Frasi su temporale

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema temporale, essere, mondo, potere.

Frasi su temporale

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“È naturale preferire le belle bugie, Alla durezza di ghiaccio di certe verità.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“La vera felicità temporale ed eterna sta nel possesso di Dio.”

Dolindo Ruotolo (1882–1970) presbitero italiano

Origine: Commento ai quattro Vangeli, p. 127

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“Quando non so dove sono io mi sento a casa, quando non so con chi sono mi sento in compagnia.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“Si perdono le origini nel buco del tempo ma tutto si conserva nelle profondità.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“Non si può scegliere un sogno, non si può scegliere, quando ti arriva ti arriva non c'è niente da fare.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“E c'è una terra di mezzo tra il torto e la ragione, la maggior parte del mondo la puoi trovare là.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“Ricordati di me, questa sera che non hai da fare e tutta la città è allagata da questo temporale.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

da Ricordati di me, n. 1
In questo mondo di ladri

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“Jodo si sottrae regolarmente a qualsiasi programma, scadenza o norma temporale vigenti nella vita degli esseri umani.”

Alejandro Jodorowsky (1929) scrittore, drammaturgo e poeta cileno

dalla Prefazione a Alejandro Jodorowsky, Psicomagia. Una terapia panica. Conversazioni con Gilles Farcet, traduzione di Silvia Meucci, Feltrinelli, 2003. ISBN 9788807814129

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“C'è un temporale in arrivo: | senti l'elettricità… | C'è un temporale in arrivo | sulla mia città… | Porta novità, porta novità…”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
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“A proposito dei Patriarchi viene messo in rilievo che erano allevatori di bestiame fin dalla loro infanzia, come lo erano stati i loro genitori. E a ragione: poiché senza dubbio giusta servitù e giusto dominio si ha quando le bestie sono sottomesse all'uomo e l'uomo ha il dominio sulle bestie. Così infatti fu detto quando l'uomo fu creato: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e abbia il potere sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutte le bestie che sono sulla terra (Gn 1, 26). Con ciò si fa vedere che la ragione deve avere il dominio su gli esseri privi di ragione. Ma a far sì che una persona divenisse schiava di un'altra persona è stato il peccato o l'avversità: il peccato, come è detto: Sia maledetto Canaan! Schiavo sarà dei suoi fratelli (Gn 9, 25); l'avversità, al contrario, come accadde allo stesso Giuseppe di diventare schiavo di uno straniero dopo essere stato venduto dai suoi fratelli. Pertanto furono le guerre a creare schiavi coloro ai quali nella lingua latina fu posto questo nome. Infatti un uomo che fosse stato vinto da un altro uomo e che per diritto di guerra poteva essere ucciso, poiché veniva invece salvato, fu chiamato servus (schiavo); per lo stesso motivo si chiamano anche mancipia (schiavi) perché sono stati manu capta (presi con la mano). Tra gli uomini vige anche l'ordine della natura per cui le donne siano soggette ai mariti e i figli ai genitori, poiché anche in questo caso è giusto che la ragione più debole sia soggetta alla più forte. Riguardo perciò al comandare e al servire è evidentemente giusto che coloro i quali sono superiori quanto alla ragione siano superiori anche quanto al comando. Quando quest'ordine di cose viene sconvolto nel nostro mondo dall'iniquità degli uomini o dalla diversità delle nature carnali, i giusti sopportano il pervertimento temporale per possedere alla fine la felicità eterna assolutamente conforme all'ordine.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

da Questioni sull'Eptateuco, Libro I, § 153

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“Definiamo arcobaleno il riflesso del sole nelle nubi. È dunque segno di temporale, poiché l'acqua che si riversa dalla nube produce tutt'intorno vento o fa cadere la pioggia.”

Anassagora (-500–-428 a.C.) filosofo greco antico

frammento 19
Frammenti di Sulla natura (titolo convenzionale)

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“Io ai miei capelli in ordine ci tengo. Anche in campo. Anche se gioco sotto a un temporale. Anche se corro in mezzo alle raffiche di vento. Tutti, persino i compagni di squadra e addirittura mia moglie, mi chiedono come faccio a finire la partita sempre pettinato. La verità è che curo molto la testa.”

