Frasi su caldo
pagina 2

Dante Alighieri photo
Friedrich Nietzsche photo
Giovanni Papini photo
Cesare Pavese photo
Annie Dillard photo
Charles Dickens photo
Alain-Fournier photo
Jonathan Swift photo
David Hume photo

“Quasi tutti i ragionamenti in questo libro vengono ricondotti all'esperienza; e la credenza, che accompagna l'esperienza, viene spiegata soltanto come un sentimento peculiare, o una concezione vivace prodotta dall'abitudine. Né questo è tutto; quando noi crediamo che qualche cosa abbia un'esistenza esterna, o quando supponiamo che un oggetto esista un istante dopo che esso cessa di essere percepito, questa credenza non è che un sentimento della stessa specie. Il nostro autore insiste su parecchie altre tesi scettiche ed infine conclude che noi prestiamo fede alle nostre facoltà ed adoperiamo la ragione soltanto perché non possiamo farne a meno. La filosofia ci renderebbe interamente pirroniani, se la natura non fosse troppo forte su questo punto. Concluderò la logica di quest'autore dando ragione di due opinioni, che sembrano a lui peculiari, come sono, del resto, la maggior parte delle sue opinioni. Egli afferma che l'anima in quanto la possiamo concepire, non è che un sistema, una serie di percezioni differenti, di caldo e di freddo, di amore e di collera, di pensieri e di sensazioni, tutte unite insieme, ma senza alcuna perfetta semplicità o identità. Cartesio sosteneva che l'essenza della mente è il pensiero, non questo o quel pensiero, ma il pensiero in generale. Ma ciò pare del tutto inintelligibile, poiché ogni cosa che esiste è particolare, e perciò devono essere le nostre distinte percezioni particolari che compongono la mente. Dico, compongono la mente, non appartengono ad essa. La mente non è una sostanza, alla quale le percezioni ineriscano. Questa nozione è altrettanto inintelligibile di quella cartesiana secondo la quale il pensiero o la percezione in generale è l'essenza della mente. Noi non abbiamo alcuna idea di una sostanza di qualsiasi genere, perché non abbiamo alcuna idea che non sia derivata da qualche impressione e non abbiamo impressione alcuna di una qualsiasi sostanza, materiale o spirituale che sia. Noi conosciamo soltanto qualità e percezioni particolari. Come la nostra idea di un corpo, per esempio di una pesca, non è che l'idea di un particolare sapore, colore, figura, grandezza, solidità ecc., così la nostra idea di una mente non è che quella di particolari percezioni, senza la nozione di tutto quello che chiamiamo sostanza, semplice o composta che sia.
Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. Movendo di qui, potremo estendere la nostra conquista a tutte le scienze piú intimamente legate con la vita umana e procedere poi con agio a quelle che sono oggetto di pura curiosità. Non c'è questione di qualche importanza, la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell'uomo, e non c'è nessuna che possa venire risolta con certezza se prima non la padroneggiamo. Accingendoci quindi a spiegare i princípi della natura umana, noi miriamo in realtà a un sistema completo delle scienze costruito su di un fondamento quasi del tutto nuovo e tale che solo su esso possano poggiare con sicurezza.”

Trattato sulla natura umana

Giacomo Leopardi photo
Ernest Hemingway photo
Charles M. Schulz photo

“[Stringendo Snoopy] Felicità è un cucciolo caldo.”

25 aprile 1960, anche titolo di un libro di Schulz
Peanuts, Lucy

Dean Martin photo
Papa Giovanni Paolo I photo
Wilt Chamberlain photo

“[Prima della partita dei 100 punti] Sono caldo!
I'm hot!”

