al macello. E questo, inutile dirlo, senza che sospettino d'esser le vittime d'un lurido imbroglio, le ruote di un ingranaggio ben oliato e ben collaudato. Perenne.”

I, IV, I; pp. 110–112
Insciallah

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“L'unico requisito a mio avviso intrinseco alla stesura di un romanzo è, come ho già detto, la sincerità. Questa libertà è un privilegio splendido, e la prima lezione per il giovane romanziere è imparare a esserne degno. 'Apprezzala come merita', gli direi; 'prendine possesso, esplorala fino al limite ultimo, divulgala, gioiscine. La vita intera ti appartiene, e non prestare ascolto a chi vorrebbe stringerti nei suoi angoli dicendoti che soltanto qua o là dimora l'arte, o a chi vorrebbe persuaderti che questo messaggero divino si libra al di fuori della vita, respirando un'aria rarefatta e torcendo il capo dalla verità delle cose. Non v'è impressione di vita, né modo di vederla e sentirla, cui il disegno del romanziere non sappia offrire uno spazio; considera soltanto che talenti dissimili come Alexandre Dumas e Jane Austen, Charles Dickens e Gustave Flaubert, hanno operato entro questo territorio con pari dignità. Non dare troppo peso all'ottimismo e al pessimismo; sforzati di cogliere il colore della vita stessa. […] Ricorda che il tuo primo dovere è di essere il più completo possibile – e di rendere l'opera perfetta. Sii prodigo, sii riguardoso, e ambisci al premio.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense

Origine: Da L'arte della narrativa; citato in Lilla Maione, introduzione a Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, p. 31.

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“La Fiorentina è una squadra romantica. Figlia della città. Noi giochiamo non solo per vincere ma anche per divertire. Insomma, siamo diversi, siamo speciali. Siamo una piccola opera d'arte in mezzo a monumenti che tutto il mondo ama.”

Milan Badelj (1989) calciatore croato

Origine: Da un'intervista alla Gazzetta dello Sport; citato in Badelj: "Futuro? Amo la Fiorentina. Non vedo altre squadre" http://www.fiorentina.it/it/news/articolo.54.43737/badelj-futuro-amo-la-fiorentina-non-vedo-altre-squadre.html, Fiorentina.it, 3 marzo 2016.

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“La soggezione economica del lavoratore […] forma la base della servitù in tutte le sue forme, la base di ogni miseria sociale, di ogni degradazione spirituale e dipendenza politica. Di conseguenza l'emancipazione economica della classe operaia e il grande fine qui deve essere subordinato, come mezzo, ogni movimento politico.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Origine: Citato in Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto, Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi, Editori Laterza, Roma, 2008, <nowiki>ISBN 978-88-420-8741-0</nowiki>, pag. 34.

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“Il paradosso della lirica moderna sembra consistere in questo: una suprema illusione di canto che miracolosamente si sostiene dopo la distruzione di tutte le illusioni.”

Sergio Solmi (1899–1981) scrittore, poeta e saggista italiano

Origine: Citato in in Gaetano Munafò, Quasimodo, Poeta del nostro tempo, Introduzione e guida allo studio dell'opera di Salvatore Quasimodo. Storia e antologia della critica, Le Monnier, Firenze, 1973, p. 18.

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“[Alle cerimonia di posa della prima pietra dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria del 22 gennaio 1962] Un anno e mezzo fa, presentando il governo al Parlamento, assunsi l'impegno di fare proseguire la dorsale autostradale italiana fino a Reggio Calabria. Alla fine del 1960, il Consiglio dei Ministri finanziò l'opera. Nel luglio 1961 l'approvò il Parlamento. Ora si iniziano a Reggio Calabria e in serata a Salerno i lavori per la nuova autostrada. Essa entro tre anni congiungerà nel modo più moderno l'estremo sud della penisola alle Alpi. Proprio l'inizio di questa importante opera consente di ricordare che nient'altro che questo assunse mandato di fare il governo che ho avuto l'onore di dirigere per diciotto mesi: cioè con nuove iniziative e nuove leggi unire serenamente, nel lavoro e nel progresso, libere e pacifiche, tutte le genti d'Italia, inserendole sempre più autorevolmente nella famiglia europea, nella consociazione atlantica, nel consesso umano. Queste parole esprimono, quindi, la speciale soddisfazione che, dando inizio a questa singolare opera, si prova, ripensando ai servigi che dall'estate del 1960 al gennaio del 1962 la fiducia convergente delle forze democratiche ci ha consentito di rendere alta la nostra Italia.”

Amintore Fanfani (1908–1999) politico, economista e storico italiano

Origine: Citato in Fanfani dà il via ai lavori della Salerno-Reggio Cal. http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0084_02_1962_0019_0009_17495529/, La Stampa, 22 gennaio 1962.

