Frasi su riunione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema riunione, essere, stato, modo.

Frasi su riunione

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“Oltre al conformismo inteso come mezzo per superare l'isolamento, un altro fattore nella vita contemporanea deve essere preso in considerazione: la routine del lavoro e del piacere. L'uomo diventa un 'dalle nove alle cinque', è parte della forza del lavoro, della forza burocratica degli impiegati e dei dirigenti. Ha scarsa iniziativa, i suoi compiti essendo prescritti dall'organizzazione; vi è ben poca differenza tra chi è in cima alla scala, e chi è in basso. Tutti seguono schemi prestabiliti, con una velocità prestabilita, in modo predisposto. Perfino le reazioni sono prescritte: allegria, tolleranza, amabilità, ambizione e capacità di andare d'accordo con tutti senza attrito. Il divertimento è organizzato nello stesso modo, sebbene non con lo stesso sistema; i libri sono selezioni da biblioteche, i film dagli impresari, e gli slogans pubblicitari coniati da loro; il resto è pure uniforme; la gita domenicale in automobile, i programmi televisivi, le riunioni e i ricevimenti ufficiali. Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?”

Origine: L'arte di amare, pp. 28-29

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“Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d'influenza, sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.”

John Fitzgerald Kennedy (1917–1963) 35º presidente degli Stati Uniti d'America

dal discorso http://www.jfklibrary.org/Research/Ready-Reference/JFK-Speeches/The-President-and-the-Press-Address-before-the-American-Newspaper-Publishers-Association.aspx presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961

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“Nella materia, non vi sono dèi. Nell'equilibrio, non vi sono dèi. Gli dèi sono nati dalla separazione delle forze e morranno alla loro riunione.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Origine: Eliogabalo o l'anarchico incoronato, p. 59

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“Il fatto è che a me piacciono le riunioni dove ognuno esprime la propria opinione e la porta fino in fondo, non quelle che si risolvono in una selezione fatta per gruppi o fazioni.”

Giovanni Raboni (1932–2004) poeta, scrittore e giornalista italiano

citato in Corriere della sera, 30 agosto 1997

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“In una riunione di massa il pensiero è eliminato. E siccome è proprio questo lo stato mentale che io voglio, perché fa della folla una vera cassa armonica che vibra ai miei discorsi, io ordino a tutti di assistere alle riunioni…”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

citato in Furio Jesi,Sopravvivenze esoteriche, in Mito, Nino Aragno Editore, 2008, p. 191

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“Io ero un capo naturale. Ero considerato un intellettuale dalle mie parti, ai congressi Dc citavo Gramsci, alle riunioni diocesane arrivavo con l'Espresso sotto braccio.”

Clemente Mastella (1947) politico italiano

dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 20 dicembre 2001

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“Ho notato spesso che siamo inclini a dotare i nostri amici della stabilità tipologica che nella mente del lettore acquistano i personaggi letterari. Per quante volte possiamo riaprire, non troveremo mai il buon re che fa gazzarra e picchia il boccale sul tavolo, dimentico di tutte le sue pene, durante un'allegra riunione con tutte e tre le figlie e i loro cani da compagnia. Mai Emma si riavrà, animata dai sali soccorrevoli contenuti nella tempestiva lacrima del padre di Flaubert. Qualunque sia stata l'evoluzione di questo o quel popolare personaggio fra la prima di e la quarta di copertina, il suo fato si è fissato nella nostra mente, e allo stesso modo ci aspettiamo che i nostri amici seguano questo o quello schema logico e convenzionale che noi abbiamo fissato per loro. Così X non comporrà mai la musica immortale che stonerebbe con le mediocri sinfonie alle quali ci ha abituato. Y non commetterà mai un omicidio. In nessuna circostanza Z potrà tradirci. Una volta predisposto tutto nella nostra mente, quanto più di rado vediamo una particolare persona, tanto più ci dà soddisfazione verificare con quale obbedienza essa si conformi, ogni volta che ci giungono sue notizie, all'idea che abbiamo di lei. Ogni diversione nei fatti che abbiamo stabilito ci sembrerebbe non solo anomala, ma addirittura immorale. Preferiremmo non aver mai conosciuto il nostro vicino, il venditore di hot-dog in pensione, se dovesse saltar fuori che ha appena pubblicato il più grande libro di poesia della sua epoca.”

