Frasi su fatica
pagina 3

Giuseppe Mazzini photo
Leonardo Da Vinci photo

“Iddio ci vende tutti li beni per prezzo di fatica.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Aforismi, novelle e profezie

Khalil Gibran photo

“Amare la vita attraverso la fatica è penetrarne il segreto più profondo.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Il Profeta

Winston Churchill photo

“Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

dal discorso alla Camera dei Comuni del 13 maggio 1940, replicato alla BBC circa un mese dopo
Origine: Winston Churchill, op. cit., Volume 3° The Fall of France, 1° capitolo The National Coalition, p. 22

Alexis De Tocqueville photo
Luciano De Crescenzo photo
Luciano De Crescenzo photo
Simone Weil photo
Giordano Bruno photo
Giordano Bruno photo
Giordano Bruno photo
Ray Bradbury photo

“Fai doppia fatica a essere un agricoltore che a essere il suo maiale.”

Ray Bradbury (1920–2012) scrittore statunitense

da Il popolo dell'autunno

Richard Dawkins photo
Albert Einstein photo
François de La  Rochefoucauld photo

“Si dura fatica a lasciarsi, quando non si ama più.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

351
Massime, Riflessioni morali

Blaise Pascal photo
Luc de Clapiers de Vauvenargues photo
Gesualdo Bufalino photo

“Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Marzo, p. 36

José Saramago photo
Rabindranath Tagore photo
Italo Svevo photo
Frank Herbert photo
Paulo Coelho photo

“Va' a prendere le tue cose," ha detto. " I sogni richiedono fatica.”

By the River Piedra I Sat Down and Wept
Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto

Milan Kundera photo
Vladimir Vladimirovič Majakovskij photo
Oscar Wilde photo

“È una fatica da cani l'oziare. Ma non protesto contro la fatica purché non miri a uno scopo preciso.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Aforismi

Pietro Aretino photo

“Due cose mantengono vive le creature: il letto e il giuoco; peroché l'uno è refrigerio de le fatiche e l'altro ricreazione de i fastidi.”

Pietro Aretino (1492–1556) poeta, scrittore, drammaturgo

Carte: p. 61
Le carte parlanti

Giosue Carducci photo
Tito Lucrezio Caro photo

“Quel che l'oggetto forma dei nostri pensieri più caro, | O cui prima fu a lungo rivolta la nostra fatica, | O che più veemente destò de lo spirito l'acume, | Ci compare sovente nei sogni. S'illude il legale | Di difender processi e norme comporre di dritto; | Il capitano vede battaglie ed eserciti…”

4. 959 e sgg., traduzione di P. Perrella, Zanichelli, Bologna, 1965
Et quo quisque fere studio devinctus adhaeret, | Aut quibus in rebus multum sumus ante morati | Atque in ea reatione fuit contenta magis mens, | In somnis eadem plerumque videum obire; | Causidici causas agere et componere leges, | Induperatores pugnare ac proelia obire...
De rerum natura, Libro IV
Origine: Citato in Sigmund Freud, L'interpretazione dei sogni, traduzione di Elvio Fachinelli e Herma Trettl, Bollati Boringhieri, 1994.

Marcel Proust photo
Cesare Pavese photo
Niccolò Tommaseo photo

“Non è coraggio senza pazienza, non è gioia senza fatica, non è forza senza dolcezza, senza umiltà non è gloria.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

