Frasi su poesia
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“Il Paradiso dipende da noi. Chiunque voglia vive nell'Eden, nonostante Adamo e la cacciata.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

da Poesie, BUR, traduzione di Margherita Guidacci

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“Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla poesia Meditazioni sulla morte, IV, 3, 1975

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“Campioni: Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. […] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. […] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari… e così per le sillabe, e così per le lettere. […] Nell'Orlando furioso ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. (Apre il manoscritto). Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo:
«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne…»
sette parole, che bel verso! e subito
«Al bue lasciato morto dai villani…»
sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari!
[…]
Carlo: Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino.
Campioni: Ah! Perché la poesia…
Carlo: È il cardine.
Campioni: È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. Dante, cinque lettere; Ariosto, sette; Tasso, cinque; Petrarca invece otto, difatti è molle ed effeminato. Foscolo, sette; Alfieri, sette; Manzoni, sette; Leopardi, otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta?
Carlo: E come!
Campioni: Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?!”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

da La gente di spirito, Atto II, Scena IV

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“Ho creduto spento il mio focolare, | e ho attizzato la cenere…. | Mi son bruciato la mano.”

Antonio Machado (1875–1939) poeta e scrittore spagnolo

1962, da Proverbi e cantari
Poesie

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“L'intellettuale non ha scelta, salvo fra essere sé stesso o tradire sé stesso. Se pensa che la «felicità», come appare nelle definizioni fondamentali della teoria e della pratica dell'American way of life, sia preferibile, se non sospetta che la «felicità» in quasi tutte le sue forme sia il dispotismo dell'ordinario, del volgare, ha sbagliato mestiere. Queste cose sono organizzate meglio nel mondo del despota. Gli artisti, i pensatori, gli scrittori ricevono il tributo irremovibile dell'attenzione e della repressione politiche. Il KGB e lo scrittore serio sono pienamente d'accordo perché sano entrambi – anche perché agiscono entrambi in funzione di questa conoscenza – che una poesia (quando Pasternak citò il primo verso di un sonetto di Shakespeare alla presenza di uno Ždanov inviperito, per esempio), un romanzo, una scena di tragedia possono essere la centrale energetica degli affari umani, che niente è più carico di detonatori di sogni e di azioni che la parola, e soprattutto la parola che si conosce a memoria. […] Imprigionare un uomo perché cita Riccardo III durante le purghe del 1937, arrestarlo a Praga perché tiene un seminario su Kant, significa valutare esattamente l'importanza della grande letteratura e della grande filosofia. Significa onorare perversamente, ma cionondimeno onorare, l'ossessione della verità.
Quale testo, quale dipinto, quale sinfonia potrebbe scuotere l'edificio della politica americana? Quale atto di pensiero astratto ha qualche influenza? Chi se ne cura?”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

da Gli archivi dell'Eden: p. 218

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“Nella poesia v'è una somma utilità, e gioia e nobiltà, sì che colui che ne è privo non può considerarsi educato liberalmente.”

Leonardo Bruni (1370–1444) filosofo, scrittore e umanista italiano

da De studiis et litteris liber

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“Il sonno della ragione produce ministri.”

Alberto Arbasino (1930) scrittore, saggista e giornalista italiano

da Matinée: un concerto di poesia, Garzanti

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“L'Ave Maria ha ispirato la poesia, la pittura, la scultura e la musica. Nella musica l'Ave Maria suonò divina.”

Giuseppe Cesare Abba (1838–1910) scrittore e patriota italiano

da Scritti vari, Morcelliana, 1995

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“La poesia è la ragione messa in musica.”

Francesco de Sanctis (1817–1883) scrittore, critico letterario e politico italiano

Le contemplazioni di Victor Hugo, p. 459
Saggi critici

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“Si può imparare più su come scrivere poesia da Dante che da qualunque poeta inglese.”

Thomas Stearns Eliot (1888–1965) poeta, saggista e critico letterario statunitense

Origine: Da Dante.

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“E menato ncopp' 'o lietto | guardo, guardo nnanze a me… | Tengo 'o sole de rimpetto | dint' 'o core tengo a tte.”

Salvatore Di Giacomo (1860–1934) poeta, drammaturgo e saggista italiano

(da Cuntrora, Voce luntane, Tutte le poesie, Newton Compton editori, 1991)
E buttato sul letto | guardo, guardo davanti a me... | Tengo il sole dirimpetto | dentro al cuore tengo a te.
Poesie

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“Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.”

Alberto Bevilacqua (1934–2013) scrittore italiano

da La fiera Letteraria, giugno 1973

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“Morire sì, | non essere aggrediti dalla morte.”

Vincenzo Cardarelli (1887–1959) poeta e scrittore italiano

da Alla Morte nelle Poesie

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“La poesia è l'infanzia da cui a fatica emergo | è la realtà su cui finalmente svengo.”

