Frasi su altro
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“Fu nel 1717 che, con l'accennata fondazione della Grande Loggia di Londra e col subentrare della cosiddetta "massoneria speculativa" continentale, si verificarono il soppiantamento e l'inversione di polarità, di cui si è detto. Come "speculazione" qui valse infatti l'ideologia illuministica, enciclopedistica e razionalistica connessa ad una corrispondente, deviata interpretazione dei simboli, e l'attività dell'organizzazione si concentrò decisamente sul piano politico-sociale, anche se usando prevalentemente la tattica dell'azione indiretta e manovrando con influenze e suggestioni, di cui era difficile individuare l'origine prima. Si vuole che questa trasformazione si sia verificata solo in alcune logge e che altre abbiano conservato il loro carattere iniziatico e operativo anche dopo il 1717. In effetti, questo carattere si può riscontrare negli ambienti massonici cui appartennero un Martinez de Pasqually, un Claude de Saint Martin e lo stesso Joseph de Maistre. Ma devesi ritenere che questa stessa massoneria sia entrata, per altro riguardo, essa stessa in una fase di degenerescenza, se essa nulla ha potuto contro l'affermarsi dell'altra e se, praticamente, da questa è stata alla fine travolta. Né si è avuta una qualsiasi azione della massoneria, che sarebbe rimasta iniziatica per diffidare e sconfessare l'altra, per condannare l'attività politico-sociale e per impedire che, dappertutto, essa valesse propriamente e ufficialmente come massoneria.”

Julius Evola (1898–1974) filosofo, pittore e poeta italiano

da La massoneria moderna come inversione del ghibellinismo

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“Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli aspetti, le architetture, gli usi, le tradizioni, | ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena una donna, che per caso incontrai e che mi trattenne per amore sincero, | un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra si stava insieme – tutto il resto da tempo l'ho scordato, | ricordo, ripeto, soltanto quella donna che appassionata a me si stringeva, | di nuovo andiamo in giro, amiamo, di nuovo ci separiamo, | di nuovo mi afferra per mano, e non mi lascia partire, | me la vedo accosto, con quelle labbra tristi, che tremano in silenzio.”

Attraversai una volta una città popolosa, p. 136
Foglie d'erba, Figli d'Adamo
Origine: Questa è probabilmente l'unica poesia amorosa di Whitman che sembra rivelare un'emozione sincera per una donna. Molti biografi infatti si avvalsero di questa poesia e della presunta passione per una donna conosciuta a New Orleans per respingere le accuse di omosessualità, spesso indirizzate nel corso degli anni al poeta. Nel manoscritto originale tuttavia la poesia era rivolta ad un uomo: «Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli aspetti, le architetture, gli usi, le tradizioni, | ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena un uomo che, per amore mio, vagabondò con me, | un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra stavamo insieme tutto il resto da tempo l'ho dimenticato, | ricordo, ripeto, soltanto un uomo rude e semplice, che quando partii mi tenne per mano tanto a lungo, con labbra tremanti tristi, silenziose.» Secondo molti questo è un esempio lampante dell'autocensura di Whitman: il poeta modificò composizioni ispirate dalla passione omoerotica per esaltare sensazioni e passioni a lui estranee nell'ambito dell'amore eterosessuale. Franco Buffoni, Prefazione, p. XII e Note, p. 726.

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“Siamo specchi l'uno per l'altro.”

John Powell (1645–1713) compositore britannico

Origine: Storie dal mio cuore, p. 127

“[…] l'enigma del pathos vitale non poteva essere forzato in alcun altro modo se non attraverso una discesa nella profondità umana della miseria e nel dolore. Ma questo era necessario «perché – come scrisse Karl Kraus – in nessuno come in lui le strisce sanguinose lasciate dallo staffile dell'esperienza si sono trasformate in solchi aperti alla semina della poesia.»”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Dall'enigma-vita alla pantragedia grottesca, p. 338
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Karl Krauss, Il vaso di Pandora, traduzione italiana di Roberto Calasso, in Frank Wedekind, Lulu, traduzione italiana di E. Castellani, Milano, 1972, p. 24. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 338.

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“Lei sogna me che rimo dal vivo sul palco | io so che spesso la donna di uno è la troia di un altro.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Tempi duri per tutti, n. 6

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“Malattia non è altro che non riconoscere, non trovare le strade della propria guarigione!”

Peter Altenberg (1859–1919) scrittore, poeta e aforista austriaco

Origine: Favole della vita, p. 354

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“[Su Heike Kamerlingh Onnes] Si è conclusa una vita che rimarrà sempre modello per le future generazioni […]. Non ho conosciuto nessun altro per cui il dovere e la gioia erano la stessa e identica cosa. È questa la ragione della sua vita armoniosa.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dalla lettera alla vedova del fisico olandese, 25 febbraio 1926; citato in Einstein on Peace, a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, pp. 263-264.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 51

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“[Che da] un altro continente, quando pensavo che nessuno avesse di me udito altro che il nome, una persona come lei abbia compreso fino a tal punto la mia poesia, e l'estrema attenzione che io le dedico, sembra avvicinarsi al miracolo. Come è potuto accadere? Dev'essere che la vita delle arti, e nelle arti, è più potente di quanto immaginavo. Grazie di aver resuscitato una fede che a volte, ma mai a lungo, vacilla.”

