Frasi su giro
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“So che ci sono delle band in vetta alle classifiche che sono acclamate come i salvatori del rock'n'roll o cose di questo tipo, ma sono soltanto dei dilettanti. Non sono consapevoli esattamente dell'origine di quella musica… Io sono stato fortunato. Sono cresciuto in un'altra epoca. Un'epoca in cui c'erano dei grandi artisti blues, country e folk e la spinta a fare quel tipo di musica mi venne quando ero giovanissimo. Non mi sarebbe mai passato per la mente di fare musica se fossi nato al giorno d'oggi. Non ascolterei nemmeno la radio. Sono una persona severa. Non sono un "ragazzo della festa". Non mi interessano i balli rave e tutto il mucchio di altra roba simile che si vede in giro. Probabilmente oggi mi interesserebbe la matematica. Ecco cosa mi interesserebbe. O forse l'architettura. O qualcosa di questo tipo.”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

2001)
Variante: "So che ci sono delle band in vetta alle classifiche che sono acclamate come i salvatori del rock'n'roll o cose di questo tipo, ma sono soltanto dei dilettanti. Non sono consapevoli esattamente dell'origine di quella musica... Io sono stato fortunato. Sono cresciuto in un'altra epoca. Un'epoca in cui c'erano dei grandi artisti blues, country e folk e la spinta a fare quel tipo di musica mi venne quando ero giovanissimo. Non mi sarebbe mai passato per la mente di fare musica se fossi nato al giorno d'oggi. Non ascolterei nemmeno la radio. Sono una persona severa. Non sono un "ragazzo della festa". Non mi interessano i balli rave e tutto il mucchio di altra roba simile che si vede in giro. Probabilmente oggi mi interesserebbe la matematica. Ecco cosa mi interesserebbe. O forse l'architettura. O qualcosa di questo tipo."

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“Durante un concerto cerco sempre di far alzare il pubblico in piedi, di farlo sentire libero di muoversi e andarsene in giro dove gli pare. Voglio che la gente sia libera, non incatenata.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Origine: Versi poetici e dichiarazioni di guerra, p. 25

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“Ciascun giorno è farsi un giro nella storia.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

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“Voglio andarmene in qualche posto dove nessuno mi conosce e dove non ho nessuna macchia nera addosso prima di cominciare. Ma non so se ce la faccio." "Perché?" "La gente. La gente ti trascina giù." "Chi?" chiesi io, pensando si riferisse agli insegnanti, o a mostri adulti come Miss Simons, che aveva desiderato una gonna nuova, o magari a suo fratello Eyeball che se ne andava in giro con Ace e Billy e Charlie e gli altri, o magari a suo padre e sua madre. Ma lui disse "I tuoi amici, loro ti trascinano giù, Gordie. Non lo sai?" Indicò Vern e Teddy, che si erano fermati e aspettavano che li raggiungessimo. Stavano ridendo di qualcosa; Vern, anzi, era piegato in due dalle risate. "I tuoi amici. Sono come quelli che ti annegano attaccandosi alle gambe. Non puoi salvarli. Puoi solo annegare con loro.”

da Il corpo)
Variante: «Voglio andarmene in qualche posto dove nessuno mi conosce e dove non ho nessuna macchia nera addosso prima di cominciare. Ma non so se ce la faccio».
«Perché?».
«La gente. La gente ti trascina giù».
«Chi?» chiesi io, pensando che si riferisse agli insegnanti, o a mostri adulti come Miss Simons, che aveva desiderato una gonna nuova, o magari a suo fratello Eyeball che se ne andava in giro con Ace e Billy e Charlie e gli altri, o magari a suo padre e a sua madre. Ma lui disse:
«I tuoi amici, loro ti trascinano giù, Gordie. Non lo sai?».
Indicò Vern e Teddy, che si erano fermati e aspettavano che li raggiungessimo. Stavano ridendo di qualcosa; Vern, anzi, era piegato in due dalle risate.
«I tuoi amici. Sono come quelli che ti annegano attaccandosi alle gambe. Non puoi salvarli. Puoi solo annegare con loro»

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“"Se esistesse si saprebbe in giro," disse il filosofo, parlando di non so chi…”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Dio
Origine: Citazione ripresa nel libro Argo il cieco, pronunciata dal filosofo Pietro Iaccarino.
Origine: Il malpensante, Agosto, p. 92