Wilt Chamberlain (1936–1999) cestista e allenatore di pallacanestro statunitense

Citazioni in lingua originale

Pitigrilli photo
Aulo Cornelio Celso photo
Aulo Cornelio Celso photo
Vincenzo de' Paoli photo

“Trovandomi in una cittadina presso Lione, dove la Provvidenza mi aveva chiamato a fare il parroco, una domenica, mentre mi vestivo per celebrare la messa, vennero a dirmi che, in una casa isolata ad un quarto dl lega di distanza, tutti erano ammalati senza che rimanesse una sola persona per assistere gli altri, e tutti erano in una miseria da non dirsi. Ne fui grandemente commosso, e non mancai dl raccomandarli, nella predica, con tutto I'affetto, al mio popolo; e Dio, toccando il cuore di quelli che mi ascoltavano, fece si che tutti fossero presi da compassione per quei poveri sventurati. Nel pomeriggio tenemmo un'adunanza in casa dl una buona signorina della parrocchia per vedere quali soccorsi fosse possibile portar loro, e ognuno si disse disposto ad andare a consolarli e ad aiutarli secondo i propri mezzi. Dopo il vespro, presi con me un galantuomo della parrocchia e insieme ci mettemmo in cammino verso quella casa. Per la via incontrammo diverse donne che ci precedevano, e un po' più avanti, altre che tornavano. Poiché era estate e faceva molto caldo, alcune di quelle signore si erano fermate lungo la via per riposarsi e rinfrescarsi. Per dirla in breve ve n'erano tante che l'avreste detta una processione. Appena arrivato visitai gli ammalati e andai a prendere il Santissimo Sacramento per quelli che mi erano sembrati in uno stato più grave, quando Ii ebbi confessati e comunicati si trattò dl vedere che cosa fare per soccorrerli nelle loro necessità. Proposi a tutte le buone persone che la carità aveva spinto a recarsi colà, di impegnarsi, un giorno per una, a far da mangiare ad essi, e non solo ad essi ma a quanti in avvenire si fossero trovati in una simile necessità. È cosi che è nata la prima "Carità". In seguito fui chiamato a venire qui. Dopo qualche tempo, andando in missione a Villepreux, che i un villaggio a cinque o sei leghe da Parigi, avemmo I'occasione dl stabilirvi la Carità: fu la seconda. Quindi fu data la possibilità di istituirla anche a Parigi, e San Salvatore fu la prima parrocchia ad averla. Dopo vennero le altre principali parrocchie.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Alle Figlie della Carità, 13 febbraio 1646
Conferenze

Alain de Botton photo
Gilbert Arenas photo
Francesco De Gregori photo
Vincenzo Monti photo
David Mamet photo
Pietro Mennea photo
Aristotele photo

“Dei primi filosofi, i più hanno pensato che vi siano solo principi materiali delle cose. Ciò da cui le cosa hanno il loro essere e da cui si originano e in cui corrompendosi si risolvono – poiché la sostanza permane pur mutando negli accidenti – dicono sia l'elemento primordiale e, essa sostanza, il principio delle cose; per questo pensano che niente si generi o perisca in assoluto, dato che tale sostanza permane in eterno… Ci dev'essere infatti una qualche sostanza, una o più d'una, da cui si generi il resto pur restando essa immutata. Quanto poi al numero e alla forma di tale principio non hanno tutti la stessa opinione: Talete, l'iniziatore di questa filosofia, dice per parte sua che esso è l'acqua (e per questo sostiene che la terra poggia sull'acqua) e tale opinione gli viene forse dall'aver osservato che il nutrimento di tutte le cose è umido e che perfino il caldo si genera dall'acqua e vive di essa (ma ciò onde tutte le cose si originano è il loro principio); da questo era stato indotto a tale opinione e anche dal fatto che ogni germe ha una natura umida; e anche l'acqua è il principio della natura di ciò che è umido. Vi sono poi alcuni che credono che i primi antichissimi teologi, vissuti molto prima del nostro tempo, abbiano avuto la stessa opinione sulla sostanza primordiale perché chiamavano Oceano e Teti i padri della generazione e perché dicevano che gli dei giurano per l'acqua, che quei poeti chiamavano Stige. Si onora sempre ciò che è più antico e niente è più onorato del giuramento. Non è poi sicuro che quest'opinione sulla sostanza primordiale delle cose sia talmente antica, ma si dice tuttavia, che questo fosse il pensiero di Talete sulla causa prima.”

