Frasi sulla patria
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“È tempo che tutti i popoli si preparino alle supreme battaglie.
Su dunque; voi pure stringetevi [popoli slavi] in un popolo solo, dimenticate odi, discordie, pregiudizi di religione e di razza. E accoglietevi in un solo pensiero di vendetta e libertà, e fate impeto irresistibile contro i vostri oppressori. Non prestate ascolto alle mendaci promesse della diplomazia; diffidate de' suoi artifici, delle sue scaltrezze. Vi tradì, vi vendette cento volte; se la soffrite, vi tradirà e vi venderà ancora. Fidate soltanto nel vostro valore, nelle vostre armi, nella vostra concordia, e fidate nei popoli che, come voi, vogliono la libertà e combattono per ottenerla. Tutte le nazioni sono sorelle; esse non hanno cupidigie, ambizioni liberticide; ciascuno vuole la sua parte di terra e di sole; ciascuna aiuterà le altre a ottenerla.
È dovere dei popoli liberi, e che vogliono essere tali, di accorrere dovunque si combatte per i diritti delle nazioni, dovunque s'innalza la bandiera della libertà. […] La causa della libertà è una sola, qualunque sia il nemico che la combatta, qualunque il popolo che la difende, qualunque sia il colore della bandiera sotto cui si schierano gli eserciti. Quando tutti i popoli abbiano intesa questa verità, che la storia e l'esperienza dovrebbe ormai aver loro insegnata, quando pratichiamo davvero questa santa legge di fratellanza e di comune difesa, il regno del dispotismo sarà finito per sempre sulla terra.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Alle genti slave sotto la dominazione austriaca e ottomana, Palermo, 23 luglio 1862; pp. 274-275
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“Quando tocchiamo il rapporto fra razza e nazione, e fra entrambe e il concetto di fede religiosa, passiamo dalla politique alla mistique.”

Charles Péguy (1873–1914) scrittore, poeta e saggista francese

Origine: Citato in George Steiner, Totem o tabù, in Nessuna passione spenta, p. 144.

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“Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l'Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l'elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito "bingo bongo" gli africani. È possibile che un altro autorevole leader di quel partito abbia definito "culattoni" gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come "leprotti", a fucilate. È possibile che Marcello Dell'Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del Tg3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato.”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

6 novembre 2008
la Repubblica, L'Amaca

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“Secondo un raffinato intellettuale come Edward W. Said, interprete tra i più accreditati della percezione dell'Oriente da parte dell'Occidente lungo i secoli, nessuna cultura o civiltà può essere rappresentata o descritta come un soggetto unitario: tanti i punti di discontinuità e incoerenza presenti al suo interno, tanti gli elementi che cooperano per una sostanziale condizione di eterogeneità o mescidanza, tanti i legami intrattenuti con altre culture o civiltà. La tesi di Said, se è applicabile in generale, trova nella cultura e nella civiltà italiana una delle sue più formidabili conferme. Nessuna nazione europea può competere con la nostra in termini di variabilità interna: sono lì a mostrarcelo le mille lingue del Bel Paese, il miracoloso caleidoscopio dei suoi prodotti vinicoli e delle sue tradizioni alimentari, la straordinaria offerta dei suoi manufatti. Varietà: la nostra più grande debolezza ma, al contempo, la nostra forza più prodigiosa e sincera. L'auspicio, per il rilancio dell'Italia, è allora il recupero del senso di un autentico valore d'origine, di una naturale armonizzazione tra le diverse componenti. Connaturata alla storia stessa della lingua italiana, se ne faceva custode Bruno Migliorini inaugurando – nel 1939 – la rivista "Lingua nostra". Quel grande linguista auspicava che l'italiano riuscisse a conservare il suo equilibrio fra "lingua popolare" e "lingua dotta", fra "lingua istintiva" e "lingua cosciente", fra "rispetto verso una secolare tradizione" e "aperta accettazione delle sempre nuove necessità che la lingua deve soddisfare". Senza però cedere, aggiungeva, né al "plebeismo" né "alle tendenze malsane del pedantismo, dello snobismo, dell'"eburneismo". Un equilibrio a rendere, in generale, se facciamo tesoro di quel che abbiamo.”