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“Lionello: Affé mia, avete perduto la ferula, perché lo «spettegolatoio» pubblico è già occupato!
Barrildo: Come vi è andata a Salamanca?
Lionello: Storia lunga da raccontare.
Barrildo: Sarete diventato un Bartolo!
Lionello: Nemmeno un barbiere! Come vi dicevo, è cosa ben nota in questa facoltà quello che vi riferisco.
Barrildo: Mi sembra che abbiate tratto molto profitto dagli studi.
Lionello: Ho cercato di imparare quello che più importa.
Barrildo: Da quando escono tanti libri per le stampe, non c'è nessuno che non presuma di saper tutto.
Lionello: È appunto per questo, a mio parere, si sa ancor meno, poiché l'eccesso di nozioni genera confusione e risolve in vana schiuma i tentativi di sapere, sicché persino chi è più avvezzo a leggere si sente confondere a vedere tante pagine stampate. Io certamente non nego che l'arte della stampa abbia permesso a mille ingegni di distinguersi dalla massa dei ciarloni, e che custodisce quasi in luogo sacro le sue opere, poesie al riparo dalle offese del tempo, il quale poi le distribuisce e le classifica. Questa invenzione si deve a Gutemberg, um famoso tedesco di Magonza, la cui fama supera ogni altro valore. Tuttavia molti che ebbero idee degne di considerazione, le persero proprio per aver dato alle stampe le loro opere, senza contare che molti stamparono sciocchezze dandosi arie di sapienti, mentre altri, vittime di bassa invidia, scrissero indegne insulsaggini e le mandarono in giro per il mondo, stampate, sotto il nome di coloro che essi odiavano.
Barrildo: Non sono di codesta opinione.
Lionello: È fatale che l'ignorante si vendichi del letterato.
Barrildo: La stampa è una cosa molto importante, Lionello!
Lionello: Il mondo è rimasto per molti secoli privo di essa! Né vediamo nel secolo presente personalità eccelse come quelle di un san Gerolamo o di un sant'Agostino…
Barrildo: Lasciamo codesto discorso, e accomodatevi, ché mi parete stanco.”

Atto II, scena II, p. 30-31.
Fuenteovejuna

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“Se dovessero suonare le campane della vittoria | porterete in giro gli elenchi dei caduti.”

Bertolt Brecht (1898–1956) drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco

da Poesie di Svendborg

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“Non è importante evitare di prendersi in giro, l'importante è fingere di non saperlo, e farlo bene.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 14. Tartarughe Divine (1992)

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“Per capire che il cielo è azzurro dappertutto non è necessario fare il giro del mondo.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Un popolo è il giro vizioso della natura per giungere a sei, sette grandi uomini. – Sì: e poi scantonarli.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

126; 2007

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“Il mio desiderio più ardente e la più fervida preghiera che formulo per voi, e anche per me, nell'eventualità che la cosa non sia già fatta,——è, che i grandi doni e talenti tanto dello spirito quanto del giudizio, con tutto quanto è solito accompagnarli,———come memoria, fantasia, genio, eloquenza, prontezza d'ingegno, e così via, possano in questo prezioso momento esser versati senza limite o misura, ostacolo o impedimento, tanto caldi quanto ognuno di noi può sopportarlo,—schiuma e sedimenti e tutto; (poiché non vorrei perderne neppure una goccia) nei diversi ricettacoli, cellette, cellule, domicili, dormitori, refettori, e ripostigli del nostro cervello,—in tal guisa, che possano continuare a esservi iniettati e stivati; secondo l'autentica intenzione e significato del mio desiderio, fino a che ogni suo vasello, grande e piccolo, ne sia così colmo, saturato e riempito fino all'orlo, che neppure per salvare una vita umana vi possa entrare o uscire niente altro.
Che Dio ci benedica!—quale nobile lavoro non faremmo!—quanto lo completeremmo con successo!——e con quale entusiasmo scriverei per simili lettori!—e voi,—giusto Cielo!—con quale rapimento siedereste a leggere,—ma oh!—è troppo,——mi sento mancare,——svengo deliziosamente a pensarci!——è più di quanto la natura umana possa sopportare!——sostenetemi,—mi gira la testa,—mi si annebbia la vista,——muoio,——sono spacciato.——Aiuto! Aiuto! Aiuto!—Ma ferma,—principio a sentirmi un po' meglio, perché incomincio a prevedere, quando sarà tutto finito, che poiché continueremo tutti a essere begli spiriti,—non saremo mai d'accordo fra noi, per un giorno intero:——vi sarebbero tanta satira e sarcasmo,——beffe e motteggi, con prese in giro e risposte per le rime,——con affondi e parate in un angolo o nell'altro,——non ci sarebbe fra noi altro che malizia.—Caste stelle! che morsi e che graffi, e che schiamazzo e strepito faremmo, con tante teste rotte, e bacchettate sulle nocche, e colpi bassi,—non sarebbe più vita la nostra.
Mai poi, poiché saremmo tutti uomini di gran giudizio, rappattumeremmo le cose non appena andassero storte; e per quanto ci detestassimo, dieci volte più di altrettanti diavoli e diavolesse, saremmo non di meno, figlioli cari, tutti bontà e cortesia,——latte e miele,——sarebbe una seconda terra promessa,——un paradiso in terra, se una cosa del genere si potesse avere,—cosicché nell'insieme ce la saremmo cavata abbastanza bene.
L'unica cosa per cui mi agito e fumo, e che turba maggiormente la mia invenzione in questo momento, è come ottenere questo risultato; poiché come le vostre signorie ben sanno, di quelle celesti emanazioni di spirito e giudizio, che ho tanto generosamente invocato sulle vostre signorie quanto su di me,—non vi è che un certo quantum immagazzinato per tutti, a uso e consumo dell'intera razza umana; e ne vengono mandati in questo vasto mondo dosi così piccole, che circolano qua e là in un angolino o nell'altro,—e in rivoletti così stretti, e a intervalli così prodigiosi l'uno dall'altro, che ci si chiede come possa durare, o bastare a soddisfare i bisogni e le emergenze di tanti grandi stati, e imperi popolosi.”

