Frasi sull'arte
pagina 6

Epitteto photo
Zygmunt Bauman photo
Giorgio Gaber photo

“L'appartenenza | è un'esigenza che si avverte a poco a poco | si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Canzone dell'appartenenza, n. 6
Gaber 96/97

Giorgio Almirante photo

“Sto a Montecitorio dal 1948, da più di trent'anni. Il Msi si è trasformato, da quel nucleo iniziale di reduci del fascismo. Ormai fa parte stabilmente della geografia politica dell'Italia repubblicana. È stato un processo lento e difficile. Bene: ma lei crede davvero che io possa pensare di chiudere la mia carriera, la mia vita politica, facendo il becchino di un partito che muore perché una generazione si spegne per motivi anagrafici e un'altra perché chiusa in galera? Crede davvero che sia così miserabile da avere questa ambizione da nostalgico rincoglionito? […] Le dirò di più: io non voglio morire da fascista. Tanto che sto lavorando per individuare e far crescere chi dovrà prendere le redini del Msi dopo di me. Giovane, nato dopo la fine della guerra. Non fascista. Non nostalgico. Che creda, come ormai credo anch'io, in queste istituzioni, in questa Costituzione. Perché solo così il Msi può avere un futuro. Altrimenti è costretto a sparire. Capisce perché sono così deciso nel negare qualsiasi legame con chiunque abbia messo la bomba di Bologna? È un nemico anche del Msi.”

Giorgio Almirante (1914–1988) politico italiano

a microfono spento, a seguito dell'intervista Daniele Protti, per Il Lavoro, settembre 1980; citato in Daniele Protti, Almirante: «Non voglio morire da fascista» http://www.corriere.it/europeo/politica/2009/03/protti-intervista-almirante_e08a8364-07ed-11de-805b-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera.it, 3 marzo 2009

Leiji Matsumoto photo
Rino Gaetano photo

“[Sulla parte finale di Nuntereggae più] È uno sfottò come un altro per dire: "Vabbè, visto che vi ho detto 'ste cose, visto che tanto la canzone non fa testo politico, la canzone non è un comizio, il cantautore non è Berlinguer né Pannella, allora a questo punto hanno ragione quelli che fanno solo canzoni d'amore."”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

Variante: È uno sfottò come un altro per dire: "Vabbè, visto che vi ho detto 'ste cose, visto che tanto la canzone non fa testo politico, la canzone non è un comizio, il cantautore non è Berlinguer né Pannella, allora a questo punto hanno ragione quelli che fanno solo canzoni d'amore".
Origine: Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, p. 41

Rino Gaetano photo
Oriana Fallaci photo
Caparezza photo
Al Pacino photo
Vittorio Sgarbi photo

“Le opere d'arte, inermi, nella loro fragilità sono come persone, sono come donne e bambini, perché nella materia tramandano l'anima degli artisti, che in esse continuano a vivere.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da un articolo https://www.facebook.com/notes/vittorio-sgarbi/questo-%C3%A8-il-momento-di-piangere-le-critiche-non-servono-distinguere-le-opere-dar/1210683975654674?qid=6323157271028313880&mf_story_key=-9047415608244677899 del 25 agosto 2016
Da Facebook.com

Francesco Guccini photo

“Il porno è una cosa seria. È molto più seria di quanto dicano e io potrei tranquillamente tenere lezioni all'università. È arte pura. […] In occasione dell'Isola dei Famosi un brillante giornalista italiano ha parlato della masturbazione come fosse una malattia, invece è una di quelle cose che Dio ci ha dato e di cui gli siamo grati. Anche io mi masturbo davanti a un film porno. Chi non l'ha mai fatto è un degenere, anche se li guardo solo per completare la ricchezza del mio patrimonio conoscitivo.”

Giampiero Mughini (1941) scrittore e opinionista italiano

Origine: Dalla trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Giampiero Mughini: "Il porno è una cosa seria. Chi non si masturba è un degenere. Ho una collezione di 20 cassette hard" http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11773414/Giampiero-Mughini---Il-porno.html, Libero quotidiano.it, 30 marzo 2015.

Fabio Volo photo

“Ricordati che vivere è l'arte di diventare quelli che si è già.”

Origine: Il tempo che vorrei, p. 156

“Acqua lontana non spegne fuoco vicino.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 243
Origine: Dialoghi Piacevoli, Del Prencipe di Valacchia, p. 39

Søren Kierkegaard photo
Dalai Lama photo

“Il nostro nemico è il nostro più grande maestro.”

