Frasi sulla ricerca
pagina 4

Marcel Proust photo

“Sorvolavo rapidamente su tutto questo, imperiosamente sollecitato, com'ero, a cercare la causa di quella felicità, del carattere di certezza con cui si imponeva, ricerca un tempo rinviata. Ora, quella causa, la presagivo paragonando tra loro quelle diverse impressioni beate e che avevano questo in comune: che avvertivo il rumore del cucchiaio sul piatto, la disuguaglianza del lastricato, il sapore della madeleine nell'attimo presente e al tempo stesso in un istante lontano, al punto di far sconfinare il passato sul presente, di esitare non sapendo in quale dei due mi trovasi; a dire il vero, l'essere che allora assaporava in me quell'impressione, la assaporava in ciò che essa aveva di comune in un giorno remoto e nel presente, in ciò che aveva di extratemporale, un essere che appariva solo quando, per una di quelle identità tra il presente e il passato, poteva trovarsi nell'unico ambiente in cui potesse vivere, gioire dell'essenza delle cose, vale a dire al di fuori del tempo. Ciò spiegava perché le mie inquietudini a proposito della mia morte fossero cessare nel momento in cui avevo riconosciuto inconsapevolmente il sapore della piccola madeleine, poiché, in quel momento, l'essere che ero stato, era un essere extratemporale, e dunque incurante delle vicissitudini dell'avvenire. Viveva della sola essenza delle cose, e non poteva coglierla nel presente dove, non entrando in gioco l'immaginazione, i sensi erano incapaci di fornirgliela; lo stesso avvenire verso cui tende l'azione la abbandona a noi. Quell'essere non era mai venuto a me, non si era mai manifestato se non al di fuori dell'azione, del godimento immediato, ogni volta che il miracolo di un'analogia mi aveva consentito di sfuggire al presente. Lui solo aveva il potere di farmi ritrovare i giorni passati, il tempo perduto, dinanzi al quale gli sforzi della mia memoria e della mia intelligenza si arenavano sempre.”

Marcel Proust (1871–1922) scrittore, saggista e critico letterario francese

pp. 2319 sg.

Cesare Pavese photo
André Gide photo

“Non ricerco la complicazione; essa è in me. Ogni gesto nel quale non riconosca tutte le contraddizioni che mi abitano, mi tradisce.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

Origine: Da Se il grano non muore.

Heinrich Böll photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Phil Brooks photo
David Hume photo

“Quasi tutti i ragionamenti in questo libro vengono ricondotti all'esperienza; e la credenza, che accompagna l'esperienza, viene spiegata soltanto come un sentimento peculiare, o una concezione vivace prodotta dall'abitudine. Né questo è tutto; quando noi crediamo che qualche cosa abbia un'esistenza esterna, o quando supponiamo che un oggetto esista un istante dopo che esso cessa di essere percepito, questa credenza non è che un sentimento della stessa specie. Il nostro autore insiste su parecchie altre tesi scettiche ed infine conclude che noi prestiamo fede alle nostre facoltà ed adoperiamo la ragione soltanto perché non possiamo farne a meno. La filosofia ci renderebbe interamente pirroniani, se la natura non fosse troppo forte su questo punto. Concluderò la logica di quest'autore dando ragione di due opinioni, che sembrano a lui peculiari, come sono, del resto, la maggior parte delle sue opinioni. Egli afferma che l'anima in quanto la possiamo concepire, non è che un sistema, una serie di percezioni differenti, di caldo e di freddo, di amore e di collera, di pensieri e di sensazioni, tutte unite insieme, ma senza alcuna perfetta semplicità o identità. Cartesio sosteneva che l'essenza della mente è il pensiero, non questo o quel pensiero, ma il pensiero in generale. Ma ciò pare del tutto inintelligibile, poiché ogni cosa che esiste è particolare, e perciò devono essere le nostre distinte percezioni particolari che compongono la mente. Dico, compongono la mente, non appartengono ad essa. La mente non è una sostanza, alla quale le percezioni ineriscano. Questa nozione è altrettanto inintelligibile di quella cartesiana secondo la quale il pensiero o la percezione in generale è l'essenza della mente. Noi non abbiamo alcuna idea di una sostanza di qualsiasi genere, perché non abbiamo alcuna idea che non sia derivata da qualche impressione e non abbiamo impressione alcuna di una qualsiasi sostanza, materiale o spirituale che sia. Noi conosciamo soltanto qualità e percezioni particolari. Come la nostra idea di un corpo, per esempio di una pesca, non è che l'idea di un particolare sapore, colore, figura, grandezza, solidità ecc., così la nostra idea di una mente non è che quella di particolari percezioni, senza la nozione di tutto quello che chiamiamo sostanza, semplice o composta che sia.
Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. Movendo di qui, potremo estendere la nostra conquista a tutte le scienze piú intimamente legate con la vita umana e procedere poi con agio a quelle che sono oggetto di pura curiosità. Non c'è questione di qualche importanza, la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell'uomo, e non c'è nessuna che possa venire risolta con certezza se prima non la padroneggiamo. Accingendoci quindi a spiegare i princípi della natura umana, noi miriamo in realtà a un sistema completo delle scienze costruito su di un fondamento quasi del tutto nuovo e tale che solo su esso possano poggiare con sicurezza.”

