Frasi su giardino
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“Felicità? Una piccola incombenza giornaliera da curare come faresti con un giardino.”

Annabel Buffet (1928–2005) scrittrice francese

citato in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1976

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“La cortesia della signora Schwabe aveva messo a mia disposizione un appartamento nell'ex-Collegio medico, ove essa ha stabilito lo stupendo "Giardino di Infanzia", di cui più tardi parleremo. Nelle "Lettere Meridionali", una delle pagine che mi occupò di maggior pensiero fu la descrizione delle grotte delle spagare. Il lettore si ricorderà che l'autore descrive queste grotte, ove vivevano o morivano venti o trenta famiglie, e da dove la Scwhabe ha sottratto a morte certa una madre con cinque bimbi, affamati, nudi, orribili insetti schifosi. E questa madre doveva, la notte, vegliare costantemente, perché i topi non cibassero la carne delle sue creature. La vista delle quattro figlie di costei, ora sane, robuste, allegre e studiose, e l'udir da capo dalle maestre di quella scuola descrivere, quali testimoni oculari, lo stato in cui esse furono trasportate a quell'ospitale asilo (trasportate, mi piace di ricordare, in carrozza e in braccio da quella nobile tedesca che non indietreggiò davanti alla nausea e al pericolo di malattia contagiosa, perché il tifo regnava nella grotta), destava sempre più il mio desiderio di visitare il luogo, da cui furono tolte. Accompagnata da un amico e da un delegato di Pubblica Sicurezza, andai dunque al quartiere di Monte Calvario al di sopra dei giardini di Santa Lucia al Monte n. 3”

Jessie White (1832–1906) patriota, scrittrice e filantropa inglese

cap. 2, p. 27
La miseria in Napoli

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“L'universo trova spazio dentro me, | ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c'è.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da I giardini di marzo, lato A, n. 1
Umanamente uomo: il sogno

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“La nuova scuola sarà il luogo del libero lavoro, della libera comunità fra i bambini e di quelli che vorranno aiutare i bambini nella realizzazione dei loro problemi, del loro desiderio di conoscenza e di creazione. Nella nostra scuola non vi sarà posto per nessuna costrizione, per nessuna violenza sull'anima infantile, qual si sia il motivo per cui volesse introdursi. A base di tutto sarà posto l'amore, e un rispetto per la personalità del ragazzo, così profondo come si ha per qualsiasi uomo adulto. I maestri saranno non i superiori, ma i compagni anziani degli alunni… Essi apprezzeranno più di tutto la libera manifestazione dello spirito del ragazzo, il lavoro autonomo della sua mente… Il loro lavoro principale sarà quello di porre un'unità spirituale, una reciproca fiducia, una radicale uguaglianza fra loro e i loro scolari-compagni, senza di che non vi può essere alcun reciproco aiuto nel lavoro di educazione e di formazione. I genitori degli scolari di questa nuova scuola entreranno essi stessi nella vita della scuola, come partecipanti, collaboratori e compagni anziani dei bambini… In questa scuola ci si sforzerà di diroccare i muri che dividono la scuola dalla vita, per fare della scuola, non solo il giardino preparatorio alla vita, ma un luogo di gioia, pieno di interesse e di significato per il ragazzo, una parte viva della sua vita vera… La base sarà il lavoro dell'uomo, quello fisico; il lavoro manuale produttivo non sarà impedito o disprezzato e nemmeno trattato come un giuoco pedagogico; al contrario, sarà fatto tutto il possibile perché i bambini possano soddisfare l'esigenza che ogni uomo ha per questo o quel tipo di operosità più congeniale, mirando ad un lavoro che a mano a mano conduce al lavoro fisico proprio degli uomini, e che prende tutta la vita dell'uomo.”

Origine: Citato in Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo, a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Editore, Roma, 1956, pp. 75-76.

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“Le congregazioni pie sono sempre state giardini di divozione nella Chiesa, orti nei quali facilmente si coltivano le piante della santità cristiana.”

Luigi Guanella (1842–1915) presbitero italiano

Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella Casa divina Provvidenza

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“Non si dovrebbe l'essenziale: l'Università è lo spirito in lutto. Si insegna la filosofia nell'agorà, in un giardino o a casa propria.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Gabriel Marcel. Ritratto di un filosofo [1969], p. 27
Fascinazione della cenere

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“Ieri ho sognato un giardino, nel sogno con me c'era un uomo. Lui mi voltava le spalle solo perché non vedessi il suo viso.”

Ivan Graziani (1945–1997) cantautore e chitarrista italiano

da Fuoco sulla collina

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“Ho riempito d'oro il giardino | perché tu vedessi | chiaramente dov'è il cammino | e | quanti sono i passi.”