Metafisica

Francesco Cossiga photo
Daniel Bravo photo

“Non ho mai concordato il risultato di un incontro, però ne ho subito uno. All'ultima partita importante [del campionato di serie A 1996-97] avremmo potuto giocarci il titolo con il Parma, ma di fatto non avremmo mai potuto vincere. Allora all'intervallo ci siamo accordati per un pareggio, in perfetto accordo. Non capivamo, dicevamo: «Siete pazzi, possiamo vincere!», ma gli altri: «Siamo in Italia, qui, lasciate stare.»”

Daniel Bravo (1963) calciatore francese

E l'arbitro era caldo.
Origine: Citato in Bravo, ex Parma: «Quando ci accordammo per il pari» e la Juventus vinse lo scudetto http://www.corriere.it/sport/12_giugno_19/bravo-accordo-pareggio-campionato-1996-97-parma-juventus_e2dbf36e-b9fb-11e1-88e3-74eab70f59c2.shtml, Corriere.it, 19 giugno 2012.
Origine: Malgrado Daniel Bravo non abbia mai dichiarato quale fosse l'incontro del campionato di serie A 1996-97 in cui si sarebbe compiuto il presunto episodio di combine e nemmeno abbia citato alcun calciatore che potrebbe essere stato incriminato nella vicenda, secondo un'articolo che trascrisse parzialmente l'intervista in francese a Bravo e che fu pubblicato sul giornale italiano Corriere della sera (edizione del 18 giugno 2012), la gara potrebbe essere stata quella disputata tra il Parma e l'allora capolista Juventus – che aveva sei punti in più della formazione emiliana su nove da giocare – arbitrata da Pierluigi Collina e finita in parità con una rete per parte. Tale testimonianza è stata successivamente smentita dai suoi ex compagni di squadra Mario Stanić ed Enrico Chiesa, nonché dall'allora calciatore bianconero Nicola Amoruso. Nella circostanza, il Parma quell'anno finì al secondo posto in campionato a 63 punti, dietro la squadra torinese campione d'Italia (65), la quale pareggiò le sue due ultime gare disputate in campionato. Infine, va segnalato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) non ha aperto tuttora un'indagine per confermare la sussistenza di tale episodio. Si veda:
Stanic a CM: 'Juve-Parma? Mai fatto combine. L'Inghilterra batterà l'Italia' http://www.calciomercato.com/altre-notizie/stanic-a-cm-214534, calciomercato.com, 19 giugno 2012
Da Bravo bomba a scoppio ritardato: "Combinata Juve-Parma di 15 anni fa" http://www.ilvostro.it/sport/da-bravo-bomba-a-scoppio-ritardato-combinata-juve-parma-di-15-anni-fa/33122/, ilvostro.it, 19 giugno 2012.
ESCLUSIVA TMW - Amoruso: "Juve-Parma truccata? Non ricordo Bravo" http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=361622, tuttomercatoweb.com, 19 giugno 2012.

Sebastian Faulks photo
Marcello Marchesi photo

“Non ho fame. Non ho sete. Non ho caldo. Non ho freddo. Non ho sonno. Non mi scappa niente. Come sono infelice.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 28

Arthur John Strutt photo

“Canaletto fu genio caldo e sereno, simile al Tiepolo, al quale assomiglia nel colore e nella luminosità solare, con i quali concepisce le cose. Non vi è tormento nella sua opera, ma realizzazione sicura, precisa, quasi matematica, penetrata tuttavia da una sensibilità limpida e purificatrice, che ce la rende sorprendentemente umana. E proprio in questa antitesi, in questa funzione di opposti, sta l'originalità della sua pittura; che si eleva anche sopra quella di molti pur bravi olandesi, proprio per il superamento del dato oggettivo e per il maggior sentimento e la più intensa spiritualità che egli immette nella raffigurazione di una "veduta", d'un "paesaggio", e finanche d'una "prospettiva". Storicamente il suo, se si eccettua quello del nipote Bernardo, è quasi un caso unico. Canaletto non è certo un tipico rappresentante del "rococò", né assomiglia ai Guardi, né preannuncia con la sua pittura l'imminente aria romantica. Se questo… successe talvolta (per esempio in alcuni liberissimi "capricci"), sembra quasi gli venga da suggestioni esterne e non dal profondo dell'animo. Egli, per quella sua particolare veste di precisione quasi matematica con cui si presentava ai suoi contemporanei, sarà stato ben accetto tanto ai seguaci dell'Illuminismo quanto ai fautori delle nuove estetiche neoclassiche. Per noi, oggi, Canaletto rimane il più grande pittore di "vedute vere". Nessuno come lui seppe tanto "pittoricamente" rappresentare la "realtà oggettiva" di quella straordinaria città di acque e di pietra che è Venezia, né con maggior limpidità dipingerne i cieli tersi e luminosi; così lo splendore del sole sugli intonaci rossi, sul bianco dei marmi, così il silenzio dei suoi campi, delle sue barche immote. […] Così è nei vasti orizzonti del Tamigi, dei parchi inglesi: un sole, una luce, un'aria trasparente, presente, quasi tattile, che non si vide mai.”

