Frasi su cosa
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“La cosa più insignificante racchiude un po' d'ignoto. Troviamolo.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Da Pietro e Giovanni, prefazione; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003

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“Anni rampanti dei miti sorridenti da wind-surf | sono già diventati graffiti ed ognuno pensa a sé.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Cosa resterà degli anni '80
Cosa resterà

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“Cosa successe il 7 aprile [1979]? Ci fu una grande retata disposta dall'allora sostituto Procuratore di Padova Pietro Calogero, magistrato, che fece arrestare i più importanti leader dell'Autonomia Operaia in tutta Italia, sostenendo che avevano un progetto comune strategico con le Brigate Rosse per cercare di sollecitare un'insurrezione, una rivolta, un fenomeno eversivo nei confronti dello Stato italiano, […] questo è il 7 aprile, Potere Operaio, Autonomia Operaia, Brigate Rosse, connivenze nelle università nei movimenti sindacali, nelle fabbriche, Toni Negri il più famoso tra gli arrestati di quell'operazione. […] Il 7 aprile questi signori di Autonomia Operaia ho detto Toni Negri ma c'erano anche Ibesci, Scalzone, Ferrari Bravo, Piperno, le associazioni sovversive, insurrezione armata contro lo Stato, alcuni vennero accusati di avere a che fare anche con il rapimento di Moro di qualche mese prima, si parlò di teorema Calogero che naturalmente ipotizzava che l'Autonomia fosse una specie di cervello che un'organizzazione molto più ampia, Autonomia Operaia Organizzata che poi si esplicitava in varie forme, […] Toni Negri è stato poi condannato in primo grado a 30 anni e in appello a 17, grazie a Pannella è stato eletto parlamentare così si è sottratto alla giustizia per 14 anni latitante in Francia e poi è rientrato in Italia e ha scontato un pezzettino della pena, Scalzone ha avuto una pena definitiva di 8 anni, altri hanno avuto pene minori, per alcuni le accuse sono cadute, per altri sono rimaste, come sempre nei processi, quindi non era affatto un teorema, era una cosa che poi è stata dimostrata con tanto di sentenze definitive.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Minority Gasparri, 20 dicembre 2010
BeppeGrillo.it
Origine: In realtà la Corte d'Assise d'Appello condannò Negri a 12 anni nel 1987.

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“[Sulla scelta del suo pseudonimo] È stata la cosa più stupida che ho fatto nella mia carriera. Dopo Miss Teenager ho voluto incidere un disco. Ero una pessima cantante e fu una pessima esperienza. La casa discografica era la Wea. Fecero molte riunioni per decidere che col nome Fogliazza ero impresentabile. E decisero per Ferrari.”

Isabella Ferrari (1964) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, citato in «Io, leader e passionale. Una vita rock and roll» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/04/leader_passionale_Una_vita_rock_co_0_0111047384.shtml, Corriere della Sera, 4 novembre 2001, p. 18.

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“Chi mi guarda allo specchio, | chi si imbuca appena presa la patente, | hai abboccato a una cosa che non è una bugia.”

Dente (cantante) (1976) cantautore italiano

da La settimana enigmatica, n. 10
Io tra di noi
Origine: Nella prima strofa le soluzioni sono "io", ovvero chi mi guarda allo specchio, "T", ovvero il simbolo del segnale stradale che indica una strada senza uscita, dove si potrebbe "imbucare" chi ha appena preso la patente, e "amo". Nella seconda strofa le soluzioni sono "Io", satellite di Giove, "mio", ovvero tutto ciò che possiedo, e "Dio", simboleggiato da un occhio dentro un triangolo; unendo le soluzioni trovate si ottiene la frase io ti amo, io mi odio.

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“Essere pazzi non è una cosa facile. Avete notato che quasi tutti quelli che dicono di se': "Io sono mezzo pazzo" al massimo riescono ad essere mezzi scemi?”

Giancarlo Magalli (1947) autore televisivo e conduttore televisivo italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10206218187924070 sul profilo ufficiale Facebook.com, 8 aprile 2015.

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“[In merito al «sistema prostitutivo» di Arcore] Ognuno nella vita fa… dei propri gusti privati… fa quello che gli pare. […] Guardi che tutti gli uomini, quando parlano di noi donne, o quando sono tra di loro, secondo lei che cosa si dicono? Dicono che noi donne siamo intelligenti?”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

da Le invasioni barbariche, LA7, 11 marzo 2015
Origine: Visibile al minuto 18:20 del video Le Invasioni Barbariche - Puntata 11/03/2015 https://www.youtube.com/watch?v=cIEx2KBnvLI, LA7, YouTube, 11 marzo 2015.