Cristina Donà (1967) cantautrice italiana

da Nel mio giardino, n. 1
Dove sei tu

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“Il mio Ziguli […] è nato dalle parti di Olbia, in una colonia di gatti malati e denutriti. Quasi subito è stato colpito da una delle classiche parvovirosi, quasi sempre mortali, che si diffondono tra i cuccioli non vaccinati. Raffreddore, febbre e una copiosa secrezione oculare non curata, che gli ha lesionato irrimediabilmente le cornee e lo ha reso cieco. […] Inizialmente pensavo che un handicap di questa portata, la cecità totale, fosse insopportabile per un felino e che la cosa più giusta per quel micino di appena due mesi sarebbe stata addormentarsi per sempre. Invece mi sbagliavo di molto, e fu proprio lui a dimostrarmelo. […] Lo guardavo giocare, avventarsi sul cibo e, quando la mia mano lo raggiungeva, abbandonarsi senza controllo al piacere di fare le fusa. Aveva una voglia di vivere e un'allegria che, con la mia logica umana, non riuscivo a spiegare in un animaletto completamente cieco. […] Con gli altri gatti, inizialmente, cercava di ritrarsi o provava ad attaccarli, come se ne avesse paura. Ma bastarono pochi giorni perché si fidasse di tutti, perfino dei cani. Oggi è un gattone meraviglioso, grigio tigrato. Forse troppo grasso, perché non ha mai perso l'istinto di buttarsi sul cibo. Ma salta sulle finestre, esce in giardino, si arrampica sugli alberi e, incredibilmente, insegue gli insetti come tutti gli altri gatti. Osservarlo è un piacere. Mi ha insegnato, una volta di più, che la vita merita sempre di essere difesa e di essere vissuta.”

Michela Vittoria Brambilla (1967) politica e imprenditrice italiana

Origine: Manifesto animalista, pp. 101-102

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“Giace questo comune [Esino Lario] sopra un bel piano lontano da Cornova passando il monte di Cainallo quatro miglia, il qual monte gli siede in capo verso settentrione et dal monte di Varena è lontano tre miglia et è verso sera o sia dal occidente. Da Varena è lontano tre altre miglia che ha mezzogiorno et dal oriente ha diversi monti, et in parte il territorio di Lierne, pol essere di circuito questo suo territorio da sedici miglia et malagevolmente si pol circondare, è di bello, allegro et vistoso sito molto fertile et abondante di grani come formento, biade, meglio, altri leghumi, et castagne, copiosa di grassine, de fieni, et altre cose. La sua chiesa risiede sopra un alto colle, alla similitudine di un forte castello dedicata al Glorioso Martire di M. Gesù Cristo Santo Vittore, parata et ornata di quanto fa di bisogno con campanile, campane, bella casa per il loro curato, con pozzo, giardino, orto, et altre assai comodità, quindi per prati et campi, passando alla prima villa detta Piaghe si perviene, nella quale hano ancora un'altra chiesuola di Santo Giovanni Evangelista. Sono qua diverse famiglie de Pensi, de Tarri, de Ruschoni, de Arrigoni, de Calgari. Si ascende alquanto verso settentrione et si ritrova un'altra villa, detta Cresi, tanto fertile quanto la prima, ivi un'altra chiesuola di Santo Antonio Abbate si ritrova, con alcune, famiglie di Tarri, de Arrigoni, de Pensa, de Bettuzzi, de Nicchie et di Troni et altri assai quali per brevità ometto. Hanno belli monti, belli piani, bone fonti, et altre assai particolarità, con sì vago territorio, di sì aeroso sito et ritrovandosi così alto sopra quei monti, copioso de tutto quello fa bisogno al vivere humano.”

Paride Cattaneo della Torre (1531–1614) sacerdote e scrittore italiano

304r-304v, citato in Giuseppe Arrigoni, Documenti inediti risguardanti [sic] la storia della Valsassina e delle terre limitrofe, vol. I, fasc. I, Milano 1857, pp. 70-71
Cronoca dei Torriani e Descrizione della Valsassina

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“Nei giardini della villa ci si può tro­vare a cena, oppure a pranzo, con imprendito­ri di passaggio, e con amici, con parlamentari, con dirigenti politici… ma anche, e questo è uno degli aspetti francamente più simpatici, con tante belle famigliole.”

Sandro Bondi (1959) politico italiano

Origine: Villa Certosa, la residenza di Silvio Berlusconi in Costa Smeralda.
Origine: Dall'intervista di Fabrizio Roncone, Bondi: ragazze? Alla villa ricordo famigliole http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_01/bondi_ragazze_villa_roncone_1467a634-4e71-11de-be80-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 1º giugno 2009.