Egidio Martini (1919–2011) critico d'arte e pittore italiano

da La pittura veneziana del Settecento, 1964
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

Cesare Cantù photo
Osho Rajneesh photo
Roland Barthes photo
Vittorio Paliotti photo
Giovanni Titta Rosa photo
Tommaso Landolfi photo
Michele Valori photo
John McEnroe photo

“[Scherzando] Nella concitazione di un momento caldo si può perdere la testa. A me è successo una volta sola…”

John McEnroe (1959) tennista statunitense

Origine: Citato in Il blob della settimana http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/14-09-2009/blob-settimana-501295628037.shtml, Gazzetta dello Sport, 14 settembre 2009.

Cristiano De André photo

“Genova era una ragazza bruna | collezionista di stupore e noia | Genova apriva le sue labbra scure | al soffio caldo della macaia.”

Cristiano De André (1962) cantautore e polistrumentista italiano

da Notti di Genova, n. 7
Sul confine

“[Sul Palio di Siena] Il resto è un orgasmo da un minuto e mezzo che dura ed è preparato da una vita. Un sentir troppo caldo sotto le coperte.”

Emanuela Audisio (1953) giornalista e scrittrice italiana

la Repubblica
Origine: Da L'Onda travolge il sogno di record del grande Aceto http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/17/onda-travolge-il-sogno-di-record.html, 17 agosto 1985, p. 32.

Claudia Cardinale photo
Carl August Schneegans photo
Gene Gnocchi photo
Tony Curtis photo
Jeff Dunham photo
Andrea Vesalio photo
Silvio Berlusconi photo
Mike Oldfield photo
Mike Oldfield photo
Gianna Nannini photo
Berto Barbarani photo
Nek photo
Cristina Donà photo

“Portami con le tue braccia in alto | come un fascio di grano | tienimi ancora nel caldo vento estivo | …che soffia via.”

Cristina Donà (1967) cantautrice italiana

da L'ultima giornata di sole, n. 5
Nido

Stefano Montanari photo
Cristiano Lucarelli photo
Carmelo Bene photo
Davide Ballardini photo

“[Sullo Juventus Stadium prima della gara Milan-Juventus del 25 novembre 2012] È molto più caldo e coinvolgente lo stadio bianconero che San Siro. Il Meazza non ha lo stesso effetto perché è più grande e dispersivo: vabbé, quando ci arriva la Juventus sarà esaurito ma quando ci hanno giocato le mie squadre metà dei posti era vuoto. Invece a Torino è tutta un'altra cosa. Sentivo che squadra e pubblico erano come un'onda capace di travolgere tutti e tutto.”

Davide Ballardini (1964) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Marina Salvetti, Lo JStadium sfida il Meazza: «Impianto Juve è il futuro» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/11/24-228186/Lo+JStadium+sfida+il+Meazza%3A+%C2%ABImpianto+Juve+%C3%A8+il+futuro%C2%BB, Tuttosport, 24 novembre 2012.

