Frasi su confronto
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“I confronti sono odiosi.”

Thomas Heywood (1574–1641) drammaturgo inglese

da Woman killed with kindness, I, 1; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 296

“Una cassa di caratteri tipografici, buttata all'aria, può ricomporsi da sola in una raccolta completa delle opere di Shakespeare?”

Aleksandr Ivanovič Oparin (1894–1980) biochimico e biologo russo

da L'origine della vita sulla Terra; citato in Gianfranco Ravasi, Fede e ragione le due viandanti. La teologia si confronta con l'evoluzionismo e le neuroscienze http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-11-21/fede-ragione-viandanti-063837.shtml, Il Sole 24 ORE, 21 novembre 2010

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“[Sul legame tra lo Scandalo del calcio italiano del 2006 e quello del 2011] Senza indulgere su un fatto emerso come notorio durante il processo, cioè che il Presidente del Collegio, Teresa Casoria, riteneva tale processo penalmente una buffonata e invece i due giudici a latere, con le quali era in conflitto, pensavano il contrario, con l'esito di risultare maggioranza nella determinazione della sentenza, le motivazioni in 558 pagine si riassumono così. 1) Campionati non alterati (quindi scudetti tolti ingiustamente alla Juve…), partite non truccate, arbitri non corrotti, indagini condotte non correttamente dagli investigatori della Procura (intercettazioni dei carabinieri risultate addirittura manipolate nel confronto in Aula). 2) Le Sim, le schede telefoniche estere che Moggi ha distribuito a qualche arbitro e ai designatori, sarebbero la prova del tentativo di alterare e di condizionare il sistema, pur senza la dimostrazione effettiva del risultato truccato. 3) L'atteggiamento di Moggi, da vero boss "telefonico", è invasivo anche quando cerca di condizionare Federcalcio e Nazionale, vedi telefonate con Carraro e Lippi. 4) Che queste telefonate e questa promiscuità "mafiosa" o "submafiosa" o tesa a "fare associazione per delinquere" risultassero costume comune nell'ambiente come risulta evidente, non assolve Moggi e C.: e dunque ecco la condanna. […] Infine il punto 1), la cosiddetta parte positiva delle motivazioni, cioè nei fatti tutto regolare. E allora lo scandalo di "Scommettopoli”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

lo scandalo del calcio italiano del 2011, ndr. ] in cui sta uscendo che nel suo complesso il campionato 2010-2011 a colpi di trucchi è da considerarsi davvero e decisamente irregolare? Lo dice per ora il Procuratore Capo di Cremona, Di Martino, mentre la giustizia sportiva prende tempo come sempre, ma temo che presto lo ribadiranno in parecchi, a meno che non venga messo tutto a tacere. Con buona pace di chi vuole la verità e pensa che Moggi sia oggettivamente diventato il "capro espiatorio". Il quadro dell'informazione che non indaga, non analizza, non confronta e si schiera per ignoranza o partito preso così vi sembra leggermente più chiaro? (Citato da "Il "caso Moggi" e le colpe della stampa: non fa inchieste, (di)pende dai verbali, non sa leggere le sentenze", notizie. tiscali. it, 7 febbraio 2012)

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“Nei confronti di una letteratura di franchi impulsi, di limpide dichiarazioni, i romanzi di Radiguet sono tra le opere meno spontanee che si conoscano.”

Giovanni Macchia (1912–2001) critico letterario e scrittore italiano

Origine: Da Il paradiso della ragione, Laterza, 1964.

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“[Sulle teorie del complotto sugli attentati dell'11 settembre 2001] Si ripresentano anche in questo caso le tesi «complottistiche», che vorrebbero attribuire il devastante attacco terroristico a dipartimenti o agenzie di intelligence dall'amministrazione degli Stati Uniti, motivato dalla volontà di creare l'occasione per una offensiva contro l'Islam. Il «complottismo» è una teorica storico-ideologica volta a negare la realtà pura e semplice per evitare le conseguenze di un fatto, ed in questo caso il pericolo di una «guerra di civiltà», ed a negare la realtà di un pericolo attuale, quello di una «guerra contro gli ebrei e i crociati», cioè l'Occidente cristiano e liberale. Rifiuto la teorica «complottista» che è un'abile e talvolta sincera contraffazione della realtà per il timore di essa: Moro sarebbe stato rapito dalle «così dette» Brigate Rosse, strumento della CIA, o del KGB o della P2 o del… Priorato di Sion; Stalin non è morto per un ictus ma è stato fatto avvelenare da Beria, e secondo le ultime rivelazioni dell'ultimo capo del KGB sovietico – autore del tentativo di colpo di stato contro il presidente Gorbaciov – questi e Eltsin sarebbero stati in realtà agenti della CIA… Ricordando quanto «aperta» sia la società americana (pensiamo al fatto che la «gola profonda» del caso Nixon si scoprì essere stata il vice-direttore del FBI), ed alla congiura contro Bill Clinton, mi sembra improbabile anzi impossibile che l'11 settembre sia stato frutto di un complotto americano. Anche perché la guerra che ne è derivata sta portando alla sconfitta degli Stati Uniti in Iraq, in Afghanistan e nel Medio Oriente, e alla pericolosa quasi-sconfitta di Israele nei confronti degli Hezbollah, ma in realtà della Siria e soprattutto dell'Iran.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Da La realtà travisata: Si teorizzano i complotti per non vedere http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=7190957, La Stampa, 4 settembre 2006.