da Preghiere di Niccolò Tommaseo: edite e inedite

Thomas Bernhard photo

“Alle quattro lasciai la locanda. In quell'improvviso, ruvido silenzio una agitazione spaventosa s'impadronì di me, e non soltanto del mio corpo. La sensazione di aver indossato la mia camera come una camicia di forza e che ora me la dovessi togliere mi fece fare le scale a precipizio. Entrai nella sala. Poiché nessuno rispondeva ai miei ripetuti richiami, uscii fuori all'aperto. Inciampai in un cumulo di ghiaccio, ma subito mi rimisi in piedi e mi prefissi una meta: un ceppo a una ventina di metri di distanza. Mi fermai davanti al ceppo. Ora vedevo spuntare dalla neve tanti ceppi simili che parevano squarciati da proiettili, a decine e decine. In quel momento mi venne in mente che avevo dormito per oltre due ore seduto sul letto. Il viaggio e la novità dell'ambiente erano le cause della mia spossatezza. Il föhn, pensavo. Quand'ecco che dal tratto di bosco, a non più di cento metri da me, vidi spuntare un uomo che camminava a fatica, senza dubbio il pittore Strauch. Ne vedevo spuntare solo il busto, perché le gambe erano nascoste da immensi mucchi di neve. Notai il suo gran cappello nero. Controvoglia, così mi parve, il pittore si spostava da un ceppo all'altro. S'appoggiava al suo bastone col quale poi si spronava, come se fosse – a un tempo – mandriano bastone e bestia da macello. Ma questa impressione sparì e restò il problema di come avvicinarmi a lui al più presto e nel migliore dei modi. Come mi presento a lui? pensai. Mi avvicino e gli domando qualcosa, adotto quindi il metodo sicuro anche se sciocco di quello che vuol sapere l'ora e il luogo? Sì? No? Sì? Non sapevo decidermi. Sì. Decisi di tagliargli la strada.”

da Gelo
Gelo

Paul-louis Courier photo
Honoré De Balzac photo

“L'ammirazione prolungata è sempre una fatica per il genere umano.”

Origine: Il ballo di Sceaux, p. 132

Honoré De Balzac photo
Denis Diderot photo
Baltasar Gracián photo

“È assai facile farsi cattiva fama, perché il male è sempre credibile e si fatica molto a cancellarlo.”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo

da Prevenire le voci maligne, p. 72
Oracolo manuale e arte di prudenza

Kurt Tucholský photo

“Il berlinese sbrodola giù la sua giornata tutta d'un fiato e quando è finita è stata fatica e lavoro.”

Kurt Tucholský (1890–1935) scrittore, poeta e giornalista tedesco

Berlino! Berlino!

Adam Smith photo

“[Si riporta l'esempio, divenuto celebre, della manifattura di spilli usato da Smith per illustrare gli effetti della divisione del lavoro. ] In queste grandi produzioni destinate a soddisfare i bisogni di un gran numero di persone, ogni ramo differente del lavoro richiede un gran numero di lavoratori, che rende impossibile radunare tutti nella stessa casa lavoro. Noi raramente possiamo vedere in una volta sola più di quelli impegnati in un singolo ramo. Sebbene in simili produzioni, di conseguenza, il lavoro può essere davvero diviso in un gran numero di parto, rispetto a quelle di natura più frivola, la divisione non è così ovvia, ed è stata perciò poco osservata.
Prendiamo dunque un esempio in una manifattura di poco conto dove la divisione del lavoro è stata molto spesso citata, quella, cioè, dello spillettaio; un operaio non educato in questa manifattura (che la divisione del lavoro ha reso uno speciale mestiere), non preparato all'uso del macchinario realizzato per questo (la cui invenzione probabilmente è stata resa possibile dalla stessa divisone), può a fatica, forse, con la sua laboriosità, produrre uno spillo al giorno, e di certo non può produrne 20. Dato il modo in cui viene svolto oggi questo compito, non solo tale lavoro nel suo complesso è divenuto mestiere particolare, diviso in un certo numero di specialità, la maggior parte delle quali sono anch'esse mestieri particolari. Un uomo trafila in metallo, un altro raddrizza il filo, il terzo lo taglia, un quarto gli fa la punta, un quinto lo schiaccia l'estremità dove deve inserirsi la capocchia; fare la capocchia richiede due o tre operazioni distinte; inserirle in attività distinta, pulire gli spilli è un'altra, e persino il metterli nella carta un'altra occupazione se stante, sicché l'importante attività di fabbricare uno spillo viene divisa, in tal modo in circa 18 distinte operazioni che, in alcune manifatture, sono tutte compiute da mani diverse, sebbene si diano casi in cui la stessa persona ne compie due o tre. Io ho visto una piccola manifattura di questo tipo dove erano impiegati solo 10 uomini, e dove alcuni di essi di conseguenza compivano due o tre distinte operazioni. Ma sebbene loro fossero assai poveri, e perciò non disponessero molto delle macchine necessarie, potevano, quando si impegnavano a vicenda, fare all'incirca dodici libbre di spilli in un giorno. Una libbra contiene più di mille spilli di grandezza media. Quelle 10 persone, quindi, riuscivano a fare più di 40.000 spilli al giorno. Ciascuno di loro 10 dunque, facendo una decima parte di 48000 spilli, può essere considerato come se ne fabbricasse 4800 in un giorno. Se invece avessero lavorato tutti separatamente e indipendentemente senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche 20 spilli al giorno per ciascuno, forse neanche un solo spillo al giorno; cioè certamente non la duecentoquarantesima parte, e forse neanche la quattromilaottocentesima parte di quel che sono intanto capaci di compiere in conseguenza di una appropriata divisione e combinazione delle loro differenti operazioni.
In tutte le altre arti e manifatture, gli effetti della divisione del lavoro sono analoghi a quelli che abbiamo riscontrato in quest'attività di modestissimo rilievo; sebbene, in molte di esse, il lavoro non possa essere suddiviso fino a questo punto, né ridotto a una tale semplicità di operazioni. La divisione del lavoro, comunque, nella misura in cui può essere introdotta, determina in ogni mestiere un aumento proporzionale delle capacità produttive del lavoro.”

