Frasi su punto
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“Kimi è come è. Un pilota molto buono, veloce e costante. Ma, come compagni di squadra, ne ho conosciuti altri più gratificanti dal punto di vista umano.”

Romain Grosjean (1986) pilota automobilistico francese

Origine: Citato in Grosjean: "Voglio diventare campione del Mondo" http://www.formulapassion.it/2014/02/f1-grosjean-voglio-diventare-campione-del-mondo/, FormulaPassion.it, 16 febbraio 2014.

“La coerenza è stata il nostro punto di forza. La coerenza paga sempre.”

Pasquale Natuzzi (1940) imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Felice de Sanctis Natuzzi, investimento nel futuro, La Gazzetta del Mezzogiorno, 6 marzo 2015.

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“[sul caso Englaro] sono convinta da sempre che, nel caso di Eluana, la difesa della vita sia il punto da cui bisogna partire prima di ogni altro ragionamento. […] Qui non si tratta di disconoscere il valore del presidente della Repubblica e il suo ruolo. […] Siamo in condizioni eccezionali.”

Giorgia Meloni (1977) politica e giornalista italiana

Origine: Dall'intervista di Luca Talese, La Meloni: "Caro Fini, ecco perché non ti seguo" http://www.ilgiornale.it/interni/la_meloni_caro_fini_ecco_perche_non_ti_seguo/08-02-2009/articolo-id=327056-page=0-comments=1, Il Giornale.it, 8 febbraio 2009.

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“Quella mattina pioveva e grandinava sui vetri dell'aula di seconda liceo, sezione C, liceo-ginnasio Cassini, Sanremo. Eravamo trentuno studenti in quella classe. I ripetenti quattro o cinque, confinati negli ultimi banchi come si usava allora.
Ma lo ricordo quel temporale, a Sanremo capitava di rado, c'era un clima un po' speciale, infatti le famiglie facoltose di Torino e di Milano rivenivano a svernare per sopportare meglio gli acciacchi. E per giocare al Casinò.
Me lo ricordo perché quel giorno ci fu uno degli incontri importanti della mia adolescenza: l'insegnante di filosofia, che teneva lezione due volte alla settimana, aveva preannunciato il tema nella lezione precedente. Aspettò chela grandine finisse e tornassimo a sederci ai nostri banchi. Poi cominciò a parlare di Cartesio: la vita, la morte, le opere di geometria, di matematica, di filosofia, il suo tempo. Disse che Cartesio era, nella storia delle idee, un punto di arrivo e anche una ripartenza con tante biforcazioni. Insomma un crocevia dal quale comincia la modernità. «Se non capite Cartesio non capirete niente di quello che è venuto dopo e non capirete niente di voi stessi e del mondo che vi circonda».
Ci mise molto calore in quella perorazione, non l'aveva mai fatto con gli altri filosofi che già avevamo studiato con lui sul manuale del Lamanna. Forse con Socrate l'anno prima, ma non con quelle parole e quel tono che sembrava voler coinvolgere la vita di ciascuno di noi.
E mio compagno di banco alzò la mano. «Dica pure», disse il docente che, insieme al prete che insegnava italiano e latino, rifiutava di usare il "voi" prescritto dal regime. «Secondo lei, professore, chi non fa il liceo e nemmeno sa che è esistito un certo Cartesio non potrà dunque dare nessun senso alla sua vita?».
Ci fu un gran silenzio in classe, perfino i ripetenti degli ultimi banchi in qualche modo chiamati in causa da quella domanda si fecero attenti. n professore guardò fisso il mio compagno e ricordo che rispose con una domanda: «Lei, Calvino, ha già trovato il senso della sua vita?»”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

cap. II, La gabbia dell'io, p. 20
L'uomo che non credeva in Dio

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“[L'Olocausto non costituisce] un incidente di percorso, quanto piuttosto il punto culminante di uno sviluppo della civiltà che ha origini lontane nel tempo, che è accaduto nello spazio culturale dell'illuminismo e del progresso, cioè di una modernità che celebra un'accelerazione nell'emancipazione umana dal punto di vista mondiale e storico.”