Lolita

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“Non esiste un luogo, all'infuori di una conferenza sindacale di fraterna utilità, dove trovare tanta reciproca sfiducia e sospetto come in una riunione di maghi di alto livello.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 2. La luce fantastica (1983)

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“Una conferenza è una riunione di persone importanti che singolarmente non possono fare nulla ma assieme possono decidere che non si può fare nulla.”

Fred Allen (1894–1956) comico e attore statunitense

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1959.

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“Se qualcuno sta suggerendo che dovrei andare in Parlamento e proporre l'abolizione della sterlina – no! […] Abbiamo reso chiaro che non avremo una moneta unica imposta.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

Per i media subito dopo la riunione CEE al vertice di Roma, 28 ottobre 1990, come riportato nel libro "Un colpo di stato conservatore: La caduta di Margaret Thatcher" di Alan Watkins, pag. 142, 1992
If anyone is suggesting that I would go to Parliament and suggest the abolition of the pound sterling — no! [...] We have made it quite clear that we will not have a single currency imposed on us.
Premiership, Terzo mandato come primo ministro

“Ecco cosa sarà la Chiesa: la riunione paziente e lenta di tutti gli uomini.”

Jacques Loew (1908–1999) presbitero e teologo francese

Se conosceste il dono di Dio

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“Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.”

Alan Kay (1940) informatico statunitense

da una riunione del 1971 al PARC, il Palo Alto Research Center della Xerox

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“Noi non siamo che un'associazione nascente, fondata da dodici anni, composta soprattutto da laici e da giovani che vogliono provvedere alla loro salvezza. Noi non avremmo alcuna qualifica per trattare con voi se il Sommo Pontefice Gregorio XVI non si fosse degnato, con un Breve del 10 gennaio 1845, di approvare paternamente la nostra istituzione, e di attribuirle delle ricche indulgenze di cui egli estende il beneficio a tutti coloro che noi avremo aggregato alla nostra Società. Il nostro primo scopo è stato quello di consolidare la fede e di rianimare la carità nella gioventù cattolica, di rafforzare i ranghi con amicizie edificanti e solide, e di formare così una nuova generazione, capace di riparare, se è possibile, il male che I'empietà ha fatto nel nostro paese. II primo modo di realizzare questo disegno fu di radunarsi tutte le settimane, di imparare così a conoscerci e ad amarci; e al fine di dare un interesse alle nostre riunioni, intraprendemmo la visita dei poveri a domicilio: gli portammo del pane, dei soccorsi temporali di vario genere, e sopratutto dei buoni libri e buoni consigli. Questa Società, fondata dodici anni fa da otto giovani, del tutto oscuri, conta oggi circa 10.000 membri, in 133 città; si è insediata in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda, in Belgio, in Italia. Si sono sempre persegui questi due principali risultati: la santificazione della gioventù cristiana e la visita dei poveri a domicilio. Noi abbiamo in ciascuna città delle opere pei gli ammalati, per I'istruzione dei bambini, per il collocamento di operai, che sono affidate a dei comitati poco numerosi e soccorsi dal denaro della Società tutta intera. Possa I'unione della nostra umile Società diventare il simbolo dell' unione di tutti i popoli al di là e al di qua dei mari, nella pratica della legge di Dio, nella fedeltà alla fede, nell'attaccamento alla SS. Chiesa Romana e nell'amore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

Al Presidente della Società di San Vincenzo de Paoli del Messico, Parigi, 19 settembre 1845, p. 232
Lettere

