Frasi sul piacere
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“Io trovo che si riesce a derivare molto più piacere da questa malinconica esistenza se non si guarda troppo per il sottile.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense

1993, p. 73

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“[Parlando di De André] Ci siamo conosciuti perché era reciproca la curiosità. Capitò a Bologna, sarà stato il '66 […] Addirittura avevamo pensato di fare, se non una tournée, un concerto assieme. Sarebbe stato "epocale”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

si fa per dire, insomma). E poi per vari motivi non se n'è mai fatto niente. Lui disse anche: «... Sì, mi piacerebbe moltissimo eccetera, ma poi tu parli tanto, io invece non dico mai niente, non vorrei fare brutta figura...» Lui non diceva mai niente durante gli spettacoli. (da Rai Speciale TG1, intervista di Vincenzo Mollica)

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“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

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“Ci si può domandare se è ragionevole e morale – questi due termini sono inseparabili – uccidersi.
No! Uccidersi è irragionevole, così come tagliare i polloni di una pianta che si vorrebbe estirpare. Essa non morrà, crescerà irregolarmente, ecco tutto. La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita e in secondo luogo io mi privo della possibilità di imparare e di acquisire a profitto del mio io, tutto ciò che avrei potuto apprendere in questo mondo. D'altra parte e soprattutto, il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall'altro la cooperazione all'opera generale che si compie nel mondo.
Ed è per questo che il suicidio è immorale. All'uomo che si uccide, la vita era stata data con la possibilità di vivere fino alla sua morte naturale, a condizione di essere utile all'opera generale della vita e lui, dopo aver goduto della vita, finché gli è parsa gradevole, ha rinunciato a metterla al servizio dell'utilità generale, appena gli è divenuta spiacevole; mentre verosimilmente egli cominciava a divenire utile nel preciso istante in cui la sua vita si incupiva, perché ogni lavoro comincia con travaglio.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

p. 31

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“Tutti gli slanci dell'animo sono puri, elevati all'origine. La realtà distrugge la purezza e il piacere dello slancio.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

8 giugno 1851, p. 46

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“Non sono mai stato innamorato di donne. […] Di uomini mi sono innamorato molto spesso […]. Per me, il segno principale dell'amore è la paura di offendere o di non piacere all'oggetto amato, semplicemente la paura. Io mi sono innamorato di uomini prima di aver conoscenza della possibilità della pederastia; ma anche conoscendola, non mi è mai venuto in mente il pensiero della possibilità di una relazione. L'esempio più strano di una simpatia in qualche modo insolita è Gotier. Con lui non c'è stato assolutamente alcun rapporto, oltre che per l'acquisto di libri. Sentivo una vampa di calore quando lui entrava nella stanza. L'amore per Islavin mi ha guastato tutti gli otto mesi di vita a Pietroburgo. Sebbene inconsciamente, io di null'altro mi preoccupavo che di piacergli. Tutti gli uomini che ho amato lo hanno sentito, e ho notato che facevano uno sforzo per non guardarmi. […] La bellezza ha sempre avuto molta influenza nella scelta; si veda l'esempio di Djakov; non dimenticherò mai le notti quando io e lui uscivamo da Pirogovo e avevo voglia di abbracciarlo e di piangere. In tale sentimento c'era sensualità, ma è impossibile dire in che misura; perché, come ho già detto, l'immaginazione non mi ha mai disegnato quadri lubrici, e ne ho al contrario un terribile disgusto.
Noto in me una tendenza distruttiva, che si esprime nell'atto di rovinare tutto quel che mi capita sotto mano […].”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

29 novembre 1851, pp. 52-54

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“Quanto sarò infelice in Cielo, se non potrò fare dei piccoli piaceri in terra a coloro che amo!”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

29 giugno 1897

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“Senza il piacere neppure la vita degli dei ci desterebbe invidia.”

Simonide (-556–-468 a.C.) poeta lirico greco antico

fr. 584 P.

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“Ognuno è tratto dal suo piacere.”

Publio Virgilio Marone (-70–-19 a.C.) poeta romano

II, 65

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“In breve, il più grande piacere che c'è, dopo l'amore, è parlare d'amore.”

Louise Labé (1524–1566) poetessa francese

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Origine: Nel Dibattito in Louise Labé Oeuvres a cura di Jean de Tournée (1555)

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“Si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti.”

Émilie du Châtelet (1706–1749) matematica, fisica e scrittrice francese

Discorso sulla felicità

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“L'uomo si annoia del piacere ricevuto e preferisce di gran lunga quello conquistato.”

Émile-Auguste Chartier (1868–1951) filosofo, giornalista e scrittore francese

da Propos sur le bonheur, 1925

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“La fatica ed il piacere, diversi di natura, sono congiunti fra loro da un naturale legame.”

Appio Claudio Crasso: V, 4; 2006
Labor voluptasque, dissimillima natura, societate quadam inter se naturali sunt iuncta.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Per le case, per la via | Scorre libero il piacere; | Un'amabile follia | La ragion rapisce e il cor.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: La pace di Campoformio, p. 418

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“Il Tasso piacerà sempre più alle anime romantiche, mentre l'Ariosto sarà sempre più ammirato dagli spiriti classici.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

Storia tascabile della letteratura italiana

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“Questo è business, non piacere, piccola.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da I Want to Kill You Like They Do in the Movies
The High End of Low

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“Egle: Il piacere introdotto fu nel mondo, | Perché il mondo per lui si conservasse.”

Giambattista Giraldi Cinzio (1504–1574) letterato, poeta e drammaturgo italiano

Atto II, Scena I
Egle

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“Coltivare la convinzione che Dio ci ama. Abituarsi a guardare sempre al lato buono delle cose. Coltivare un ottimismo santo, accogliendo tutto come dalla mano amorosa di Dio. Essere sempre pronta ad aiutare e a fare qualche piacere.”

Fernanda Riva (1920–1956)

Origine: Citato in Ennio Apeciti, «Sei modi di far felici gli altri», Milano Sette (supplemento di Avvenire), 27 maggio 2012, p. 7.

“Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco e sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, mi butterei per terra al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni donna che è la mia prediletta e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblio.
Ho imparato così tanto da voi uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho imparato da voi, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, purtroppo starò per morire…”

Johnny Welch (1959) comico, attore e scrittore messicano

da Lo Que Le He Enseñado a la Vida

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“Dovete rendervi conto che io sono un attore professionista, e non porto mai nessuno dei miei personaggi a casa con me. Mia moglie ne sarebbe infastidita: non credo che le piacerebbe sedersi a tavola per cena con Evilenko…”

Malcolm McDowell (1943) attore britannico

citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895

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“Il dispiacere dei libri che si prestano è tanto grande che non tornano mai.”

Robert de Flers (1872–1927) scrittore e critico letterario francese

Fonte?

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