Moshe Zuckermann (1949) sociologo israeliano

Origine: Da Gedenken und Kulturindustrie. Ein Essay zur neuen deutschen Normalität, 1999, p. 92; citato in Susann Witt-Stahl, Auschwizt non sta sul vostro piatto http://www.liberazioni.org/articoli/Witt-StahlS-01.htm, traduzione di Marco Maurizi, Liberazioni.org.

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“Con quei pantaloncini corti, la maglietta polo e (soprattutto) la tendenza all'attacco quasi su ogni punto, Milos Raonic crede forse di essere negli anni ottanta?”

Roberto Paterlini (1981) scrittore italiano

Origine: Citato in Claudio Miglieri, Bum Bum Raonic, nuovo fenomeno http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/02/15/459440-raonic_nata_stella.shtml, Ubitennis.com, 16 febbraio 2011.

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“Biagi aveva la qualità di affrontare il frammento del quotidiano. Il problema punto per punto. Senza precipitarsi alla soluzione ma avanzando per ogni passaggio e svolgimento. Quello che le persone volevano ascoltare era ciò di cui lui voleva occuparsi.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

Origine: Da Guardiano del faro http://espresso.repubblica.it/palazzo/2007/11/09/news/guardiano-del-faro-1.6021, Espresso.it, 9 novembre 2007.

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“Leo [Ortolani] è sempre stato per me un modello. Lo era e lo è tuttora dal punto di vista professionale, ma, da quando ho la fortuna di poterlo chiamare amico, lo è diventato anche sul piano personale. Perché nella vita non si incontrano tante persone di cui si è sicuri al cento per cento che non ti deluderanno mai, qualsiasi cosa dicano o facciano. E Leo, per me, è una di quelle, mano sul fuoco. E io con la mano ci lavoro.”

Giacomo Bevilacqua (1983) fumettista italiano

Origine: Citato in Paolo Pegoraro, Leonardo "Leo" Ortolani: credere è un "Fletto i muscoli e sono nel vuoto", come fa http://www.famigliacristiana.it/articolo/leonardo-leo-ortolani-credere-e-saltare-nel-vuoto-come-fa-rat-man.aspx, Famiglia Cristiana.it, 8 dicembre 2016

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“Molti americani musulmani hanno servito valorosamente nel nostro esercito, e hanno fatto il sacrificio massimo. Il capitano Khan era uno di questi esempi coraggiosi. Il suo sacrificio – e quello di Khizr e Ghazala Khan – non sarà dimenticato. Punto.”

Paul Ryan (1970) politico statunitense

Origine: Da un comunicato; citato in I Repubblicani stanno un po' mollando Trump http://www.ilpost.it/2016/08/03/sostegno-repubblicani-trump/, ilPost.it, 3 agosto 2016.

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“[Sui Beatles] Non arriveremo mai al punto di pubblicare delle schifezze, perché sappiamo che la gente le comprerebbe.”

Paul McCartney (1942) musicista britannico

Origine: 1965; citato in Chris Ingham, Guida Completa ai Beatles, Antonio Vallardi Editore, 2005, p. 46. ISBN 8882119866

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“[Su Barbara Spinelli] Una delle voci più significative nel panorama del giornalismo italiano ed europeo. Diciamo un punto di eccellenza quale ce ne sono pochi per cultura, professionalità, spirito di indipendenza.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Citato in La lite tra Spinelli e Scalfari http://www.ilpost.it/2013/12/16/spinelli-scalfari/, IlPost.it, 16 dicembre 2013.