Massimo Arcangeli (1960) linguista, critico letterario e saggista italiano

Madrelingua, I, 2013, p. 1

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“[Jean Paul] […] la personificazione dell'umorismo… Fantasia di una incomparabile ricchezza ed esuberanza, egli scherza con gli astri e coi fiori, piange sui sepolcri delle nazioni e sopra un rosignolo accecato, sogna sogni tremendi in cui Cristo annunzia ai morti che non c'è Dio, e descrive la toilette di una fiorista che si sposa.”

Enrico Nencioni (1837–1896) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da L'umorismo e gli umoristi, [1884], ristampato in Saggi critici di letteratura italiana, Firenze, 1911<sup>2</sup>; citato in Vittorio Santoli, La letteratura tedesca moderna, con un'analisi della letteratura contemporanea di Marianello Marianelli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1971, p. 218.

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“Stati come questi, e i terroristi loro alleati, costituiscono un asse del male, che si arma per minacciare la pace del mondo. Questi regimi, nella loro ricerca di armi di distruzione di massa, pongono una minaccia sempre più grave. Essi potrebbero fornire queste armi ai terroristi, equipaggiandoli dei mezzi per tradurre nei fatti il loro odio. Potrebbero attaccare i nostri alleati o tentare di riattaccare gli Stati Uniti. In tutti questi casi, il prezzo dell'indifferenza sarebbe catastrofico. Opereremo in modo stretto con la nostra coalizione per impedire ai terroristi mi ha gli stati che li appoggiano di costruire e distribuire armi di distruzione di massa. Svilupperemo e dispiegheremo difese missilistiche adeguate a proteggere l'America i suoi alleati da attacchi improvvisi. Tutte le nazioni dovranno saperlo: l'America farà tutto ciò che è necessario per difendere la propria sicurezza(…). Non starò ad aspettare che le cose accadano. Non mi fermerò mentre il pericolo si fa sempre più vicino. Gli Stati Uniti non permetteranno che regimi più minacciosi del mondo li minaccino con gli armamenti più distruttivi del mondo. Le nostra guerra contro il terrore è iniziata bene, mi sono lavato iniziale (…). Non possiamo fermarci presto. Se ci fermiamo lasciando intatti i campi dei terroristi e gli Stati terroristi fuori controllo, il nostro senso di sicurezza sarebbe falso e temporaneo. La storia ha chiamato l'America i suoi alleati all'azione e del nostro privilegio così come nostra responsabilità combattere una guerra per la libertà.”

George Bush (1946) 43º presidente degli Stati Uniti d'America

Discorso sullo Stato dell'Unione, 29 gennaio 2002

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“La Padania, che ha la responsabilità storica di aver fatto l'Italia, si è ora assunta la responsabilità di disfarla. Nel suo interesse ma anche in quello dei meridionali.”

Sergio Salvi (1932) scrittore e poeta italiano

da La nazione padana, rivistaindipendenza.org http://www.rivistaindipendenza.org/Teoria%20nazionalitaria/sergio_salvi.htm

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“La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel: questa nazione prima o poi fermenta.”

Yanis Varoufakis (1961) economista e politico greco naturalizzato australiano

Origine: Citato in Grecia, Germania a Tsipras: "Risarcimento danni di guerra? Zero possibilità" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/09/grecia-germania-tsipras-risarcimento-danni-guerra-zero-possibilita/1411254/, Il Fatto Quotidiano.it, 9 febbraio 2015.