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“[Parlando di Berlusconi] Ma lo avete visto al G7? Era il più piccolo di tutti. Un nanetto così in una società civile lo avrebbero messo a decorare il giardino.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Origine: Citato in Grillo: "Adesso basta o mi schiero con la RAI" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/07/grillo-adesso-basta-mi-schiero-con.html, la Repubblica, 7 gennaio 1996.

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“Poiché tutto è nato in un giardino è bene tornarvi spesso se non si vuole inanellare una sequela di idee vuote.”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

La terra strada del cielo

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“Dipende da noi esseri umani fare della vita un paradiso o un inferno, del pianeta un giardino o un deserto.”

Luigi Luca Cavalli-Sforza (1922–2018) genetista e scienziato italiano

con Francesco Cavalli-Sforza, da la Repubblica, 18 settembre 2010, 47

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“Adesso il giardino sembrava un campo incolto, morto insieme a che se ne prendeva cura.”

Cecelia Ahern (1981) scrittrice irlandese

Ps: I Love You

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“Il primo Speziale fu Adamo; imperciocché non è facile immaginarsi un giardino meglio assortito di piante, che quello dell'Eden.”

Domenico Cirillo (1739–1799) medico e botanico italiano

Origine: Discorsi accademici, p. 47

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“Io e te vivevamo nel giardino dell'Eden, poi ci hanno fatto una multisala.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 7
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“Un gattino è nel mondo animale ciò che un bocciolo di rosa è in un giardino.”

Robert Southey (1774–1843) scrittore britannico

Origine: Citato in AA.VV., Il gatto con gli stivali e tante altre storie di gatti, traduzioni di Rita Gatti e altri, Newton Compton editori, Roma, 2011, p. 38 https://books.google.it/books?id=dzqjAlOAWicC&pg=PT38. ISBN 978-88-541-3723-3

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“Bianche gocce di rugiada | sui pennacchi di canna | del mio giardino. | Potessi perforarle intatte… | Una collana per te.”

Ōtomo no Yakamochi (718–785) poeta e politico giapponese

Origine: Da Il muschio e la rugiada. Antologia di poesia giapponese, a cura di Mario Riccò e Paolo Lagazzi, traduzione di Mario Riccò, Fabbri Editori R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.a., Milano, 1997, p. 56.

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“La nemesi è al varco | dei giardini felici.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Nemesi, vv. 7-8
Miraggi

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“Molti artisti contemporanei, – compreso l'autore di questo articolo – hanno subito crisi simili e confuso l'énorme con il grande, la violenza con l'energia. Ma è generalmente una follia romantica della gioventù e quella d'un tempo in cui il cuore si esalta a caso prima che il gusto abbia scelto. Il fatto strano è che essa si sia verificata in Van Lerberghe all'età di quarant'anni, come un improvviso richiamo delle forze dell'adolescenza in un'anima poco a poco rinnovata. Questo ribollire disordinato non è certo inutile ed il genio di Emile Verhaeren ha potuto trarne soprendenti capolavori. In Van Lerberghe esso si è presto contenuto e si è risolto in lirismo.
No, certo, questo nuovo stato non si è riflesso direttamente nella sua opera, ma senza dubbio è servito a darle una più viva ampiezza. Lui, Charles Van Lerberghe non somigliava più al poeta. Aveva da poco iniziato l'ammirevole Chanson d'Eve, e mi mostrò anche l'abbozzo di una commedia leggendaria in tre atti che nulla doveva allo stoicismo. Era una sorta di satira, di spirito pagano, insieme ironica e veemente. Io terminavo le ultime pagine di Clartés e lavoravo ancora ad alcune Banalités indiscrètes impertinenti e talvolta sbrigliate. Essendoci scambiati i nostri scritti, restammo stupefatti; poiché singolare era il contrasto fra il profondo accordo di tutte le nostre tendenze di artisti e la divergenza del nostro spirito. Ma la trasformazione proseguiva in Charles Van Lerberghe e a sua insaputa. A Firenze, dove vivemmo insieme per molti mesi era improvvisamente ridivenuto il sognatore di un tempo. Non lo stesso, tuttavia; era gioioso, più appassionato di ciò che la vita contiene, più lirico. E, in verità, il lirismo trionfa lungo tutti questi poemi della Chanson d'Eve, molti dei quali furono scritti in un giardino di oleandri, all'ombra della vecchia torre che corona la collina di Arcetri, mentre un immenso paesaggio mostrava in lontananza l'Arno che bagnava i palazzi fiorentini.”

Albert Mockel (1866–1945)
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