Frasi su motivo
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“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

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“Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.”

Antonio Manzini (1964) attore, sceneggiatore e regista italiano

da L'accattone
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, L'accattone

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“Più passa il tempo, più Craxi si rivela un grande maestro della politica. Non vedo motivi per non dedicargli una via in Italia. I reati di finanziamento illecito di cui era accusato erano reati di un'intera classe politica e oggi sarebbero prescritti.”

Clemente Mastella (1947) politico italiano

dall'intervista a la Repubblica, "I suoi reati sarebbero prescritti che errore l'assenza dell'Unione" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/070122/d772x.tif del 20 gennaio 2007

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“Se la politica è l'arte del governo, la competizione politica è il salutare conflitto tra persone o partiti diversi, portatori di progetti diversi, che si contendono il potere di mettere in pratica le loro idee per governare una società. Nella pratica però le cose stanno in maniera diversa, e non solo perché talvolta, come insegna la storia, in politica scendono degli avventurieri, che puntano solo ad accumulare potere e denaro, ma anche perché la lotta politica possiede linguaggi, meccanismi e liturgie difficilissimi da decifrare. Del resto un motivo per cui le cose vanno in questo modo c'è. Trattandosi di una competizione, le strategie di un leader o di un partito non potranno mai essere completamente alla luce del sole, altrimenti si corre il rischio di regalare un vantaggio enorme all'avversario. Spesso, così, può capitare di assistere a comportamenti apparentemente incomprensibili, che nascondono, in realtà, mosse segrete o trappole per trarre in inganno i propri antagonisti. Frasi dette e poi repentinamente smentite, voci costruite ad arte, finte e colpi a sorpresa, quanto di più lontano da quella che dovrebbe essere una autentica battaglia di idee. Il risultato però è che spesso cade nell'inganno anche chi, per mestiere, queste vicende le deve raccontare e spiegare, come i giornalisti. Il cosiddetto politichese, la lingua che ha preso il posto dell'italiano nelle cronache parlamentari, ne è il sintomo più evidente, essendo un gergo tutto interno alle dinamiche di palazzo, che sembra fatto apposta per non spiegare nulla di quanto effettivamente accada.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da un'intervista del 17 novembre 1998 all'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche

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“Un uomo esce dalla clinica dove si è appena sottoposto a una colonscopia di controllo. «Il dottore dice che sono a posto», confida alla moglie che lo aspetta in macchina. «Per i prossimi cinque anni non c'è bisogno che mi faccia più controllare». «Fantastico! Hai sentito male?». «Be', ecco…», balbetta. «A dir la verità non ricordo, non mi ricordo niente. Strano… è come se non l'avessi fatta».
Il motivo di tutto ciò è che il medico gli ha somministrato un farmaco in grado di cancellare ogni ricordo di questo evento. Si chiama midazolam […]: è infatti un farmaco di routine per piccole operazioni chirurgiche. Poco importa se la colonscopia sia andata liscia come l'olio o se sia stata insostenibilmente dolorosa. In teoria, il gruppo di medici avrebbe potuto anche saltare sul tavolo operatorio per cantare una canzonaccia da osteria, tanto il paziente, seppur sveglio, non si sarebbe ricordato nulla. E anche se i pazienti potrebbero avere da ridire su di un farmaco che cancella pezzi di memoria, questa pratica è abituale come quella di lavarsi le mani.
Una volta ho chiesto a un'infermiera come mai usassero sistematicamente il midazolam per le colonscopie. «Così i pazienti ritornano a farsi controllare», rispose. Se si ricordassero tutti i dettagli dell'esame, compresi quelli più dolorosi e umilianti, sarebbero molto meno contenti di ripeterla.”