Trattato sulla natura umana

David Hume photo

“L'abitudine […] è la grande guida della vita umana.”

David Hume (1711–1776) filosofo e storico scozzese

Origine: Da Ricerche sull'intelletto umano, 5, 1; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013.

David Hume photo
Albert Schweitzer photo

“Non c'è niente di più negativo del risultato della ricerca sulla vita di Gesù. Il Gesù di Nazareth che si presentò come messia, annunciò il regno di Dio e morì per dare alla propria opera la consacrazione, non è mai esistito.”

Albert Schweitzer (1875–1965) medico, teologo, musicista e missionario luterano tedesco, di origine francese alsaziana

Origine: Citato in Karlheinz Deschner, Sopra di noi... niente, Ariele, 2008.

Bertrand Russell photo

“Il mondo non ha bisogno di dogmi; ha bisogno di libera ricerca.”

Why I Am Not a Christian and Other Essays on Religion and Related Subjects
Perché non sono cristiano
Variante: Il mondo non ha bisogno di dogmi, ha bisogno di libera ricerca.

Italo Calvino photo
Italo Calvino photo

“Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca d'un'espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

da Rapidità
Variante: Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca d’una espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile.

Italo Calvino photo
Italo Calvino photo
Karl Raimund Popper photo
Karl Raimund Popper photo
Karl Raimund Popper photo
Karl Raimund Popper photo
Karl Raimund Popper photo

“Se un lettore coscienzioso trova che un passaggio è oscuro, questo deve essere riscritto.”

Karl Raimund Popper (1902–1994) filosofo austriaco

da La ricerca non ha fine, traduzione e cura di Dario Antiseri, Armando Editore, 1997

Claude Adrien Helvétius photo
Jacques Maritain photo
Ernest Renan photo
Claude Bernard photo
Leon Battista Alberti photo
Cyril Connolly photo
Ludwig Wittgenstein photo

“Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare; giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

da Ricerche filosofiche, traduzione di Mario Trinchero, Einaudi, 1967

Ludwig Wittgenstein photo

“Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

da Ricerche filosofiche

Platone photo
Laurence Olivier photo
Elias Canetti photo
Carl Gustav Jung photo

“La scarpa che sta bene ad una persona sta stretta a un'altra: non c'è una ricetta di vita che vada bene per tutti.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: Da L'uomo moderno alla ricerca dell'anima.

Alfredo Bini photo

“Il cinema per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento… e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa… è per sua natura socialista in senso lato.”

Alfredo Bini (1926–2010) produttore cinematografico italiano

da Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano; citato in Corsi 2001, p. 161-162

Henri Matisse photo
Papa Giovanni Paolo II photo
Christopher Hitchens photo
Papa Francesco photo
Vincenzo de' Paoli photo
Alan Bennett photo

“La vita è […] come aprire una scatoletta di sardine. Tutti noi siamo alla ricerca della chiave.”

Alan Bennett (1934) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore britannico

da Seduti!, in Drammi e monologhi

Friedrich Schleiermacher photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
José Saraiva Martins photo

“Tuttavia, nella nostra epoca, caratterizzata dalla inclinazione e dal bisogno di visibilità, la ricerca del Volto redentore e riparatore di Cristo nell'Eucaristia trova una risposta nell'affermarsi e nel diffondersi della devozione e della spiritualità del Santo Volto.”

José Saraiva Martins (1932) cardinale e arcivescovo cattolico portoghese

Origine: da Il volto dei volti: Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2004, p.15

Norbert Leser photo
Roger Schutz photo
Tito Lívio photo

“Fama e onore vanno talvolta più facilmente a chi non li ricerca.”

IV, 57; 1997
[G]ratia atque honos opportuniora interdum non cupientibus essent.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

Tito Lívio photo

“Se nel breve momento utile a cogliere un'occasione, la cui opportunità passa e poi vola via, si esita, inutilmente si va poi alla ricerca della circostanza perduta.”