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“Capello si deve ritenere molto fortunato, perché ha la possibilità di lavorare con alcuni dei migliori calciatori del mondo, come John Terry, Rio Ferdinand, Steven Gerrard ed Ashley Cole, ma a volte devi avere il coraggio di dare un taglio al passato, devi prenderti i tuoi rischi e affidarti a qualche giovane, perché niente dura per sempre. E qui arriviamo al nocciolo della questione, perché il calcio inglese non ha talenti emergenti che possano fare la differenza, ovvero giocatori in grado di crescere e diventare campioni. Una delle cose che mi hanno sempre sorpreso quando stavo in Inghilterra è il modo in cui viene seguito il calcio giovanile. Si fa tanto chiasso sull'argomento, ma forse la soluzione è più semplice di quanto si creda. In Portogallo, un ragazzino può iniziare a giocare nel Porto a 10 anni e all'età di 16 aver già incontrato 10 o 12 volte il Benfica o lo Sporting Lisbona; aver disputato partite importanti, anche davanti a un pubblico numeroso, ed essere pronto al grande salto. In Inghilterra, invece, ciò non è possibile perché il calendario è fatto su base regionale e questo per me è il vero errore. Che senso ha per un giovane del Chelsea vincere 14 a 0 contro Cobham e incontrare i pari età di Liverpool o Manchester United giusto una volta l'anno, se va bene? Cosa può davvero imparare da una cosa del genere? Mi rendo conto che molti allenatori delle squadre della Premier League non sono inglesi e che non lo sono nemmeno molti giocatori, ma quando sei in un'altra nazione tu hai il dovere di migliorare il modo in cui funzionano le cose anche lì. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare io quando sono arrivato al Chelsea nel 2004, ma sul calendario non ho potuto fare nulla. Ecco perché ritengo che allenare la Nazionale inglese sia un compito davvero arduo, ma almeno contro Andorra sarà una gara facile e non possono esserci assolutamente problemi nel conquistare i tre punti. Con la Croazia, invece, sarà un po' diverso, perché loro hanno grande qualità e poi sono fieramente nazionalisti. È vero, hanno già battuto l'Inghilterra due volte nelle ultime due partite, ma non credo affatto che ci sarà una terza occasione.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)

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“Nei primi tempi, quando gli spiriti parlavano a mia sorella ed a me sulle pendici della montagna, quale essere umano avrebbe creduto che gli spiriti fossero cose prive d'importanza? Persino noi eravamo prigioniere del loro potere, e ritenevamo un dovere usare i doni in nostro possesso per il bene della nostra gente. Poi, per millenni questa fede nel sovrannaturale ha fatto parte dell'anima umana. A volte avrei detto che era naturale, chimica, un ingrediente indispensabile della struttura umana, qualcosa senza cui non potevano prosperare e tanto meno sopravvivere. Abbiamo assistito molte volte alla nascita di culti e religioni, alle proclamazioni di visioni e miracoli ed alle successive promulgazioni delle fedi ispirate da questi "eventi". Viaggiate nelle città dell'Asia e dell'Europa e vedrete gli antichi templi ancora in piedi e cattedrali del Dio cristiano dove vengono cantati i suoi inni. Visitate i musei di tutti i paesi: vedrete sculture e pitture religiose che abbagliano l'anima. Quanto sembrano grandiose queste realizzazioni: la macchina stessa della cultura dipende dal combustibile della fede religiosa. Eppure qual è stato il prezzo della fede che galvanizza i paesi e manda le armate una contro l'altra, che divide le mappe delle nazioni in vincitori e vinti ed annienta gli adoratori degli dei alieni? Ma negli ultimi secoli è comparso un miracolo vero che non ha nulla a che vedere con spiriti o apparizioni o voci celesti che annunciano a questo o quello zelota ciò che deve fare! Abbiamo visto finalmente nell'animale umano una resistenza al miracoloso; uno scetticismo nel confronto dell'opera degli spiriti o di coloro che affermano di vederli e di comprenderli e di essere interpreti delle loro verità. Abbiamo veduto la mente umana abbandonare lentamente le tradizioni della legge basata sulla rivelazione, cercare le verità etiche tramite la ragione ed un modo di vita basato sul rispetto per il fisico e lo spirituale così come vengono percepiti da tutti gli esseri umani. E con questa perdita di rispetto per il sovrannaturale, con questa mancanza di credulità in tutte le cose distaccate dalla carne, è venuta l'epoca più illuminata; perché donne e uomini cercano l'aspirazione più alta non nel regno dell'invisibile, ma nel regno dell'uomo, la cosa che è carne e spirito, visibile ed invisibile, terrena e trascendente. Il chiaroveggente e la strega non hanno più valore. Gli spiriti non possono darci nulla di più. Insomma, abbiamo superato la suscettibilità a questa follia e ci avviamo verso una perfezione che il mondo non ha mai conosciuto. Finalmente "il verbo si e fatto carne", per citare un'antica frase biblica con tutto il suo mistero; ma il verbo della ragione e la carne è il riconoscimento delle esigenze e dei desideri comuni a tutti gli uomini ed a tutte le donne.”