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“[Sui popoli della Sicilia] Già in tempi lontani fu sede di popoli, ed ecco il complessivo registro delle genti che ospitò. L'insediamento umano più antico che la tradizione ricordi fu quello dei Ciclopi e dei Lestrigoni, che occuparono una fascia limitata del paese. Ma sul loro ceppo non posso pronunciarmi, né sulla loro terra d'origine o su quale zona del mondo abbiano poi scelto per emigrarvi. Si stia contenti delle memorie poetiche e dell'opinione che ciascuno, chi da una fonte, chi da un'altra, ha concepito su quelle genti. Subito dopo quelli devono essersi stabiliti sull'isola i Sicani. Costoro anzi, a quanto affermano, avrebbero preceduto i Ciclopi e i Lestrigoni in quanto originari della Sicilia. Ma la verità storica fa giustizia di queste fantasie: erano Iberi, e in Iberia avevano dimora, lungo il corso del Sicano, donde i Liguri li costrinsero ad allontanarsi. Per opera loro l'isola finì col mutare il primitivo nome di Trinacria in quello di Sicania. Nel nostro tempo i Sicani sono ancora stanziati nella zona occidentale della Sicilia. Quando Ilio crollò, un drappello di Troiani fuggitivi, sgusciati dalla rete della flotta Achea, approdarono alle spiagge della Sicilia e fissarono il proprio domicilio a fianco dei Sicani. Le due genti furono designate con il nome comune di Elimi, e i loro centri urbani furono noti come Erice e Segesta. S'aggiunse più tardi e prese sede in quei luoghi anche un nucleo di Focesi che rientrando da Troia fu travolto in quell'epoca da una tempesta e, dopo aver toccato le coste della Libia, di là concluse finalmente la sua corsa in terra di Sicilia.”

Tucidide storico e militare ateniese

Libro VI-II
La guerra del Peloponneso

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“[Parlando di Batman: Ego] È una ricetta speciale di Darwyn "il Cuoco" Cooke, questa opera di Batman, nella quale cuociono lentamente molti sapori tradizionali e new age, da servire ben caldi!”

Alex Toth (1928–2006) fumettista statunitense

Origine: Dalla quarta di copertina di Darwyn Cooke, Batman: Ego, traduzione di Francesco Argento, edizione italiana Play Press, maggio 2003

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“[Su Gomorra - La serie] Il problema è un altro, sottinteso al titolo. Contrariamente alla natura del libro, che si basa su vicende reali, quella trasmessa su Sky è una fiction. Ma questa differenza non viene percepita. Le persone che vedono Scarface non credono che quello sia il volto di Miami e della Florida, perché sanno che è un'opera inventata. Invece nel caso di Gomorra c'è un corto circuito tra i fatti raccontati nel libro attraverso la mediazione letteraria di Saviano e la creazione verosimile ma fantasiosa della serie tv. Gli autori hanno fatto una scelta legittima, quella di prendere spunto da un pezzo della realtà napoletana e impostare una visione intrisa di verosimiglianza. Ma non viene mai sottolineata la distanza tra le pagine di Saviano, che dieci anni fa hanno dato un contributo importante e originale nel far conoscere le dinamiche della camorra campana, e la narrazione televisiva che va in onda oggi. La stessa ambiguità va tenuta presente nel momento in cui si valuta il rischio di emulazione verso i personaggi dello schermo. Io non ritengo che la serie tv spinga verso l'emulazione. Certo, non ci sono figure positive nella saga dei Savastano ma è una caratteristica comune ad altre fiction: ne esistono di molto più violente, con personaggi decisamente spietati. So che i ragazzi che tendono a identificarsi con i modelli di Genny e Ciro non hanno bisogno certo di ispirarsi a camorristi della televisione, perché crescono a contatto con la presenza criminale: è uno degli aspetti più drammatici della condizione giovanile in alcune zone della Campania, dove spesso mancano gli stimoli a crescere nella legalità e le alternative al richiamo dei clan sono rare. Allo stesso tempo […] c'è una fascia di pubblico in cui la visione di Gomorra innesca una riflessione e contribuisce a scuotere le coscienze.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Da Cantone: la mia Napoli non è solo Gomorra, in quella fiction manca la speranza http://www.repubblica.it/cultura/2016/06/02/news/la_mia_napoli_non_e_solo_gomorra_in_quella_fiction_manca_la_speranza-141117901/, Repubblica.it, 2 giugno 2016.

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“Ayrton era un'opera d'arte: non si può dipingere un'altra Gioconda. Non so se è stato il più forte di sempre, perché Schumacher per esempio ha vinto di più. Ma la gente ha sempre percepito la sua forza, il suo coraggio, l'intensità. Arrivava stremato al traguardo perché dava tutto, cosa che forse manca alla Formula 1 di oggi. Non si vergognava di far fatica: anche in questo è stato unico.”

Emanuele Pirro (1962) pilota automobilistico italiano

Origine: Citato in F1 | Pirro: "Ayrton un'opera d'arte. Non si vergognava di far fatica" http://www.formulapassion.it/2014/04/f1-pirro-ayrton-unopera-darte-non-si-vergognava-di-far-fatica/, FormulaPassion.it, 29 aprile 2014.

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