Javier Zanetti (1973) calciatore argentino

Origine: Citato in Zanetti, la mania dei capelli "Solo mia figlia può toccarli" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2009/01/27/zanettisalute.shtml, Gazzetta dello sport, 27 gennaio 2009.

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“Lasciaci tornare ai nostri temporali, | Genova, ai giorni tutti uguali.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

da Genova per noi, lato B, n. 2
Paolo Conte (1975)

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“[L'inverno] È la mia stagione preferita. In estate non vedo l'ora che venga il momento di infilarsi il maglione e uscire a passeggiare. Da bambino adoravo la neve perché, quando nevicava, era tutto più magico. Sono cresciuto in una città industriale, quindi non esattamente bella o poetica, ma con la neve si trasformava in un posto incantato. L'inverno è il periodo dell'anno che favorisce maggiormente l'immaginazione: ci si siede davanti al camino, si riflette sul passato, su quello che è stato l'anno appena trascorso, ci si prepara a quello che verrà. È una stagione psicologica, oltre che temporale.”

Sting (1951) cantautore e bassista britannico

Non ho nessun rimpianto, ma non è stata un'infanzia felice. In qualche modo questo disco [If on a Winter's Night] riflette quel periodo della mia vita quando, d'inverno, accompagnavo mio padre a consegnare il latte nelle case e fantasticavo su quello che sarebbe stato il mio futuro, sul mio diventare musicista, sull'avere una famiglia. Sognare fa bene perché, a forza di farlo, a volte i sogni si avverano: a me è successo. Sto ancora vivendo un sogno. Qualcuno, prima o poi, mi sveglierà.
Se incominci a costruire muri intorno a te per tenere lontana la realtà, finisci come Michael Jackson.
Il matrimonio è un'istituzione molto complicata. La cosa più importante è che a me mia moglie piace. Capisce la differenza? Non è solo amore, è che una persona ti deve piacere anche per le cose che dice, per quello che pensa. La cosa difficile è mantenere nel tempo questi sentimenti perché le persone cambiano e allora devi adattarti, non puoi essere rigido. Naturalmente io non sono il marito perfetto e lei non è la moglie perfetta, ma insieme navighiamo. Trudie è la mia migliore amica. Siamo della stessa generazione, abbiamo avuto un'educazione simile, esperienze simili.

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“Pieni gli alberghi a Tunisi, | per le vacanze estive, | a volte un temporale non ci faceva uscire.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da L'era del cinghiale bianco, n. 1, lato A
L'era del cinghiale bianco

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“Ogni potestà tanto spirituale, come temporale si occulta potenzialmente nel popolo: quegli per grazia divina preferito, che per comune consenso viene scelto.”

Nicola Cusano (1401–1464) cardinale, teologo e filosofo tedesco

Origine: Citato in Fiorentino, p. 15.

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“"Amo, amo" è qualcosa di speciale, | su e giù per lo stomaco, è come un temporale.”

Alex Britti (1968) cantautore e chitarrista italiano

da Una su un milione, n. 2
La vasca

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“È notte e la città si è spenta sotto un temporale. Io non dormo perché tu potresti arrivare. È un inferno, un amore così che non prende forma e rimane sospeso tra me e un'altra.”

Noemi (1982) cantautrice, personaggio televisivo, regista di videoclip e sceneggiatrice italiana

da Poi inventi il modo
RossoNoemi

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“Se uno ha imparato a contare soltanto fino a Sette | vuol mica dire che l'Otto non possa esserci.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Temporale, n. 7
Safari

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“Amore è come un grande salto è come una tempesta di vento | amore è un grande temporale che non è vero che non fa male.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

da In qualche parte del mondo, n. 7
Benvenuti in paradiso

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“Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto… lo farò ma a una condizione».
Mi sentii mancare la voce. «Quale?».
Il suo sguardo era prudente. Parlò lentamente: «Prima sposami». […]
«E dai», risposi con un velo di isteria nella mia voce. «Ho soltanto diciotto anni.”

«Be', io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto».
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Variante: «Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto... lo farò ma a una condizione». Mi sentii mancare la voce. «Quale?». Il suo sguardo era prudente. Parlò lentamente: «Prima sposami». [... ] «E dai», risposi con un velo di isteria nella mia voce. «Ho soltanto diciotto anni». «Be', io quasi centodieci. È ora che metta la testa a posto».