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“[Sulle dimissioni di Terzi dalla carica di Ministro degli affari esteri] Sono rimasto stupefatto per ciò che il Ministro ha fatto e per ciò che il Ministro non ha fatto in connessione con le sue dimissioni. Ciò che ha fatto è aver reso note qui le sue dimissioni, senza alcuna informazione preventiva né al Capo dello Stato né al Presidente del Consiglio, ma soprattutto ciò che non ha fatto. Abbiamo tutti esperienza di funzionamento degli organi decisionali, di organi collegiali e sappiamo tutti che possono esistere all'inizio divergenze di punti di vista. Sappiamo tutti che è natura della collegialità pervenire a decisioni condivise. Sappiamo anche tutti che può essere al limite utilizzato lo strumento per indurre altri partecipanti alla decisione, o in questo caso il Presidente del Consiglio, a modificare la loro posizione; può anche essere utilizzato un preannuncio di dimissioni a meno che qualche cosa cambi. Signori, niente di questo è avvenuto, né alle riunioni del CISR, né alla riunione che si è svolta nel mio ufficio a Palazzo Chigi ieri mattina dalle 11 alle 13, alla presenza del Ministro della difesa, del Ministro degli affari esteri e in collegamento frequente, telefonico e via internet, con il Ministro della giustizia e con altri collaboratori. Abbiamo messo a punto il testo che i due Ministri, a nome del Governo, avrebbero presentato, e in particolare il Ministro degli affari esteri, qui ieri pomeriggio, come poi è avvenuto, e niente mi è stato detto dal Ministro degli affari esteri circa un suo dissenso e men che meno circa una sua intenzione di dimettersi. Questo lo dico perché, sulla base di questi fatti oggettivi, ho ragione di ritenere che l'obiettivo non fosse quello di modificare una decisione, alla quale il Ministro aveva consapevolmente partecipato con il suo lavoro, ma fosse quello più esterno di conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Camera di deputati della Repubblica Italiana – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 5 di mercoledì 27 marzo 2013 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0005/stenografico.pdf – Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle dimissioni del Ministro degli affari esteri preannunziate nel corso della informativa sulla vicenda dei militari italiani sottoposti a procedimento giudiziario in India. Roma, Camera dei Deputati, 27 marzo 2013.

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“[Parlando dei "politici di professione"] Ci sono tanti signori che sento, che vanno, che hanno la casa al mare, che hanno la casa in città, che hanno la casa ai monti, che hanno la barca e io, guardando quello che guadagnano ogni mese e quello che anche devono dare, qualcuno di loro, ai loro partiti, dico: come hanno fatto a farsi tutte queste proprietà? Sono soldi rubati. Soldi rubati!”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla riunione del Partito Popolare Europeo ad Atene; citato in I politici? Per Silvio Berlusconi "Solo chiacchiere e soldi rubati" http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/cdlverifica2/soldirubati/soldirubati.html, Repubblica.it, 19 febbraio 2004.

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“[Sulla sinistra] Dio ci deve proteggere perché sono profeti di sventura, fanno male al paese e da quando l'italia non obbedisce ai loro stimoli, da quando ha deciso di cambiare hanno smesso del tutto di amarla.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

dalla riunione del Partito Popolare Europeo ad Atene; citato in I politici? Per Silvio Berlusconi "Solo chiacchiere e soldi rubati", la Repubblica, 19 febbraio 2004
2004

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“[Riferito ai giornalisti Rai presenti alla conferenza stampa] Attenti voi a quello che scrivete, vi ricordo che a casa mia si tengono in questi giorni le riunioni sulla Rai.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Marco Galluzzo, Silvio, la foto con i leader e il rimbrotto della regina https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/03/Silvio_foto_con_leader_rimbrotto_co_9_090403019.shtml, 3 aprile 2009, p. 5.

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“Quando qualche giocatore all'estero mi chiede della squalifica di Conte, io cerco di spiegargli cosa è successo ma si mettono tutti a ridere e mi chiedono di raccontargli veramente quello che è successo perché non ci possono credere. Quando poi gli dico che i giocatori del Siena non sono stati denunciati per omessa denuncia perché potrebbero essere andati tutti e 20 in bagno durante la riunione tecnica, allora le risate diventano fragorose!”

Edoardo Molinari (1981) golfista italiano

Origine: Citato in ESCLUSIVA TJ - EDOARDO MOLINARI: "La Juve gode di grande rispetto all'estero. Ecco cosa pensano della vicenda Conte. Vi racconto una cosa su Isla... e Pavel" http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=110291, Tuttojuve.com, 18 settembre 2012.