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“[…] ci sono cose che non andrebbero mai fatte: depilarsi per esempio. Li prenderei a schiaffi. È la cosa peggiore che possa fare un uomo, è orripilante vedere un uomo con le sopracciglia fatte e senza peli sul torace.”

Lando Buzzanca (1935) attore italiano

Origine: Citato in Lando Buzzanca, istruzioni per essere un vero maschio http://www.lanazione.it/firenze/cultura/2012/07/13/743401-lando-buzzanca-intervista.shtml, La Nazione.it, 13 luglio 2012.

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“Se i gonfiori non appaiono nelle ferite gravi, è cosa assai cattiva.”

Ippocrate di Coo (-460–-370 a.C.) filosofo, medico

V, 66; p. 61
Aforismi

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“Occhio per occhio, in questo mondo siamo tutti ciechi.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Cosa ci rimane RMX - Ensi
Collaborazioni

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“Il premio Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo. I lampedusani in questi vent'anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi. Ho vissuto lì un anno e non ho mai sentito da nessuno parole di astio e paura nei confronti degli sbarchi. Le uniche volte in cui li vedo reagire con rabbia è quando ci sono troppe notizie negative associate all'isola: "disastro a Lampedusa", "i pesci che mangiano i cadaveri", "arrivano i terroristi". Quelle sono le cose verso le quali hanno, giustamente, un rifiuto totale. Vorrebbero che tutto si svolgesse senza lasciare traccia mediatica, portando avanti il loro aiuto quotidiano. Ce ne sono tanti che lavorano al Centro d'accoglienza, oggi che gli sbarchi sono procedura istituzionale: la raccolta in mare aperto, l'arrivo al porto e al Centro per l'identificazione. Ma fino a poco tempo fa, quando arrivavano i barconi carichi sulla spiaggia, i migranti erano soccorsi, rifocillati, ospitati. Una volta in centinaia si buttarono in mare per salvare altrettanti naufraghi. […] Questo stato d'animo appartiene non solo a Lampedusa ma alla Sicilia e i siciliani. Negli ultimi tempi sono arrivate migliaia di persone e non ho sentito nessuno a Palermo o Catania parlare di barriere. Quelle barriere fisiche e mentali che alcuni stati d'Europa innalzano, vergognosamente, oggi. L'accoglienza è la prima cosa che ho imparato dai lampedusani.”

Gianfranco Rosi (1964) regista italiano
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“Quando vedo Balotelli mi ricorda me stesso da giovane. Un tipo con una rabbia dentro che lo divora. Mi piacerebbe conoscerlo, parlarci. Tra noi non servirebbero troppe parole. So di cosa si tratta.”

Carlton Myers (1971) cestista italiano

Origine: Citato in Concita De Gregorio, Io vi maledico, Einaudi, Torino, 2013, p. 50. ISBN 978-88-6621-353-6

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“L'Unità d'Italia (1861) e l'Unità €uro-pea (2002) sono la stessa cosa. La crescita del Nord è l'impoverimento e lo sfruttamento del Sud.”

Povia (1972) cantautore italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/Giuseppe.Povia/photos/a.10150904529619670.435531.32655699669/10154014802769670/?type=3&theater sulla pagina ufficiale di Facebook.com, 17 marzo 2016.

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“Quando vedo tutte le difficoltà che abbiamo, quando penso al cumulo di lavoro che ci viene addosso e alle soluzioni che riusciamo a trovare penso che mi stia venendo il complesso di superiorità. E mi dico: meno male che ci sono io, un altro al posto mio cosa avrebbe fatto?”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2002
Origine: Durante presentazione del libro La grande muraglia di Bruno Vespa, 3 dicembre 2002; citato in Marcella Ciarnelli, L'affondo: no al dialogo e giudici più deboli. Berlusconi: da soli anche sul presidenzialismo. «La Fiat? Chiamiamola Ferrari». Il Lingotto: siamo sorpresi http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/70000/68354.xml?key=+Marcella+Ciarnelli&first=2071&orderby=0&f=fir, l'Unità, 4 dicembre 2002, p. 4.

