Frasi sulla gioia
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“La felicità non è un cuore "gonfiato" di gioia ma il gonfietto per mettercela…”

Gioacchino Alfano (1963) politico italiano

http://www.gioacchinoalfano.com/mie-massime/

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“Fervore di sangue che si dilata in respiri profondi, contemplazione, desiderio e possesso di cose belle, da una notte stellata a una veste candida; gioia e pienezza di vita che si discioglie in canto; questa è la poesia di Saffo. Cosa miracolosa, disse Strabone. Parole immacolate. I nessi logici sono ridotti al minimo; assottigliati fino scomparire; cose trasferite nelle parole; e parole essenziali, imbevute di colore, aerate di canto.”

Manara Valgimigli (1876–1965) filologo, grecista e poeta italiano

Origine: Citato in Francesco Pedrina, Musa Greca, [Antologia di poeti e prosatori greci con profili degli autori e pagine critiche organicamente scelte per un disegno storico-estetico], Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano<sup>5</sup>, p. 291.

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“Osserva la creazione: alberi, uccelli, erba, animali… Sai una cosa? Tutta la creazione è colma di gioia. Tutta la creazione è felice! Si, lo so: c'è sofferenza, dolore, crescita, declino, vecchiaia e morte. Si, tutto ciò sta nella creazione, ma se voi comprendeste cosa realmente significa felicità! Solo l'essere umano ha sete, solo il cuore umano è inquieto. Non è strano? Perché l'essere umano è infelice e cosa si può fare per trasformare questa tristezza in gioia? Perché gli uomini sono tristi? Perché hanno idee distorte e atteggiamenti sbagliati. La prima idea distorta che gli uomini hanno è che gioia equivalga a euforia, sensazioni di piacere, divertimento. Con questa idea in testa gli uomini vanno in cerca di droghe e stimolanti, e finiscono con l'essere depressi. […] La seconda idea distorta consiste nel pensare che possiamo raggiungere la nostra felicità, che possiamo fare qualcosa per afferrarla. […] La terza e forse più determinante idea distorta sulla felicità consiste nel ritenere che essa si trovi fuori di noi, nelle cose esterne, nelle altre persone. «Cambio lavoro, così forse sarò felice»; oppure: «Cambio casa, mi sposo con un'altra persona…, così forse sarò felice», ecc. La felicità non ha nulla a che vedere con l'esterno. In genere si crede che i soldi, il potere, la rispettabilità possano rendere felici. Di fatto però non è così.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Istruzioni di volo per aquile e polli

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“La mia gioia è nel creare, non sta nelle conseguenze.”

Neale Donald Walsch (1943) scrittore

Conversazioni con Dio

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“[Su Heike Kamerlingh Onnes] Si è conclusa una vita che rimarrà sempre modello per le future generazioni […]. Non ho conosciuto nessun altro per cui il dovere e la gioia erano la stessa e identica cosa. È questa la ragione della sua vita armoniosa.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dalla lettera alla vedova del fisico olandese, 25 febbraio 1926; citato in Einstein on Peace, a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, pp. 263-264.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 51

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“L'amore non è un sentimento facile da esprimere a parole. Nè lo sono la lealtà, o la fiducia o la gioia. Ma egli [Robert Kennedy] era tutte queste. Egli amava la vita totalmente e la visse intensamente.”

Ted Kennedy (1932–2009) politico statunitense

dall'elogio funebre del fratello Robert F. Kennedy tenuto presso la Cattedrale di San Patrizio a New York, 8 giugno 1968