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“Coscienza è capacità di verità e obbedienza nei confronti della verità, che si mostra all'uomo che cerca col cuore aperto.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso alla Curia http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2010/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20101220_curia-auguri_it.html 20 dicembre 2010
Discorsi

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“[Su Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni] Sto terminando il montaggio del secondo episodio dei tre atti prologo della saga. Sarà una storia d' amore con il senso della magia e molti incantesimi e, ancora, si riproporrà il confronto tra chiaro e scuro, bene e male.”

George Lucas (1944) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Giovanna Grassi, «Harry Potter e i maghi, eredi di Star Wars» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/06/Harry_Potter_maghi_eredi_Star_co_0_0112065743.shtml, Corriere della sera, 6 dicembre 2001.

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“Se l'uomo non è più sicuro neppure nel seno di sua madre e nei confronti di sua madre, dove e nei confronti di chi potrà sentirsi sicuro?”

Carlo Caffarra (1938–2017) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

da Omelia per la Giornata per la Vita http://www.caffarra.it/om040296.php, 4 febbraio 1996
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“Nei confronti dello sfrontato la troppa ingenuità è stoltezza!”
Contra inpudentem stulta est nimia ingenuitas.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“[Intervista a Pier Luigi Bersani]: Come riportare i giovani all'interesse nei confronti della politica, qualcuno, pensi, che quando lei ha vinto le primarie l'ha scambiata per il cantante Samuele Bersani, e invece non è così… Come si ricollocano i giovani nella politica?.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Dalla Festa Nazionale di Alleanza per l'Italia del 3 settembre 2010
http://www.youtube.com/watch?v=cn9Ey2zTb1k

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“La fiducia, cioè, è la misura delle nostre aspettative nei confronti dei comportamenti degli altri.”

Pier Luigi Celli (1942) imprenditore, dirigente d'azienda e saggista italiano

Origine: Narrare la Leadership, p. 94

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“Nixon ebbe sempre un complesso nei confronti di Kennedy, forse per la sua infanzia povera e per la sua goffaggine, non seppe mai comunicare, non ebbe mai carisma. Vide ovunque complotti, e reagi' con altri complotti. La sua tragedia privata divenne una tragedia nazionale.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

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“Comprendiamo bene come Wikipedia rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti Wikipedia è come un organismo vivente: cresce (al ritmo dei 7% ogni mese), si «ammala», è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto Wikipedia nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di «torre di Babele», che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. […] Le sue «utopie» nascono, radicalizzandole, dalle esigenze profonde della conoscenza umana, che i wíki, in generale, aiutano a trasformare in progetti concreti: il conoscere inteso come un processo dinamico, aperto a tutti, e frutto non solo di un impegno individuale, ma anche di una profonda collaborazione e di un intenso confronto tra menti disposte a condividere abilità e intelligenza. Questa potenzialità deve però confrontarsi con limiti strutturali invalicabili che si possono riassumere nella mancanza di certa autorevolezza e di un'esposizione continua al vandalismo, che rischia di vanificare gli sforzi positivi.”

Antonio Spadaro (1966) gesuita, scrittore e teologo italiano

da Wiki, utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva», in La Civiltà cattolica, anno 2005 n. III