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“Caro direttore [Indro Montanelli], sono quasi 6 anni che non ci sentiamo. Da quel 22 luglio 2001 quando, dopo avere speso gli ultimi respiri a mettere in guardia gli italiani dal virus Berlusconi, te ne volasti in cielo. Ora che sei in Paradiso, immagino che tu abbia di meglio da fare che occuparti dell'Italia: in 92 anni di vita, hai già dato. Ma qui succedono cose talmente strane che devo proprio raccontartele. Intanto Berlusconi non c'è più, al governo intendo. Ma non è che si noti molto. Anzi, forse torna. Il vaccino non ha funzionato. Ora c'è di nuovo Prodi, almeno fino a un paio di minuti fa c'era. Non sappiamo. Si parla, tanto per cambiare, di crisi della politica. E in quel vuoto s'infilano indovina chi? La Confindustria e il Vaticano. Come diceva Totò, quando vedo un buco ci entro. Tu eri un laico risorgimentale a 24 carati, ma due papi, Roncalli e poi Woytjla, ti vollero conoscere perché eri molto rispettoso della religione. Un po' meno di certi Preti e di certi Vescovi che s'impicciavano di politica. Dicevi: "Aborro i preti, esseri autoritari e prepotenti. Quando qualcuno mi dice che stiamo andando verso il fascismo, vorrei quasi rispondere: magari! Il fascismo è brutto, ma passa. Invece andiamo incontro a forme di vita clericale, anzi ci siamo dentro, perché non abbiam saputo amministrare il nostro libero esame. Abbiamo liquidato la coscienza, dandola in appalto al prete. Ecco dove nasce il più macroscopico difetto degli italiani: la mancanza di una coscienza morale. Non siamo religiosi: siamo cattolici per comodità, abitudine, tradizione, non per coscienza. Il problema di Dio gli italiani non se lo pongono. Perciò non siamo mai stati una Nazione: l'unico Stato che conosciamo è quello Pontificio". Ecco, ci siamo dentro fino al collo adesso, direttore. I cattolici liberali si sono estinti. Già tu rimpiangevi De Gasperi, "un democristiano che credeva in Dio e non aveva bisogno di fare il bigotto, forse perché era nato in Austria. In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete". Oggi con Dio ci parlano in pochi, persino tra i cardinali. In compenso tutti parlano con i preti e i cardinali. Ma anche con Andreotti, che a 90 anni è sempre un bijou: è vivo e lotta insieme a noi. Il Papa invece è cambiato: Woytjla non c'è più, ora c'è Ratzinger. Quando dice no alle coppie di fatto, si mettono tutti sull'attenti. Quando invece dice che il capitalismo non è molto meglio del socialismo, quando dice che bisogna salvaguardare l'occupazione, privilegiare i poveri, gli ultimi, difendere l'ambiente da uno sviluppo scriteriato, parlano d'altro e fanno finta di non sentire. Un giorno, di recente, ha detto addirittura che bisogna cacciare i corrotti dalla politica, e lì anche i politici più bigotti sono diventati anticlericali: come si permette di impicciarsi in affari che non gli riguardano? Ti parlo dallo studio di Santoro, che è tornato in tv dopo 5 anni di riposo, diciamo così: l'ultima volta che in Rai si sentì la tua voce fu da Biagi e da Santoro, entrambi i programmi furono subito chiusi. Stiamo per trasmettere un reportage della Bbc sulla pedofilia nel clero, già visto su internet da alcune decine di milioni di persone nel mondo e 3-4 milioni in Italia. Mi dirai: "dov'è il problema, già ai miei tempi tutti volevano una Rai modello Bbc". Appunto: adesso hanno visto cosa fa la Bbc e gli è passata la voglia. Persino la Cei ha detto: "Nessuna censura, discutiamo pure con equilibrio". La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai, che sono più papisti del Papa. C'è un tale Landolfi, lo stesso capo della Vigilanza che nel 2001 ti accusò di linciare Berlusconi e chiese