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“La cucina italiana è una storia di uomini e di donne e della loro grande passione e attenzione verso la tradizione e i prodotti del territorio, un'arte unica, una vocazione preziosa che non finisce mai di stupire, è il nostro essere italiano, siamo gli unici capaci di chiedere cosa ci sia per cena durante il pranzo.”

Alessandro Borghese (1976) cuoco e conduttore televisivo italiano

Vasco Rossi – Cambia-Menti
Kitchen Shuffle
Origine: Citato in L'Italia è una Repubblica fondata sulla cucina http://www.paginafood.it/2014/03/litalia-e-una-repubblica-fondata-sulla-cucina-0021952.php?utm_content=bufferec2f3&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer, Pagina Food.it 17 marzo 2014..

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“La storia di cosa nostra è una storia di misteri irrisolti o solo parzialmente risolti. Non solo per le stragi, ma anche per i cosiddetti omicidi politici di Michele Reina, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, che danno l'impressione di essere stati commessi non solo per le esigenze di cosa nostra; anzi, l'hanno danneggiata.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Citato in Cosa nostra, Grasso: la mafia fu braccio di altri interessi http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/cronaca/17_gennaio_30/cosa-nostra-grasso-mafia-fu-braccio-altri-interessi-07c63764-e6e5-11e6-ac41-e29b490c68c2.shtml, Corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 30 gennaio 2017.

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“Ma se Renzi ha fatto tutto questo a Letta, che era suo amico, a noi italiani che neanche ci conosce che cosa ci può fare?”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Ballarò, 16 febbraio 2014
Origine: Citato in BALLARÒ/ Video, Copertina di Crozza puntata 16 febbraio: il governo come le pizzerie in cui si mangia male e ogni sei mesi cambiano gestione http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2014/2/16/BALLAR-Ospiti-Giovannini-Landini-Richetti-e-Gasparri-Puntata-16-febbraio-2014/468252/, Il Sussidiario.net, 16-17 febbraio 2014.

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“Lo guardo e penso: appunto, che cosa faccio? mi limo le unghie. Ecco il disimpegno.”

Luce d'Eramo (1925–2001) scrittrice italiana

Conversazione con Cesare Zavattini

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“Gioacchino poi che vidde possibile ogni delitto a' briganti, fece legge che un generale avesse potere supremo nelle Calabrie su di ogni cosa militare o civile per la distruzione del brigantaggio. Il generale Manhès, a ciò eletto, passò il seguente ottobre in apparecchi, aspettando che le campagne s'impoverissero di frutta e foglie, aiuti a' briganti per alimentarsi e nascondersi; e dipoi palesò i suoi disegni. Pubblicate in ogni comune le liste de' banditi, imporre a' cittadini di ucciderli o imprigionarli; armare e muovere tutti gli uomini atti alle armi; punire di morte ogni corrispondenza co' briganti, non perdonata tra moglie e marito, tra madre e figlio; armare gli stessi pacifici genitori contro i figli briganti, i fratelli contro i fratelli; trasportare le gregge in certi guardati luoghi; impedire i lavori della campagna, o permetterli col divieto di portar cibo; stanziare gendarmi e soldati ne' paesi, non a perseguire i briganti, a vigilare severamente sopra i cittadini. Nelle vaste Calabrie, da Rotonda a Reggio, cominciò simultanea ed universale la caccia al brigantaggio.
Erano quelle ordinanze tanto severe che parevano dettate a spavento; ma indi a poco, per fatti o visti o divulgati dalla fama e dal generale istesso, la incredulità disparve. Undici della città di Stilo, donne e fanciulli (poiché i giovani robusti stavano in armi perseguitando i briganti), recandosi per raccorre ulivi ad un podere lontano, portavano ciascuno in tasca poco pane, onde mangiare a mezzo del giorno e ristorare le forze alla fatica. Incontrati da' vigilatori gendarmi, dei quali era capo il tenente Gambacorta (ne serbi il nome la istoria), furono trattenuti, ricercati sulla persona, e poiché provvisti di quel poco cibo, nel luogo intesso, tutti gli undici uccisi. Non riferirò ciò che di miserevole disse e fece una delle prese donne per la speranza, che tornò vana, di salvare, non sé stessa, ma un figliuolo di dodici anni. […]
Lo spavento in tutti gli ordini del popolo fu grande, e tale che sembravano sciolti i legami più teneri di natura, più stretti di società; parenti e amici dagli amici e parenti denunziati, perseguiti, uccisi; gli uomini ridotti come nel tremuoto, nel naufragio, nella peste, solleciti di sé medesimi, non curanti del resto dell'umanità. Per le quali opere ed esempi viepiù cadendo i costumi del popolo, le susseguenti ribellioni, le sventure pubbliche, le tirannidi derivavano in gran parte dal come nel regno surse, crebbe e fu spento il brigantaggio. Questa ultima violenza non fu durevole: tutti i Calabresi, perseguitati o persecutori, agirono disperatamente; e poiché i briganti erano degli altri di gran lunga minori, e spicciolati traditi, sostenitori d'iniqua causa, furono oppressi. Sì che, di tremila che al cominciare di novembre le liste del bando nominavano, né manco uno solo se ne leggeva al finire dell'anno; molti combattendo uccisi, altri morti per tormenti, ed altri di stento, alcuni rifuggiti in Sicilia, e pochi, fra tante vicissitudini di fortuna, rimasti, ma chiusi in carcere. (Libro VII, Regno di Gioacchino Murat”

