Frasi su fatica
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“Nessun genere di fatica dovrà impedirvi di scrivere, nessun piacere dovrà distrarvi.”

Johannes Trithemius (1462–1516) esoterista, storico e scrittore tedesco

Origine: Elogio degli amanuensi, p. 107

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“[Su Pietro Mennea] Era sempre atterrito, assaliva se stesso, aveva sensi di colpa che si generavano uno dall'altro, anche per colpa della madre, fervente cattolica. Non gli stava mai bene niente e niente gli bastava, era sempre in cerca di un'immaginaria perfezione. Ma la verità è che era proprio questa la sua magica benzina: la più assoluta dedizione al dovere e alla fatica.”

Carlo Vittori (1931–2015) atleta e allenatore di atletica leggera italiano

Origine: Dall'intervista di Enrico Sisti, Vittori: Si liberava con la fatica a Mosca sconfisse le sue paure http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/03/22/vittori-si-liberava-con-la-fatica-mosca.html, la Repubblica, 22 marzo 2013.

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“La fatica ed il piacere, diversi di natura, sono congiunti fra loro da un naturale legame.”

Appio Claudio Crasso (-437–-396 a.C.) politico e militare romano

citato in Tito Livio, V, 4; 2006
Labor voluptasque, dissimillima natura, societate quadam inter se naturali sunt iuncta.
Attribuite

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“Ma senza fatica scuote tutto con la forza della mente”

Senofane (-570–-475 a.C.) filosofo greco antico

Frammenti di alcune opere, Sulla natura

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“È cambiato totalmente il doppiaggio da quando ho cominciato io: sono cambiati i metodi, sono cambiati gli orari, quindi è una grandissima fatica.”

Sergio Di Stefano (1939–2010) attore teatrale, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

citato in Antonio Genna. net

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“I potenti le fatiche e i servizi da' bassi ricercano; i bassi all'incontro ricchezza e dignità da' potenti desiderano.”

Giovanni Della Casa (1503–1556) letterato, scrittore e arcivescovo cattolico italiano

Tractatus de officiis inter potentiores et tenuiores amicos

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“A volte sono stanco di pensare | Mi sento come un pesce senza il mare.”

Pierangelo Bertoli (1942–2002) cantautore italiano

da La Fatica, n. 1
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“Chi guarda nel cannocchiale e vede cose diverse da quelle che vedo io è sempre uno che può insegnarmi molte cose, e lo leggerò con l'atteggiamento del discepolo che vuole capire ciò che ancora non gli è chiaro; se poi discuterò le sue conclusioni, lo farò col rispetto e con la riconoscenza che dobbiamo a quelli che hanno aperto la strada sulla quale ci prepariamo ad andare oltre, valutando il suo procedimento a posteriori sulla base degli argomenti, non a priori confrontando le sue conclusioni con le mie. È l'atteggiamento che il mio maestro Guido Calogero mi ha insegnato a chiamare «volontà di capire» o «spirito del dialogo». Ma al dialogo tra chi guarda nel cannocchiale e chi si rifiuta di guardarci non ho mai creduto: non è in nessun caso proficua una discussione tra uno storico che fonda su una serie di argomenti una nuova prospettiva e uno storico che, solo perché la nuova prospettiva non è ortodossa, si ritiene dispensato dalla fatica di saggiare ad uno ad uno gli argomenti e se la cava dicendo che il tutto «non è convincente»; né tra chi si pone come unico problema la verificabilità di una lettura storica e chi si preoccupa delle conseguenze che tale lettura porterà al quadro tradizionale della Geistesgeschichte; né tampoco tra chi ricostruisce un antico pensiero con la pazienza da formica del raccogliere instancabilmente nuovi elementi e chi deduce il pensiero di Parmenide dall'Eleatismo, l'Eleatismo dal Naturalismo Presocratico e il Naturalismo Presocratico dalla Spiritualità Greca; né, soprattutto, tra lo scrittore che lavora a inserire il «filosofo» in una prospettiva sincronica, che è poi sempre costituita dalla cultura e dalla società in cui quel «filosofo» visse e respirò, e il suo collega disposto a chiarirne i punti oscuri sempre e soltanto attraverso la rilettura di altri «filosofi», rifuggendo con disgusto dal contaminare il Puro Pensiero con l'utilizzazione dei poeti, degli oratori e degli storici.”

Antonio Capizzi (1926–2003) filosofo e storico italiano

Origine: La Repubblica cosmica, pp. 13-14

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“[Sul pubblico parigino] La gente qui mi ama come fossi uno di loro: non parlo così bene il francese, ma forse piace come mi batto e cerco di dare il meglio, eppoi hanno apprezzato la fatica che ho fatto per vincere il Roland Garros.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2011
Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Papà Federer «Ma come gioco bene...» http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/novembre/14/Papa_Federer_come_gioco_bene_ga_10_111114113.shtml, Gazzetta dello Sport, 14 novembre 2011.