Ennio Rega (1953) cantautore e compositore italiano

da Shaker
Lo scatto tattile

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“La natura | per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia | non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

Una volta per sempre

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“[Theodore Roethke] Aveva fama d'essere il migliore lettore di poesia in lingua inglese dopo Dylan Thomas…”

Citato in Giancarlo Vigorelli, La terrazza dei pensieri, Immordino Editore, 1967

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“Il momento del cambiamento è l'unica poesia.”

Adrienne Rich (1929–2012) poetessa e saggista statunitense

Origine: Da Images for Godard, v. 72, in The Will to Change – Norton, 1971.

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“Canto la follia di un visionario sotta la luna, muovo la poesia dentro lo svario che c'accomuna.”

Dj Gruff (1968) disc jockey, beatmaker e rapper italiano

da 1500 Lire
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“Un velo di mestizia par che avvolga la Bellezza, e non è velo, ma il volto stesso della Bellezza.”

Benedetto Croce (1866–1952) filosofo, storico e politico italiano

da La poesia, Laterza

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“Il suo peccato più grande quello di credere nella poesia come ad una religione.”

Eraldo Miscia (1920–1983) scrittore, poeta e critico letterario italiano

Profilo d'uomo

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“Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra.”

ʿUmar Khayyām (1048–1131) matematico, astronomo e poeta persiano

citato in Nâzim Hikmet, «Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra», disse Khayyam, in Poesie d'amore, traduzione di Joyce Lussu, Mondadori, 2010

“Non credo che alla Verità e alla Poesia della terra! Ah, se di mio figlio potessi farne un agricoltore!”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Don Liberato si spassa, p. 14

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“Delle città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia.”

Giovanni Pascoli (1855–1912) poeta italiano

citato in Cesare Garboli, Trenta poesie famigliari di Giovanni Pascoli, Einaudi, 1990, p. 47

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“Giacomo Leopardi? Mi piace la sua poesia perché è chiara e indecifrabile.”

Franco Scoglio (1941–2005) allenatore di calcio italiano

Origine: Palla lunga e pedalare, p. 36

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“La poesia consiste nella visione d'un particolare inavvertito, fuori e dentro di noi.”

Giovanni Pascoli (1855–1912) poeta italiano

da Il fanciullino

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“Io non sapevo che la Bibbia fosse poesia! Pensavo che non fosse altro che religione!”

Sinclair Lewis (1885–1951) romanziere e drammaturgo statunitense

Origine: Da Opera d'arte, traduzione di Mario Borsa, Arnoldo Mondadori Editore, 1954, p. 24.

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“Scrivere è il momento in cui la letteratura, la cultura e tutto ciò che sappiamo si fondono con la dimensione fisica, biologica, per consentire e concretizzare questa estroflessione, emissione di vita sotto forma di linguaggi, che chiamiamo arte, poesia. Questa è l'unica poesia viva, che a me interessa, che non mi lascia indifferente.”

Caterina Davinio (1957) poetessa, scrittrice e artista italiana

Origine: Dall'intervista Dodici domande a Caterina Davinio http://intervistadautore.blogspot.it/2012/07/dodici-domande-caterina-davinio.html, http://intervistadautore.blogspot.it, 16 luglio 2012.

“La gioventù resiste a tutto, ai re e alle poesie e all'amore. A tutto ma non al tempo.”

James Crumley (1939–2008) scrittore statunitense

da L'ultimo vero Bacio

“Io non faccio poesia. Io verticalizzo.”

Franco Scoglio (1941–2005) allenatore di calcio italiano

Origine: Citato in Giampiero Timossi, Genoa, figurine rossoblù http://www.gazzetta.it/Libri/Primo_Piano/2009/02_Febbraio/02/genoa.shtml, Gazzetta.it, 2 febbraio 2002.

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“Per me la poesia è come la vita. È memoria… Noi viviamo di memoria. Del resto gli intelligentissimi greci non avevano stabilito che la madre delle Muse era la Memoria?”

Lucio Piccolo (1901–1969) poeta italiano

Origine: Citato in Helga Marsala, Il meridiano della solitudine. Letteratura e nobiltà: un film sul poeta Lucio Piccolo e la Sicilia d'un secolo fa http://www.artribune.com/2015/11/il-meridiano-della-solitudine-letteratura-e-nobilta-un-film-sul-poeta-lucio-piccolo-e-la-sicilia-dun-secolo-fa/, Artribune.com, 21 novembre 2015.

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“Le poesie, sono altresì dei doni – doni per chi sta all'erta. Doni che implicano destino.”