cap. 1 http://www.wsu.edu/~dee/ENLIGHT/WEALTH1.HTM
La ricchezza delle nazioni

Italo Calvino photo
Claude Adrien Helvétius photo
Jacques Maritain photo
Giacomo Leopardi photo
Niccolo Machiavelli photo
Michail Jurjevič Lermontov photo
Dorothy Parker photo
Giuseppe Baretti photo

“Costa meno fatica lo stare a detta, che non il giudicare d'ogni cosa col proprio giudizio.”

Giuseppe Baretti (1719–1789) critico letterario, traduttore e poeta italiano

La Frusta letteraria, La Frusta letteraria, vol. IV

Laurence Olivier photo
Gottfried Wilhelm von Leibniz photo
Anton Pavlovič Čechov photo

“Si fa fatica, leggendo [La sonata], a trattenersi dal gridare "è vero!"”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

o "è assurdo!"
Origine: Da una lettera del 15 febbraio 1890: citato in Miriam Capaldo, L'amore ai tempi di Tolstoj, in Lev L. Tolstoj, Il preludio di Chopin, Editori Riuniti, 2010, p. XVIII. ISBN 978-88-359-9015-4

Maksim Gor'kij photo
Sergej Sergeevič Prokof'ev photo
Joey Adams photo
Papa Giovanni XXIII photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“Si fa fatica, leggendo [La sonata], a trattenersi dal gridare "è vero!" o "è assurdo!”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Anton Čechov)

Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“I cavalli compiangono solamente se stessi o, di tanto in tanto, solamente coloro nella cui pelle riescono a immaginarsi senza fatica.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Da Cholstomér: storia di un cavallo, traduzione di Serena Prina, in Tutti i racconti, volume secondo, Mondadori, Milano, 2006, p. 100. ISBN 8804555181

Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“[Su Il regno di Dio è in voi] Mai nessuna opera mi è costata tanta fatica.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Citato in Henri Troyat, Tolstoi, Rizzoli, Milano, 1969, vol. II, p. 227.