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“Difatti, da qualunque parte sia la verità, essa non può mancare di uscire illuminata da tale prova. Essa ha un fascino segreto e un potere invincibile sugli animi; presto o tardi giunge a sottometterli. Noi siamo fatti per conoscerla, e quando invece abbracciamo l'errore, siamo sedotti e legati dalla sua somiglianza con la verità, perché essa non è sempre egualmente sensibile e palpabile; qualche volta l'errore prevale per ignoranza, si accredita con l'opinione, si afferma e si consolida con l'uso; l'errore assume allora tutte le apparenze della verità, e acquista sugli animi un dominio che sembra indistruttibile.
Quando la verità così offuscata e dimenticata incomincia a riapparire, essa si ritrova con tutti gli svantaggi della novità, e vede alzarsi contro di sé quelle proteste che l'errore suscita, nel proprio interesse, ogni volta che viene enunciata. Soltanto a forza di esami e di fatiche, al prezzo di una discussione lunga e laboriosa essa riconquista la sua autorità perduta, e finalmente si manifesta con quella certezza alla quale l'evidenza ha posto il suo suggello. Il suo possesso è allora assicurato, essa non fugge più dopo essere stata lungamente disputata e acquistata con una ricerca ostinata, che una contraddizione sostenuta ha reso più profonda e più seria.”

Guillaume Le Trosne (1728–1780) economista francese

da Dell'utilità delle discussioni economiche, in Journal de l'Agriculture, luglio 1766; in Miglio 2001, p. 146

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“Dimentica che la fatica ha un prezzo e che qualcuno poi la vendica.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da La panchina n. 9
Da casa a casa

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“Sciocco è chi a contrastar col ciel s'ingegna, | Il tuo destin a tal ben non si degna; | Ond'è dispersa al vento ogni fatica.”

Angelo di Costanzo (1507–1591) storico e poeta italiano

da Sonetto XXIV
Rime amorose

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“E dover vivere fino alla morte, che fatica”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

I vecchi
Strada facendo

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“Più fatica è tacer, che parlare; | quantunque alle ignoranti genti stolte | strana proposta questa forse pare.”

Canto XII. I. p. 160 http://books.google.de/books?id=zUs0AAAAMAAJ&pg=PA160 (1768)
Orlando innamorato

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“L'ippopotamo si fa fatica a studiarlo perché non sta mai fermo.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 40

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“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

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“Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2011
Origine: Citato in Berlusconi: "La crisi? I ristoranti sono pieni" http://tg24.sky.it/tg24/economia/2011/11/04/fmi_ue_italia_monitoraggio_g20_borsa.html, Tg24.Sky.it, 4 novembre 2011.

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“Quello che limita sul serio il progresso è la velocità delle linee e dei computer, e questa continuerà a migliorare. La costante è l'uomo: non aveva voglia di far fatica cent'anni fa, non ce l'avrà fra cent'anni.”

Massimo Marchiori (1970) matematico e informatico italiano

citato in Enrico Poli, Web semantico ma ancora poco intelligente http://jekyll.sissa.it/index.php?document=835, Jekyll, 27 marzo 2008

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“Bravo, io? Non ne sono così convinto. Se avessi fatto il calciatore, avrei fatto meno fatica a misurare il mio talento. Come quando, trent'anni fa, al torneo estivo di calcio di Lauria, il mio paese, feci 11 gol in 9 partite. Lì si che mi sono sentito bravo davvero.”

Rocco Papaleo (1958) attore italiano

Origine: Dall'intervista di Sara Chiappori, Rocco Papaleo coast to coast http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/23/rocco-papaleo-coast-to-coast.html, la Repubblica, 23 aprile 2011.

“L'uomo è come un albero, la fatica del corpo sono le foglie, la custodia del cuore il frutto.”

Agatone (-448–-401 a.C.) poeta, drammaturgo

Origine: Citato in Aa.Vv., Vita e detti dei padri del deserto, a cura di Luciana Mortari, Città Nuova, Roma, 2005.

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“Di commissioni d'inchiesta il nostro parlamento ne ha partorite a dozzine. Me ne citi una sola che abbia raggiunto dei risultati, anche semplicemente conoscitivi. Per un Parlamento come il nostro (e mi trattengo a fatica dal qualificarlo) anche la ricerca della verità è materia di lottizzazione.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

23 dicembre 1996 https://web.archive.org/web/20151118213258/http://archiviostorico.corriere.it/1996/dicembre/23/Ormai_non_resta_che_amnistia_co_0_96122312669.shtml
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“Non tòrre la roba d'altri, né la fatica, né il sudore di persona, massime de' poveri uomini.”

Pievano Arlotto (1396–1484) sacerdote italiano

Facezia XLVII: motto della santa elemosina

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