Frasi su tratto
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“Ma se Il barone non è un Entwicklungsroman ["romanzo di evoluzione"], è dubbio anche che si tratti puramente e semplicemente di un romanzo, poiché non c'è un nodo fondamentale, un avvenimento o una serie di avvenimenti decisivi che mettano alla prova il carattere dei personaggi.”

Cesare Cases (1920–2005) critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Calvino e il «pathos» della distanza, in Città aperta n. 7-8, luglio-agosto 1958, pp. 33-35; ristampato come postfazione a Italo Calvino, Il barone rampante, Mondadori, Milano, 2002. ISBN 978-88-04-37085-7

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“Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto… Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. Dice che vuole continuare a fare il testimone del suo tempo, raccontando storie, e non il protagonista di un caso personale. Intanto però soffia sul fuoco, restringe ogni spazio di mediazione, punta al carisma del martire, e dà fiato alla tromba, anzi al trombone: mi cacciano, mi spostano dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il mite Fabrizio Del Noce. Questo mostro sacro degli affari suoi dovrebbe imparare a essere più parco di aggettivi, di contumelie, di isterismi politici. Quando gli hanno negato la cattedra epistolare di Indro Montanelli al 'Corriere della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe meno le palle di uno il cui orizzonte sono le solite mille camere in cui guardava la Storia in cammino, lasciandosi a sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del giornale di via Solferino, e tanto meno a Cesare Romiti, il suo editore, quello che gli passa la mesata come succede a noi tutti e che mette i capitali per produrre e diffondere la tribuna dei suoi ricordi. Ha solo contrattato un altro posto in palinsesto, chiedendo che le sue coloriture strettamente personali, e strettamente provinciali, finissero la domenica in prima pagina. Con giubilo suo superiore a quello dei lettori, forse. Anche l'orario della sua rubrichina è tutt'altro che suo. È nostro, perché paghiamo. E di chi amministra la Rai per volontà del Parlamento (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata e lì vedremmo se davvero un Murdoch lascerebbe per 41 anni al suo posto l'omino in bianco che lava più bianco). Oltre tutto quello spazio in palinsesto è di Berlusconi, come al solito e come tutto ormai in Italia, perché è sulla sua rete ammiraglia, Canale 5, che andò in onda prima del Fatto il programma d'informazione Radio Londra, in quello stesso identico orario, ma preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichista-martire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi… È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

da Il Foglio, 23 maggio 2002

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“L'onorevole Brunetta ha una gestualità eccezionale, un volto unico, un sorriso folgorante, un'espressività meravigliosa: potenzialmente è un soggetto da cinema a luci rosse con pochissimi eguali. Questo, bando agli equivoci, non significa che sia bello, o quantomeno non si tratta di una bellezza "classica."”

Valentina Nappi (1990) attrice pornografica italiana

Ma la classe, che è altra cosa, indiscutibilmente c'è.
Origine: Da un'intervita rilasciata a Today; citato in La diva hard Valentina Nappi: «Brunetta? Perfetto per il porno» http://www.ilgazzettino.it/LEALTRE/la_diva_hard_valentina_nappi_laquo_brunetta_perfetto_per_il_porno_raquo_foto/notizie/340928.shtml, Il Gazzettino.it, 17 ottobre 2013.

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“Se non c'è giustificazione morale all'ignorare la sofferenza quando è presente — ed essa è presente nelle altre specie — che cosa dire del nostro atteggiamento nei confronti di queste altre specie? Richard Ryder, un altro collaboratore di Animals, Men and Morals, usa il termine speciesism («specismo») per definire la nostra convinzione di aver diritto a trattare i membri di altre specie in una maniera che non sarebbe ammessa per i membri della nostra stessa specie. Il termine […] rende bene le analogie tra questo atteggiamento e il razzismo. Il non razzista farà bene a tenerle presenti quando è portato a difendere il comportamento umano nei confronti dei non umani. «Non dobbiamo preoccuparci della condizione della nostra stessa specie prima di occuparci delle altre?» si chiederà, magari, il non razzista. Se sostituiamo «razza» a «specie» vediamo che si tratta di una domanda che è meglio non porsi. «È adeguata, dal punto di vista della nutrizione, una dieta esclusivamente vegetariana?» è una domanda che richiama alla mente l'argomento del proprietario di schiavi secondo cui lui e tutta l'economia del Sud sarebbero andati in rovina senza il sostegno della manodopera schiava. C'è perfino un parallelo con gli scetticismi e i dubbi circa le sofferenze degli animali, perché secondo alcuni schiavisti c'era da dubitare che i negri soffrissero nella stessa misura dei bianchi.”