Lev Nikolajevič Tolstoj photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo
Teresa di Lisieux photo
Giovanni Battista Niccolini photo
Giovanni Battista Niccolini photo

“Perché l'imitazione del male supera sempre l'esempio, come, per il contrario, quella del bene è sempre inferiore, figli ancor più turpi di questa dottrina sono i Misteri di Parigi, i quali non si arrossi di qualificare per libro morale, benché l'autore di esso, Eugenio Sue, fosse dai Francesi chiamato a gran ragione il Cristoforo Colombo dei bordelli. L'eroine del suo romanzo sono Rigolette e Fleur de Marie, leggiadrissime sartine di sedici anni e senza genitori, le quali coll'esercizio dell'arte loro reggono sottilmente la vita, e non hanno in fondo della loro borsa altro capitale che dugento franchi. La prima vive in una soffitta lietamente, né dimentica di Dio, ch'ella prega ogni giorno. La seconda, a cui rincresce la fatica, frequenta i passeggi e le taverne, dissipa il suo meschino peculio, e si risolve a far mercimonio del suo corpo pei suggerimenti d'una infame creatura. Ella si lascia persuadere così presto, che non può chiamarsi sedotta: non amore, non sensualità, ma solamente la promessa che prezzo di vergogna avrà ozio e un poco di pane, la conducono nell'orrido e crudelissimo lupanare dove si ruba, si assassina, si avvelena, e non paghi di vivere di delitto, si scherza pur col delitto.”

Giovanni Battista Niccolini (1782–1861) drammaturgo italiano

Origine: Cfr. Francesco Guicciardini, Storia d'Italia: «L'imitazione del male supera sempre l'esempio, come per il contrario l'imitazione del bene è sempre inferiore.»
Origine: Discorso sulla tragedia greca, p. XV-XVI

Gilbert Keith Chesterton photo

“L'avvocato Pietro Giannone faticò intorno ad una parte della istoria italiana, come fatto aveva il Maffei, ed al par di lui si rendette immortale.”

Giuseppe Maffei (1821–1901) pittore e architetto, storico e critico letterario italiano.

Vol. III, p. 18
Storia della Letteratura Italiana

Gustave Thibon photo

“Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l'essere ed il nulla. L'eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L'inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l'ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d'un giorno d'estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un'alba senza tramonto. L'abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. L'uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell'unità. La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l'imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. Bisogna desiderare vederlo eternamente. L'inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento.”

Gustave Thibon (1903–2001) filosofo e scrittore francese

Origine: L'uomo maschera di Dio, p. 80

Vincenzo de' Paoli photo
Jaroslav Drobný photo

“La fatica fisica si somma alla tensione psicologica e ti rendi conto che un colpo sbagliato potrebbe farti perdere il match. Ti dici… devo rischiare o giocare in sicurezza? E così per ogni colpo.”

Jaroslav Drobný (1921–2001) tennista e hockeista su ghiaccio cecoslovacco

Origine: Citato in Claudio Calza, Jaroslav Drobny, il professore http://www.tennisitaliano.it/jaroslav-drobny-il-professore, Il Tennis Italiano, 18 dicembre 2009.

Arthur Cayley photo
Ferdinando Camon photo

“Finito un libro mi metto i pesi alle caviglie per calmarmi con la fatica.”

Ferdinando Camon (1935) scrittore italiano

citato in Corriere della sera, 19 dicembre 2000

Giuseppe Siri photo

“L'Ecumenismo non lo si fa andando a metà del ponte, ma piuttosto costruendo ponti, tanti ponti in amorevole fatica, restando fermi sulla riva giusta.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

Origine: Da Renovatio, XI, 1976, fasc. 3, 277-278.

Richard de Bury photo
Tito Lívio photo

“La fatica ed il piacere, diversi di natura, sono congiunti fra loro da un naturale legame.”