Giobbe Covatta photo
Michela Vittoria Brambilla photo
Michela Vittoria Brambilla photo
Hendrik Willem van Loon photo

“Tutto ciò che riguardava l'altro sesso mi era vietato.
Ammi aveva due mantra per inculcarmi l'immoralità dei rapporti con le femmine. Il primo era basato su un hadith. «Quando un uomo e una donna sono da soli», diceva spesso, «il diavolo è il terzo». Significava che ogni momento trascorso in compagnia di una ragazza equivaleva a adorare Satana.
L'altro ritornello, «L'uomo è come il burro e la donna è un forno caldo, e il fuoco scioglie sempre il burro», era di incerta origine e di significato altrettanto incerto. Tuttavia, questa frase evocava in me le immagini di vari tormenti infernali – chiaramente descritti dall'imamdella moschea e che prevedevano l'immersione in un calderone di pus – ed era dunque efficace malgrado la sua apparente assurdità.
Ogni volta che sentivo anche la minima eccitazione, ero colto dal timore. Poi, per prevenire il castigo che Allah e gli angeli mi stavano indubbiamente preparando nell'aldilà, cercavo un modo per punirmi da solo in questa vita. Il mio comportamento da un punto di vista islamico era logico: una volta in Pakistan un imam aveva detto che il motivo per cui le autorità islamiche punivano tanto severamente in questa vita era perché non fossimo puniti per lo stesso peccato nell'aldilà. Immaginavo che, vivendo in America, dove non c'erano autorità islamiche a fustigarmi per penitenza, tanto valeva che lo facessi io al posto loro.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano
Wendy Doniger photo
Melisso di Samo photo

“Questo che abbiamo detto è dunque massima prova che l'essere è soltanto uno. Ma sono prove anche le seguenti. Se ci fossero molte cose dovrebbero essere così come io dico che è l'uno. Infatti se c'è la terra e l'acqua e l'aria e il fuoco e il ferro e l'oro e una cosa è viva e l'altra è morta e nera e bianca e quante altre cose gli uomini dicono essere, se dunque tutto questo esiste e noi rettamente vediamo e udiamo, bisogna che ciascuna cosa sia tale quale precisamente ci parve la prima volta e che non muti ne diventi diversa, ma che ciascuna sempre sia quale precisamente è. Ora noi diciamo di vedere udire intendere rettamente. Invece ci sembra il caldo diventi freddo e il freddo caldo, il duro molle e il molle duro e che il vivente muoia e venga dal non vivente e che tutte queste cose si trasformino e che ciò che era e ciò che è ora per nulla siano uguali; anzi che il ferro che pure è duro, si logori a contatto col dito e così l'oro e le pietre e ogni altra cosa che sembra essere resistente, e che all'inverso la terra e le pietre vengano dall'acqua. Cosicché ne viene di necessità che noi ne vediamo ne conosciamo la realtà. Perché non c'è certo accordo in questo. Mentre infatti diciamo che le cose sono molte ed eterne e che hanno certi aspetti e resistenza, ci sembra che tutto si trasformi e si muti da quel che ogni vola l'occhio ci fa vedere. È chiaro dunque che non rettamente vedevamo e che quelle cose non rettamente sembrano essere molteplici; infatti non si trasformerebbero se fossero reali, ma ciascuna sarebbe tale quale precisamente sembrava. Ma se si trasforma ecco che l'essere perì e il non essere nacque. Così se ci fosse il molteplice esso dovrebbe essere tale quale è appunto l'uno.”

Melisso di Samo (-470–-430 a.C.) filosofo e militare greco antico

frammento 8
Frammenti di Sull'essere (titolo convenzionale)

“Ritorna o padre santo al tuo San Pietro, | e stringi el freno al tuo caldo desire, | che, per dar in segno e poi fallire, | reca altrui più disonor che starsi adietro.”

Marin Sanudo il Giovane (1466–1536) storico e politico italiano

citato in Claudio Rendina, I peccati del Vaticano, Newton Compton 2009
Citazioni di Marin Sanudo

Ed McBain photo

“Luglio. Caldo. In città i due termini sono sinonimi, significano la stessa cosa. […] Caldo e Luglio, due gemelli nati per far soffrire la gente.”

Ed McBain (1926–2005) scrittore e sceneggiatore statunitense

Origine: Da Lo spettacolo è finito.

