Frasi su demonio
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“Eccolo verdeggiante; l'anima per esso si sente | schiantare e se ne va. Il timore che incute | non abbandona mai il mio cuore. || Mugge e spumeggia ed il vento lo irrita: | pare un epilettico invaso dal demonio.”

Ibn Hamdis (1056–1133) poeta arabo-siciliano, massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l'XI e il XII secolo

Il mare
Antologia poetica

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“La politica di Craxi ha per sé il presente, ha per sé il futuro, ha per sé l'eterno.”

Gianni Baget Bozzo (1925–2009) sacerdote, politico e giornalista italiano

al congresso socialista di Verona del 1980; citato da Ida Dominijanni, «Don Gianni», teologia e demone politico, Il manifesto, 9 maggio 2009

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“Gesù è la mia virtù. Giuda è il demone a cui mi aggrappo.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Judas n.º 4

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“Al mondano successo è ostile l'arte somma e si fan belle i demoni dell'umano trapasso.”

Du Fu (712–770) poeta cinese

http://www.tuttocina.it/editoria/rocc_dip.htm Du FU

“La laicità è la moglie del demonio.”

Livio Fanzaga (1940) presbitero italiano

Commento alla stampa del giorno http://www.radiomaria.it/archivio_audio/login.php, Radio Maria, 2 ottobre 2008

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“Si diventa schiavi del demonio quando si crede di essere i soli padroni.”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

La fede dei demoni

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“A tutti impone il demone, a chi uno a chi un altro, dolori.”

Bacchilide (-516–-451 a.C.) poeta greco antico

Senza fonte

“Grazie Modena! Voglio vedervi ballare! Come on! Baila! Eh, si vede che qui la crisi non la sentite ancora… Tutti belli comodi, comodi, comodi, seduti… Tira su, tira su… porco il demonio!”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

dal Discorso al pubblico durante il concerto a Modena, dicembre 2008

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“Sì, lo rifarei di nuovo. Sono mosso da Dio e non dal demonio.”

Anders Behring Breivik (1979) terrorista norvegese

dalle dichiarazioni al processo per le stragi di Oslo e Utoya; citato in Il delirio di Anders Breivik: "sì lo rifarei di nuovo" http://tg.la7.it/esteri/video-i540434, Tg. la7. it

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“La privazione è la madre di quanto è vitale.”

Dimitri Mitropoulos (1896–1960) direttore d'orchestra, pianista e compositore greco

da Il demone di mezzogiorno, p. 4

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“Ci sono molti altri posti lombardi, io dissi. C'è Sperlinga, c'è Troina… Tutti i posti del Val Demone sono posti lombardi.”

Conversazione in Sicilia
Origine: Da Conversazione in Sicilia, Rizzoli, Milano, 1988, p. 210.

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“Poi il Gran Lombardo raccontò di sé, veniva da Messina dove si era fatto visitare da uno specialista per una sua speciale malattia dei reni, e tornava a casa, a Leonforte, era di Leonforte, su nel Val Demone tra Enna e Nicosia, era un padrone di terre con tre belle figlie femmine, così disse, tre belle figlie femmine, e aveva un cavallo sul quale andava per le sue terre, e allora credeva, tanto quel cavallo era alto e fiero, allora credeva di essere un re, ma non gli pareva che tutto fosse lì, credersi un re quando montava a cavallo, e avrebbe voluto acquistare un'altra cognizione, così disse, acquistare un'altra cognizione, e sentirsi diverso, con qualcosa di nuovo nell'anima, avrebbe dato tutto quello che possedeva, e il cavallo anche, le terre, pur di sentirsi più in pace con gli uomini come uno, così disse, come uno che non ha nulla da rimproverarsi. – Non perché io abbia qualcosa di particolare da rimproverarmi, disse. – Nient'affatto. E nemmeno parlo in senso di sacrestia… Ma non mi sembra di essere in pace con gli uomini. Avrebbe voluto avere una coscienza fresca, così disse, fresca, e che gli chiedesse di compiere altri doveri, non i soliti, altri, dei nuovi doveri, e più alti, verso gli uomini, perché a compiere i soliti non c'era soddisfazione e si restava come se non si fosse fatto nulla, scontenti di sé, delusi.”

Conversazione in Sicilia

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“Fuggimi, o cara, un aspide | sotto il mio vel si cela: | strappa la larva d'angelo | e un demone si svela.”

Iginio Ugo Tarchetti (1839–1869) scrittore, poeta e giornalista italiano

da Amore nascente

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“è il mio pulpito.”

Dimitri Mitropoulos (1896–1960) direttore d'orchestra, pianista e compositore greco

da Il demone di mezzogiorno, p. 11

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“In campo io mi trasformo, il dolore che provo nella sconfitta è così intenso da farmi tentare di tutto pur di evitarlo. Non saprei dire se fuori dalle partite io sia un angelo, di certo un uomo molto riservato. In campo, invece, divento un demone.”