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“Se Bergoglio si limitasse a cambiare un punto del catechismo o una legge ecclesiale, il suo successore potrebbe fare il contrario: e tutto tornerebbe come prima. Invece se il Papa cambia la mentalità del cristiano nulla, nella Chiesa, torna più come prima.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Origine: Da «Battezzato il figlio di Vendola e Testa. Ecco come cambia la Chiesa grazie a Papa Francesco» http://www.huffingtonpost.it/mauro-leonardi/vendola-papa-francesco-_b_12427608.html, Huffington Post.it, 10 ottobre 2016.

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“Sinceramente sono arrivata a un punto della mia vita in cui la mia priorità è vivere bene. Non lavoro per il gusto di lavorare. Accetto solo film che mi attirano così tanto da lasciare da parte per un po' la bella vita che faccio. Ciò che conta è continuare a imparare.”

Winona Ryder (1971) attrice statunitense

Origine: Citato in Festival di Venezia 2012, quanto ci sei mancata Winona http://www.vanityfair.it/show/mostra-del-cinema-di-venezia/2012/08/30/festival-venezia-2012-winona-ryder-the-iceman, VanityFair.it, 30 agosto 2012.

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“Non sono affatto speciale. Sono solo un grande allenatore di calcio. Punto.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008 – 2010)

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“Non credevo di essermi manifestato fino a questo punto.”

Angelo Fiore (1908–1986) scrittore italiano

Origine: Il supplente, p. 64

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“Que' prudenti che s'adombrano delle virtù come de' vizi, predicano sempre che la perfezione sta nel mezzo; e il mezzo lo fissan giusto in quel punto dov'essi sono arrivati, e ci stanno comodi.”

cap. XXII
I promessi sposi
Variante: O fossero di que’ prudenti che s’adombrano delle virtù come de’ vizi, predicando sempre che la perfezione sta nel mezzo; e il mezzo lo fissan giusto in quel punto dov’essi sono arrivati, e ci stanno comodi.

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“[I criteri per distinguere una macchina da un essere umano] Qui in particolare mi ero fermato per far vedere che se ci fossero macchine con organi e forma di scimmia o di qualche altro animale privo di ragione, non avremmo nessun mezzo per accorgerci che non sono in tutto uguali a questi animali; mentre se ce ne fossero di somiglianti ai nostri corpi e capaci di imitare le nostre azioni per quanto è di fatto possibile, ci resterebbero sempre due mezzi sicurissimi per riconoscere che, non per questo, sono uomini veri. In primo luogo, non potrebbero mai usare parole o altri segni combinandoli come facciamo noi per comunicare agli altri i nostri pensieri. Perché si può ben concepire che una macchina sia fatta in modo tale da proferire parole, e ne proferisca anzi in relazione a movimenti corporei che provochino qualche cambiamento nei suoi organi; che chieda, ad esempio, che cosa si vuole da lei se la si tocca in qualche punto, o se si tocca in un altro gridi che le si fa male e così via; ma non si può immaginare che possa combinarle in modi diversi per rispondere al senso di tutto quel che si dice in sua presenza, come possono fare gli uomini, anche i più ottusi. L'altro criterio è che quando pure facessero molte cose altrettanto bene o forse meglio di qualcuno di noi, fallirebbero inevitabilmente in altre, e si scoprirebbe cosí che agiscono non in quanto conoscono, ma soltanto per la disposizione degli organi.”