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“Nel cristianesimo, e soprattutto nel cattolicesimo, i misteri sono verità puramente speculative, da cui nascono, con la riunione di un mistero all'altro, verità eminentemente pratiche.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Da 15 anni è irrevocabilmente accertato che l'assassinio di Calabresi fu organizzato nel servizio d'ordine di Lotta continua, ordinato da Giorgio Pietrostefani con l'assenso del leader Adriano Sofri e materialmente eseguito da Ovidio Bompressi, con la complicità di Leonardo Marino, che rubò e guidò l'auto durante l'agguato, e di altri fiancheggiatori miracolati dalla mancanza di prove certe. […] Eppure, nella fiction, queste quattro figure diventano invisibili. Non pervenute, se non nei titoli di coda che danno conto delle quattro condanne. Uno degli aspetti più positivi del film-tv di Graziano Diana è quello di mostrare la campagna d'odio che si scatenò contro Calabresi dopo la tragica fine alla questura di Milano dell'anarchico Pinelli, ingiustamente sospettato di aver avuto un ruolo nella strage di Piazza Fontana: prime pagine di Lotta continua e altri giornali, appelli di intellettuali, manifestazioni con slogan assassini. […] Ma il peccato originale della fiction è che mancano i volti e le imprese dei colpevoli. Non c'è la riunione in cui si decise l'omicidio, non c'è l'ordine di uccidere, non c'è il viaggio di Marino a Pisa dove Sofri gli confermò il mandato, non c'è il processo costellato dalle bugie degli imputati e ancor più dei falsi testimoni ingaggiati dalla nota lobby. Nulla di nulla: nel 2013, alla Rai, è ancora proibito. […] Eppure questo banalissimo rilievo nessuno degli ipercritici della libera stampa ha osato muoverlo. Strano, eh? Chissà come mai.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Il suicidio Calabresi, 11 gennaio 2014
Il Fatto Quotidiano

“I disordini verificatisi sabato 12 dicembre u. s. in questa città con luttuose, se pure accidentali, conseguenze, sono da considerare i prodromi di altri eventi ben più gravi e deprecabili che possono ancora verificarsi in conseguenza del progressivo rafforzamento e proliferazione delle formazioni estremiste extra-parlamentari di ispirazione «maoista» (Movimento Studentesco, Lotta Continua, Avanguardia Operaia, ecc.) nonché dei movimenti anarchici e di quelli di estrema destra. Tutti questi movimenti, che hanno la loro «centrale» a Milano, nonostante differenziazioni sul piano ideologico e nella metodologia, sono prettamente rivoluzionari, propongono «la lotta al sistema» e si prefiggono di sovvertire le istituzioni democratiche, consacrate dalla Carta Costituzionale, attraverso la violenza organizzata. Gli appartenenti a tali formazioni, che sino a qualche anno fa erano poche migliaia, ammontano oggi a circa ventimila unità, svolgono fanatica ed intensa opera di propaganda e proselitismo sia nell'ambiente studentesco che in quello operaio, facendo leva sulle frange maggiormente portate all'oltranzismo. Si rileva quindi con frequenza sempre maggiore l'organizzazione di riunioni e cortei, i quali sono spesso l'occasione per turbare profondamente la vita della città, compiere atti vandalici con gravi danni a proprietà pubbliche e private, limitare la libertà dei cittadini, usare loro violenza, vilipendere e dileggiare i pubblici poteri centrali e locali con ingiurie volgari ed accuse cervellotiche.”

Libero Mazza (1910–2000) magistrato e politico italiano
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“Noi polemizziamo con Letta che faceva parte della Trilateral, che ha partecipato alle riunioni Bilderberg, non tanto per criticare. Quei luoghi di discussione sono esattamente i luoghi di elaborazione di queste strategie sbagliate che stanno peggiorando il mondo.”

