Frasi sul sole
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“Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Citato in Valeria Merlini, Fulvio Abbate, "Pier Paolo Pasolini raccontato ai ragazzi" http://archivio.panorama.it/cultura/libri/Fulvio-Abbate-Pier-Paolo-Pasolini-raccontato-ai-ragazzi, Panorama.it.

“La chiesa cattolica ha impiegato secoli a convincersi che è la Terra a girare intorno al Sole. Si rassegnerà anche all'idea che un uomo giri intorno a un altro uomo.”

Piergiorgio Paterlini (1954) scrittore e giornalista italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/paterlini/posts/10206703128681620 su Facebook, 27 maggio 2015.

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“Vidi il sole passare come un'abitudine qualunque sopra le cose sorde e distratte.”

Giovanni Comisso (1895–1969) scrittore italiano

da Al vento dell'Adriatico, Libreria Canova

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“Non ci sei più e il cielo appare vuoto | il sole stanco di far capriole | la luna ha le sue cose e le maree | impazzite ricoprono la terra. | Le stelle hanno scoperto con terrore | leggendo un libro di fantascienza | che moriranno spente oppur bruciate. | La festa del solstizio è rimandata, | di quella prima nessuno parla. | Soltanto noi restiamo a ricordarla.”

Cesarina Vighy (1936–2010) scrittrice italiana

da La seconda vita di Cesarina Vighy https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/aprile/27/seconda_vita_Cesarina_Vighy_co_9_100427094.shtml, Corriere della sera, 27 aprile 2010

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“Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai. Mi appoggiai, stanco morto a un recinto. Sul fiordo nero azzurro e sulla città, c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo, infinito, pervadeva la Natura.”

Edvard Munch (1863–1944) pittore norvegese

Origine: Dal Diario personale in Frammenti sull'arte, Abscondita, 2007, p. 48; citato in Francesco Eugenio Negro, L'uomo come opera d'arte: etica ed estetica in medicina, FrancoAngeli, 2012, p. 67 https://books.google.it/books?id=1FOUeUQoW8kC&pg=PA67. ISBN 8856844850

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“Dietro il sole, vela lontana, impallidita | all'orizzonte, cinta dal crepuscolo, | rifluisce l'anima – come l'onda notturna | col suo fruscio di spuma, nella distanza colma | di desideri indistinti.”

Villem Grünthal-Ridala (1885–1942)

da Sulla duna di sabbia, Luitel, 1908
Origine: In I canti di Willem Grünthal, Willem Grünthali laulud, 1908; in Poeti estoni, a cura di Margherita Guidacci e Vello Salo, Edizioni Abete, Roma, 1973, p. 48.

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“Forse il sole non passa attraverso il vetro senza romperlo?”

Curzio Malaparte (1898–1957) scrittore italiano

da Il Cristo proibito, p. 128

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“La religione è soltanto il sole illusorio che si muove intorno all'uomo, fino a che questi non si muove intorno a se stesso.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione

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“Torna l'avvenimento | del sole e le diffuse | voci, i consueti strepiti non porta.”

da Quasi una fantasia
Opere in versi, Ossi di seppia

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“Per tutta la mia vita adulta mi sono state mostrate delle fotografie scattate in Polonia nella meravigliosa estate del 1939: bimbi che giocano al sole, donne eleganti che passeggiano per Cracovia. Ho persino visto la foto di un matrimonio avvenuto nel giugno del 1939, nel giardino di una casetta di campagna di cui adesso sono proprietaria. Tutte queste foto sono avvolte da un certo alone tragico: sappiamo cos'è accaduto dopo. Il settembre del 1939 si portò dietro due invasioni, una da est e una da ovest, e occupazioni, caos, distruzione, genocidio. La maggior parte delle persone che partecipò a quel matrimonio morì di lì a breve oppure scappò all'estero. Nessuno di loro tornò mai più alle proprie case. Col senno di poi, tutti loro ci sembrano incredibilmente ingenui. Al posto di celebrare matrimoni non potevano semplicemente mollare tutto e prepararsi per la guerra quando ancora era possibile farlo? E adesso, nell'estate del 2014, mi tocca chiedermi: non dovrebbero fare altrettanto gli ucraini? E le popolazioni dell'Europa centrale?”

Anne Applebaum (1964) giornalista e saggista statunitense

Origine: Da War in Europe is not a hysterical idea http://www.washingtonpost.com/opinions/anne-applebaum-war-in-europe-is-not-a-hysterical-idea/2014/08/29/815f29d4-2f93-11e4-bb9b-997ae96fad33_story.html, washingtonpost.com, 29 agosto 2014; tradotto in Bisogna prepararsi a una guerra in Europa? http://www.ilpost.it/2014/08/31/guerra-putin-europa/, Il Post.it, 31 agosto 2014.