V; 1996
Discorso sul metodo

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“Ero solo in casa e Petalo come al solito si era messo a grattare la porta e a gemere nel modo più molesto e inurbano, disturbando indicibilmente la mia concentrazione profonda di filosofo. […] Con una scopa corsi alla porta e… ma non ricordo di avergli dato un colpo… forse glielo minacciai soltanto, urlandogli istericamente di filare […]. Quel che ricordo nitidamente, come se guardassi una istantanea di quel momento, è la fuga del maleamato sulla rampa della scala […]. Su ogni gradino c'erano gocce di sangue. Petalo era ferito. Era venuto a supplicarmi soccorso e si era ricevuto un colpo di scopa.Andai su a vedere, temendo di essere stato io il feritore… (Forse glielo diedi, il colpo). Stava leccando del latte, disperatamente. Una zampina era stata portata via di netto da qualcosa di terribile, e sulla schiena aveva uno squarcio, vicino al collo, un cratere di sangue. Non si lamentava più, ogni tanto ci guardava, come fossimo stati i suoi giudici, o i suoi medici.
Chiamai il veterinario, che aveva il rimedio nella borsa e che consigliò di adoperarlo subito. Era stato un cane a ridurlo in quello stato […]. Mentre il misericordioso Dottore preparava l'iniezione, [Petalo] mi fissò in modo indimenticabile e volle – proprio così – che la mia mano si posasse dolcemente sulla sua mutilazione, un grumo di dolore che spenzolava. Non so se mai più mi capiterà di supplicare mentalmente, con tanta angoscia e febbrile vergogna, qualcuno, qualche groviglio di visceri viventi, di perdonarmi, sul punto della morte.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, pp. 286-288

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“La criminalità organizzata ancora gestisce grandi porzioni del traffico internazionale e ci sono abbastanza ragioni per riaprire il dibattito oggi in Italia. Viviamo in un tempo in cui una riforma delle leggi sulle droghe è necessaria a livello nazionale e internazionale. Per l'Italia personalmente ho un'idea molto chiara di quello che deve essere fatto: la depenalizzazione della marijuana deve essere considerato un punto di partenza perché gli anni di proibizionismo non hanno portato nessun risultato nella prevenzione del drammatico aumento nell'uso di droga.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Dall'intervento al intervenuto all'apertura dei lavori dellEighth Annual Conference of the International Society for the Study of Drug Policy al Consiglio Nazionale delle Ricerche; citato in Marino dice sì alla cannabis e si scatena la polemica http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/05/21/news/droghe_marino_roma_marijuana_cannabis-86778413/?ref=search, Repubblica.it, 15 marzo 2015.

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“I fatti che vediamo dipendono dal punto di vista in cui ci mettiamo, e dalle abitudini contratte dai nostri occhi.”

Walter Lippmann (1889–1974) giornalista statunitense

L'opinione pubblica

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“Adoro i bambini. Specialmente quando piangono, perché a quel punto qualcuno li porta via.”

Nancy Mitford (1904–1973) scrittrice e biografa britannica

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“[…] ah Larte è multo dificile quando si tiene per punto di vista che il disegnio è pane il colore è carne, queste due sostanze non costituiscono che il pitore. Ma Lartista dev'esere un individualità distinta e originale caraterizzata e improntata dal proprio sentimento coi mezi piú semplici della natura.”

Giovanni Segantini (1858–1899) pittore italiano

da Lettera a Vittore Grubicy de Dragon da [Carella] del I/21 82, p. 23
Venticinque lettere
Origine: L'edizione in bibliografia riproduce per la prima volta la lezione originaria, non emendata, delle venticinque lettere di Giovanni Segantini.

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“Questo disco, Stadium Arcadium, è la nostra grande affermazione, ed è il meglio che possiamo fare, il massimo di cui siamo capaci e se non vi piace questo disco, non vi piacciono i Red Hot Chili Peppers, punto.”

Flea (1962) bassista, trombettista e pianista australiano

Origine: Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com https://www.youtube.com/watch?v=FINX_yyi-Kw.

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“Steph Curry ha bisogno di qualcuno che lo faccia faticare durante le partite. Siccome non è un mostro dal punto di vista prettamente difensivo, Curry deve faticare in difesa ed essere perennemente puntato dall'attaccante di turno. In questa maniera dovrà per forza di cose stare più basso con le gambe e più concentrato e, di conseguenza, arriverà nella metà campo offensiva con meno benzina in corpo.”