Paolo Ferrero (1960) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Marta Moriconi, Ferrero (RC): «Vi spiego la mia nuova sinistra (alla sinistra del centro-sinistra). Con Rodotà, Gino Strada e Landini» http://www.intelligonews.it/articoli/19-giugno-2013/11350/ferrero-rc-vi-spiego-la-mia-nuova-sinistra-alla-sinistra-del-centro-sinistra-con-rodota-gino-strada-e-landini, IntelligoNews.it, 19 giugno 2013.

“Posso dire una cosa segretissima di una riunione fatta in un direttivo di partito? Abbiamo detto "Creiamo la provincia del VCO così li freghiamo" –Chi, l'UOPA?”

Paolo Ravaioli (1947) politico italiano

Certo, questo era lo spirito (Intervista a Vco Azzurra Tv, 9 novembre 2007)

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“Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso Putin). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata.”

Alexej Naval'nyj (1976) attivista, politico e blogger russo

Origine: Citato in Nemtsov, in migliaia per la camera ardente. Navalnyj: "Ucciso per ordine di Putin" http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/nemtsov_funerali_senza_rappresentanti_dello_stato_e_non_c_la_fidanzata_che_torna_in_ucraina-108620530/?ref=HREC1-8, la Repubblica.it, 3 marzo 2015.

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“La celebrazione liturgica non è un atto sociale, un buon atto sociale; non è una riunione dei credenti per pregare assieme. È un'altra cosa. Nella liturgia, Dio è presente.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Dall'omelia della Santa Messa celebrata a Santa Marta; citato in Il Papa: vivere il mistero della presenza di Dio nella Messa, venire a Santa Marta non è tappa turistica http://it.radiovaticana.va/news/2014/02/10/il_papa:_vivere_il_mistero_della_presenza_di_dio_nella_messa,_venire/it1-771791, Radiovaticana.it, 10 febbraio 2014.

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“[Sulla scelta del suo pseudonimo] È stata la cosa più stupida che ho fatto nella mia carriera. Dopo Miss Teenager ho voluto incidere un disco. Ero una pessima cantante e fu una pessima esperienza. La casa discografica era la Wea. Fecero molte riunioni per decidere che col nome Fogliazza ero impresentabile. E decisero per Ferrari.”

Isabella Ferrari (1964) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, citato in «Io, leader e passionale. Una vita rock and roll» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/04/leader_passionale_Una_vita_rock_co_0_0111047384.shtml, Corriere della Sera, 4 novembre 2001, p. 18.

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“Una riunione è solo un modo di ammettere che vorresti far partecipare altri ai tuoi guai.”

Will Rogers (1879–1935) attore, comico e giornalista statunitense

citato in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1976

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“Ma già il fuoco rivoluzionario si era esteso a Kronštadt, la base navale orgoglio del regime, in cui i marinai proclamarono la loro solidarietà agli scioperanti, annunciando la liquidazione del soviet della città da parte di un Comitato militare provvisorio, e la futura elezione di un nuovo soviet. «Il soviet senza i comunisti»: questo slogan univa i contadini in rivolta nella regione di Tambov e i marinai del Baltico. La Comune rivoluzionaria istituita dai marinai, che durerà sedici giorni, prese le mosse dall'agitazione operaia e propose un programma che prendeva in contropiede il sistema politico in vigore dal 1918: dissoluzione dei soviet e libere elezioni a scrutinio segreto per sostituirli; libertà di stampa e di riunione per i socialisti, gli anarchici e i sindacalisti; libertà per i contadini di poter disporre dei raccolti; soppressione dei distaccamenti incaricati delle requisizioni in campagna; libertà di lavoro per gli artigiani che non impiegavano lavoratori salariati.
Senza dubbio, Lenin lo dirà, Kronštadt non era tutta la Russia; ma la sua «Comune» era un simbolo inquietante: quello del rifiuto del potere comunista da parte di coloro che ne erano stati i migliori difensori, ed era anche testimonianza del legame esistente fra tutte le rivolte: i contadini di Tambov, l'Ucraina raccolta intorno a Machno, l'insieme della campagna russa.”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 14, p. 393
Lenin