La regina dei dannati

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“Dicono che in Italia manchino i giocatori, ma siamo la nazione che ha vinto quattro Mondiali: in Italia i giocatori ci sono sempre stati e ci saranno di nuovo. Bisogna tornare a lavorare di più sui singoli e meno sulla tattica e sugli schemi. Oggi ci sono molti giocatori che sono polli da allevamento e questo non è un bene per il calcio. Bisogna abituare i giovani a pensare, ad avere ambizioni, senza togliergli creatività e inventiva.”

Massimiliano Allegri (1967) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Juventus, Allegri: "Qui non esistono anni di transizione" http://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/07-09-2015/juventus-allegri-accusa-in-italia-molti-giocatori-sono-polli-allevamento-13027625794.shtml?refresh_ce-cp, Gazzetta.it, 7 settembre 2015.

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“È segno non mediocre di amare la patria coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua.”

Francesco Domenico Guerrazzi (1804–1873) politico e scrittore italiano

dalle Lettere
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“L'Europa non può fare il lavoro duro al posto vostro. Siete soltanto voi, la nazione ucraina, il governo e il parlamento che può portare avanti il duro lavoro di riformare l'Ucraina, per rendere l'Ucraina una paese più benestante e più equo.”

Donald Tusk (1957) politico polacco

Origine: Citato in Ucraina-Ue: nessuna missione di pace europea nell'Est http://it.euronews.com/2015/04/27/ucraina-ue-nessuna-missione-di-pace-europea-nell-est/, Euronews.it, 27 aprile 2015.

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“Baionetta (s. f.). Strumento usato per sgonfiare l'orgoglio di una nazione.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 35
Dizionario del diavolo

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“Solo il debole ama se stesso, il forte porta nel cuore nazioni intere.”

István Széchenyi (1791–1860) politico e scrittore ungherese

Origine: Citato in Paolo Ruzicska, Storia della letteratura ungherese, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1963, capitolo XLVIII, p. 584.

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“Colui il quale legge gli esempi commoventi dell'amor materno, riferiti tanto spesso, delle donne di ogni nazione e delle femmine di tutti gli animali, può egli mettere in dubbio che il principio dell'azione non sia lo stesso in ambi i casi?”

William Whewell (1794–1866) scienziato inglese

Origine: Da Bridgewater Treatise; citato in Charles Darwin, L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/darwin/l_origine_dell_uomo_utet_1914/pdf/darwin_l_origine_dell_uomo.pdf, traduzione di Michele Lessona, Unione tipografico-editrice torinese, Torino, 1914, p. 54.

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“Metteremo insieme le varie nazioni del nostro Regno Unito. Ho sempre creduto nel governare con rispetto. In questo parlamento rispetterò la mia parola e realizzerò il più velocemente possibile la devolution che tutti i partiti hanno concordato per il Galles, la Scozia e l'Irlanda del Nord.”

