Frasi su lacrime
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“Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

ultime parole rivolte in letto di morte al segretario in lacrime; citato in Ernesto Balducci, Papa Giovanni, Vallecchi, 1967

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“Le mie lacrime sono gl'ultimi avanzi disperati delle mie speranze.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

898; p. 106
Il teatro della politica

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“Raccoglieva le sue lacrime in ditali per dargliele da bere l'indomani mattina”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

l'unico modo per vincere la tristezza è consumarla, diceva.

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“Scelsi per il ruolo della madre di Giuliano, una contadina il cui figlio era finito male. Lo sapevo: ma, qualche volta, un cineasta che vuole dare l'impressione del vissuto è spinto a essere crudele… L'ho portata, quasi spinta, dentro l'obitorio. Era la prima volta che ci entravamo. La luce era quasi inesistente. Nella penombra si muovevano a fatica, oltre al fonico, Di Venanzo e Pasqualino De Santis. La donna doveva fingere di essere una madre che vede il cadavere del figlio. Lo fece con forte emozione e, insieme, con perizia da attrice di professione. La ripresi con l'obiettivo 75 che avvicina molto il personaggio ma, di continuo, rischia di perderlo dal quadro. Non potevo, naturalmnete, chiederle di andare ai segni. Le dissi di seguire, con la coda dell'occhio, i movimenti della mia mano. L'avrei guidata, e ai miei gesti lei doveva andare avanti, rallentare, tirarsi un poco indietro. La donna si scioglieva in lacrime, viveva il dolore di una madre che ha perso il figlio e, intanto, seguiva alla perfezione le mie indicazioni finché, quando glielo indicavo, si arrestava d'improvviso. Furono tre riprese, tutte istinto e controllo. Una pausa e, poi, un pianto raccapricciante. Fuori dall'obitorio, nel frattempo era arrivato un funerale. Piangevano dentro e fuori, qui per finta e là per davvero. Questo, anche questo ahimè, è il cinematografo. (da Il mestiere del narratore”

Francesco Rosi (1922–2015) regista italiano

conversazione con Francesco Rosi), p. 27

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“Le lacrime sono gli acquazzoni estivi sull'anima.”

Alfred Austin (1835–1913)

da Savonarola – Macmillan, Londra, 1881

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“Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco e sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, mi butterei per terra al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni donna che è la mia prediletta e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblio.
Ho imparato così tanto da voi uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho imparato da voi, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, purtroppo starò per morire…”

Johnny Welch (1959) comico, attore e scrittore messicano

da Lo Que Le He Enseñado a la Vida

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“Cancella con le lacrime l'ira della persona che ami!”
Ab amante lacrimis redimas iracundiam.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Il crudele gode con le lacrime (altrui), non si intenerisce!”
Crudelis lacrimis pascitur, non frangitur.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Le lacrime delle donne sono il condimento della loro malizia.”
Muliebris lacrima condimentum est malitiae.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Il pianto della donna è il condimento dell'astuzia!
Lacrima di donna è condimento della malizia.
Sententiae

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“Questi parenti con le lacrime al posto degli occhi e la circostanza al posto delle mani non sanno di essere morti senza faccia nella vita silenziosa oltre la foto.”

Antonio Rezza (1965) attore, regista e scrittore italiano

pag. 55
Citazioni tratte dalle opere letterarie, Credo in un solo oblio

“La ricognizione fruga nelle pieghe della storia, quella che attraverso un antico muro, un frammento ceramico, sa restituirci le lacrime, le debolezze, le piccole cose quotidiane dell'uomo.”

Ludovico Magrini (1937–1991) giornalista italiano

dialoghi
citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Il nome promette sangue, sudore e lacrime, e non garantisce mai il lieto fine.”

Marco Pastonesi (1954) giornalista italiano

da La Gazzetta Sportiva, 25 ottobre 2009

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“[In riferimento al disegno di legge sui DICO] E dire che noi abbiamo sudato lacrime e sangue per fare la riforma agraria e per dare la terra ai contadini. Invece, oggi vogliono dare il contadino al contadino.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Claudia Terracina, «Mia madre diceva: guardati dai gay» http://web.archive.org/web/20160304193338/http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/070301/dlx0j.tif, Il Messaggero, 1º marzo 2007, p. 2.

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“[…] non v'è goccia nel mare che non sia stata lacrima umana.”

Antonio Beltramelli (1879–1930) poeta e giornalista italiano

Origine: I tre tempi, Le novelle del mito, p. 27

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“In qualche modo bisogna pur conservare le proprie lacrime.”