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“[Rodrigo Manrique in cospetto della Morte che si rivolge a lui:] «Buon cavaliero, | ti prepara al dì sereno | di tua festa: | lascia il mondo menzognero; | l'alto cor, che porti in seno | manifesta. | Se la vita posta hai spesso | in terribili cimenti | per la fama, | di costanza l'arma adesso; | né la voce ti sgomenti | che ti chiama. || «Non ti sia l'uscita amara; | né la pugna ti spauri | che t'attende; | la tua gloria si rischiara | e ne' secoli futuri si distende, | questa vita dell'onore, | benché labile e mortale, | passi anch'essa, | della vita è ben migliore | che al caduco vostro frale | vien concessa. || «Una vita in ciel rimane: | dal potente non si merca | con tesori; | né l'ottien chi in gioie vane | l'età sua perdendo cerca | solo i fiori; | ma l'ottiene con preghiere | nella tacita spelonca | l'eremita; e l'ottiene | il cavaliere | cui dal Mauro ferro tronca | fu la vita. || «Or tu nobile campione, | che cotanto sangue hai sparso | d'infedeli, | ti rallegra, un guiderdone | a' tuoi merti non più scarso | danno i cieli. | Con la Speme e con la Fede, | cui sacrasti ognor dell'alma | gli alti affetti, | sali incontro alla mercede, | sali al trono ed alla palma | degli Eletti». || «Bella Morte, io non indugio; | affannato il cor ti chiama | con desio; | il Signore è mio rifugio; | quel che farsi Ei di me brama, | bramo anch'io. | Il mio spirito con gioia | della creta, ov'è sepolto, | si dispoglia; | quando Dio vuol che si muoia | voler vivere è d'uom stolto | pazza voglia. || Tu che in terra per lavarne | dalla colpa pellegrino | discendesti, | e col vel di nostra carne | il principio tuo divino | nascondesti; | tu che pendi, il fianco aperto | dalla lancia, sovra il legno | sanguinoso, | non guardare al nostro merto; | ma per grazia al servo indegno | sii pietoso». || Tal pregava il guerrier forte | e moria, l'usato aspetto | non mutando.”

Jorge Manrique (1440–1479) poeta spagnolo

Origine: Da Stanza per la morte del padre, pp. 20-22

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“In Craxi c'erano gioia di vivere, spirito autenticamente ribaldo, indisponibilità a quelle pigrizie che fanno brutto e noioso il carattere burocratico della lotta politica.”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

citato in Panorama, 8 gennaio 2010

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“Il lavoro in sé è gioia.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 61

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“Ma in attendere è gioia più compita.”

da Gloria del disteso mezzogiorno
Opere in versi, Ossi di seppia

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“È una gioia incredibile essere apprezzati, riconosciuti, amati, credo sia una sensazione che piace a tutti. È come guadagnarsi un posto nel mondo, e poter smettere di competere con gli altri e fare semplicemente arte.”

Anthony Kiedis (1962) cantante statunitense

Origine: Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com https://www.youtube.com/watch?v=BD27AmcD2KI.

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“Nelle nostre vite complicate non siamo attrezzati a trovare la gioia, non perché ce ne sia poca nel mondo, ma perché non sappiamo riconoscerla. Capire se stessi, i propri desideri più profondi spesso ci dice che inseguiamo falsi miti. Perciò continuamo a fare gli stessi errori.”

Michelle Pfeiffer (1958) attrice statunitense

Origine: Citato in Paola Piacenza, Michelle Pfeiffer torna in Dark Shadows http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2012/michelle-pfeiffer-intervista-30621759285.shtml, iodonna.it, 20 aprile 2012.

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“Vigiak (Sorte, Foruna, Destino), che ricorda la tradizione pagana, è una delle principali feste armene, che comincia il giovedì dell'Ascensione e dura fino alla domenica di Pentecoste. Alla vigilia dell'Ascensione le ragazze del villaggio si riuniscono e scelgono fra loro una brigatella per organizzare la festa. Le prescelte prendono un'anfora di terra cotta, l'empiono d'acqua attinta a sette fonti o pozzi, ne ornano la bocca con fiori colti in sette campi diversi, poi vi gettano dentro un oggetto caro (bracciali, anelli, grani di monili o di corone, orecchini, fermagli, ecc.), facendo voti di gioia pei parenti e per l'amato, a occhi chiusi e con profondo raccoglimento. La notte dal mercoledì al giovedì, esse nascondono l'anfora in un cantuccio segreto di giardino, all'aperto, per esporla all'influsso delle stelle, e la sorvegliano, perché non sia rapita dai giovanotti, che la cercano per portarla via. Se i giovani vi riescono, le fanciulle, per riaver l'anfora, devono offrir loro gran quantità di non la rapiscano. – La domenica di Pentecoste, le ragazze si raccolgono per l'ultima volta; circondano l'anfora, e, dopo averla baciata, la mettono fra le braccia d'una di loro; poi, un'altra fanciulla, vestita da sposa, a rappresentar appunto la sposa della festa della "Vigiak", trae dal'anfora un oggetto, mentre una vecchia canta un ritornello, di felicità o di mal augurio o di burla; e così via via per ciascun oggetto gettato nell'anfora; onde le fanciulle si rallegrano o si attristano secondo il presagio lieto o triste. Nelle varie contrade dell'Armenia, la festa della Vigiak presenta qualche cambiamento; ma in tutte è deliziosamente gentile e pensosa, degna d'un popolo delle tradizioni derivate dall'India, la più poetica delle antiche nazioni.”