Paul Celan (1920–1970) poeta rumeno

da Lettera a Hans Bender, p. 58
La verità della poesia

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“Era, il dopoguerra, un tempo in cui tutti pensavano d'essere dei poeti, e tutti pensavano d'essere dei politici; tutti s'immaginavano che si potesse e si dovesse anzi far poesia di tutto, dopo tanti anni in cui era sembrato che il mondo fosse ammutolito e pietrificato e la realtà era stata guardata come di là da un vetro, in una vitrea, cristallina e muta immobilità. Romanzieri e poeti avevano, negli anni del fascismo, digiunato, non essendovi intorno molte parole che fosse consentito usare; e i pochi che ancora avevano usato parole le avevano scelte con ogni cura nel magro patrimonio di briciole che ancora restava. Nel tempo del fascismo, i poeti s'erano trovati ad esprimere solo il mondo arido, chiuso e sibillino dei sogni. Ora c'erano di nuovo molte parole in circolazione, e la realtà di nuovo appariva a portata di mano; perciò quegli antichi digiunatori si diedero a vendemmiarvi con delizia. E la vendemmia fu generale, perché tutti ebbero l'idea di prendervi parte; e si determinò una confusione di linguaggio fra poesia e politica, le quali erano apparse mescolate insieme. Ma poi avvenne che la realtà si rivelò complessa e segreta, indecifrabile e oscura non meno che il mondo dei sogni; e si rivelò ancora situata di là dal vetro, e l'illusione di aver spezzato quel vetro si rivelò effimera. Cosí molti si ritrassero presto sconfortati e scorati; e ripiombarono in un amaro digiuno e in un profondo silenzio. Cosí il dopoguerra fu triste, pieno di sconforto dopo le allegre vendemmie dei primi tempi. Molti si appartarono e si isolarono di nuovo o nel mondo dei loro sogni, o in un lavoro qualsiasi che fruttasse da vivere, un lavoro assunto a caso e in fretta, e che sembrava piccolo e grigio dopo tanto clamore; e comunque tutti scordarono quella breve, illusoria compartecipazione alla vita del prossimo. Certo, per molti anni, nessuno fece piú il proprio mestiere, ma tutti credettero di poterne e doverne fare mille altri insieme; e passò del tempo prima che ciascuno riprendesse sulle sue spalle il proprio mestiere e ne accettasse il peso e la quotidiana fatica, e la quotidiana solitudine, che è l'unico mezzo che noi abbiamo di partecipare alla vita del prossimo, perduto e stretto in una solitudine uguale.”

1963, pp. 165-166
Lessico famigliare

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“Sì, vi lascio, vecchie mura, | dove un po' del cuore mio | con un tenero desio | attaccato resteraà.”

Francesco Gaeta (1879–1927) poeta italiano

da Sgombero, in Poesie d'amore

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“Forse, in fondo, il primo libro è il solo che conta, forse bisognerebbe scrivere quello e basta, il grande strappo lo dài solo in quel momento, l'occasione di esprimerti si presenta solo una volta, il nodo che porti dentro o lo sciogli quella volta o mai più. Forse la poesia è possibile solo in un momento della vita che per i più coincide con l'estrema giovinezza. Passato quel momento, che tu ti sia espresso o no (e non lo saprai se non dopo cento, centocinquant'anni; i contemporanei non possono essere buoni giudici), di lì in poi i giochi son fatti, non tornerai che a fare il verso agli altri o a te stesso, non riuscirai più a dire una parola vera, insostituibile…”

The Path to the Spiders' Nests
Il sentiero dei nidi di ragno, Prefazione
Variante: Forse, in fondo, il primo libro è il solo che onta, forse bisognerebbe scrivere quello e basta, il grande strappo lo dai solo in quel momento, l'occasione di esprimerti si presente solo una volta, il nodo che porti dentro o lo sciogli quella volta o mai più. Forse la poesia è possibile solo in momento della vita che per i più coincide con l'estrema giovinezza. Passato quel momento, che tu ti sia espresso o no (e non lo saprai se non dopo cento, centocinquant'anni; i contemporanei non possono essere buoni giudici), di lì in poi i giochi sono fatti, non tornerai che a fare il verso agli altri o a te stesso, non riuscirai più a dire una parola vera, insostituibile..
[Presentazione a Il sentiero dei nidi di ragno]

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“La preghiera è un'attività nobilissima. L'Abate Henri Bremond la paragonava alla poesia in un libro ('Preghiera e poesia', Rusconi 1983) che non perderò l'occasione di segnalare. E la poesia, per converso, è una forma di preghiera. Non ho nulla né contro la poesia, né contro la preghiera. Ma contro questa forma di preghiera televisiva: ecologico-alimentar-domenicale ce l'ho, qualcosa da dire.”

Beniamino Placido (1929–2010) giornalista, critico letterario e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Fratelli, pregate per la vostra linea... http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/21/fratelli-pregate-per-la-vostra-linea.html?ref=search, la Repubblica, 21 luglio 1991.

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“Il mare, com'è strano il mare, | non è che non ne senta la sua poesia ma mi fa vomitare.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da La nave, CD 2, n. 14
Far finta di essere sani

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“La pura poesia è geroglifica: decifrabile solo in chiave di destino.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Gli imperdonabili
Origine: Da Fiaba e Mistero, Parco dei cervi, p. 145.

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“Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie. Dai diciotto anni in poi, rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. E quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Origine: Dal programma televisivo La storia siamo noi, puntata Fabrizio De André – In direzione ostinata e contraria. Video http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/fabrizio-de-andre/560/default.aspx disponibile su Rai.it (00:50).