Pietro Colletta (1775–1831) patriota, storico e generale italiano

1808-1815), Capo II "Fatti di guerra e di brigantaggio, poi distrutto.", XXVII-XXVIII, Tip. e libreria Elvetica, Capolago, 1834
Storia del reame di Napoli

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“Amo la naturalezza della vostra unione, la guardo con un sorriso, voi, in qualche misura, mi avete protetto da me stesso. Io non mi sono mai sentito "naturale", mi sono impegnato per esserlo, tentativi striduli, perché impegnarsi per essere naturali e già una sconfitta. Così ho accettato il modello che mi avete ritagliato nella carta velina dei vostri bisogni. Sono rimasto un ospite fisso in casa mia. Non mi sono indignato nemmeno quando in mia assenza, durante le giornate di pioggia, la cameriera ha spostato lo stenditoio con i vostri panni accanto al calorifero nel mio studio. Mi sono abituato a queste umide intrusioni senza ribellarmi. Sono rimasto sulla mia poltrona senza poter allungare troppo le gambe, ho posato il libro sulle ginocchia e mi sono fermato a guardare la vostra biancheria. Ho trovato in quei panni umidi una compagnia che forse superava quella delle vostre persone, perché in quelle trame sottili e candide io catturavo il profumo fraterno della nostalgia, di voi, certo, ma soprattutto di me stesso, della mia latitanza. Lo so, Angela, per troppi anni i miei baci, i miei abbracci sono stati goffi, stentati. Ogni volta che ti ho stretta, ho sentito il tuo corpo scosso da un fremito d'impazienza, se non addirittura di disagio. Non ti ci ritrovavi, ecco tutto. Ti è bastato sapere che c'ero, guardarmi in lontananza, come un viaggiatore appeso al finestrino di un altro treno, scialbato da un vetro. Sei una ragazza sensibile e solare, ma di colpo il tuo umore cambia, diventi rabbiosa, cieca. Ho sempre avuto il sospetto che questa ira misteriosa, dalla quale riaffiori sconcertata e un po' triste, ti sia cresciuta dentro per causa mia.
Angela, a ridosso della tua schiena incolpevole c'è una sedia vuota. Dentro di me c'è una sedia vuota. Io la guardo, guardo la spalliera, le gambe, e aspetto, e mi sembra di ascoltare qualcosa. È il rumore della speranza. Lo conosco, l'ho udito affannarsi nel fondo dei corpi e affiorare negli occhi delle miriadi di pazienti che ho avuto davanti, l'ho sentito fermarsi in stallo tra le mura della sala operatoria, ogni volta che ho mosso le mie mani per decidere il corso di una vita. So esattamente di cosa m'illudo. Nei grani di questo pavimento che ora si muovono lenti come fuliggine, come ombre morenti, m'illudo che quella sedia vuota si riempia anche per un solo lampo di una donna, non del suo corpo, no, ma della sua pietà. Vedo due scarpe décolletées color vino, due gambe senza calze, una fronte troppo alta. E lei è già davanti a me per ricordarmi che sono un untore, un uomo che segna senza cautela la fronte di chi ama. Tu non la conosci, è passata nella mia vita quando ancora non c'eri, è passata ma ha lasciato un'impronta fossile. Voglio raggiungerti, Angela, in quel limbo di tubi dove ti sei coricata, dove il craniotomo scassinerà la tua testa, per raccontarti di questa donna.”