Dalai Lama (1935) 14º Dalai Lama e Premio Nobel per la Pace 1989

libro L'arte di essere pazienti

Wolfgang Amadeus Mozart photo
Jim Morrison photo

“La suprema arte è la poesia, poiché ciò che ci definisce come esseri umani è il linguaggio.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Origine: Versi poetici e dichiarazioni di guerra, p. 20

Jim Morrison photo
Richard Wagner photo
Franz Liszt photo
Jean Jacques Rousseau photo
Gustave Courbet photo
Edgar Degas photo

“L'arte non è ciò che vedi tu, ma ciò che consenti agli altri di vedere.”

Edgar Degas (1834–1917) pittore e scultore francese

da Figures in Motion

Pierre-Auguste Renoir photo
Leonardo Da Vinci photo
Vincent Van Gogh photo

“Più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore… con quanta minor fatica si sarebbe potuto vivere la vita, invece di fare dell'arte.”

Vincent Van Gogh (1853–1890) pittore olandese

Origine: Da una lettera al fratello Theo, 29 luglio 1888; citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, E liberaci dal male oscuro, TEA, Milano, 2009, p. 478. ISBN 978-88-502-0209-6

Winston Churchill photo
Abbé Pierre photo
Adolf Hitler photo

“Le opere d'arte che richiedono una quantità esagerata di spiegazioni non capiteranno più tra le mani dei cittadini tedeschi.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

citato in Corriere della sera, 17 ottobre 2004

Sigmund Freud photo
Erich Fromm photo
Luciano De Crescenzo photo
Woody Allen photo

“È assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla televisione.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

Origine: Citato in Franco Fontanini, Piccola antologia del pensiero breve, Liguori Editore, 2007. ISBN 978-88-207-4128-0

Giordano Bruno photo

“Di qui la nota sentenza di Ippocrate: Il più efficace dei medici è quello in cui molti hanno fede, in quanto liga molti, o coll'eloquio, o con l'aspetto, o con la notorietà. Ciò riguarda non solo il medico, ma anche ogni genere di mago, e quale che sia il titolo di potere, perché chi opera ligature difficilmente con altri mezzi potrà suscitare l'immaginazione.
Ed i teologi credono ed ammettono e predicano su colui che per sé può compiere ogni cosa, ma che non era in grado di curare quelli che non avevano fede in lui, e l'esauriente spiegazione di simile impotenza va riportata all'immaginazione, che egli non fu in grado di ligare; i famigliari, infatti, cui la sua modesta origine ed educazione erano note, spregiavano ed irridevano il medico e il profeta: di qui il proverbio Nessun profeta è riconosciuto nella sua terra.
È dunque più facile, per qualcuno, ligare colui che è meno noto, per mezzo dell'opinione e della disponibilità della fede, per la quale la potenza dell'anima si predispone in una certa maniera, si apre, si esplica, come se, per accogliere il sole, aprisse finestre che in altro frangente manterrebbe sigillate, e vien dato accesso a quelle impressioni che l'arte del ligatore esige, onde imporre successive ligature, come la speranza, la compassione, il timore, l'amore, l'odio, l'indignazione, l'ira, la gioia, la pazienza, lo spregio della vita, della morte, della fortuna, e tutti gli altri affetti, le cui forze dall'anima trasmigrano nel corpo, per modificarlo.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

2000, pp. 91-93

Giordano Bruno photo

“Questo è il programma della magia di Giordano Bruno per il quale "non essendoci nell'universo parte più importante dell'altra" non è concesso all'uomo quel primato, prima biblico e poi cartesiano, che lo prevede "possessore e dominatore del mondo", ma semplice "cooperatore dell'operante natura (operanti naturae homines cooperatores esse possint)". Questa differenza è decisiva perché smaschera quella sotterranea parentela che, al di là delle dispute, lega la tradizione cristiana all'agnosticismo scientifico. L'una e l'altro infatti condividono la persuasione che l'uomo, disponendo dell'anima come vuole la religione o della facoltà razionale come vuole la scienza, è, tra gli enti di natura, l'ente privilegiato che può sottomettere a sé tutte le cose. A questa enfatizzazione cartesiana del soggetto (Ego cogito) preparata dalla tradizione giudaico-cristiana (per la quale l'uomo è immagine di Dio e quindi nel diritto di dominare su tutte le cose), Giordano Bruno contrappone un percorso radicalmente diverso da quello che caratterizzerà per secoli il pensiero europeo. Non il primato dell'uomo, ma il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dai vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell'"invisibile armonia", è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla scienza matematica che si alimenta della progettualità umana, sia alla religione che, se da un lato subordina l'uomo a Dio, non esita a considerarlo, fin dal giorno della sua cacciata dal paradiso terrestre, dominatore di tutte le cose.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Umberto Galimberti
la Repubblica

Neil Gaiman photo
Hermann Hesse photo

“Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Da Klein e Wagner.