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Borg-McEnroe non è una rivalità. È La rivalità. E non solo nel tennis, non solo nello sport, ma nell'ideale confronto, in assoluto, fra due opposti. Il bianco e il nero, Il buono e il cattivo. Pochi esseri umani sono stati così differenti nell'aspetto e nei comportamento, come il biondo svedese di ghiaccio e l'incontrollabile americano riccioluto. Se poi ci aggiungi che sono stati due campioni e sono entrati in rotta di collisione sullo scenario più famoso ed importante, il Centre Court di Wimbledon, e in due finali consecutive, ecco che gli ingredienti della sfida diventano imbattibili. […] Lo stile Bjorn era freddo (all'apparenza) e diligentissimo, John era vulcanico e maleducato. Borg fece esplodere la popolarità del tennis come una rock-star: coi capelli lunghi da vikingo, la passata, le magliette Fila con le righine verticali, era assediato dalle adolescenti e dagli sponsor, e diventò il primo cliente del colosso dei manager sportivi, la Img; McEnroe sfoderava un marchio storico – peraltro italianissimo, Tacchini –, ma era soprattutto Genius, cioè genio e sregolatezza, l'idolo dei contestatori, la bomba ad orologeria, il Pierino, che molti odiavano e che moltissimi adoravano. Insieme, Ice-Borg e SuperMac, così diversi, ma così intimamente legati e persino amici, hanno fatto esplodere la popolarità del tennis. Che, da sport paludato e d'elite. è diventato sport mondiale, veicolo di costume ed ha invaso la tv.”

Origine: Da Con Borg-McEnroe il tennis è mondiale http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/novembre/14/Big_match_Con_Borg_McEnroe_ga_10_081114058.shtml, Gazzetta dello Sport, 14 novembre 2008.

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“Come infatti non solo è temeraria, ma anche cieca l'eloquenza non illuminata dalla ragione, così la sapienza che non si giova dell'uso della parola è non solo debole, ma in certo modo monca: infatti, anche se, talora, una sapienza senza parola può giovare a confronto della propria coscienza, raramente e poco giova alla società.”

Giovanni di Salisbury filosofo, scrittore e vescovo inglese

Origine: Citato in Benedetto XVI, udienza del mercoledì del 16 dicembre 2009 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20091216_it.html.

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“[Sul Governo Monti alla seduta di approvazione della legge di conversione del decreto semplificazioni e sviluppo. ] È bene che gli italiani sappiano che voi sarete buoni padri di famiglia a casa vostra, ma nei confronti degli italiani siete dei cattivi padri di famiglia, perché non pensate a tutti gli italiani, pensate solo ad alcuni di essi, pensate solo alle lobby, alla casta, a fare dei favori ad alcuni e a distruggere la parte più debole del Paese. Sia chiaro, l'Italia dei Valori sa bene la ragione per cui siete stati messi lì. Dovevate rimettere a posto i conti, ma dovevate anche far pagare il conto a chi il conto poteva pagarlo e non sempre ai più deboli e soprattutto ai più onesti. Noi del vostro operato contestiamo proprio le scelte politiche che avete fatto.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera di Deputati n. 617 del 4 aprile 2012 http://nuovo.camera.it/412?idSeduta=0617&resoconto=stenografico&indice=cronologico&tit=00040&fase=#sed0617.stenografico.tit00040.sub00030 – Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 4940-B)., Camera dei Deputati, 4 aprile 2012)

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“Per me, la giustizia nei confronti dell'individuo, fosse anche il più umile, è tutto. Il resto viene dopo.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 470

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“Suppongo che la percezione del pubblico sia quella per cui io devo vincere ogni settimana. È vero, non vinco come ho fatto nel 2000, ma sapete una cosa? I giocatori nella storia che ci sono riusciti sono davvero pochi. Il fatto è che lo standard usato nei miei confronti è spietato. Ho vinto un torneo a inizio stagione, ma nessuno lo ricorda. Invece è come se non mi qualificassi neppure. Ma in campo ci sono anche gli altri giocatori, tutti bravi e migliorati.”

Tiger Woods (1975) golfista statunitense

Origine: Citato in Riccardo Romani, Tiger, ovvero l'impossibilità di essere normale https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/13/Tiger_ovvero_impossibilita_essere_normale_co_9_040413108.shtml, Corriere della sera, 13 aprile 2004.

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“È sempre difficile prendere la decisione di smettere, ma se confronto il mio gioco col desiderio di rimanere tra i primi dieci, allora diventa più facile.”

John McEnroe (1959) tennista statunitense

Origine: Citato in Gianni Clerici, Un saluto a Mac, lunatico artista http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/09/09/un-saluto-mac-lunatico-artista.html, la Repubblica, 9 settembre 1992.

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“[Su David Foster Wallace] Artisti come lui hanno ideali di un livello troppo alto, che spesso non reggono, purtroppo, il confronto con la vita. Lui ha scritto un saggio meraviglioso su di me. Anche grazie a lui il mondo è per me un posto migliore.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2009
Origine: Dall'intervista di Giancarlo Dotto, Federer: "È facile essere me stesso" http://web.archive.org/web/20100111033113/http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/tennis/200909articoli/22698girata.asp, La Stampa, 20 settembre 2009.