William Carlos Williams (1883–1963) poeta, romanziere e medico statunitense

da una lettera a Cristina Campo, p. 38
In William Carlos Williams, Cristina Campo e Vanni Scheiwiller, Il fiore è il nostro segno
Origine: La lettera di William Carlos Williams è in alcune parti di difficile leggibilità. nota a p. 38 di Il fiore è il nostro segno.

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“La salute piano piano migliora. Ma sono stato vicino a tirare le cuoia, cosa che, fra l'altro, è bene non eccedere nel rimandare.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

5 gennaio 1929; p. 684
Lettere a Michele Besso

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“[…] c'è un altro grave problema su cui l'Unione deve risvegliarsi: la questione dei rifugiati, un problema che impone di diventare una comunità di destino proiettata nel mondo.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da Non possiamo respingerli http://www.famigliacristiana.it/articolo/non-possiamo-respingerli.aspx, Famiglia Cristiana.it, 30 aprile 2014.

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“Senza dubbio ci sono, in Cézanne, parecchi Cézanne: un uomo concreto e uno immaginoso, un sensuale e un intellettuale, un meridionale e un mediterraneo […] un barocco e un classico. L'uno amava il reale, che sentiva d'istinto e cui, di necessità, si rifaceva continuamente; pittore, maneggiava la sua materia come uno scultore la creta, come un cuoco i suoi impasti, come un contadino la terra del suo campo; l'altro si dilettava a vagare nei regni fantastici, affollati di tutti i pensieri del desiderio e dell'amore, dove i grandi romantici si recarono in rapida visita, e che Nerval e Baudelaire frequentarono intimamente. Quello si abbandonava voluttuosamente alle gioie che procurano lo spettacolo delle cose e una creazione artistica compiacente; questo, proclamando illusoria la natura, giudicava proprio dell'uomo conferire ad essa l'essenza col pensarla, e preconizzava una attività creatrice volontaria, ascetica. Il meridionale barocco amava il movimento, l'effetto, un lirismo non esente da retorica; l'ordine, la staticità, il ritegno, lo stile sollecitavano il classico mediterraneo. Se mai ad essere umano si poterono applicare i famosi versi di Racine: "Mon Dieu, quelle guerre cruelle. / Je trouve deux hommes en moi", fu al pittore Paul Cézanne.”

Bernard Dorival (1914–2003)

da Cézanne, 1948
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Quella di far partecipare un libro allo Strega è una decisione che riguarda la casa editrice. Ogni casa editrice può presentarne uno alla commissione che prende i romanzi in esame. E già solo sentirsi dire dalla propria casa editrice che ha deciso di candidare il tuo romanzo, e non un altro, allo Strega è un'enorme soddisfazione. Poi a quel punto tutto sta nelle mani della Fondazione Bellonci, che decide quali sono i dodici candidati alla corsa effettiva. Quel giorno mi chiamò Laura Guidi, che è a capo della comunicazione di Giunti e mi disse: "prepara le valigie che andiamo a Benevento". È lì che c'è la fabbrica dello Strega, ed è lì che avviene la presentazione dei dodici candidati che danno inizio alle danze. Quel giorno non sono salita solo sul palcoscenico di un bellissimo teatro al centro di Benevento, ma anche su un piedistallo. […] Non avevo molte speranze di farcela, ed è stata questa la vera emozione: scoprire di potercela fare anche se tutto ti fa presagire il contrario. Solo per la forza del libro, per quanto ci credi, per quanto ti è costato. L'apice dell'emozione l'ho raggiunto lì. Per me è stato quello il traguardo. La sera della finale ero tranquilla e soddisfatta. Forse per questo sono arrivata ultima? Forse per ottenere qualcosa bisogna davvero crederci, e il mio premio era stare lì, non chiudere vittoriosa. Il mio premio era sapere che un finalista, con un libro che è stato tanto amato dal pubblico e che ha aiutato tante donne e tanti uomini in difficoltà, ha già vinto abbastanza.”

Simona Sparaco (1978) autore
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“Avere la consapevolezza che noi non siamo il nostro male [il tumore], che siamo altro, che dobbiamo sforzarci di continuare a essere le stesse identiche persone di prima costituisce la nostra speranza e la nostra fede laica.”

Emma Bonino (1948) politica italiana

Origine: Dall'intervista di Giovanna Casadio e Dario Cresto-Dina, Emma Bonino: "Raccontare il male mi ha aiutato. Ora vediamo chi la spunta" http://www.repubblica.it/politica/2015/02/16/news/emma_bonino_raccontare_il_male_mi_ha_aiutato_ora_vediamo_chi_la_spunta-107430064/, Repubblica.it, 16 febbraio 2015.

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