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“Credi forse che questa Terra sia la unica dimora dell'Uomo? I vostri corpi, anche se circoscritti nel Tempo e nello Spazio, sono tratti da tutto ciò che si trova nel Tempo e nello Spazio. Quanto di voi proviene dal Sole, vive nel Sole. Quanto di voi procede dalla Terra, vive nella Terra. E così con tutte le altre sfere ed infiniti spazi intermedi. Solo gli sciocchi amano credere che la Terra sia l'unica dimora dell'Uomo, e che le miriadi di corpi fluttuanti nello Spazio non siano altro che ornamenti per la sua residenza e distrazioni per i suoi occhi. La Stella del Mattino, la Via Lattea, le Pleiadi, non sono le dimore dell'Uomo meno di quanto lo sia questa Terra. Ogni volta che esse inviano un raggio al suo occhio, innalzano lui a se stesse. Tutte le volte che egli passa sotto di esse, le attira verso di sé. Tutte le cose sono incorporate nell'uomo ed egli, a sua volta, è incorporato in esse. L'universo è solo un singolo corpo. Entrate in comunione con la sua più minuta particella, e sarete in comunione con tutto. E come voi, da vivi, morite continuamente, così, da morti, vivete incessantemente; se non in questo corpo, in un altro di diversa forma. Ma voi continuerete a vivere in un corpo finché non vi dissolverete in Dio; il che è come dire, fino a quando non prevarrete su ogni mutamento. […] Il Tempo ha, come legge, la ripetizione. Una volta accaduta nel Tempo, una cosa è destinata a continue ripetizioni; gl'intervalli, nel caso dell'uomo, possono essere lunghi o brevi a seconda dell'intensità dei desideri di questi e della sua volontà per la ripetizione. Se voi, passando dal ciclo noto come vita a quello conosciuto come morte, vi porterete dietro brame inestinte per la Terra ed appetiti insoddisfatti per le sue passioni, allora la calamita della Terra vi attirerà nuovamente al proprio seno. E la Terra vi allatterà, ed il Tempo vi svezzerà, vita dopo vita e morte dopo morte, finché, consenzienti e d'accordo, non vi svezzerete da soli una volta per tutte.”

Mikha'il Nu'ayma (1889–1988) scrittore e poeta libanese

Origine: Il libro di Mirdad, pp. 133-134

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“Invitare i lettori a non leggere gli articoli di Wikipedia e a preferire loro la Treccani, la Britannica o un’altra enciclopedia, cartacea o online, ma comunque provvista di un comitato editoriale è una cosa; convincerli davvero a farlo è un’altra. Di fatto, il problema dell’autorevolezza si pone a chiunque cerchi un’informazione. E dato che chiunque cerchi un’informazione ha molte probabilità di farlo usando Google, se un articolo di Wikipedia si trova in cima alla pagina di risposta di Google, come spesso capita, allora è inevitabile che si vada poi a guardare l’articolo di Wikipedia. La battaglia da combattere quindi non è invitare a non consultare Wikipedia o cercare di convincere che sarebbe meglio non guardare Wikipedia, quanto cercare di migliorare la qualità di quello che vi si trova, dato che è lì e non altrove che è probabile che i vostri amici, figli, colleghi e studenti finiranno per guardare, e dato che Wikipedia può venir editata.
Invitare ad intervenire su Wikipedia non è certo esente da rischi; innumerevoli possibilità di inquinamento si profilano all’orizzonte: persone che scrivono elogi ai propri beniamini (inclusi se stessi) e filippiche contro i propri nemici, interventi pubblicitari, vandalismo tribale o religioso, incapacità di mettere due parole in croce, impertinenza, dilettantismo e via dicendo. Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’aneddotica invita a una certa cautela anche nel caso di enciclopedie cartacee di vecchio pelo. L’impareggiabile Edwards, luminosa enciclopedia di filosofia degli anni ’60 dello scorso secolo, avendo subappaltato le voci sulla filosofia italiana, offre al lettore una voce sull’assai marginale ‘Gallarate movement’ che tradisce la volontà del subappaltatore di dar lustro alle sue amicizie. Il Lexicon der Renaissance pubblicato nella ex Germania Orientale poco prima del crollo del Muro di Berlino può servire per un corso sulla cultura di regime della ddr e molto meno per ottenere informazioni sul Rinascimento. Più banalmente le enciclopedie, capitolazioni al tentativo di mettere ordine nel sapere imponendo l’unico registro classificatorio su cui nessuno ha obiezioni, ovvero l’ordine alfabetico, sono inevitabili specchi del loro tempo; non esistono enciclopedie perfette né metodi consensuali per generarle; non esiste un loro lettore da cima a fondo – e quando esiste, è un po’ eccentrico; sono collezioni di frammenti, legati a logiche decisionali che muovono da piani grandiosi e producono compilazioni di liste della spesa. E se servono, come servono, più a chi le scrive che a chi le legge, in quanto aiutano a mettere in forma semplice e concisa un sapere, o in quanto creano o cristallizzano identità culturali; allora la funzione addizionale di Wikipedia è che aiuta molti a chiarirsi le idee; non leggendo, ma scrivendo.”

Roberto Casati (1961) filosofo italiano

cap. Ha senso fare la guerra a Wikipedia?
Contro il colonialismo digitale

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“La giornata era di cristallo. Afferrai per le zampe il più grosso di tutti. Mi trascinò nell'aria di sole.”

Giorgio Saviane (1916–2000) scrittore italiano

pag. 35
L'inquisito

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“[.. ] la vera guerra non la combattono gli uomini, ma i cuori delle madri. E se le sofferenze patite in guerra dalle madri si accumulassero in nuvole, la terra non sarebbe mai più toccata dalla luce del sole.”

Ferenc Herczeg (1863–1954) scrittore ungherese

Origine: Da Mátyás Rojtos fa pace separata, in Novellieri ungheresi, a cura di Ignazio Balla e Aldo Borgomaneri, Edizioni Alpes, Milano, 1931, p. 107.

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