Domenico Ciampoli (1852–1929) scrittore e bibliotecario italiano
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“[Zurwan al Servitore delle Ossa] C'è un solo e unico scopo nella vita: testimoniare e comprendere per quanto possibile la complessità del mondo, la sua bellezza, i suoi misteri, i suoi interrogativi. Più si cerca di capire, più s'indaga, e più si apprezza la vita e ci si sente in pace col mondo. È questa la sostanza della vita. Tutto il resto si riduce a vacui passatempi. Se un'attività non si basa sull'amore o sulla conoscenza, non ha alcun valore. Sempre, se puoi scegliere, sii caritatevole. Ricordati dei poveri, degli affamati e dei miseri. Ricordati sempre di chi soffre e di chi è bisognoso. La più grande forza creativa di cui disponiamo sulla Terra, sia che siamo angeli, spiriti, uomini, donne o bambini, è quella di aiutare gli altri… I poveri, gli affamati, gli oppressi. Il potere più bello è quello di alleviare il dolore e dare gioia. Essere caritatevoli: questo è il miracolo umano, si potrebbe dire. È il tratto distintivo dell'umanità, e dei migliori angeli e spiriti: essere caritatevoli. Ci si può chiedere perché bisogna amare e imparare o perché sarebbe questo lo scopo della vita: voglio dire, come mai è stato deciso fare solo queste cose e con la massima dedizione? Una domanda stupida, non importa perché sia così. È così: lo scopo della vita è amare ed imparare. Proviamo a rispon­dere a questa domanda per gli altri… Perché è tanto importante amare ed imparare? Ad un uomo crudele e sciocco bisognerebbe rispondere: "È il modo meno rischioso di vivere la vita". Ad un uomo di valore bisognereb­be dire: "È il modo più appagante ed illuminante di vivere la vita". A chi è preda di un cieco egoismo, potrei dire: "Se ti ricorderai dei poveri, degli affamati, degli oppressi, se ti ricorderai degli altri, se amerai, se imparerai alla fine troverai una pace immensa."”

Per gli oppressi, la risposta è: "Allevierà la tua pena, la tua pena terribile"
Lo schiavo del tempo

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“Quando mi finirà questo tormento di vita | questo stupido vaneggiare | preparativi di un'età felice…”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da E un pianto di gioia si leverà anche dai rovi, vv. 1-3
Il deserto e il cactus

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“Quando Zack mi ha chiamato per propormi la parte di Clark Kent, al telefono mi sono controllato, ma quando ho riattaccato ho iniziato a piangere e urlare dalla gioia. Non potevo crederci.”

Henry Cavill (1983) attore britannico

Origine: Citato in Henry Cavill Superman: " Quando mi hanno dato la parte, ho pianto e urlato di gioia" http://worldcelebrities.blogosfere.it/2013/05/henry-cavill-superman-quando-mi-hanno-dato-la-parte-ho-pianto-e-urlato-di-gioia.html, Worldcelebrities.blogosfere.it, maggio 2013.

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“Un uomo invecchia, ha in sé il sentimento radicale della debolezza, dell'atonia, del malessere che accompagna il progredire dell'età e, provandolo, immagina di essere ammalato, calma i propri timori con l'idea che la sua condizione penosa sia dovuta a qualche causa particolare, dalla quale, come da una malattia, spera di guarire. Vane immaginazioni! La malattia è la vecchiaia ed è un'orribile malattia. Dicono che è la paura della morte e di ciò che segue alla morte che fa volgere gli uomini alla religione quando avanzano gli anni. Ma la mia propria esperienza mi ha dato la convinzione che, senza alcun terrore o effetto d'immaginazione, il sentimento religioso tende a svilupparsi a misura che noi invecchiamo; a svilupparsi perché le passioni essendosi calmate, l'immaginazione e la sensibilità essendo diventate meno eccitate o eccitabili, la nostra ragione è meno turbata nel suo esercizio, meno offuscata dalle immagini dei desideri e dalle distrazioni che solevano assorbirla; allora Dio emerge come da una nuvola; la nostra anima lo sente, lo vede, si volge verso di lui, sorgente d'ogni luce; si volge naturalmente e inevitabilmente; e poiché tutto si dissolve nel mondo delle sensazioni, la vita e la gioia hanno cominciato ad abbandonarci, l'esistenza fenomenica non è più sostenuta dalle impressioni esterne ed interne, noi sentiamo il bisogno di appoggiarci a qualche cosa che resta, a qualche cosa che non ci ingannerà, una realtà assoluta ed eterna. Sì, noi ci volgiamo inevitabilmente a Dio; perché il sentimento religioso è così puro, così dolce al cuore questa esperienza, che ci compensa di tutte le altre perdite.”