Lucio Marcio: XXV, 38; 1997
Si in occasionis momento cuius praetervolat opportunitas cunctatus paulum fueris, nequiquam mox omissam quaeras.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

Giuseppe Garibaldi photo
Giovanni Spadolini photo
Giovanni Spadolini photo
Jean-Luc Marion photo
Giuseppe Rensi photo
Cesare Beccaria photo

“Lo stile consiste nelle idee e sentimenti accessori che si aggiungono ai principali in ogni discorso.”

Cesare Beccaria (1738–1794) giurista, filosofo e economista italiano

da Ricerca intorno alla natura dello Stile; citato in Giuseppe Maffei, Storia della Letteratura, Vol. III, p. 39

Cesare Beccaria photo

“Quanto maggiore sarà il numero delle idee accessorie, tanto più crescerà la bellezza dello stile.”

Cesare Beccaria (1738–1794) giurista, filosofo e economista italiano

da Ricerca intorno alla natura dello Stile; citato in Giuseppe Maffei, Storia della Letteratura, Vol. III, p. 41

Antonin Artaud photo
Francesco Grisi photo

“La mancanza di un libro dettato da Cristo dà fatalmente il via a molte interpretazioni che, pur muovendosi intorno alla storicità del Personaggio, hanno tutte la legittimità della ricerca.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Introduzione a Vita di Gesù, p. VII

“[A proposito di Leopoldo Cassese] Primissimo storico del movimento contadino.”

Francesco Renda (1922–2013) storico, politico e docente italiano

da Trasformazione delle società rurali, in Trasformazioni delle società rurali nei paesi dell'Europa occidentale e mediterranea (secolo XIX-XX): bilancio degli studi e prospettive di ricerca. Atti del congresso internazionale svoltosi a Napoli e Sorrento dal 25 al 28 ottobre 1982, Guida Editori, 1986, p. 296 ISBN 9788870428155

Charlotte Rampling photo
Duff Cooper photo

“Per quanto riguarda l'episodio abissino, meno se parla e meglio è. Quando vecchi amici si riconciliano dopo una disputa, è sempre pericoloso andare alla ricerca delle cause prime.”

Duff Cooper (1890–1954) uomo politico britannico

1938: citato in George Orwell, Chi sono i criminali di guerra?, in Tra sdegno e passione, p. 369

Thomas Kuhn photo
Georges Charpak photo
George Steiner photo

“[Canaletto] La precisione miracolosa, la purezza incandescente del più piccolo tratto, della più piccola lineetta resteranno, in queste beate pitture, fra i più grandi raggiungimenti di una civiltà al suo culmine. Solo un pittore che era l'erede qualificato di tutta la pittura italiana, poteva arrivare a fondere in una concezione formale d'una così osata perfezione, la prospettiva italiana e l'evidenza di Vermeer. Sarà chiaro ormai come un'altra interpretazione semplicistica da scartare sarebbe quella che facesse discendere unicamente la specialissima ellissi cromatico-luminosa di Canaletto, dal suo impareggiabile virtuosismo di disegnatore e di incisore. Nella progressiva maturazione dello stile di Canaletto […] si è constatato come disegno e pittura non siano che fasi di un'unica visione: né, per il fatto che, cronologicamente, il disegno precede la pittura "finita" corrispondente, si può dedurre questa da quello. Uno era l'artista, una l'intenzione formale. La particolare ellissi stenografica non nasce per ragioni di formula disegnativa, di affidare cioè alla linea tutto il fardello dell'immagine, ma proprio per la inconfondibile necessità spaziale […], per cui luci e ombre, per determinare la visione stereoscopica, devono continuamente avanzare o retrocedere rispetto all'oggetto cui si riferiscono: dissociarsene e scaglionarsi in profondità. Donde qualsiasi modulazione chiaroscurale o plastica deve per forza essere risolta in giustapposizioni, in scaglionamenti, in trapassi secchi. È in quanto che il piccolissimo punto bianco (che poi sarà un naso o un bottone) avanza più del dovuto – per così dire – che nella totalità dell'immagine riuscirà a ristabilire il nesso spaziale, lo spessore dell'oggetto, senza bisogno di termini intermedi. Chi rimprovera ciò a Canaletto non ha capito nulla dell'altissima ricerca formale e non imitativa che ha sempre retto la sua pittura. Senza quella particolare ellissi, senza quella sottile tecnica quasi ad intarsio, né a Vermeer né a Canaletto riuscirebbe di raggiungere la loro inarrivabile spazialità, che è come uno scandaglio nel mare. Non è una spazialità affiorante, non chiede la sua valenza al medium della luce: ma si serve della luce, come per messa a punto definitiva. È in quei punti luminosi, che brillano simili a pagliette, che si ha come la riprova dell'operazione riuscita […]. Altro che naturalismo, obbiettività manuale, inerte virtuosismo ottico. E quelle vedute ideate, come le chiamò lui stesso, che arrivavano fino al capriccio di impianto, allora quasi panniniano, quanto mal celato fastidio hanno sempre dato ai suoi critici, fissi nel volerlo vedere nei suoi panni reali solo quando sembra che copi esattamente dal naturale. […] Che colpo, per chi ambirebbe farne il coscienzioso pre-impressionista, sempre in plein air.”