Ty Lawson (1987) cestista statunitense

Origine: Dall'intervista a Yahoo Sports; citato in Leonardo Donati, Ty Lawson: "Stephen Curry? Posso fermarlo!" http://www.nbareligion.com/2015/10/01/ty-lawson-stephen-curry-posso-fermarlo/, NbaReligion.com, 1° ottobre 2015.

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“Mentre scrivo queste righe, mi viene in mente che la caratteristica particolare della maggior parte delle cose che consideriamo fragili è quanto siano invece robuste. Da bambini facevamo dei giochi con le uova per dimostrare come fossero in realtà minuscoli edifici di marmo estremamente resistenti; mentre ci dicono che il battito delle ali di una farfalla, se fatto nel punto giusto, può creare una tempesta al di là dell'oceano. Il cuore si può spezzare, ma è il più forte dei nostri muscoli, capace com'è di pompare sangue per lo spazio di una vita, settanta volte al minuto, e senza quasi perdere un colpo. Perfino i sogni, la più delicata e intangibile delle cose, possono dimostrarsi assai resistenti a ogni tentativo di distruggerli. I racconti, come le persone e le farfalle e le uova di usignuolo e i cuori umani e i sogni, sono cose fragili, fatti con niente di più forte e duraturo che ventisei lettere e una manciata di segni di interpunzione. Oppure sono parole nell'aria, composte di suoni e di idee – astratte, invisibili, che svaniscono appena pronunciate – e cosa può esserci mai di più fragile? Ma ci sono piccoli e semplici racconti su avventure e persone capaci di cose incredibili, storie di miracoli e mostri, che sono durati molto più a lungo di coloro che le hanno narrate, e alcune sono durate anche più a lungo delle terre in cui sono nate.”

Neil Gaiman (1960) fumettista, scrittore e giornalista britannico

Cose fragili, Introduzione

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“Quando ci siamo trovati a che fare con questi personaggi, meglio, con questi problemi – perché in una prima fase questi personaggi non si trovavano – ne sapevamo molto poco. In progresso di tempo, soltanto in progresso di tempo, abbiamo cominciato a capire alcune cose. Per esempio, che un gruppo terrorista può essere, purtroppo, facilmente forte. Nel senso che basta mescolare alcuni ingredienti: fanatismo ideologico, una certa capacità di organizzarsi, sfruttando le mille possibilità mimetiche di una grande città, di organizzarsi diversificando i compiti tra regolari e irregolari, di organizzarsi cercando collegamenti con la società civile a vario livello. Bastano queste capacità per poter anche duramente colpire, sia pure con una consistenza numerica non elevatissima di gruppo terroristico. Tutto questo – lo abbiamo scoperto in progresso di tempo – le Brigate Rosse erano. Tutto questo rendeva le Brigate Rosse pericolose soprattutto dal punto di vista politico: non è tanto la pericolosità militare – per la quale non occorre a mio giudizio una speciale consistenza numerica – quanto piuttosto la pericolosità politica derivante dal collegamento, dal potenziale collegamento, con settori della società civile e del mondo intellettuale che in quella fase le BR avevano, e che le rendeva un problema politico molto molto grave.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Dal programma televisivo La notte della Repubblica, Rai 2, 14 febbraio 1990.

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“Io credo che noi donne sappiamo essere tremende, siamo capaci di crudeltà assolute, possiamo essere delle iene senza precedenti, ma quando ci amiamo e ci troviamo tra noi, possiamo costituire un punto di forza davvero molto importante e unito.”

Elena Sofia Ricci (1962) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Patrizia Simonetti Elena Sofia Ricci, tra Moliere, Ozpetek e la tv: "Ringrazio Ferzan d’aver notato la mia follia" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/elena-sofia-ricci/1619800/, Il Fatto Quotidiano.it, 27 aprile 2015.

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. […] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. […] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

citato in Caravaggio, pp. 187-188
Il Caravaggio

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