Origine: Il mondo nuovo, pp. 190-191

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“Da centomila anni sto guardando | quello che ora soltanto vedo. | Dunque è un attimo tutto il tempo | che centomila avi in me stanno guardando. || Quello che non videro, intenti a zappare, | a ubbidire, uccidere, ad amare, | e quello che vedono, giù nella materia, | più a fondo di me – bisogna confessarlo. || Ci conosciamo, noi, come la gioia il dolore. | Io possiedo il passato, essi il presente. | Scriviamo versi – mi guidano la penna. | Ricordo, e in me li sento.”

Attila József (1905–1937) poeta ungherese

da Presso il Danubio
Origine: In I. Mészáros, A. J. e l'arte moderna, Lerici 1964, citato in Lunario dei giorni di quiete. 365 giorni di letture esemplari, a cura di Guido Davico Bonino, prefazione di Claudio Magris, Einaudi, Torino, 1997, p. 167, traduzione di Guido Davico Bonino. ISBN 8806147234

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“Una delle parole tematiche del Rinascimento è la parola «gioia». La parola tematica, dal Romanticismo in poi, sarà «noia.»”

Francesco Flora (1891–1962) critico letterario e scrittore italiano

da L'angoscia moderna, senza Dio, vol. V, p. 612
Storia della letteratura italiana

“Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell'altra, per propria volontà o per volontà dell'altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. È una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere di ogni momento. Noi, fino all'ultimo, vivemmo nella gioia.”

Hardboiled & Hard Luck
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Variante: Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell'altra, per propria volontà o per volontà dell'altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. È una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere ogni momento.

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“Era così forte in lui il piacere immediato di vedere e capire – lamor dei intellectualis di Spinoza – che fino in tarda età ha guardato il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, continuando a trovare gioia e appagamento nel capire i nessi tra le cose.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dal necrologio per Ernst Mach; riportato in Collected Papers of Albert Einstein, volume 6, doc. 29.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 54

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“Se segui ciò che ti dà gioia, avrai sempre la tua gioia. Con o senza denaro. Se insegui solo il denaro, potresti perderlo. E allora non avrai più nulla.”

Gianluca Magi (1970) storico delle religioni, orientalista e filosofo italiano

I 64 Enigmi. L'antica sapienza cinese per vincere nel mondo contemporaneo

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“In Utopia non c'è carne. C'era, un tempo… ma ora non riusciamo neanche a pensare ai mattatoi. Tutta la gente si è evoluta spiritualmente ed è praticamente impossibile trovare qualcuno che voglia fare a pezzi un bue o un maiale morti. […] E io ricordo la mia gioia di ragazzo quando vennero chiusi gli ultimi mattatoi.”

H. G. Wells (1866–1946) scrittore britannico

Origine: Da ‎A Modern Utopia, cap. IX, § 5; citato in Aa.Vv., Un gusto superiore: un modo nuovo di mangiare e di vivere, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1992, pp. 23-24.

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“Che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, per un attimo, l'infinito della Gioia?”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 119

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“La signora Curie è molto intelligente ma fredda come un'aringa, intendendo con ciò che è assolutamente priva di sentimenti di gioia e di tristezza. Forse l'unico modo in cui esprime i propri sentimenti è quando si scaglia contro le cose che non le piacciono.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da una lettera a Elsa Löwenthal, 11? agosto 1913; riportato in Collected Papers of Albert Einstein, volume 5, The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914, a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 465.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 47

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“Nella taverna non c'è tanta gioia quanta ce n'è sulla strada che ad essa porta”

vecchio mennonita: p. 44
Meridiano di sangue