Peter Singer (1946) filosofo australiano

Origine: Le sofferenze inflitte agli animali è una recensione di Singer al libro Animals, Men and Morals (1973), che costituisce una raccolta di articoli di vari autori contro le crudeltà verso gli animali.
Origine: Le sofferenze inflitte agli animali, p. 251

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“E Dottor House ha codificato l'antipatia come tratto positivamente distintivo: il protagonista è amato in quanto burbero. Proprio House è la serie più didascalica, tra quelle quasi-cattive. Al punto da essere spesso andata in testacoda, tra svolte narrative improbabili, citazioni stanche di Qualcuno volò sul nido del cuculo e financo ammicchi al musical.”

Andrea Scanzi (1974) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da I neocattivi cucinano l'anfetamina http://www.lastampa.it/2011/03/10/spettacoli/i-neocattivi-cucinano-l-anfetamina-Ptbu3NxJTvnQHYoOHcXitO/pagina.html, La Stampa.it, 10 marzo 2011.

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“L'amore è bizzarro.» A un tratto Lan parve stanco. «La cosa più bizzarra che ci sia al mondo.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Lan Mandragoran, capitolo 1
La ruota del tempo. La grande caccia

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“Nel dettare, grande è l'attenzione di A. [Adrienne von Speyr] ad evitare ogni ripiegamento sulla propria psicologia, sul godimento delle rivelazioni personali. In questo senso il suo atteggiamento è asciutto e rigoroso, diffidente dell'elaborazione di una sua dottrina e di una sua missione personale. Si tratta semplicemente di farsi canale, di eseguire e portare avanti ciò che Dio le affida, senza inquinamenti, per non sciupare i talenti che le sono confidati.”

Giulia Paola Di Nicola (1949) saggista italiana

Origine: Da Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr: Una Chiesa a due voci http://www.laici.va/content/dam/laici/documenti/donna/culturasocieta/italiano/hans-urs-von-balthasar-e-adrienne-von-speyr-una-chiesa-a-due-voci.pdf, Laici.va; pubblicato con leggere variazioni in Come Chiara e Francesco. Storie di amicizie spirituali, a cura di M. Chiaia e F. Incampo, Ancora, Milano, 2007, pp. 138-177.

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“Se c'è mai stata una sera in cui mi sono sentito come "Se suono la fottuta Give It Away ancora una volta mi cade il cazzo? Sì. Ci sono volte in cui è difficile trovare l'essenza e lo spirito di una canzone, ma in generale lo si fa per le persone. Tutto gira intorno all'essere connessi con la gente. Cerco di estraniarmi e fare del mio meglio in ogni canzone, si tratti di una canzone che ho sentito un milione di volte oppure che sia una nuova, è un veicolo per collegarsi alla gente per farla sentire meno sola al mondo.
Has there ever been a night where I've been like "If I play fucking Give It Away again my cock's gonna fall off?'”

Flea (1962) bassista, trombettista e pianista australiano

Yes. There are moments of having a hard time finding the essence and spirit of a song, but in general it's all about the people in the end. It's all about connecting with the people. I try to keep myself in a place of being completely selfless about it and doing my best to use every song, whether it's one I've heard a million times or a new one, as a vehicle for connecting with people and making them feel less alone in the world.
Origine: Citato in Rhian Daly, Red Hot Chili Peppers' Flea says playing old songs make him feel like his "cock's gonna fall off" http://www.nme.com/news/music/red-hot-chili-peppers-8-1189744, Nme.com, 28 agosto 2016.

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“Si tratta … di un problema di aspettative. Tanto più una persona ritiene che il mondo circostante sia corrotto, tanto maggiore è per lui il costo di essere onesto e tanto minore quello di essere corrotto. Lo scopo della corruzione è proprio quello di sbilanciare le regole a favore dei corruttori, a tutto svantaggio degli onesti.”

Luigi Zingales (1963) economista italiano

Origine: Da Contro la tangente la legge non basta http://espresso.repubblica.it/opinioni/libero-mercato/2014/12/10/news/contro-la-tangente-la-legge-non-basta-1.191216, L'Espresso.it, 10 dicembre 2014.

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“Porto gli stessi cenci e mangio lo stesso cibo dei bovari e degli stallieri. Considero il popolo come un fanciullo e tratto i soldati come fossero miei fratelli. I miei progetti sempre concordano [con la ragione]. Quando faccio il bene, ho sempre cura [degli uomini]. Quando mi servo delle miriadi di miei soldati, mi pongo sempre alla loro testa. Mi sono trovato in cento battaglie e non ho mai pensato se c'era qualcuno dietro me.”

