Frasi su vendita

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema vendita, essere, grande, stato.

Frasi su vendita

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“Credere che si debba essere felici per il solo fatto di vivere, pur conducendo un'esistenza orrenda, è un modo di pensare da schiavi; pensare che sia piacevole avere una vita ordinaria e confortevole, è il modo di provare emozioni degli animali; gli uomini, però, diventano ciechi pur di non vedere che non vivono e non pensano da esseri umani. La gente si agita davanti a un muro buio e sogna di comprare lavatrici elettriche e televisori, aspetta con ansia il domani anche se esso non porterà a niente. Ed è lì che compaio io, e per il solo fatto che mostro la realtà nella sua crudezza, si scatena un gran trambusto, tutti si terrorizzano, si ammazzano o compiono un doppio suicidio. Io mostro la forma esatta del tempo, come le vendite rateali o le assicurazioni, soltanto che di sicuro sono più gentile; e poi metto in evidenza il tempo che rotola, quello obliquo, quello accelerato, vale a dire il tempo reale; invece gli addetti alle vendite rateali mostrano il tempo del finto perbenismo, quello piatto, quello edulcorato.”

Variante: "Credere che si debba essere felici per il solo fatto di vivere, pur conducendo un'esistenza orrenda, è un modo di pensare da schiavi; pensare che sia piacevole avere una vita ordinaria e confortevole, è il modo di provare emozioni degli animali; gli uomini, però, diventano ciechi pur di non vedere che non vivono e non pensano da esseri umani. La gente si agita davanti a un muro buio e sogna di comprare lavatrici elettriche e televisori, aspetta con ansia il domani anche se esso non porterà a niente. Ed è lì che compaio io, e per il solo fatto che mostro la realtà nella sua crudezza, si scatena un gran trambusto, tutti si terrorizzano, si ammazzano o compiono un doppio suicidio. Io mostro la forma esatta del tempo, come le vendite rateali o le assicurazioni, soltanto che di sicuro sono più gentile; e poi metto in evidenza il tempo che rotola, quello obliquo, quello accelerato, vale a dire il tempo reale; invece gli addetti alle vendite rateali mostrano il tempo del finto perbenismo, quello piatto, quello edulcorato."
Origine: La casa di Kyōko, p. 1444

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“Bisogna che gli adolescenti ed i giovani còrsi, nella loro ricerca della dignità, non scoprano più la storia della loro regione come quella di un'oppressione[…]
Il diritto di resistenza all'oppressione è proprio uno dei diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino. Il fatto è che c'è stata oppressione, e ne restano forti tracce. […]
C'è una rivolta còrsa. Non si può sperare di affrontarla senza comprenderla. Bisognerebbe prima di tutto ricordarsi:
* Che quando Luigi XV acquistò i diritti di sovranità sulla Corsica dalla Repubblica di Genova, occorse una guerra per prender possesso del nostro nuovo dominio. La Francia vi perse più uomini che durante la guerra d'Algeria.
* Che la Corsica è rimasta (sotto) governo militare sino al XIX secolo inoltrato, con tutto quel che ciò implica in termini di legalità repubblicana.
* Che, durante la guerra 1914-1918, sono stati mobilitati in Corsica i padri di sino a sei figli, ciò che non si è mai osato fare sul continente. […]
* Che il massacro di Aleria, il 21 e 22 agosto del 1975, è stato sentito come la fine di ogni speranza di miglioramenti prodotti da trattative con il governo della Repubblica, e si è dato il segnale del ricorso alla violenza, poiché tutti i còrsi […] hanno capito benissimo che giammai una risposta simile a quella di un'occupazione avrebbe potuto aver luogo nell'Esagono. […]
* Che alla fine degli anni cinquanta, il governo creò la […]Somivac. Essa aveva l'incarico di riacquistare le terre disponibili […] di tracciarvi strade e sentieri, di portarvi l'irrigazione […] e quindi di rivenderle a contadini còrsi. I primi quattrocento lotti erano pronti alla vendita all'inizio del 1962. Da Parigi venne l'ordine di riservarne il 90% per i pieds-noirs reduci dall'Algeria. 90%, non il 15% o anche il 50%! Questa percentuale è un incitamento alla guerra civile.
* Che si fece, nel 1984, una strana scoperta. Il presidente Giscard d'Estaing, verso il 1976 o 1977, aveva preso la saggia decisione d'assicurare alla Corsica la ""continuità territoriale"", […] Sette o otto anni dopo […], l'amministrazione aveva assicurato la continuità per il trasporto di persone e di merci dall'Esagono verso la Corsica, ma non nel senso inverso! Le arance corse continuavano ad arrivare a Marsiglia con spese di trasporto più elevate di quelle che venivano da Israele. Per i vini e per la salumeria fu la morte economica.
* E che infine la Corsica, come la Martinica e Guadalupe, ha subito per molti decenni un monopolio di bandiera marittimo imposto dallo Stato, con le conseguenze asfissianti che si possono indovinare.”