Origine: Non ti muovere, pp. 21-23

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“[Sulla Juventus nel 1934] Hanno creato un ambiente che, come una macchina per impastare tutti i caratteri, ne farne il tipo unico mai illuso e mai disperato, mai troppo ottimista e mai troppo pessimista. Mai agitato e mai placato.
Cadere nella macchina un Monti o un Cesarini, un Orsi o un Varglien, spiriti fieri magari protervi, ed escono ben presto come gli altri: impastati. Ricadde un Tiberti, un Ferrari, un Sernagiotto, un Ferrero o un Valinasso e ne esce fuori un momento sicuro con qualche fierezza.
Il 'super asso' diventa solo un asso, l'aspirante a campione diventa asso; uno cava, l'altro cresce, tutto si livella. L'educazione e naturale riservo fanno il resto: se entri e nel Circolo, un tipo in guanti bianchi riceve il tuo cappello, gli stucchi dorati t'impediscono di dir parolaccie. La stretta di mano sulla tetti all'orologio, non una mano sulla spalla. Nessun ordine del giorno, ma l'ordine con l'ora per il domani, firma carcame. Mai niente di nuovo. Un giocatore entra e capisce dov'è, cosa deve imparare, il senso delle distanze, il rispetto, quel formalismo che è pure necessario se tutti gli esserci si sono basati su quello.”

Carlo Bergoglio (1895–1959) giornalista, scrittore e disegnatore italiano

Origine: Da un articolo pubblicato nella rivista Guerin Sportivo del 2 maggio 1934; citato in Roberto Buttafarro, Giovanni De Luna e Marco Revelli, Un fenomeno in bianco e nero http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,26/articleid,0995_01_1986_0214_0028_13712178/, RAI 3, 16 settembre 1986, 59 min 58 s, (1ª puntata, in 53 min 32 s e ssq.).

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“Abusiamo tutti quanti di qualche cosa, e nondimeno ce ne troviamo a meraviglia.”

Rosamond Lehmann (1901–1990) scrittrice britannica

Origine: Una nota in musica, p. 39

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“Tu devi capire che ogni uomo ha da proporsi un fine nella sua vita, e a quello tendere costantemente, unicamente, se vuole riuscire a qualche cosa.”

Francesco Domenico Guerrazzi (1804–1873) politico e scrittore italiano

dalla lettera a Giovanni Bertani, 22 decembre 1850; in Lettere , p. 232 http://www.forgottenbooks.com/readbook_text/Lettere_v1_1300004654/245
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“Nel 1994 feci una scoperta che mi lasciò letteralmente sbalordito: trovai, infatti, un documento. Questo documento riproduceva fedelmente il quaderno di laboratorio originale di Antonio Meucci e riportava, per tale invenzione, la data del 20 maggio 1862, quindi prima che Bell avesse la più vaga idea di che cosa fosse un telefono.”

Basilio Catania (1926–2010) ingegnere italiano

Origine: Dal programma televisivo La storia siamo noi, Rai, 2012. Video http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/video/chi-ha-inventato-il-telefono/305/default.aspx disponibile su Lastoriasiamonoi.rai.it.

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“[…] in tutta Europa, anche a Parigi e Berlino, stanno tagliando i fondi alla cultura. È molto triste, una cosa terribile, lo capisco. Ma vorrei informare Bondi che c'è la crisi, non so se gliel'hanno detto: non è che la gente la cultura se la mangia.”

Giulio Tremonti (1947) politico e avvocato italiano

Origine: Citato in Bondi minaccia le dimissioni: "Tremonti vuole chiudere il ministero" http://www.giornalettismo.com/archives/86835/bondi-minaccia-dimissioni-tremonti/, Giornalettismo.com, 8 ottobre 2010.
Origine: Questa dichiarazione si è poi propagata nei media e nel dibattito politico in modo differente: "con la cultura non si mangia"
Origine: http://www.famigliacristiana.it/articolo/mangiare-cultura-si-puo.aspx
Origine: https://puntoponte.wordpress.com/2014/09/05/con-la-cultura-non-si-mangia-dieci-luoghi-comuni-da-cancellare/
Origine: http://www.lindro.it/il-pdl-conferma-con-la-cultura-non-si-mangia/?pdf=70645