Hermann Hesse photo

“Perciò mi sembra che si debba coltivare l'arte del regalare anche alle cose belle che ci sono vicine e abituali, l'amore e la venerazione che riserviamo a quelle lontane e remote.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Da Il vagabondo, in L'azzurra lontananza, a cura di L. Guidi Buffarini, traduzione di Luisa Coeta, SugarCo Edizioni 1985.

Hermann Hesse photo
Franz Kafka photo

“La nostra arte è un essere abbagliati dalla verità: vera è la luce sul volto che arretra con una smorfia, nient'altro.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

63; 2004
Aforismi di Zürau

Franz Kafka photo
Gabriele d'Annunzio photo
Paulo Coelho photo
Paulo Coelho photo
Charles Baudelaire photo

“Una passione sfrenata per l'arte è un cancro che divora ogni altra cosa.”

Charles Baudelaire (1821–1867) poeta francese

da L'Arte Romantica

Charles Baudelaire photo
Oscar Wilde photo

“Il cinismo è semplicemente l'arte di vedere le cose come sono, non quali dovrebbero essere.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Aforismi

Johann Wolfgang von Goethe photo

“La tecnica alleata alla mancanza di gusto è la più terribile nemica dell'arte.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
Johann Wolfgang von Goethe photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Marcel Proust photo
Marcel Proust photo
Marcel Proust photo
Giovanni Papini photo
Samuel Butler photo
Joseph Conrad photo

“Un'opera che aspiri, per quanto umilmente, alla condizione di arte, dovrebbe portare in ogni riga la propria giustificazione.”

Joseph Conrad (1857–1924) scrittore polacco

Origine: Dalla prefazione a Il negro del "Narciso"

Albert Camus photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Helen Keller photo
Groucho Marx photo

“Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me.”

Groucho Marx (1890–1977) comico

dimissioni di Groucho dal Friar's Club di Hollywood

Marilyn Monroe photo
Pierre Joseph Proudhon photo
Giacomo Leopardi photo
Giacomo Leopardi photo

“L'arte non può mai uguagliare la ricchezza della natura.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

189; 1898, Vol. I, p. 294

Giacomo Leopardi photo
Richard Feynman photo
Christiaan Barnard photo
Chiara Lubich photo
Thomas Merton photo
Boris Leonidovič Pasternak photo
Francesco Guccini photo
John Fitzgerald Kennedy photo
Tom Regan photo
Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
Jerome Klapka Jerome photo

“Nei parchi tedeschi, ci sono panchine speciali, che portano la scritta 'soltanto per adulti', e il bambino tedesco, anche se ha voglia di sedersi, leggendo quel cartello passa oltre a va a caccia di una panchina sulla quale ai bambini sia permesso di riposare; là siede stando ben attento a non toccare il legno con le scarpe infangate. Ve l'immaginate una panchina in Regent's Park su cui spiccasse la scritta 'Soltanto per adulti'?… Tutti i bambini per un raggio di cinque chilometri arriverebbero di corsa per occuparla, e cercherebbero di sloggiare gli altri che vi fossero già seduti. E nessun adulto riuscirebbe mai ad arrivare nemmeno in vista della panchina a causa della gran folla di bambini. Il bambino tedesco che, senza rendersene conto, si sieda su una di quelle panchine, salta su con un balzo, non appena qualcuno gli fa notare il suo errore, e se ne va a capo chino, arrossendo sino alla radice dei capelli, per la vergogna e il rimorso. in Germania, le strade di campagna sono fiancheggiate da alberi da frutta. Non c'è niente che impedisca ai ragazzi di raccogliere e mangiare la frutta, eccetto la voce della coscienza. In Inghilerra un simile stato di cose provocherebbe l'indignazione generale; i bambini morirebbero di colera a centinaia per le conseguenze di un'eccessiva ingestione di mele agre e noci acerbe. L'opinione pubblica reclamerebbe che gli alberi venissero recintati e, in tal modo, resi innocui. Ma in Germania un ragazzo è capace di percorrere chilometri e chilometri per una strada solitaria fiancheggiata da alberi da frutta per andare a comprarsi un soldo di pere al paese situato in fondo la strada. In Germania non è permesso mettersi in maschera per le strade. Uno scozzese di mia conoscenza che era andato a passare l'inverno a Dresda, sprecò i primi giorni della sua permanenza in discussioni con le autorità. Gli domandarono perché andasse vestito a quel modo. Lo scozzese non era un tipo cordiale, e rispose che non poteva circolare nudo. I funzionari vollero sapere perché andasse vestito così. Rispose che lo faceva per stare caldo e coperto. Gli dissero francamente che non gli credevano, e lo rimandarono a casa con una carrozza chiusa. Adesso in genere hanno fatto l'abitudine al turista inglese; però a un signore del Leicesteshiere, invitato un giorno alla caccia da alcuni ufficiali tedeschi, capitò, apparendo sulla porta dell'albergo, di essere prontamente acciuffato e condotto in questura, affinché desse spiegazioni sulla frivolezza della propria tenuta.”