David Cameron (1966) politico britannico

Origine: Citato in Cameron, un trionfo che nessuno prevedeva http://it.euronews.com/2015/05/08/cameron-un-trionfo-che-nessuno-prevedeva/, Euronews.it, 8 maggio 2015.

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“Ho sempre sostenuto che il senatore [Rand] Paul sarebbe il peggior candidato alla presidenza per i repubblicani. È ovvio che per il senatore Paul sono più importanti le sue ambizioni politiche, e la raccolta di finanziamenti, che la sicurezza della nazione.”

John McCain (1936–2018) politico statunitense

Origine: Citato in, Usa, fine del Patriot Act. Da Senato stop a legge antiterrorismo e intercettazioni http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/01/usa-addio-patriot-act-da-senato-stop-legge-antiterrorismo-e-intercettazioni-facili/1737690/, Il FattoQuotidiano.it, 1° giugno 2015.

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“Vigiak (Sorte, Foruna, Destino), che ricorda la tradizione pagana, è una delle principali feste armene, che comincia il giovedì dell'Ascensione e dura fino alla domenica di Pentecoste. Alla vigilia dell'Ascensione le ragazze del villaggio si riuniscono e scelgono fra loro una brigatella per organizzare la festa. Le prescelte prendono un'anfora di terra cotta, l'empiono d'acqua attinta a sette fonti o pozzi, ne ornano la bocca con fiori colti in sette campi diversi, poi vi gettano dentro un oggetto caro (bracciali, anelli, grani di monili o di corone, orecchini, fermagli, ecc.), facendo voti di gioia pei parenti e per l'amato, a occhi chiusi e con profondo raccoglimento. La notte dal mercoledì al giovedì, esse nascondono l'anfora in un cantuccio segreto di giardino, all'aperto, per esporla all'influsso delle stelle, e la sorvegliano, perché non sia rapita dai giovanotti, che la cercano per portarla via. Se i giovani vi riescono, le fanciulle, per riaver l'anfora, devono offrir loro gran quantità di non la rapiscano. – La domenica di Pentecoste, le ragazze si raccolgono per l'ultima volta; circondano l'anfora, e, dopo averla baciata, la mettono fra le braccia d'una di loro; poi, un'altra fanciulla, vestita da sposa, a rappresentar appunto la sposa della festa della "Vigiak", trae dal'anfora un oggetto, mentre una vecchia canta un ritornello, di felicità o di mal augurio o di burla; e così via via per ciascun oggetto gettato nell'anfora; onde le fanciulle si rallegrano o si attristano secondo il presagio lieto o triste. Nelle varie contrade dell'Armenia, la festa della Vigiak presenta qualche cambiamento; ma in tutte è deliziosamente gentile e pensosa, degna d'un popolo delle tradizioni derivate dall'India, la più poetica delle antiche nazioni.”

Domenico Ciampoli (1852–1929) scrittore e bibliotecario italiano
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“Gli statisti sono responsabili dei loro errori soltanto nel settore in cui sono preposti, cioè quello del governo, e non vanno giudicati responsabili della nazione nel suo complesso. […] Una delle manchevolezze della democrazia, è di cercare capri espiatori per la sua debolezza.”

John Fitzgerald Kennedy (1917–1963) 35º presidente degli Stati Uniti d'America

dalla tesi di laurea di Kennedy, pubblicata come saggio dal titolo Why England Slept nel 1940; citato in Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, p. 105