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“Vi dirò come mi sono trasformata in un uomo.
Prima ho dovuto trasformarmi in una donna.
Ero stata neutra molto tempo, voglio dire che non ero affatto una donna ma uno-dei-ragazzi, perché se entri in una riunione di uomini, per motivi professionali o di altro genere, tanto vale mettersi un cartellone pubblicitario con la scritta: GUARDATE! HO LE TETTE! Ci sono sogghigni e risolini, rossori, contorsioni ipocrite, giochini con la cravatta, bottoni che vengono sistemati, allusioni, citazioni cortesi e una galanteria molto consapevole, sommata a un’insistenza compiaciuta sul mio fisico. Tutta questa robaccia solo per farmi piacere. Se diventi brava a essere uno-dei-ragazzi, il problema scompare. Naturalmente ciò comporta una certa spersonalizzazione, ma il cartellone pubblicitario svanisce; ribattei a tono e risi alle battute scherzose, specialmente quelle di natura ostile. Sotto sotto continui a ripetere in maniera gradevole ma risoluta: No, no, no, no, no, no. Ma è vitale per il mio lavoro e a me piace il mio lavoro. Ritengo abbiano deciso che le mie tette non erano autentiche, o che appartenessero a qualcun’altra (alla mia sorella gemella), così mi hanno diviso dal collo in su; come dicevo, questo richiede una certa spersonalizzazione. Ero certa che una volta ottenuto il dottorato di ricerca, la cattedra universitaria, la medaglia al torneo di tennis, il contratto da ingegnere, uno stipendio da diecimila dollari l’anno, una domestica a tempo pieno, la fama e il rispetto dei colleghi, una volta divenuta forte, alta e bella, una volta che il mio quoziente di intelligenza avesse superato la quota 200, e una volta divenuta un genio, soloavrei potuto togliermi il cartellone pubblicitario. Lasciai a casa sorrisi e risate allegre. Non sono una donna; sono un uomo. Sono una donna con la mente d’un uomo. Lo dicono tutti.”

The Female Man

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“Solo il mio partito può chiedermi di ritirarmi, nel corso di un congresso o di una riunione del comitato centrale. Ma quello che mi viene chiesto è esattamente il contrario. Vogliono che mi ripresenti.”

Robert Mugabe (1924–2019) politico zimbabwese

Origine: Citato in A 93 anni Robert Mugabe non molla le redini dello Zimbabwe https://www.internazionale.it/notizie/2017/02/21/mugabe-93-anni-zimbabwe, Internazionale.it, 21 febbraio 2017.

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“L'ultima visita di Musco al Viminale che io posso ricordare fu la più clamorosa e provocò una delle sue sortite comiche divenute di pubblico dominio. Quella mattina Musco si mise in testa di vedere il Consiglio dei Ministri che era riunito in seduta. Naturalmente era un desiderio destinato a restare insoddisfatto. Senonché, essendomi dovuto allontanare perché chiamato da Mussolini, Musco, quatto quatto, in punta di piedi, mi seguì ammiccando furbescamente al vecchio usciere – che stava al Ministero dell'Interno dai tempi di Crispi – il quale rimase intimidito e pensò ad un mio consenso. Musco riuscì a ficcare la testa attraverso l'uscio che dalla stanza del Presidente del Consiglio immette nel salone delle riunioni de Ministri. Diaz, che si era voltato al mio ingresso, sì accorse dell'intruso e invece di adontarsi per tanto arbitrio, tutto contento, annunziò: «C'è Musco! C'è Musco!». Il Consiglio che stava per terminare la sua seduta si chiuse in anticipo in mezzo alla generale allegria dei presenti che circondarono lo straordinario ospite, inatteso ma gradito.”