Björn Larsson photo
Enrico Ruggeri photo

“Arriva il tuo momento della verità | e non saranno gli altri a viverlo perché | misurerai le forze e il freddo che verrà | può sciogliersi col caldo che c' è in te.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Il momento della verità
Fango e stelle

Enrico Ruggeri photo

“Ho paura del caldo killer | ma anche del freddo e della neve.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da L'americano medio
Amore e guerra

Goffredo Casalis photo
Rino Gaetano photo

“Venne il Sessantotto e poi le barricate | mentre sempre l'autunno era più caldo dell'estate | e mentre i Beatles si sciolgono dopo Let It Be, | in Grecia Papadopulos balla il sirtaki.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da La donna mia – Scusa Mary, lato B, n. 4
E io ci sto
Origine: Gaetano si riferisce ad alcuni avvenimenti tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, come i movimenti del Sessantotto, le lotte sindacali del 1969 (quando dice "mentre sempre l'autunno era più caldo dell'estate"), lo scioglimento dei Beatles e la fine della dittatura dei Colonnelli in Grecia (nel testo infatti menziona Georgios Papadopoulos).

Ippolito di Roma photo
Raimondo Lullo photo
João Guimarães Rosa photo

“Un respiro d'aria nuova | Chiudo gli occhi e sento di già | Che la stagione mia s'innova.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Un soffio caldo

“Un soffio caldo, libertà | Un sogno caldo, libertà.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Un soffio caldo

“La parola d'ordine è genuinità.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Un soffio caldo – Natale con Zucchero, Rai 2, dicembre 2010

Mattia Vlad Morleo photo
Faiz Ahmad Faiz photo
Vincenzo Corrado photo
Ippolito Pindemonte photo

“Iura novit curia? L'interrogativo, più che lecito, è doveroso di fronte al principio di diritto affermato dalla I Sezione penale della Corte di cassazione nella presente sentenza (così definita dalla stessa Corte, anche se parrebbe trattarsi di una ordinanza), a proposito dei criteri di computo dei termini di durata della custodia cautelare fissati per le diverse fasi del giudizio, con particolare riguardo all'incidenza su tale computo dei giorni in cui si sono tenute le udienze. […] Perché mai la Corte di cassazione sia incorsa in un simile sbandamento interpretativo, tanto più in una vicenda processuale di estrema delicatezza, che di per sé avrebbe richiesto il massimo di ponderazione da parte dei giudici della I Sezione penale (i quali, invece, non sembrano essersi impegnati come avrebbero dovuto, almeno a giudicare dalla frettolosità e dalla modestia della motivazione addotta a sostegno della loro pronuncia), è un quesito cui non saprebbe darsi una risposta soddisfacente. Probabilmente la Corte è stata sviata, oltreché dall'andamento della discussione di fronte alla Corte d'assise d'appello, e dall'erronea impostazione già emergente dalle ordinanze impugnate), anche dalla sorprendente assenza di iniziativa mostrata dal rappresentante della procura generale, che nel chiedere l'annullamento delle medesime ordinanze non si è neppure prospettato — a quanto pare — il problema della necessaria neutralizzazione ope legis dei giorni di udienza ai sensi dell'art. 297, 4° comma c. p. p. Senonché tutto ciò non basta a giustificare il contenuto approssimativo e superficiale della decisione annotata, almeno per chi creda ancora nella Corte di cassazione quale «organo supremo della giustizia», cui compete di assicurare «l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge». Il bilancio è mortificante, come sempre quando capita — e non è la prima volta, sebbene si tratti fortunatamente di episodi isolati — di registrare errori di diritto tanto vistosi da parte della Corte di cassazione. Ed allora, se è permesso riprendere l'interrogativo con cui si sono aperte queste brevi osservazioni «a caldo», occorre davvero domandarsi fino a che punto sia consentito ai giudici della Corte regolatrice di ignorare il diritto di cui dovrebbero essere i massimi tutori: o forse si deve ritenere che, almeno per certi giudici, debba ormai valere l'inedito brocardo per cui ignorantia legis excusat?”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Una erronea interpretazione in tema di congelamento dei giorni di udienza ai fini dei termini di custodia cautelare nella fase del giudizio, In Giurisprudenza italiana, 1991, Disp. 5a, Parte II