Appio Claudio Crasso: V, 4; 2006
Labor voluptasque, dissimillima natura, societate quadam inter se naturali sunt iuncta.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

Giuseppe Garibaldi photo
Francesco Rosi photo

“Scelsi per il ruolo della madre di Giuliano, una contadina il cui figlio era finito male. Lo sapevo: ma, qualche volta, un cineasta che vuole dare l'impressione del vissuto è spinto a essere crudele… L'ho portata, quasi spinta, dentro l'obitorio. Era la prima volta che ci entravamo. La luce era quasi inesistente. Nella penombra si muovevano a fatica, oltre al fonico, Di Venanzo e Pasqualino De Santis. La donna doveva fingere di essere una madre che vede il cadavere del figlio. Lo fece con forte emozione e, insieme, con perizia da attrice di professione. La ripresi con l'obiettivo 75 che avvicina molto il personaggio ma, di continuo, rischia di perderlo dal quadro. Non potevo, naturalmnete, chiederle di andare ai segni. Le dissi di seguire, con la coda dell'occhio, i movimenti della mia mano. L'avrei guidata, e ai miei gesti lei doveva andare avanti, rallentare, tirarsi un poco indietro. La donna si scioglieva in lacrime, viveva il dolore di una madre che ha perso il figlio e, intanto, seguiva alla perfezione le mie indicazioni finché, quando glielo indicavo, si arrestava d'improvviso. Furono tre riprese, tutte istinto e controllo. Una pausa e, poi, un pianto raccapricciante. Fuori dall'obitorio, nel frattempo era arrivato un funerale. Piangevano dentro e fuori, qui per finta e là per davvero. Questo, anche questo ahimè, è il cinematografo. (da Il mestiere del narratore”

Francesco Rosi (1922–2015) regista italiano

conversazione con Francesco Rosi), p. 27

Vincenzo Monti photo
Giuseppe Berto photo
Augusto Conti photo

“Come a dir bugie costa fatica, ché la parola scorre dal pensiero e bisogna sviarla per forza, così a pensare il falso si sente fatica in noi, e trasparisce nel volto.”

Augusto Conti (1822–1905) filosofo e pedagogista italiano

Origine: I discorsi del tempo in un viaggio in Italia, p. 56

Antonin Artaud photo

“Ciò che differenzia i pagani da noi, è che all'origine di tutte le loro credenze vi è un terribile sforzo per non pensare in quanto uomini, per mantenere il contatto con l'intera creazione, cioè con la divinità.
So bene che il più piccolo slancio d'amore vero ci avvicina molto di più a Dio che tutta la scienza che possiamo avere della crezione e dei suoi gradi.
Ma l'Amore che è una forza non va senza la Volontà.
Non si ama senza la volontà, la quale passa attraverso la coscienza; – è la coscienza della separazione consentita che ci conduce al distacco dalle cose, che ci riconduce all'unità di Dio.
Si conquista l'amore prima attraverso la coscienza e attraverso la forza dell'amore poi.
Tuttavia, vi sono molte dimore nella casa di mio padre. E colui che, gettato sulla terra con la coscienza dell'idiota, dopo Dio solo sa quali fatiche o quali colpe in altri stati o altri mondi che gli hanno valso la sua idiozia; ma con quel tanto di coscienza che gli necessita per amare, e amare in un distacco senza grandi parole, in un meraviglioso slancio spontaneo; colui al quale tutto ciò che è il mondo sfugge, che dell'amore non conosce che la fiamma, la fiamma senza l'irraggiamento e la moltitudine del focolare, avrà meno di quell'altro accanto il cui cervello domina l'intera creazione, e per il quale l'amore è un minuzioso e orribile scollamento.
Ma – ed è sempre come la storia del ditale – avrà sempre tutto ciò che può assorbire. Godrà d'una felicità chiusa, ma che, riempiendo tutta la sua misura, darà anche a lui la sensazione dell'immensità.
Sino al giorno in cui questo povero in ispirito sarà spazzato via come le altre cose. Gli verrà ritirata la sua immensità. Verremo tutti giudicati, grandi e piccoli, dopo il nostro paradiso di delizie, dopo la felicità che non è tutto, voglio dire, che non è il grande Tutto, cioè Niente. Verremo mescolati, verremo fusi sino all'Uno, Uno Solo, il grande Uno cosmico che presto farà posto allo Zero infinito di Dio.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Origine: Eliogabalo o l'anarchico incoronato, pp. 55-56

Richard Steele photo

“L'insopportabile fatica di non far niente.”