Cesare Brandi (1906–1988) storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano

Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, pp. 181-188.

David Grossman photo
Giovanni Nencioni photo
Giovanni Nencioni photo
Roberto Benigni photo
Roberto Benigni photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo

“La ricerca di Dio richiede quindi per intrinseca esigenza una cultura della parola.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Discorsi, College de Bernardins

Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Giovanni Semeria photo
Alain de Benoist photo
Alfred Marshall photo
Konrad Lorenz photo
Konrad Lorenz photo

“[Nella ricerca scientifica] […] ogni problema che sia dato di risolvere, nel momento stesso della sua risoluzione suscita nuovi problemi.”

Konrad Lorenz (1903–1989) zoologo e etologo austriaco

da Premessa
Io sono qui, tu dove sei?

Konrad Lorenz photo

“Da questa severa ricerca della verità deriva la forza incomparabile della scultura greca.”

Werner Fuchs (1927–2016) archeologo tedesco

citato in Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, Alessandro Nova, I luoghi dell'arte, volume 1, Electa-Bruno Mondadori, Milano 2003

Peter Singer photo
Hans Werner Henze photo

“Lo «zio Walt» è ben lontano dal fornire l'immagine di un padre comprensivo e accogliente, sebbene il mondo che egli ha ideato (e, detto per dovere di cronaca, ottenuto tramite lo sfruttamento dei propri collaboratori, sotto-pagati e costretti a turni di lavoro fino a 16 ore) rappresenti un universo che esalta i valori della tranquilla vita di campagna del Midwest protestante americano, fatta di torte di mele e di sermoni domenicali. Un universo che, nonostante sia una monumentale celebrazione dei valori tradizionali della famiglia patriarcale, possiede un «marchio di fabbrica» ben preciso, e qui forse sta il punto. Quasi tutte le opere targate Disney raccontano una storia di inclusione: un individuo, abituato ad avere sempre la peggio, in affannosa ricerca di una famiglia che lo accolga. Secondo alcuni sarebbe questo uno dei motivi per cui i gay si sono via via appropriati di un simbolo e di un personaggio che nasce da un contesto – la personalità di Walt Disney e l'azienda da questi creata – così controverso, e per certi versi ostile. Quello che le storie Disney raccontano da quasi ottant'anni è che ogni emarginato, ogni escluso ha qualcosa di buono da offrire, se solo gliene viene data la possibilità. Niente di più che il classico american dream, con animali al posto degli uomini.”

da Il topo gaio, in Il secolo gay, Diario del mese, gennaio 2006, p. 132

Roberto Perotti photo

“In tutti i paesi del mondo la ricerca vive di finanziamenti pubblici. Ci sono essenzialmente tre modi per assegnarli: criteri di opportunità politica, indici bibliometrici, o la peer review, la valutazione da parte dei pari, anonima e indipendente. Prima di assumere un docente, qualsiasi dipartimento chiederà cosa ne pensino i rappresentanti della sua disciplina sparsi per il mondo. Il capo del dipartimento manderà una ventina di e-mail ai più noti studiosi in quella disciplina, chiedendo loro di scrivere una o due pagine con una valutazione della ricerca e delle prospettive future del docente in esame, e una comparazione della sua ricerca con quella di altri studiosi della stessa età che insegnano in atenei dello stesso livello. E prima di decidere se pubblicare un lavoro, un direttore di rivista scientifica chiederà a dei referees esterni cosa ne pensano. Questi sottoporranno dei rapporti, con una valutazione dettagliata degli elementi di innovazione nel lavoro e di eventuali difetti, ed eventuali suggerimenti su come correggere questi ultimi. Il direttore della rivista deciderà quindi se accettare il lavoro, rigettarlo, oppure rimandarlo agli autori perché vi apportino modifiche, da far poi valutare nuovamente ai referees. Con questa procedura, le migliori riviste di ogni disciplina pubblicano meno del 10% dei lavori ad esse sottoposte. Infine, molti dipartimenti pagano per essere sottoposti periodicamente alla valutazione dei migliori colleghi di altri atenei che ne indichino i punti di forza e di debolezza.”

Roberto Perotti (1961) economista italiano

Origine: L'università truccata, p. 148

Robert M. Pirsig photo
Marco Aime photo