Michel Rocard (1930–2016) politico francese
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“Basta fare due spicci e tutti ti leccano il culo, bidet.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Alta vendita, n. 16
Guerra e pace

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“Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch'io. […] Se dobbiamo difendere il crocifisso come "arredo", tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una "tradizione" (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta "civiltà ebraico-cristiana" (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno "scandalo" sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo – l'ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. […] Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Ma io difendo quella croce, 5 novembre 2009
Il Fatto Quotidiano

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“Il tempio è sacro perché non è in vendita.”

(da Canto XCVI)
The temple is holy because it is not for sale.
Cantos

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“Dopo 40 anni di onorata carriera, di cui 26 con gli Avion Travel, vorrei farmi un piccolo regalo: vorrei fare un disco di chitarra, però, senza metterlo in vendita. Vorrei regalarlo a tutte quelle persone che mi hanno permesso, con la loro stima e il loro affetto, di fare il mestiere che tuttora faccio… il chitarrista.”

Fausto Mesolella (1953–2017) chitarrista, compositore e arrangiatore italiano

Origine: Citato in Giulia Fresca, Intervista a Fausto Mesolella il chitarrista con gli occhi calabresi, Il quotidiano della Calabria, 3 novembre 2007.

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“Noi attori siamo professionisti e non immagini da poster. Ho scoperto che sono in vendita a 16 dollari su un calendario e la cosa non mi ha rallegrato. Non vorrei ritrovarmi incollato, in camice da pediatra o in tuta da Batman, ai vetri di qualche camion guidato da una donna.”

George Clooney (1961) attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Grassi Giovanna, George Clooney: macche' sexy, non sono una Barbie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/30/George_Clooney_macche_sexy_non_co_0_97113011488.shtml, Corriere della Sera, 30 novembre 1997, p. 35.

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“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”

Giugurta: sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL
Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.

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“È un volantino. Per una vendita all'incanto di attrezzi agricoli usati e sacchi di concime! Avrà luogo al consorzio di San Maurizio – Dio sa dov'è quel buco – martedì prossimo. Cento copie. Che verranno affisse sulla porta del cesso esterno di qualche fattoria o buttate nel fosso più vicino. E lei si preoccupa per un accento!»
«Disperatamente. Sa cosa insegna la Cabala? Che tutto il male, tutte le sofferenze dell'umanità provengono dallo sbaglio di uno scrivano pigro o incompetente che sentì male, o trascrisse erroneamente, un'unica lettera, un'unica e sola lettera nel Testo Sacro. Ogni orrore successivo ci è pervenuto tramite e a causa di quell'unico erratum. Non lo sapeva, vero? […] È proprio qui che conta, più che mai in passato. Agire diversamente è segno del più profondo disprezzo. Disprezzo per quelli che non si possono permettere di sfogliare un'edizione di lusso, che non vedranno mai un foglio di carta di qualità o dei caratteri artigianali. Disprezzo per quelli cui Dio, sì, Dio!, ha concesso il diritto di avere un volantino senza pecche, anche per una svendita di concime! È proprio per quelli che vivono in qualche sperduto buco di campagna, nei bassifondi, che dovremmo produrre il lavoro migliore. Perché qualche scintilla di perfezione penetri nelle loro vite sconsolate. Non capisce quanto disprezzo ci sia in un accento sbagliato o in un trattino fuori posto? Come se lei sputasse su un altro essere umano.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

cap. X, pp. 76 sg.
Il correttore

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“Niente, né l'aumento delle vendite né vedere la tua foto su un giornale, vale quanto poter camminare a testa alta.”

Jack White (1975) cantante, polistrumentista e produttore discografico statunitense

da un'intervista a The Age, 27 maggio 2007

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“Silenzio, comincia la trasmissione. Appare sul teleschermo un signore giovialotto, cordialotto, il Luigi Silori di cui sopra. Presso di lui c'è la simpatica attrice Carla Bizzarri, pronta a dare la mano. Silori, con voce baritonale: "Cominciamo col libro della settimana. Questa volta è un libro di viaggi. Va a ruba. Ha un successo di vendita strepitoso. Eccolo qua." Prende dalla scrivania un volume, lo esamina, lo mostra ai telespettatori. Con voce baritonale: "S'intitola Orario generale delle Ferrovie dello Stato". È un'operetta preziosa, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di qualsiasi persona colta; si raccomanda per la sua veste e il suo contenuto, e non soltanto ai bibliofili, ai cultori del libro come oggetto d'arte. Ma del resto, adesso parleremo con l'editore che abbiamo voluto ospite nostro questa sera perché ci parli di questa sua creatura."
Entra il signor Pozzo (o il signor Grippaudo). Silori, con voce baritonale: "Caro Pozzo (o: caro Grippaudo), noi vorremmo sapere da lei quali sono gli intendimenti artistici perseguiti da questa fortunata opera letteraria." "Le dirò, riguarda lo sviluppo della cultura differenziata da caso a caso.”