Jerome Klapka Jerome (1859–1927) scrittore e giornalista britannico
Papa Giovanni Paolo I photo
Henri Matisse photo

“L'arte imita la natura; per questo carattere di vita che un lavoro creativo conferisce all'opera d'arte.”

Henri Matisse (1869–1954) pittore, incisore, illustratore e scultore francese

Occorre guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino

Papa Giovanni Paolo II photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo

“Da qualche parte, dietro la baracca di Bill, una radio accesa dopo il lavoro aveva cominciato a cantare di fato e di follia, e lei era lì, con la sua bellezza distrutta, le mani strette e le vene in rilievo, da adulta, e le braccia bianche con la pelle d'oca, e le orecchie appena concave, e le ascelle non rasate, era lì (la mia Lolita!), irrimediabilmente logora a diciassette anni, con quel bambino che già sognava, dentro di lei, di diventare un pezzo grosso e di andare in pensione intorno al 2020 – e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo. Di lei restava soltanto il fievole odor di viole, l'eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo, con grida così forti; un'eco sull'orlo di un precipizio fulvo, con un bosco lontano sotto il cielo bianco, e foglie marrone che soffocano il ruscello, e un solo ultimo grillo fra le erbacce secche… ma grazie a Dio io non veneravo soltanto quell'eco. Ciò che solevo vezzeggiare fra i tralci intricati del mio cuore, mon grand péché radieux, si era ridotto alla propria essenza; il vizio sterile ed egoista, quello lo cancellai e lo maledissi. Potete anche schernirmi e minacciare di far sgombrare l'aula, ma finché non sarò imbavagliato e mezzo strangolato urlerò la mia povera verità. Insisto perché il mondo sappia quanto amavo la mia Lolita, quella Lolita, pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro, ma sempre con gli occhi grigi, sempre con le sopracciglia fuligginose, sempre castano e mandorla, sempre Carmencita, sempre mia; Changeons de vie, ma Carmen, allons vivre quelque part où nous ne serons jamais séparés; Ohio? Le plaghe desolate del Massachussets? Non importa, anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato… anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua giovane voce rauca, Lolita mia.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

1993

Papa Francesco photo
Charlotte Brontë photo
Charlotte Brontë photo
Anna Frank photo
Herbert Hoover photo

“Gran professione quella dell'ingegnere!
Con l'aiuto della scienza ha il fascino di trasformare un pensiero in linee di un progetto per realizzarlo poi in pietra o metallo o energia. Quindi creare lavoro e case per gli uomini elevando il tenore di vita e aggiungendone conforto.
Questo è il grande privilegio dell'ingegnere e anche il grande rischio perché le sue opere, a confronto di quelle di altri uomini e professionisti, sono all'aperto, sotto lo sguardo di tutti.
I suoi atti – passo, passo – sono di dura materia.
L'ingegnere non può seppellire i suoi errori nella tomba come i medici; né può trasformarli in aria sottile o darne colpa ai giudici come gli avvocati. Egli non può coprire i suoi insuccessi con alberi o rampicanti come gli architetti, né, come i politici, riversare gli errori sugli oppositori sperando che la gente dimentichi. L'ingegnere, semplicemente, non può negare quello che ha fatto e viene condannato se l'opera non regge.
D'altra parte, in contrasto con quella dei medici, la sua non è vita in mezzo ai deboli, né la distruzione è il suo scopo, come per i militari, e le contese non sono il suo pane quotidiano come per l'avvocato.
All'ingegnere compete rivestire di vita, conforto e speranza lo scheletro della scienza.
Con il passare degli anni senza dubbio la gente, se mai lo ha saputo, dimentica l'ingegnere che ha costruito. Qualche politico avrà posto il suo nome o quella sarà stata attribuita a qualche promotore che ha fatto uso del denaro altrui.
L'ingegnere, con una soddisfazione che poche professioni conoscono, gode dei benefici senza fine che scaturiscono dai suoi successi: il verdetto dei suoi colleghi è il solo titolo d'onore che egli desidera. (da The Memoirs of Herbert Hoover: Years of Adventure, 1874-1929”

Herbert Hoover (1874–1964) 31º presidente degli Stati Uniti d'America

1951), cap. 11, "The Profession of Engineering"

Pietro Mennea photo
Alessandro Baricco photo
George Steiner photo
William Golding photo
David Grossman photo