Gengis Khan (1162–1227) condottiero e sovrano mongolo

da un testo del 1219 riportato su una stele taoista
Origine: Citato in Grado G. Merlo, I mongoli da Gengis khān a Tamerlano in Nicola Tranfaglia e Massimo Firpo, La storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età Contemporanea, volume II, Il Medioevo, 2, Popoli e strutture politiche, UTET, Torino, 1986, p. 561. ISBN 88-02-03989-5

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“Il M5S nei sondaggi è in ascesa, in tv sono abili, ma si tratta di un partito pauperista e giustizialista. Se vincesse sarebbe una catastrofe per l'Italia.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2016
Origine: Da una conferenza stampa per il comitato promotore della candidatura di Guido Bertolaso a Sindaco di Roma; citato in Berlusconi torna in campo per Bertolaso: "Sono come Batman, ho la corazza di kevlar" http://www.lastampa.it/2016/03/23/italia/politica/berlusconi-torna-in-campo-per-bertolaso-sono-come-batman-ho-la-corazza-di-kevlar-ypE30ncxWhj7rJqKbhpgMP/pagina.html, Lastampa.it, 23 marzo 2016.

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“Noterai che nessun animale tiene in poco conto il suo corpo o si disinteressa di esso. Anche quelli più stupidi e sciocchi, per quanto siano tardi in tutto il resto, sono ben svegli quando si tratta della loro vita.”

Lucio Anneo Seneca (-4–65 a.C.) filosofo, poeta, politico e drammaturgo romano

121, 24
Lettere a Lucilio
Origine: Citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, pp. 329-330. ISBN 88-85944-12-4

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“[Sulla Guerra civile siriana] È facile definire la strategia statunitense in Siria, anche se è più una lista dei desideri che una vera strategia. Si tratta di "contenere" il terribile gruppo Stato islamico che controlla ormai la Siria orientale e l'Iraq occidentale, oltre che rovesciare la brutale dittatura di Bashar al Assad e sostituirla con delle forze ribelli "moderate."”

Gwynne Dyer (1943) Giornalista canadese

Origine: Da Il futuro della Siria secondo la Russia http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/10/28/russia-siria-trattative, Internazionale.it, traduzione di Federico Ferrone, 28 ottobre 2015.

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“Essere felici vuol dire essere invidiati. Ora c'è sempre qualcuno che ci invidia. Si tratta di scoprirlo.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

1 luglio 1906; Vergani, p. 239
Diario 1887-1910

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“Si tratta di un autentico cult movie, tra i pochi che può vantare il cinema italiano del dopoguerra. Un'intuizione geniale è all'origine del film, che può essere definito un road movie; il confronto di due generazioni nel territorio neutro di una giornata di vacanza. La complementarietà dei caratteri dei due protagonisti è un supporto dalle solide basi. La sceneggiatura di Scola, Risi e Maccari è in perfetto equilibrio tra la commedia all'italiana e il dramma sociale, questo appena accennato con alcune allarmanti sequenze disseminate nel film e concluso nell'impietoso finale. Il cialtronesco Gassman, finalmente libero, come lui stesso ammette, dai vincoli delle caratterizzazioni, dai ghigni classicheggianti, esprime in alcune sequenze la sua dirompente fisicità. Distrugge con l'intuizione del superficiale i luoghi comuni che lo studente Trintignant si era costruito in un'intera vita, sui suoi parenti. Libera lo charme opaco di una zia del suo amico. In ogni spostamento, dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto lungo le strade della Versilia fino alla Costa Azzurra, si gioca la sua dignità e persino la sua figura di padre. la partita a ping-pong con Gora è al riguardo esemplare. L'attonito Trintignant in questa scuola dei diritti è infatti l'unico a soccombere, emblematicamente. Non pochi hanno lamentato il cambio di atmosfera dell'epilogo: un brusco risveglio dalla partitura scoppiettante di una pellicola che sembrava dover dispensare un eclettico piacere a fior di pelle. Come in La grande guerra e Una vita difficile il cinema italiano aveva trovato, se non un vero e proprio stile, un equilibrio basato su una precisa rappresentazione della società italiana, senza dover ricorrere ai macchiettoni che il depravato cinema d'oggi mostra con lugubre allegria. Il rimpianto di quel cinema è presente in ogni spettatore che abbia solo visto quei film pur non facendo parte di quella generazione. Ed ecco allora la Lancia Aurelia Sport diventare un oggetto mitico. Così come alcune battute di questi film vengono tramandate con puntuale approssimazione, ma con sincera partecipazione. Il sorpasso, al suo apparire quasi snobbato dalla critica, si è ritagliato col tempo uno spazio che appartiene di diritto alle grandi memorie del cinema.”

Il Farinotti (1951) critico cinematografico italiano

Il sorpasso, p. 1892

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