Cesare Rossi (1887–1967) politico e sindacalista italiano

Angelo Musco al Viminale. Voglio vedere o Consiglio riunito, p. 97
Personaggi di ieri e di oggi
Variante: L'ultima visita di Musco al Viminale che io posso ricordare fu la più clamorosa e provocò una delle sue sortite comiche divenute di pubblico dominio. Quella mattina Musco si mise in testa di vedere il Consiglio dei Ministri che era riunito in seduta. Naturalmente era un desiderio destinato a restare insoddisfatto. Senonché, essendomi dovuto allontanare perché chiamato da Mussolini, Musco, quatto quatto, in punta di piedi, mi seguì ammiccando furbescamente al vecchio usciere – che stava al Ministero dell'Interno dai tempi di Crispi – il quale rimase intimidito e pensò ad un mio consenso. Musco riuscì a ficcare la testa attraverso l'uscio che dalla stanza del Presidente del Consiglio immette nel salone delle riunioni de Ministri. Diaz, che si era voltato al mio ingresso, sì accorse dell'intruso e invece di adontarsi per tanto arbitrio, tutto contento, annunziò: «C'è Musco! C'è Musco!». Il Consiglio che stava per terminare la sua seduta si chiuse in anticipo in mezzo alla generale allegria dei presenti che circondarono lo straordinario ospite, inatteso ma gradito. (Angelo Musco al Viminale. «Voglio vedere o Consiglio riunito», p. 97)
Origine: Fino al 1960 la Presidenza del Consiglio era ubicata presso il Palazzo del Viminale, sede del Ministero dell'interno. voce su Wikipedia.

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“[…] ognuno ha il diritto di presentare le sue proprie opinioni, che siano favorevoli o no, per o contro, in tutte le riunioni, su tutte le questioni.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: [... ] ognuno ha il diritto di esprimere le sue proprie opinioni, che siano favorevoli o no, a favore o contro, in tutte le riunioni, su tutte le questioni.

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“Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.
Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua.”

Pierre-Jean Grosley (1718–1785) storico e scrittore francese

Observations sur l'Italie et sur les Italiens, , vol. III

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“Infine, una severità esatta, pronta, giusta. L'istesso si farà per le donne che si sono distinte nella rivoluzione, e ciò senza pietà. Non v'è bisogno di una giunta di Stato. Non è processo, né opinione : è un fatto avvenuto provato, stampato: o gli scellerati si all'imponente forza dell'ammiraglio, o bisognerà riunire i corpi di truppe, farne venire anche da fuori se fa uopo, avvisare le povere donne e fanciulli di uscire, prendendo per forza i due castelli secondo le norme della guerra con coloro che son dentro, e cosi terminare questa colpevole e pericolosa resistenza.
Il cardinale non deve nominare nessun impiegato senza proporlo. I sedili, sorgente di tutti i mali, e vera prima riunione dei ribelli, che hanno rovinato il regno e detronizzato il re, restano per sempre aboliti, come pure i diritti, e giurisdizioni baronali per sollevare dalla schiavitù un popolo fedele che ha rimesso il re sul trono, donde il tradimento, la fellonia e la colpevole indifferenza dei nobili l'hanno cacciato. Ciò non piace, ma è d'assoluta necessità; senza ciò il re non governerà sei mesi tranquillamente. I popoli aspettano dalla sua giustizia d'esser sollevati dopo aver fatto tanto per lui. Infine mia cara Miledy, raccomando a Milord Nelson di trattar Napoli come se fosse una città ribelle d'Irlanda che si fosse condotta così. Non bisogna aver riguardo al numero, le migliaia di scellerati di meno renderanno la Francia più debole e noi staremo meglio. Essi avranno meritato d'esser gettati in Africa, in Crimea. Gettarli in Francia sarebbe una carità. Meriterebbero d'esser bollati, affinché nessuno fosse ingannato da loro; cosi è un bene che gli si concede. Vi raccomando dunque, mia cara Miledy, la più gran fermezza, forza, vigore, rigore; ne va della nostra considerazione e futura tranquillità: il popolo fedele lo desidera. Vi raccomando di darmi spesso vostre nuove: potete immaginare la mia premura.
Credetemi per la vita, la vostra più che sensibile, affettuosa riconoscente amica — Carolina.”