Neal D. Barnard (1953) medico statunitense

Origine: Super cibi per la mente, p. 146

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“Nella mia vita non vedo che motivi per non scrivere un romanzo.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

24 maggio 1909; Vergani, p. 271
Diario 1887-1910

“Se non esistessero le convenzioni e i pregiudizi, l'immoralità non avrebbe motivo di sussistere. Nulla è di per sé morale o immorale.”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 117

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“È sempre molto difficile scrivere buone canzoni, ma non penso che il numero delle canzoni che hai scritto in passato ti limiti in questo, al massimo i cambiamenti della tua vita che derivano dal successo possono farlo, ostacolando i tuoi progressi nel creare buone canzoni, almeno secondo la mia esperienza. Penso che più ti allontani dalla strada, dai tuoi problemi e dalle tue origini più ti viene difficile creare buona musica. La tua vita diventa troppo facile, troppo tranquilla. Se vuoi scrivere delle canzoni valide, una volta che hai superato le tue difficoltà: buona fortuna! Potrei farti almeno 100 esempi di ottimi compositori che una volta avuto il successo e la fama sono come scomparsi perché erano passati i tempi per i quali dovevano combattere per raggiungere qualcosa. C'entra anche il modo in cui la gente ti tratta, le brutture e le bellezza della vita. Penso che uno dei grandi motivi per il quale la gente voglia avere successo è allontanarsi dalla sofferenza, dal dover lottare, dall'avere difficoltà a pagare l'affitto e tutto quello che ne consegue ma tutto ciò inficia il processo artistico a lungo andare, credetemi. Alcuni artisti sono riusciti ad evitare ciò, ma veramente pochi, quindi dobbiamo sempre ringraziare le rotture strazianti o altri tipi di perdite che in qualche modo alimentano ancora il fuoco dell'arte.”

Anthony Kiedis (1962) cantante statunitense

Origine: Dall'intervista rilasciata alla radio statunitense Detroit 101WRIF; citato in Kiedis: «più ti allontani dalla strada e dai problemi, più è difficile fare buona musica» http://www.venicequeen.it/cms/News/kiedis-lpiu-ti-allontani-dalla-strada-e-dai-problemi-piu-e-difficile-fare-buona-musicar.html, Venicequeen.it, 8 febbraio 2017.

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“La mia opinione personale è favorevole all'amnistia ma è un provvedimento che tocca al Parlamento: mi rimetto alle scelte della politica. […] Sono favorevole all'amnistia, oltre che per motivi umanitari anche perché ci darebbe l'opportunità di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario.”

Anna Maria Cancellieri (1943) prefetto e funzionaria italiana

Citazioni di Annamaria Cancelleri
Origine: Citato in Cancellieri: «Sono favorevole all’amnistia» http://www.ilpost.it/2013/08/23/cancellieri-amnistia/, Il Post, 23 agosto 2013.

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“Dal tempo della divisione avvenuta dopo l'ultima Grande Congiunzione, un avvenimento di tantissimo tempo prima, gli Skeksis avevano abbandonato gli urRu a se stessi nella loro valle. Avevano dovuto fare così: l'oggetto e la sua immagine speculare potevano unirsi solo annullandosi a vicenda. Inoltre gli Skeksis non avevano mai avuto bisogno degli urRu, vecchi visionari, privi di senso pratico e ossessionati solo dalla loro vita collettiva interiore, i cui valori erano diametralmente opposti a quelli degli Skeksis.
Poco dopo la divisione, gli Skeksis avevano scoperto che, scheggiando il Cristallo, potevano intrappolare energie malvagie che, a livello molecolare, erano visibili solo nella sfumatura più cupa che il Cristallo aveva assunto. Dopo alcune ricerche, lo Scienziato aveva spiegato che il Cristallo possedeva una connessione a spirale nella sua struttura, da cui derivava la proprietà di far ruotare il piano di polarizzazione di un raggio di luce polarizzata. Quando i tre soli erano congiunti direttamente al di sopra di esso, emanavano una forza polarizzata tale da svolgere la spirale, rischiarare il colore del cristallo e produrre un raggio focalizzato della massima concentrazione. Ma se il Cristallo fosse stato scheggiato, il collegamento a spirale sarebbe rimasto intatto. La luce della Grande Congiunzione avrebbe irradiato d'energia solo gli Skeksis, ma di un'energia tutta particolare, oscura, piena di malvagità.
Gli Skeksis si erano avvantaggiati di questa cognizione e ne avevano approfittato tenendo sotto il loro controllo il Cristallo nella fortezza, che avevano ricavato dalla montagna che lo conteneva. Attraverso le linee di energia che circondavano il pianeta, essi avevano trasmesso incessantemente impulsi dannosi, fomentando la miseria e la debolezza e risucchiando per i loro fini tutte le energie geodinamiche. Il lampo che Jen aveva visto era stato concentrato sulle Pietre Erette e di lì rinviato al castello. Gli Skeksis controllavano i punti nevralgici del pianeta mediante l'agopuntura terrestre. Per tutti questi motivi essi avevano sempre ignorato gli urRu. Le spie di cristallo non li avevano mai sorvegliati, né erano stati fatti oggetto delle scorrerie dei Garthim. All'infuori delle Pietre Erette, nulla, in quella valle remota, avrebbe potuto costituire una minaccia per la tirannia degli Skeksis. La valle degli urRu era un'enclave di nozioni, la provincia delle nuvole, nient'altro.”