Luis Suárez (calciatore 1987) (1987) calciatore uruguaiano

Citazioni di Luis Suárez
Origine: Citato in Suarez: "Occhio Italia, sono un angelo che si trasforma in demone" http://www.gazzetta.it/Calcio/Premier-League/07-03-2014/suarez-occhio-italia-sono-angelo-che-si-trasforma-demone-80185808885.shtml, Gazzetta.it, 7 marzo 2014.

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“Papa Francesco fa bene a ricordarlo. Noi guardiamo alla guerra in modo troppo ideologico. C'è un substrato economico, ci sono ambizioni territoriali. La guerra è un demone, la violenza è una malattia. Con la guerra la povera gente perde mentre alcuni si arricchiscono. Mi preoccupano le conseguenze dei flussi di rifugiati e profughi, dei milioni di persone scappate dalla Siria che arrivano ai confini della Turchia, del Libano, della Giordania.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dall'intervista di Andrea Tornielli Libia, Riccardi: «Risposta forte non significa mostrare i muscoli» http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/is-is-is-libia-libya-libia-39226/, Vatican Insider, 17 febbraio 2015.

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“E che ne dite del Demone Dexter in pantaloncini di madras che fissa inebetito la Torre Eiffel, o che trangugia cafè au lait davanti all'Arco di Trionfo?”

Jeff Lindsay (1952) scrittore statunitense

Dexter di fronte alla prospettiva di una luna di miele a Parigi
da Dexter, l'oscuro

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“Il disegno dei borghi fu commesso, con opportuna delibera, ad otto architetti siciliani; perché fin dal suo sorgere (nella luce nuova delle opere e dei giorni attesi) l'edilizia rurale dell'appoderamento ripetesse dagli autori e inventori, nati nell'isola, forme congeniali alla natura e ai paesi di Sicilia: direi al senso del suo costume e della sua storia mediterranea, al suo essere: antico e nuovo. E davvero le forme han corrisposto, per felicità intera e nativa, all'aspettazione ed alla fede. Ho veduto i raduni bianchi dei cubi nella immensità della terra, quasi gregge portatovi da Geometria: e una limpida disciplina di masse, riquadri, diedri, gradi; e li avviva una grazia semplice, un'opportunità dell'atto, una speranza. E mi parvero già custoditi dal senno: non nati dall'arbitrio tetro, come può accadere a chi ha matita tra mano da fare i rettangoli, e soltanto matita. E vi erano brevi, puri portici: tinti alla calce i volti, i pilastri: e a sfondo il sereno. Archi a sesto, campiti di turchese. E la torre. Sul lastrico del cortile erano portate le ombre, come ore. E gli sgrondi cadevano alla serpentina lunga dei tegoli veduti in taglio, quasi ghirigoro o belluria: ma non ghirigoro, disegno sano anzi e venuto da necessità. E la porta era accesso già sacro, e la cucina in luce, con l'acquaio, pareva sbandire tutti i mali del luogo come dèmoni il fulgore dell'Arcangelo.”

Carlo Emilio Gadda (1893–1973) scrittore italiano

Origine: Da I nuovi borghi della Sicilia rurale http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/essays/borghisici.php, La Nuova Antologia, Roma, 1941, 1° febbraio 1941, p. 7.

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“L'angelo non differisce dal demonio che per una riflessione che non gli si è ancora presentata.”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

Tel Quel

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“L'uomo non è angelo né demone ma l'uno e l'altro in lotta, essere incomprensibile ma ansioso di ricongiungersi al suo creatore.”

Luigi Pintor (1925–2003) giornalista, scrittore e politico italiano

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“Il demonio, che conosce ancor meglio di noi, le dannose conseguenze degli scrupoli, ne suggerisce la materia con artificio, e prende cura di mantenerne l'effetto con una profonda malizia.”

Jacques Joseph Duguet (1649–1733)

Parte seconda, Articolo undicesimo, La malizia del demonio ben istruito dei dannosi effetti degli scrupoli, p. 109
Trattato sugli scrupoli