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“Ci è stato detto che quando avremmo avuto un presidente, avremmo visto una figura politica gigante e globale – l'uomo che sarebbe stato il leader di 500 milioni di persone, l'uomo che avrebbe rappresentato tutti noi sulla scena mondiale, l'uomo il cui lavoro sarebbe stato così importante che, naturalmente, Lei è pagato più del presidente Obama. beh, ho paura che quello che abbiamo avuto sia Lei. E mi dispiace, ma dopo la precedente performance da Lei fatta – e non voglio essere scortese – ma, sa, onestamente, Lei ha il carisma di uno straccio umido e l'apparenza di un impiegato di banca di basso grado. E la domanda che vorrei porre, che vorremmo porre noi tutti è: "Chi è Lei?" Io non mai sentito parlare di Lei. Nessuno in Europa ha mai sentito parlare di Lei! Vorrei chiederle, Presidente, chi ha votato per lei? E quale meccanismo – oh, lo so che la democrazia non è molto popolare da voi – e quale meccanismo hanno i popoli d'Europa per rimuoverLa? È questa la democrazia europea? Beh, ho la sensazione, tuttavia, che Lei sia competente, capace e pericoloso, e non ho dubbi sul fatto che è sua intenzione essere l'assassino silenzioso della democrazia europea e degli stati nazionali europei. Sembra che Lei abbia un odio per il concetto stesso degli stati nazionali – forse perché Lei proviene dal Belgio, che naturalmente è, per lo più, una non-nazione. Ma da quando ha assunto la carico, abbiamo visto la Grecia ridotta a nient'altro che a un protettorato.”

Nigel Farage (1964) politico britannico
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“Non lo dimentichiamo: esistono treni rapidi che «avvicinano» Torino (o Düsseldorf) al meridione, c'è la televisione che invia messaggi di… unità attraverso i presentatori e le acconciature delle belle annunciatrici, c'è il cinema, ci sono anche i libri e i rotocalchi (senza contare l'azione più specificamente politica dei partiti governativi e delle opposizioni)… Pure non si sfugge all'impressione che il Mezzogiorno resti ancora e in larga parte la terra solitaria e difficile, talvolta incomprensibile, che Abba e gli altri – le armi in pugno – vennero a scoprire e a «ricondurre» all'Italia vincendo, com'è noto, molte e cruente e gloriose battaglie ma in definitiva perdendo la loro guerra liberatrice. […] non è una affermazione che si faccia a cuor tranquillo, giacché resta comunque incomprensibile come un secolo così complesso di tragedie e di sommovimenti possa aver lasciato tanta parte del Mezzogiorno ferma ed estranea.
Come è possibile questo?
Se appena però ci si rifiuta di limitare il ragionamento alle modifiche più evidenti e naturali del costume meridionale (del resto molto limitate per esempio nei paesi dell'interno) e si bada invece al crescente dislivello nello sviluppo economico e culturale del sud rispetto alle altre regioni italiane (dislivello paurosamente cresciuto negli ultimi dieci anni) si deve ammettere come un dato della situazione italiana la perdurante «estraneità» del sud rispetto al resto della Nazione.
Né vi può ormai essere alcuno disposto seriamente a imputare questo ai meridionali in genere e non al blocco industriale-agrario che ha guidato secondo il proprio interesse la Nazione determinando per il Mezzogiorno una funzione e un destino coloniali.”

Aldo De Jaco (1923–2003) giornalista e scrittore italiano

da Letteratura e Mezzogiorno a cento anni dall'Unità, in Francesco D'Episcopo, «Le ragioni narrative» 1960-1961, Antologia di una rivista, Tullio Pironti Editore, Napoli, 2012, pp. 194-195. ISBN 978-88-7937-408-8

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“Puntello d'una tirannide mascherata, il sacerdozio cattolico ha ridotto la Francia dal primato delle nazioni, all'imo della scala umana.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

da A Giuseppe Mussi, Caprera, 1° gennaio 1873; p. 646
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“Ho sempre pensato che è lo Stato che crea con la spada la Nazione e non la Nazione lo Stato, poiché la Nazione è informe…”

Mario Missiroli (1886–1974) scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Bonaventura Caloro, È lo stato che crea la nazione, La Fiera Letteraria, aprile 1973.