addirittura a Ciampi di intervenire per la tua intervista a Biagi a ridare dignità al servizio pubblico, che 10 giorni fa già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: una specie di Nostradamus. E ha aggiunto: "Non sono queste le finalità del servizio pubblico, non è per questo che i cittadini pagano il canone". Lui li conosce uno per uno, gli telefona tutti i giorni per sapere che cosa vogliono. Poi c'è Fassino, che una volta era comunista, però ha studiato dai gesuiti: ora parla come don Abbondio e ci invita al massimo equilibrio e alla massima prudenza. Fini l'altra sera ha annunciato a "Ballarò" che il nostro programma non andrà mai in onda: deve averglielo detto in sogno l'Arcangelo Gabriele, ma era un imitatore: infatti siamo in onda. Casini chiese un programma riparatore che raccontasse tutto il bene che fa la Chiesa nel mondo. Potrebbe commissionarlo ai suoi uomini alla Rai, che sono un po' più numerosi di quelli che aveva la Dc una volta, però la Dc aveva anche il decuplo dei suoi voti; oppure potrebbe chiederlo a Buttiglione, che ha mezza famiglia in Rai e l'altra mezza a Mediaset; invece chiede a noi. Tu dirai: che c'entrano i politici con la libera informazione? Da quando i giornalisti prendono ordini dai segretari di partiti? Ecco, il problema è che ormai non se lo domanda più nessuno. Trovano tutto ciò molto normale. I politici non si accontentano di lottizzare la Rai: vogliono fare i palinsesti e i critici televisivi; prima o poi condurranno direttamente programmi e si intervisteranno da soli. Ricordi Giuliano Ferrara? L'avevi lasciato ateo. Bene, adesso è rimasto ateo ma è diventato anche clericale, nel frattempo. Dice che il reportage Bbc è una schifezza. E lui se ne intende. C'è perfino chi pretendeva che mostrassimo in anticipo all'editore una scaletta sicura prima di decidere se mandarci in onda oppure no. Come se l'amministratore della Fiat Marchionne volesse leggere gli articoli della Stampa o De Benedetti quelli della Repubblica, prima di mandare in stampa i giornali. Anche questo, è un po' strano, è passato sotto silenzio, come una cosa normale. La nostra categoria non ha brillato, ma questa per te non è una novità: già 30 anni fa tu scrivevi che "il giornalismo italiano è servo per vecchia abitudine: i potenti vogliono il monumento equestre e il piedistallo, e noi glielo diamo". Non ti dico gli intellettuali sedicenti liberali: tutti zitti, o addirittura solidali con i censori. Sono quelli che tu definivi "una grossa camorra al servizio di ogni potere". L'altro giorno, rileggendo i tuoi ultimi articoli, mi è capitata una lettera a Franco Modigliani, Nobel dell'Economia, in cui tu parlavi della corruzione e dicevi: "Dopo tanti secoli che la pratichiamo, dietro l'esempio e sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d'indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, diventata nel loro sangue un'afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni… Un popolo italiano consapevole della propria identità e ben deciso a difenderla, non c'è. E non c'è perché, nei secoli in cui questa coscienza nazionale maturava nel resto dell'Occidente, in Italia veniva soffocata da una Chiesa timorosa che il cittadino soppiantasse il fedele e creasse un potere temporale laico contrapposto al suo". Questo scrivevi sulla prima pagina del Corriere della Sera non 1000 anni fa, 6 anni fa. Oggi passeresti per un nemico della fede, della famiglia, dell'Occidente, forse per un fiancheggiatore di Al Qaeda. Non è che potresti prenderti una libera uscita e tornare giù un po' da noi per un paio di giorni, non di più? Ci manchi tanto, e non sai quanto. Ciao, direttore.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