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“Il vapore sibilava nel calorifero con il suo canto monotono, e dalle tubature sembrava parlare a Herman per consolarlo: «Tu non sei solo, sei un elemento dell'universo, un figlio di Dio, parte integrante del creato. La tua sofferenza è la sofferenza di Dio, il tuo struggimento è il Suo. Ogni cosa è giusta. Che la verità ti si riveli e ti colmi di gioia».
All'improvviso Herman sentì uno squittio. Il topo era uscito furtivamente nell'oscurità e si guardava attorno con cautela, come per il timore di un gatto in agguato nelle vicinanze. Herman trattenne il respiro. "Non aver paura, creatura santa, nessuno ti farà del male." La osservò avvicinarsi al piattino dell'acqua e berne un sorso, poi un secondo e un terzo e infine mettersi a rosicchiare pian piano il formaggio.
"Come potrebbe esistere una meraviglia più grande?" pensò Herman. "Ecco un topo, figlio di topi, nipote di topi, frutto di milioni, di miliardi di topi che sono vissuti, hanno sofferto, si sono riprodotti, e che adesso sono scomparsi per sempre, ma hanno lasciato un erede, l'ultimo, sembra, della sua stirpe. Eccolo lì che mangia. Che cosa penserà tutto il giorno nel suo buco? A qualcosa deve pur pensare. Ha una mente, un sistema nervoso; fa parte della creazione di Dio alla stessa stregua dei pianeti, delle stelle, delle lontane galassie."
Il topo alzò improvvisamente la testa e lo fissò con uno sguardo umano, pieno d'amore e di gratitudine. Herman immaginò che lo stesse ringraziando.”

L'uomo che scriveva lettere; 2005, p. 716
Racconti

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“Non credo che il grande fine della vita sia rendere ogni cosa poco costosa.”

Henry M. Teller (1830–1914) politico statunitense

Origine: Da un dibattito congressuale sullo Sherman Antitrust Act; citato in Eric Schlosser, Fast Food Nation, traduzione di Maria Grazia Gini, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 370. ISBN 978-88-04-64200-8

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“Mentre scrivo queste righe, mi viene in mente che la caratteristica particolare della maggior parte delle cose che consideriamo fragili è quanto siano invece robuste. Da bambini facevamo dei giochi con le uova per dimostrare come fossero in realtà minuscoli edifici di marmo estremamente resistenti; mentre ci dicono che il battito delle ali di una farfalla, se fatto nel punto giusto, può creare una tempesta al di là dell'oceano. Il cuore si può spezzare, ma è il più forte dei nostri muscoli, capace com'è di pompare sangue per lo spazio di una vita, settanta volte al minuto, e senza quasi perdere un colpo. Perfino i sogni, la più delicata e intangibile delle cose, possono dimostrarsi assai resistenti a ogni tentativo di distruggerli. I racconti, come le persone e le farfalle e le uova di usignuolo e i cuori umani e i sogni, sono cose fragili, fatti con niente di più forte e duraturo che ventisei lettere e una manciata di segni di interpunzione. Oppure sono parole nell'aria, composte di suoni e di idee – astratte, invisibili, che svaniscono appena pronunciate – e cosa può esserci mai di più fragile? Ma ci sono piccoli e semplici racconti su avventure e persone capaci di cose incredibili, storie di miracoli e mostri, che sono durati molto più a lungo di coloro che le hanno narrate, e alcune sono durate anche più a lungo delle terre in cui sono nate.”

Neil Gaiman (1960) fumettista, scrittore e giornalista britannico

Cose fragili, Introduzione

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“Qualunque cosa tu sia fisicamente, maschio o femmina, forte o debole, malato o sano… tutte queste cose contano meno di ciò che è contenuto nel tuo cuore. Se hai l'anima di un guerriero, sei un guerriero. Qualunque sia il colore, la forma, il disegno che la nasconde, la fiamma all'interno della lampada rimane la stessa. Tu sei quella fiamma.”

Jem Carstairs a Tessa Gray
Shadowhunters – Le origini, L'angelo
Variante: Qualunque cosa tu sia fisicamente, maschio o femmina, forte o debole, malato o sano… tutte queste cose contano meno di ciò che è contenuto nel tuo cuore. Se hai l’anima di un guerriero, sei un guerriero. Qualunque sia il colore, la forma, il disegno che la nasconde, la fiamma all’interno della lampada rimane la stessa. Tu sei quella fiamma.

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