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“Considerare il diavolo un partigiano del Male e l'angelo un combattente del Bene significa accettare la demagogia degli angeli. La faccenda, in realtà, è più complessa.
Gli angeli sono partigiani non del Bene, ma della creazione divina. Il diavolo, invece, è colui che nega al mondo divino un senso razionale.
Come si sa, angeli e demoni si spartiscono il dominio del mondo. Tuttavia, per il bene del mondo non occorre che gli angeli abbiano il sopravvento sui demoni (come credevo quando ero bambino), ma che i poteri degli uni e degli altri siano all'incirca in equilibrio. Se nel mondo c'è un eccesso di senso incontestabile (dominio degli angeli), l'uomo soccombe sotto il suo peso. Se il mondo perde tutto il suo senso (dominio dei demoni), è altrettanto impossibile vivere.
Le cose che vengono private di colpo del loro senso presunto, del posto assegnato loro nel preteso ordine delle cose (un marxista formatosi a Mosca che crede agli oroscopi), provocano in noi il riso. All'origine, il riso appartiene dunque al diavolo. Vi è in esso qualcosa di malvagio (le cose si rivelano di colpo diverse da come volevano farci credere di essere), ma anche una parte di benefico sollievo (le cose sono più leggere di come apparivano, ci lasciano vivere più liberamente, smettono di opprimerci con la loro austera serietà).
Quando l'angelo udì per la prima volta il riso del maligno, restò sbalordito. Accadde durante un banchetto, la sala era gremita e i presenti durino conquistati uno dopo l'altro dal riso del diavolo, che era contagioso. L'angelo capiva benissimo che quel riso era diretto contro Dio e contro la dignità della sua opera. Sapeva di dover reagire subito, in un modo o nell'altro, ma si sentiva debole e inerme. Non riuscendo a inventare niente di nuovo, scimmiottò il suo rivale. Aperta la bocca, emise un suono intermittente, spezzato, alle frequenze più alte del suo registro vocale […], ma dandogli un significato opposto: Mentre il riso del diavolo alludeva all'assurdità delle cose, l'angelo, col suo grido, voleva rallegrarsi che tutto, quaggiù, fosse ordinato con ragione, ben concepito, bello, buono e pieno di senso.
Così l'angelo e il diavolo si fronteggiavano e, mostrandosi l'un l'altro la bocca spalancata, emettevano all'incirca lo stesso suono, ma ciascuno esprimeva col suo clamore cose radicalmente opposte. E il diavolo guardava l'angelo ridere e rideva ancora di più, ancora meglio e con più gusto, perché l'angelo che rideva era infinitamente comico.
Un riso ridicolo è un fallimento. Ciò non toglie che gli angeli abbiano ottenuto comunque un risultato. Ci hanno ingannati tutti con un'impostura semantica. Per indicare sia la loro imitazione del riso, sia il riso originale (quello del diavolo), c'è una parola sola. Ormai non ci rendiamo nemmeno più conto che la stessa manifestazione esteriore nascoste due atteggiamenti interiori assolutamente opposti. Esistono due tipi di riso e noi non abbiamo parole per distinguerli l'un l'altro.”

The Book of Laughter and Forgetting

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“Quando ero piccola mia madre mi lesse una storia su una ragazzina cattiva. La lesse a me e a mia sorella: ce ne stavamo rannicchiate contro il suo corpo sedute sul divano, mentre lei leggeva ad alta voce un libro che teneva sulle ginocchia. La luce della lampada splendeva su di noi, avvolte da una coperta. La ragazza della storia era bella e crudele. Sua madre era povera, perciò la mandava a lavorare per una famiglia di persone ricche che la viziavano e la coccolavano, ma le dicevano anche di andare a trovare la madre. Lei però si sentiva troppo importante, e si limitava a farsi vedere. Un giorno quella gente ricca la mandò a casa con una pagnotta per la madre, ma quando la ragazza si trovò davanti a una pozzanghera di fango, per non sporcarsi le scarpe ci buttò il pane, e ci mise i piedi sopra. La pagnotta affondò come in una palude, e lei affondò con essa, scendendo giù giù fino a un mondo popolato di demoni e creature orribili. Dal momento che era bella, la regina dei demoni ne fece una statua per donarla al suo bisnipote. La ragazza venne coperta da serpenti e melma, intrappolata e circondata dall’odio di ogni altra creatura. Soffriva la fame, ma non riusciva a mangiare il pane che non le si staccava dai piedi, e poteva sentire quello che la gente diceva di lei: un ragazzo che passava di lì aveva visto che cosa le era successo e lo aveva raccontato a tutti, e tutti dicevano che se lo meritava, persino sua madre diceva che se lo meritava. La ragazza non poteva muoversi, ma anche se avesse potuto avrebbe finito per torcersi di rabbia. “Non è giusto!”, urlò mia madre, facendo il verso alla ragazza cattiva.
Io me ne stavo seduta contro mia madre mentre ci raccontava la storia, e forse per questo mi sembrò di non sentirla semplicemente con le orecchie: la sentii nel suo corpo. Sentivo una ragazza che voleva essere troppo bella. Sentivo una madre che voleva amarla. Sentivo un demone che voleva torturarla. E li sentivo così strettamente mescolati dentro di me che non c’era modo di separare tutte quelle emozioni. La storia mi terrorizzò e mi misi a piangere. Mia madre mi prese tra le sue braccia. “Aspetta”, disse, “la storia non è finita: lei sarà salvata dalle lacrime di una bambina innocente come te”. Mia madre mi baciò sulla fronte per poi finire di raccontare la storia. E io l’ho dimenticata per molto, molto tempo.”

Veronica

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