Dark Crystal

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“Vorrei che si riaprisse anche in Italia il dibattito per la liberalizzazione delle droghe leggere. È arrivato il momento di superare le barriere ideologiche e ammettere che proibire non serve a ridurre il consumo. La sentenza della Consulta, che dichiara incostituzionale la legge Fini-Giovanardi, dimostra, ancora una volta, la visione civilmente più avanzata dei nostri giudici rispetto al Parlamento. Con la bocciatura della legge, che equiparava droghe pesanti e leggere e prevedeva pene fino ad 20 anni di reclusione, si è calcolato che le condanne dovranno essere riviste per 10.000 detenuti, perché connesse all'uso di droghe leggere, dunque per reati di lieve entità. È un numero enorme, che corrisponde quasi alla metà di tutti i reclusi per droga, complessivamente circa il 40% dei carcerati. Ora, si stima che circa il 50% dei nostri giovani faccia uso di cannabis, oltre a molti adulti. Significa che metà dei giovani italiani è criminale? Se fosse così, ci sarebbe un motivo in più per ritenere la Fini-Giovanardi un totale fallimento. Mettere sullo stesso piano droghe leggere e pesanti è antiscientifico.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Da L'appello di Veronesi: liberalizzare la cannabis http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/polis/2014/02/20/news/l_appello_di_veronesi_liberalizzare_la_cannabis-79134131/?ref=search, Repubblica.it, 20 febbraio 2014.

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“Chissà se i loro sguardi sarebbero diversi | se non avessi tutti voi ai concerti | che cantate i miei pezzi | scrivo e mi date un motivo per farlo.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Su MTV, n. 5
L'Uomo Senza Qualità

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“Uno dei motivi di sospetto verso convinzioni morali apparentemente sincere è il loro legame con interessi particolari di coloro che le sostengono. Chiedersi cui bono e cui malo è appropriato se siamo alla ricerca di possibili elementi di contaminazione della coscienza: il senso morale di una persona può essere distorto da privilegi radicati così come dalla paura di perderli. […] gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche. Pertanto, non ci si può attendere che essi valutino la questione morale senza la distorsione derivante dai loro interessi particolari. Gli scienziati potrebbero sostenere che nel loro caso l'interesse personale coincide con un interesse umano universale; un'analoga giustificazione, però, credo, potrebbe essere avanzata anche dal macellaio e dal pellicciaio […].”

Annette Baier (1929–2012) filosofa neozelandese

Origine: La nostra posizione nel mondo animale, pp. 59-60

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“[Sulle accuse di combine riguardo Italia-Camerun] Provo a ricostruire la situazione. Pareggiando, noi passavamo il turno e andavamo nel girone a tre con Argentina e Brasile. Con una vittoria molto larga pescavamo due avversari più morbidi, Belgio e Unione Sovietica. Il Camerun poteva solo vincere per qualificarsi, col pareggio andava fuori. Domanda. Perché mai due squadre dovrebbero accordarsi per un risultato che non serve a nessuna delle due? Se qualcuno di noi avesse pensato di combinare una porcheria a tutti i costi, avremmo comprato la vittoria con molti gol di scarto, non certo il pareggio. Quella partita finì uno a uno e ci destinò ad Argentina e Brasile, mentre al Camerun costò l'eliminazione, per una serie di motivi assolutamente banali. Noi sbagliammo tre-quattro gol nel primo tempo, quando ancora era possibile la goleada; nel secondo andammo in vantaggio ma fummo subito raggiunti per una serie di esitazioni difensive; il poco tempo a disposizione non ci consentiva più di pensare a raddrizzare la differenza reti; a mezz'ora dalla fine era più importante pensare a salvare la qualificazione che a vincere rischiando. Avrebbe dovuto rischiare il Camerun, semmai, visto che col pareggio andava fuori, e fu la loro difesa a oltranza a mettere sull'avviso i cultori del sospetto. Ma quella era una squadra che sapeva solo difendersi, e piuttosto bene, come anche le successive edizioni dei mondiali e delle coppe d'Africa hanno dimostrato. Se vogliamo parlare seriamente la finiamo qui, premesso il fatto che nemmeno la dovevamo cominciare. Se la vogliamo colorire, allora è sicuro che nella combine gli stregoni non c'entravano, perché li ho beccati io di persona a farmi la macumba, mezz'ora prima della partita.”