Achille Campanile (1899–1977) scrittore italiano

... ] "E mi dica, i ritardi?" "I ritardi no, non sono indicati. C'è comunque un'edizione integrale e ci sono delle edizioni ridotte." "Direi quasi regionali. A carattere etnografico?" "Direi di sì. Direi di sì." "Ed è un libro che va molto?". "Direi che è una delle opere più vendute." "Un best seller, insomma.". (da La televisione spiegata al popolo, 1989, Bompiani)

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“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

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“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”

Giugurta (-160–-104 a.C.) re di Numidia

citato in Tito Livio, sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
Attribuite
Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.

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“Beppe Grillo ha grandi meriti da artista e da uomo d'informazione. Ha anticipato lo scandalo Parmalat e raccontato per anni un pezzo di potere che quasi nessuno, sui media, ha saputo o voluto raccontare al pubblico. Per questo la svolta da predicatore è ancora più imbarazzante. Si è messo anche lui in fila a vendere complotti. La vendita di complotti è un'attività semplice e redditizia. Piace molto al pubblico perché lava i peccati del mondo. È bello farsi raccontare da Grillo che i motori all'idrogeno sono pronti ed è soltanto la volontà assassina di tre o quattro petrolieri a impedirne il commercio. È una bufala scientifica ma ci permette di tornare a casa sulla Suv senza sensi di colpa. Il pubblico americano ha arricchito qualsiasi teorico del complotto intorno all'11 settembre, per quanto ridicole fossero le prove concrete. Michael Moore è diventato un divo spiegando che le guerre in Medioriente sono il frutto di un piano studiato a tavolino da due famiglie, Bush e Bin Laden. Purtroppo il vero complotto è ordito dai due terzi della popolazione statunitense, duecento milioni di persone, che si ostinano a consumare ogni anno un terzo delle merci mondiali, senza neppure riuscire a pagarle, e dieci volte l'energia usata dal miliardo e trecento milioni di cinesi. Hanno enorme successo i romanzi sulla mafia che narrano di spietati padrini e ignobili protettori politici. Ma da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in poi si sa benissimo che il problema della mafia non sono i clan ma la borghesia mafiosa. Nessuna oligarchia, per quanto spietata, può reggere a lungo senza intercettare grandi flussi di consenso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“I computer e internet in pratica stanno distruggendo il copyright come pure il monopolio del produttore [di musica e di letteratura], e di conseguenza avranno probabilmente un effetto negativo sulle vendite.”

Eric Hobsbawm (1917–2012) storico e scrittore britannico

cap. 2, Dove vanno le arti?
La Fine della Cultura. Saggio su un secolo in crisi d'identità