Richard Steele (1672–1729) scrittore, saggista e politico britannico

da The Tatler

Karl Friedrich Burdach photo
Giuseppe D'Avanzo photo

“Un'inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell'interesse dell'opinione pubblica e anche nell'interesse della politica perché senza fatti la politica annienta se stessa.”

Giuseppe D'Avanzo (1953–2011) giornalista, scrittore e rugbista a 15 italiano

da Il giornalismo della maldicenza http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/07/10/il-giornalismo-della-maldicenza.html, la Repubblica, 10 luglio 2006, p. 30

Oliviero Beha photo

“[Sulla sentenza in primo grado e la polarizzazione dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] […] L'Inter e i suoi tifosi vivono questa sentenza come una vittoria: ladroni gli juventini di quel ciclo trionfale, sconfitti ma onesti e rivalutati dalle sentenze gli interisti, rimuovendo la montagna di telefonate colpevolizzanti uscite fuori negli ultimi tre anni per cui mesi fa lo stesso Procuratore Federale Palazzi, il Torquemada del 2006, aveva prescritto l'Inter dicendone però il peggio. Curioso: Palazzi va bene o male a sentenze alterne, il tifo è fatto così. Fossero stati assolti a Napoli Moggi e co. […], sarebbe stata festeggiata come una vittoria della Juve contro l'Inter. E questo tifo si è riverberato su giornali e su giornalisti. Dio solo sa, e chi mi segue su Il Fatto quotidiano può verificarlo, la fatica e l'avversione che mi è costata una battaglia per la verità sull'argomento, dopo trent'anni passati anche a focalizzare il marcio del pallone mentre altri erano occupati magari a prendere soldi o regali oppure anagraficamente le merendine. C'è gente che rilutta o recalcitra a prendere atto non della santità di Moggi, per carità di Dio, ma del reale stato degradato del calcio italiano: è più facile sparare su Lucky o Licio Moggi –come lo chiamavo al tempo del suo potere, articoli e libri alla mano– che chiamare in causa le istituzioni sportive. (citato in [http://notizie.tiscali.it/opinioni/Beha/2130/articoli/La-presa-per-i-fondelli-di-Calciopoli-tutto-ridotto-al-tifo-per-Inter-e-Juventus-con-il-concorso-dei-media.html "La presa”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

per i fondelli) di Calciopoli: tutto ridotto al tifo per Inter e Juventus, con il concorso dei media"], Notizie.tiscali.it, 12 novembre 2011

“Chi non si china una volta per uso, si dovrà chinare più spesso per fatica.”

Alessandro Varaldo (1878–1953) scrittore, drammaturgo e poeta italiano

Origine: Il chiodo rosso, p. 54

Alessandro Baricco photo
Alessandro Baricco photo

“Sostieni, maturità, questa fatica d'intelletto e sogni, disprezza | l'endecasillabo facile, e tutte le memorie, e la persona chiusa in queste frasi | d'affetto e di poesia…”

Roberto Sanesi (1930–2001) critico d'arte, storico dell'arte e poeta italiano

da A nord dei trent'anni, in Rapporto informativo, 1966

Raymond Aron photo

“Tollero a fatica il sociologismo nel quale sfociano le analisi sociologiche e le intuizioni profonde di Émile Durkheim.”

Raymond Aron (1905–1983) sociologo, filosofo e giornalista francese

introduzione, p. 25
Le tappe del pensiero sociologico

Giovanni Nencioni photo
Giovanni Nencioni photo
Papa Benedetto XVI photo
Giovanni Climaco photo
Alberto Manguel photo
Carlo Promis photo