dalla coperina di Annozero, 31 maggio 2007
Annozero

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“Negli esseri di questo mondo troviamo ovunque due esseri in uno: il primo, eterno, divino e spirituale, e il secondo dotato di un inizio, naturale, temporale e corruttibile.”

Jakob Böhme (1575–1624) filosofo, teologo e mistico tedesco

Origine: Da Contemplazioni, I, 30; citato in Hartmann, p. 176.

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“C'è una promessa in ogni problema, un arcobaleno dopo ogni temporale, il calore in ogni inverno.”

John Powell (1645–1713) compositore britannico

Origine: Storie dal mio cuore, p. 125

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“In modo generale le opere dei popoli sedentari possono esser dette opere del tempo: costretti nello spazio in un campo strettamente limitato essi sviluppano la loro attività in una continuità temporale che appare loro indefinita. All'opposto, i popoli nomadi e pastori non edificano nulla di durevole, e non lavorano in vista d'un avvenire che sfugge loro; ma hanno davanti a sé lo spazio, il quale non oppone nessuna limitazione, aprendo loro, al contrario, costantemente nuove possibilità.”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Variante: In modo generale le opere dei popoli sedentari possono esser dette opere del tempo: costretti nello spazio in un campo strettamente limitato essi sviluppano la loro attività in una continuità temporale che appare loro indefinita. All'opposto, i popoli nomadi e pastori non edificano nulla di durevole, e non lavorano in vista d'un avvenire che sfugge loro; ma hanno davanti a sé lo spazio, il quale non oppone nessuna limitazione, aprendo loro, al contrario, costantemente nuove possibilità. (p.144)
Origine: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, p. 144

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“Nell'eterno è definitivamente messo in salvo il temporale, poiché nel temporale aveva definitivamente trovato posto l'eterno”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Gesù
Il tutto nel frammento

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“Temporale: le nubi, spaventate dai tuoni, scoppiano a piangere.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

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“Sacerdote: Personaggio che si assume la gestione dei nostri affari spirituali come sistema per migliorare i suoi affari temporali.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

2005

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“Una donna giudiziosa, laboriosa e religiosa è l'anima di tutta una grande famiglia; essa vi mette l'ordine nei beni temporali e spirituali.”

Fénelon (1651–1715) religioso, teologo e pedagogo francese

Origine: L'educazione delle fanciulle, p. 21

“Il re non deve ergersi a giudice fra Dio e l'uomo. Che si tratti di eretici, turchi, ebrei o altro, non spetta al potere temporale comminare seppur minime pene per tale ragione.”

Thomas Helwys (1550–1616) predicatore e teologo inglese

da A Short Declaration of the Mystery of Iniquity; citato in Rainer Riesner, L'apostolo Paolo e l'Europa moderna, Tracce, giugno 2009

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“Gesù è chiamato, nella tradizione musulmana, il Soffio di Dio nella Madonna, ma l'aspetto temporale della nascita di nostro Signore è una donna che dice Fiat!”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Maria Antonietta Macciocchi, Le donne secondo Wojtyla, Paoline, 1992.

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“Noi non siamo che un'associazione nascente, fondata da dodici anni, composta soprattutto da laici e da giovani che vogliono provvedere alla loro salvezza. Noi non avremmo alcuna qualifica per trattare con voi se il Sommo Pontefice Gregorio XVI non si fosse degnato, con un Breve del 10 gennaio 1845, di approvare paternamente la nostra istituzione, e di attribuirle delle ricche indulgenze di cui egli estende il beneficio a tutti coloro che noi avremo aggregato alla nostra Società. Il nostro primo scopo è stato quello di consolidare la fede e di rianimare la carità nella gioventù cattolica, di rafforzare i ranghi con amicizie edificanti e solide, e di formare così una nuova generazione, capace di riparare, se è possibile, il male che I'empietà ha fatto nel nostro paese. II primo modo di realizzare questo disegno fu di radunarsi tutte le settimane, di imparare così a conoscerci e ad amarci; e al fine di dare un interesse alle nostre riunioni, intraprendemmo la visita dei poveri a domicilio: gli portammo del pane, dei soccorsi temporali di vario genere, e sopratutto dei buoni libri e buoni consigli. Questa Società, fondata dodici anni fa da otto giovani, del tutto oscuri, conta oggi circa 10.000 membri, in 133 città; si è insediata in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda, in Belgio, in Italia. Si sono sempre persegui questi due principali risultati: la santificazione della gioventù cristiana e la visita dei poveri a domicilio. Noi abbiamo in ciascuna città delle opere pei gli ammalati, per I'istruzione dei bambini, per il collocamento di operai, che sono affidate a dei comitati poco numerosi e soccorsi dal denaro della Società tutta intera. Possa I'unione della nostra umile Società diventare il simbolo dell' unione di tutti i popoli al di là e al di qua dei mari, nella pratica della legge di Dio, nella fedeltà alla fede, nell'attaccamento alla SS. Chiesa Romana e nell'amore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

Al Presidente della Società di San Vincenzo de Paoli del Messico, Parigi, 19 settembre 1845, p. 232
Lettere