Enzo Bearzot (1927–2010) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Il romanzo del vecio, p. 91

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“Devo insistere: per motivi di opportunità quel nome non può andare.”

Oscar Luigi Scalfaro (1918–2012) 9º Presidente della Repubblica Italiana

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“Ogni giocatore ha il suo stile le sue idee con cui confrontarsi. Io ascolto volentieri. Ero sempre contento di ricevere gli input dei miei precedenti allenatori. Ma sono io che alla fine devo mettere in pratica le cose. Col mio tipo di tennis posso scegliere di giocare come preferisco, non solo a rete ma anche da dietro. Per questo motivo penso che sono un tennista piuttosto interessante da allenare.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2013
Origine: Dall'intervista di Andreas Schmidt per il quotidiano svizzero Basler Zeitung; citato in Federer: da Melbourne con Edberg per 10 settimane! http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/12/27/1002163-stefan_edberg_roger_federer_ufficiale_loro_collaborazione.shtml, traduzione di Francesco Cangiano, Ubitennis.com, 27 dicembre 2013.

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“La comune concezione di Canaletto anzitutto come pittore e, più particolarmente, pittore topografico, è tutto sommato giustificata; ma essa impone qualche modifica al fine di conseguire un'esatta valutazione dell'importanza di lui come artista. Molti dei suoi disegni, tra i quali alcuni dei più belli, furono eseguiti come fini a se stessi, del tutto indipendentemente dalle opere pittoriche; e, come incisore, egli trovò un'espressione completa. Cosi, anche se non avesse mai posto pennello sulla tela, lo si sarebbe egualmente annoverato tra gli importanti maestri delle arti grafiche. […] L'opinione circa il suo lavoro topografico è mutata a fondo: un tempo lo si considerava poco più di un fotografo; oggi si tende ad accusarlo di frequenti inesattezze. Nella maggior parte dei suoi dipinti si mostrò straordinariamente attento ai fatti nei loro particolari, e tale interesse è attestato dai molti disegni diagrammatici che egli eseguì, in ispecie quelli del libro di schizzi dell'Accademia, nei quali si trovano non solo dettagli accuratamente indicati, ma vi sono aggiunti frequenti appunti per identificare gli edifici e registrare i colori. […] Canaletto non si limitò completamente alla topografia. Nell'iscrizione sul frontespizio delle acqueforti, fa egli stesso una distinzione tra vedute prese dai luoghi e vedute ideate, messa in rilievo da note occasionali sui suoi disegni, come veduta esatta e veduta dal naturale. Nelle sue mani, la veduta ideata assumeva due forme principali: la veduta immaginaria propriamente detta, e il capriccio, un insieme di motivi identificabili, tratti da differenti edifici e località, coi quali formava una composizione. La differenza tra le due è facilmente riconoscibile in casi estremi. […] Di regola, peraltro, elementi immaginari e identificabili erano mescolati.”

William George Constable (1887–1976)

da Canaletto, 1962
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“La gente non ha mai possibilità di scelta nella nutrizione. Con le migliori intenzioni, i genitori condizionano i figli quando sono piccoli e, per motivi più discutibili, i pubblicitari li condizionano da adulti.”