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1752–1814) regina consorte di Napoli e Sicilia, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie

dalla lettera da Palermo del 25 giugno 1799, pp. 74-75
Carteggio di Maria Carolina Regina delle due Sicilie con Lady Emma Hamilton
Variante: Infine, una severità esatta, pronta, giusta. L'istesso si farà per le donne che si sono distinte nella rivoluzione, e ciò senza pietà. Non v'è bisogno di una giunta di Stato. Non è processo, né opinione : è un fatto avvenuto provato, stampato: o gli scellerati si all'imponente forza dell'ammiraglio, o bisognerà riunire i corpi di truppe, farne venire anche da fuori se fa uopo, avvisare le povere donne e fanciulli di uscire, prendendo per forza i due castelli secondo le norme della guerra con coloro che son dentro, e cosi terminare questa colpevole e pericolosa resistenza.
Il cardinale non deve nominare nessun impiegato senza proporlo. I sedili, sorgente di tutti i mali, e vera prima riunione dei ribelli, che hanno rovinato il regno e detronizzato il re, restano per sempre aboliti, come pure i diritti, e giurisdizioni baronali per sollevare dalla schiavitù un popolo fedele che ha rimesso il re sul trono, donde il tradimento, la fellonia e la colpevole indifferenza dei nobili l'hanno cacciato. Ciò non piace, ma è d'assoluta necessità; senza ciò il re non governerà sei mesi tranquillamente. I popoli aspettano dalla sua giustizia d'esser sollevati dopo aver fatto tanto per lui. Infine mia cara Miledy, raccomando a Milord Nelson di trattar Napoli come se fosse una città ribelle d'Irlanda che si fosse condotta così. Non bisogna aver riguardo al numero, le migliaia di scellerati di meno renderanno la Francia più debole e noi staremo meglio. Essi avranno meritato d'esser gettati in Africa, in Crimea. Gettarli in Francia sarebbe una carità. Meriterebbero d'esser bollati, affinchè nessuno fosse ingannato da loro; cosi è un bene che gli si concede. Vi raccomando dunque, mia cara Miledy, la più gran fermezza, forza, vigore, rigore; ne va della nostra considerazione e futura tranquillità: il popolo fedele lo desidera. Vi raccomando di darmi spesso vostre nuove: potete immaginare la mia premura.
Credetemi per la vita, la vostra più che sensibile, affettuosa riconoscente amica — Carolina. (dalla lettera da Palermo del 25 giugno 1799, pp. 74-75)

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“"Sentii parlare di lui alle riunioni di Mallarmè: lo dipingevano come un parlatore brillante; provai il desiderio di conoscerlo pur non sperando di riuscirvi. Mi venne in aiuto un caso fortunato, o meglio un amico al quale avevo confidato il mio desiderio. Invitammo Wilde una sera al ristorante. Eravamo quattro, ma fu lui il solo a parlare. Wilde non chiacchierava: raccontava. Per quasi tutto il pranzo non smise di raccontare. Raccontava lentamente, senza forzare il tono; già la sua voce era meravigliosa. Sapeva il francese in modo ammirevole, ma qua e la fingeva di cercare le parole per farle aspettare un po'. Non aveva quasi ombra di accento inglese, o se mai quanto gli piacesse conservarne, tale da conferire alle parole un suono a volte nuovo e strano. Anzichè "scepticisme" pronunciava volentieri "skepticisme"… Le storie a non finire che ci raccontò quella sera erano confuse e non tra le sue migliori; Wilde, insicuro di noi, ci saggiava. Della sua saggezza o follia non dispensava mai se non quanto l'ascoltatore, potesse a suo giudizio, recepire; a ciascuno forniva cibo secondo l'appetito; chi non si aspettava nulla da lui non riceveva nulla o se mai, un leggero schiumeggiare; e poichè si preoccupava innanzitutto di divertire, molti fra quanti si sono illusi di conoscerlo non hanno visto in lui che un essere spassoso.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

OSCAR WILDE in Memoriam (Ricordi) edizione numerata di 1000 copie Mario Luca Giusti Firenze 1979

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Una festa senza torta è solo una riunione”

Julia Child (1921–2004) cuoca, scrittrice e personaggio televisivo statunitense
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“Il web, insieme alle riunioni di condominio, sono gli unici due luoghi in cui ti chiedi se la democrazia abbia senso.”

Red Ronnie (1951) conduttore televisivo italiano

Origine: Da un'intervista di Barbara Palombelli a Stasera Italia, Rete 4, 30 ottobre 2019