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“Nizza e Savoia furono vendute per la viltà di chi governava l'Italia, ma tale vendita non si sarebbe realizzata col voto senza i preti.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Il Prete; p. 889
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“Simone de Beauvoir che scrive la leggenda di Sartre, scolpendo la statua del grand'uomo, sacrificando tutta la verità alla mitologia, fornisce la versione parigina e quindi francese, e quindi europea, e quindi mondiale, della vicenda. Ne, scrive: “Di fronte a un vasto pubblico egli (Camus) dichiarò: “amo la Giustizia, ma prima di essa difenderò mia madre” il che significava mettersi dalla parte dei. Il peggio era che al tempo stesso dava a intendere che si manteneva al di sopra della mischia, avvallando così quanti desideravano ocncilaire questa guerra e i suoi metodi con l'umanesimo borghese.”
È lo stesso libro in cui la liberazione di Sartre dallo stalag nell'aprile del 1941, dovuta probabilmente a un intervento del filo nazista Drieu la Rochelle, si trasforma in un'evasione; in cui la partecipazione di Sartre alla rivista collaborazionistadurante la guerra viene presentata come un errore commesso una sola volta nel 1941, (mentre sappiamo che in realtà ancora nel settembre del 1943 il filosofo entra a far parte di una giunta organizzata dal giornale e il 5 febbraio del 1944 scrive l'elogio funebre di quel Giradoux che aveva celebrato le virtù del Reich nazista), e varie altre verità sulla Resistenza della famosa coppia.
Camus paga per la rettitudine, per l'integrità, per la correttezza delle proprie battaglie, paga per l'onestà, per la passione nei confronti della verità, paga per aver partecipato alla Resistenza quando molti avevano resistito così poco, paga per i propri successi, per le vendite formidabili dei propri libri, paga per il talento e paga, ovviamente, per il Nobel, paga per il fatto di non essere corruttibile, di non aver bisogno di mentire quando si è trattato di tracciare la retta via, paga per la giovinezza, la bellezza, il successo con le donne, paga per la vita filosofica che suona come un rimprovero di fronte all'esistenza di tanti falsari, paga per la fedeltà all'infanzia passata in mezzo alla gente umile, paga per non aver tradito e venduto niente, paga per essere entrato con effrazione, lui figlio di povera gente, nel mono bene di Saint-Germain-des-Prés, paga per aver scelto la Giustizia, la libertà e il popolo in un universo di intellettuali affascinati dalla violenza, dalla ferocia e dalle idee, paga per essere un autodidatta riuscito, paga per aver scritto lui, figlio di un'analfabeta, libri che non avrebbe mai dovuto scrivere perché riservati all' élite, paga perché a fare da legge, sono il risentimento, l'invidia, l'astio e la gelosia.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese
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“Artù andò alla porta della fucina, la spalancò e fissò il cortile. Niente vi si muoveva, a parte i soliti cani. Si voltò.
- Sei un uomo onesto, figlio - ammise a malincuore. - Un uomo onesto. Sono orgoglioso di te. Ma hai un'idea troppo buona del mondo. C'è il male là fuori, il vero male, e tu non ci credi.
- Tu ci credevi, quando avevi la mia età?
Artù riconobbe con un mezzo sorriso l'acutezza della domanda. - Quando avevo la tua età, credevo di poter rifare il mondo. Credevo che il mondo avesse bisogno solo d'onestà e di gentilezza. Credevo che il trattare bene la gente, il mantenere la pace e il praticare la giustizia sarebbero stati ricompensati con la gratitudine. Credevo che il bene avrebbe annullato il male.
Rimase pensieroso per qualche attimo. - Forse pensavo che le persone fossero simili ai cani e che, offrendo loro abbastanza affetto, sarebbero state docili - riprese, amaro. - Ma le persone non sono cani, Gwydre, sono lupi. Un re deve governare migliaia di ambiziosi e ognuno di loro inganna. Sarai adulato e, alle tue spalle, deriso. Ti giureranno fedeltà eterna e intanto trameranno alle tue spalle.
Scrollò le spalle. - E se sopravviverai ai complotti, un giorno avrai la barba grigia come me, guarderai la tua vita e ti accorgerai di non aver realizzato niente. Un bel niente. I bambini da te ammirati in braccio alle madri saranno cresciuti e diventati assassini, la giustizia da te imposta sarà in vendita, la gente da te protetta sarà ancora affamata e il nemico da te sconfitto minaccerà ancora i confini.
Parlando, era diventato sempre più furioso. Ora con un sorriso addolcì la collera. - É questo che vuoi?
Gwydre lo guardò negli occhi. Pensai per un attimo che avrebbe esitato o forse discusso con il padre, invece diede ad Artù una buona risposta.
- Quello che voglio, padre, è trattare bene le persone, dare loro la pace e offrire loro giustizia.”

La spada perduta

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“[Su Carla Bruni] Da sempre simpatica come un'invasione di cavallette nel giorno del tuo matrimonio, la Bruni ci ha già deliziato con le sue canzoncine profonde come quelle di Katia Svizzero. Adesso in tv esegue due brani, accompagnandosi alla chitarra come una Joan Baez più avezza ai salons de beauté che ai campus universitari. Ha una vocina che sembra una fuga di gas. Precisa che i ricavati delle vendite andranno tutti in beneficienza. Ma la vera opera di bene sarebbe smettere di cantare.”

Tommaso Labranca (1962–2016) scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Carlà, 05/2009
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Variante: [... ] Da sempre simpatica come un’invasione di cavallette nel giorno del tuo matrimonio, la Bruni ci ha già deliziato con le sue canzoncine profonde come quelle di Katia Svizzero. Adesso in tv esegue due brani, accompagnandosi alla chitarra come una Joan Baez più avezza ai salons de beauté che ai campus universitari. Ha una vocina che sembra una fuga di gas. Precisa che i ricavati delle vendite andranno tutti in beneficienza. Ma la vera opera di bene sarebbe smettere di cantare. (Carlà)

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