Norman Pirie (1907–1997) biochimico britannico

Origine: Da Food Resources: Conventional and Novel, 1969; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'e nel tuo piatto? Tutta la verita su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 216. ISBN 978-88-6052-218-4

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“[Su La dolce vita] Potrei aggiungere che si tratta di uno dei film visivamente più fluidi mai realizzato, un film che si avvicina alla musica nella sua impetuosa passione, non solo perché la partitura di Nino Rota è tra le migliori che siano mai state realizzate, ma perché i personaggi sembrano muoversi con la musica dentro di loro (gioiosa, lussuriosa, eccitante, dubbiosa, triste). Fellini ha lavorato in Italia in un'epoca di dialoghi doppiati, e qualche volta ha inserito musica ad alto volume mentre filmava le scene. Questo è il motivo per cui sembra che i personaggi seguano ritmi non udibili.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

I might add that it is one of the most visually fluid movies ever made, a movie that approaches music in its rushing passion, not simply because Nino Rota's score is one of the best ever recorded, but because the characters seem to move with music within them (joyful, lustful, exciting, doubtful, sad). Fellini worked in Italy at a time of dubbed dialogue, and he sometimes played music loudly as he filmed a scene. That's why the characters often seem to be moving to unheard rhythms.

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“Quanto ha di scenico e di fastoso l'età della Controriforma, è quanto rimane di quella sovranità [rinascimentale dell'uomo sull'universo]: una pompa a cui non risponde più lo slancio fiducioso dell'anima. Dietro quel fasto c'è un senso di vuoto e d'angoscia. Questa è la giustificazione storica della costante oscillazione della Liberata tra lo scenico e l'elegiaco.”

Attilio Momigliano (1883–1952) critico letterario italiano

da I motivi del poema del Tasso, pp. 95, 100, in Introduzione ai poeti, Roma, 1946
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. I, da Dante a Marino, La Nuova Italia, Firenze, 1974, p. 594.

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“In una sua memorabile inchiesta un giornalista d'incrollabile fede sinistrorsa, ma di esemplare onestà, Giampaolo Pansa, mise benissimo in luce questo contrasto fra i due atteggiamenti e mentalità, che ieri ha trovato una eloquente conferma nella manifestazione di Torino. Niente chiasso, niente sceneggiate, niente slogans, niente insomma che appartenga al repertorio del buffonismo nazionale. Nessuno ha rotto le righe per andare a rovesciare auto o a fracassar vetrine. Questa, sì, era Danzica, sia pure senza Madonne; non i picchettaggi e i pestaggi di Mirafiori, sia pure con le Madonne. Ora sappiamo già cosa diranno gli altri, oggi e domani. Diranno che gli operai non c'erano. Infatti. Doveva trattarsi di quarantamila presidenti, consiglieri delegati, ingegneri: insomma, la solita «maggioranza silenziosa»: termine che soltanto nella lingua italiana ha significato spregiativo. La maggioranza silenziosa esiste in tutti i Paesi del mondo, dove nessuno si vergogna di appartenervi perché è essa, in definitiva, che ristabilisce gli equilibri. Fu la maggioranza silenziosa – autoqualificatasi come tale – di seicentomila parigini che dodici anni fa pose fine al carnevale sessantottesco, riportò De Gaulle all'Eliseo e restituì alla Francia la stabilità di cui tuttora essa gode. […] Il motivo vero che farà i dimostranti bersaglio delle peggiori critiche e accuse è ch'essi rappresentano la rivolta delle persone serie contro gli arruffoni della «conflittualità permanente», dei «modelli di sviluppo» e via baggianando. E in questo Paese nulla fa più paura, perché nulla è più rivoluzionario, della serietà.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

15 ottobre 1980
il Giornale

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“Ho il sospetto che il voto per Berlusconi, dal 1994 al 2006, sia stato in parte motivato da una speranza: agire d'autorità e semplificare il Paese, renderlo più americano nei meccanismi quotidiani. È andata male, anche se per motivi che non possiamo spiegare qui.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Origine: Da USA, Ufficio Semplificazione Assoluta http://www.corriere.it/solferino/severgnini/06-10-26/01.spm, Corriere della Sera, 26 ottobre 2006.

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“Amo gli scrittori che trattano sempre lo stesso motivo.”

Giaime Pintor (1919–1943) giornalista, scrittore e antifascista italiano

da Doppio diario

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“[…] non ignoro quanto vadano di sovente congiunti alla gotta i calcoli dei reni, e mi è noto che, a motivo di questi, il sangue dei gottosi è meno purificato, e che così si accresce la materia artritica.”

Giovanni Battista Morgagni (1682–1771) medico, anatomista e patologo italiano

libro IV, lettera LVII; vol. 13, p. 104
Delle sedi e cause delle malattie anatomicamente investigate

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