Il sapore dei semi di mela

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“E un sollievo di lacrime a invadere gli occhi | e dagli occhi cadere.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Khorakhané, n.° 2

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“Le nostre lacrime manifestano sempre la qualità del nostro essere.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 7

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“Le lacrime innumerevoli alimentano il fiume della salvezza.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 8

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“Le lacrime distruggono il nostro essere artificiale e ci rivelano ciò che siamo.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 8

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“Soltanto le lacrime hanno il potere di rimuovere il nostro essere fin nelle sue profondità.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 8

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“In questi giorni sai, l'oceano sembra avere esagerato con il sale son le lacrime dei viaggiatori che han perduto il cuore.”

Chiara Civello (1975) cantautrice italiana

da In questi giorni
Last Quarter Moon

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“La vita è tutto: serio e faceto, risate e malattia, banalità e lacrime.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Grazia, 5 ottobre 2009
Citazioni di Barbara d'Urso

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“Una lacrima ha radici più profonde di un sorriso.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Al culmine della disperazione

“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

“Siamo tutti sullo stesso yacht: "Il governo ci chiede lacrime e sangue" "È che dopo un po' lo champagne ha sempre lo stesso sapore"”

Mario Natangelo (1985) fumettista e giornalista italiano

Il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2010

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“E non è stato semplice vivere per te, e asciugarmi gli occhi alle tue lacrime.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

da La fine del mondo
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“Ogni giorno lacrime, ogni giorno gemiti, condannato in compagnia solo di scorpioni e di belve.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

Origine: Citato in Corriere della Sera, 25 ottobre 2008.

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“Non plausi ma lacrime e sospiri.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

Non plausus sed lacrymas et suspiria
Origine: Citato in Guglielmo Audisio, Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino, 1870.

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“Una furtiva lacrima | negli occhi suoi spuntò.”

Felice Romani (1788–1865) librettista, poeta e critico musicale italiano

II, 8
L'elisir d'amore

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“L'amore non si pesa in lacrime.”

Denis de Rougemont (1906–1985) scrittore, filosofo e saggista svizzero

Origine: Citato in Valeria Manferto De Fabianis, I love you, Edizioni White Star, 2007. ISBN 9788854008977

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“Maierovitch, uomo dalla loquela sommessa e dai lineamenti un po' da gufo, divenne un personaggio di spicco nei primi anni Ottanta, quando collaborò con Giovanni Falcone nei suoi sforzi, coronati da successo, di rintracciare i mafiosi latitanti. Insieme i due convinsero Tommaso Buscetta a tornare in Italia e a divenire un pentito di stato nel cosiddetto maxiprocesso alla cupola della mafia siciliana. Nel gennaio del 1992, grazie alla sua testimonianza furono condannati circa 350 capi mafiosi. Falcone e il suo collega, il magistrato Paolo Borsellino, sono i titani della lotta antimafia in tutto il mondo. Furono assassinati in Sicilia a due mesi di distanza l'uno dall'altro, nel 1992, poco tempo dopo che la sentenza del maxiprocesso era stata confermata, e la loro morte scosse, e infine scardinò, il sistema politico italiano. Entrambi erano partiti (giustamente) dal presupposto che i personaggi più importanti della mafia siciliana godevano della protezione delle più alte gerarchie politiche di Roma. Maierovitch mi racconta delle sue cene con Falcone, e di come si ingegnarono per proteggere il grande pentito Buscetta vuoi da possibili omicidi vuoi dal suicidio. (Un tentativo di suicidio quasi gli riuscì mentre era sotto la tutela del giudice brasiliano.) Dapprima Maierovitch sorride nel ricordare il suo amico italiano, ma dopo un po' comincia a versare lacrime silenziose: un omaggio che ben si addice a Falcone (cui Maierovitch intitolò il suo Istituto di lotta alla criminalità), il cui carisma e impegno in nome della giustizia, alla faccia della classe dirigente corrotta di Roma, hanno fatto di lui un eroe popolare in tutta Italia e presso tutti coloro che nel mondo lottano contro il crimine.”

Misha Glenny (1958) giornalista e scrittore britannico

da McMafia, pagg. 348-349

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“Chi vuole conoscere la vera letizia deve essere capace di curare un cuore triste con le lacrime.”

Vratislav Štovíček (1936–2004) scrittore ceco

da La vecchia fioraia, p. 76
365 storie della buonanotte

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