vol. III, cap. XX; 1982, p. 189
Vita e opinioni di Tristram Shandy

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“Avevo cominciato a portare una pistola in giro con me, a causa della minaccia di rapimento dell'IRA.”

Martina Navrátilová (1956) tennista cecoslovacca

Origine: Citata in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/11/15/132810-citazioni_bordo_campo_ottobre.shtml, Ubitennis.com, ottombre 2008.

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“Il mondo, più che io lo giro, e meno mi piace.”

Francesco Petrarca (1304–1374) poeta italiano autore del Canzoniere

da Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari

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“Penso che sono diventata un po' un'istituzione – sai il soggetto che la gente si aspetta di vedere in giro.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

da un discorso nel 1987

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“Devo dire che di questi tempi non ci sono molte belle attrici in giro. Voglio dire, c'è Angelina Jolie e poi c'è… Angelina Jolie. Jennifer Aniston è carina, ma non direi che è bella. Non è certo Ava (Gardner) o Lana”

Joan Collins (1933) attrice britannica

Turner
Origine: Da Hello!; citato in Ryan Smith, Joan contro Jennifer http://www.vogue.it/people-are-talking-about/e-davvero-troppo/2010/10/joan-collins-vs-jennifer-aniston, Vogue.it, 26 ottobre 2010.

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“Non si può invertire il giro della ruota e tornare a credere per forza ciò «di cui si sa che non è». Ma si può provare a render conto del significato dei simboli.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

citato in Piergiorgio Odifreddi, Il Vangelo secondo la Scienza. Le religioni alla prova del nove, Einaudi, 2008.

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“Si rinnova il gran giro dei secoli.”

Publio Virgilio Marone (-70–-19 a.C.) poeta romano

IV, 5

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“Non giro film "normali" semplicemente perché gli altri sanno farlo meglio di me.”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco
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“Quante pupille brune | Passano disprezzate | Senza palme e fortune, | Perché mute, insensate | Non san piegarsi in giro, | Né destare un sospiro?.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il cespuglio delle quattro rose, Canzonetta, p. 277

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“Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna.”

Marco Pantani (1970–2004) ciclista su strada italiano

dopo il ritiro, causa caduta, al Giro d'Italia 1997
Origine: Citato in Pier Bergonzi e Claudio Gregori, Pantani, calvario senza fine http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/maggio/25/Pantani_calvario_senza_fine_ga_0_9705256996.shtml, la Gazzetta dello Sport, 25 maggio 1997.

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“[Su Wimbledon] Adesso che viaggiamo come una troupe di cani ammaestrati, venti volte il giro del mondo in un anno, è una cosa incredibile ritornare per 15 giorni in un luogo in cui tutto funziona con amore. Darei un anno di vita, magari una mano, pur di farcela [a vincere il torneo]. È un posto incredibile, un posto dove tutti dovremmo vestirci puliti, di bianco, se già non ci fosse quella regola.”

Arthur Ashe (1943–1993) tennista statunitense

Origine: Citato in Gianni Clerici, Così vinse Wimbledon quel campione nero nel regno dei bianchi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/02/09/cosi-vinse-wimbledon-quel-campione-nero-nel.html, la Repubblica, 9 febbraio 1993.

“[Su Rino Gaetano] E tra questi ragazzi che gestivamo la domenica pomeriggio comparve questo tizio magro magro, un po' coi denti rotti, il male in arnese co 'sta chitarrina. […] Seppe come entrarmi nel cuore subito tant'è vero che Cesaroni che l'aveva sentito suonare e "zappare" la chitarra, come diceva, non era del parere di farlo cantare neanche la domenica pomeriggio e io invece modestamente, avendo riscontrato delle cose molto carine, molto naïf, molto veraci anche in lui, aspettavo il momento in cui Giancarlo, il cosiddetto "boss", Cesaroni andava magari in giro per Trastevere a bersi un wisketto con De Gregori e lo buttavo sopra. E ricordo bene queste due canzoni che ha fatto per qualche domenica di seguito, una che era dedicata a un amico, che, guardate un po' il destino, mi sembra avesse avuto un incidente in macchina, che era morto così e l'altra dedicata a un ferroviere, Agapito Malteni ed è una canzone che mi è rimasta impressa, ancora adesso la canticchio delle volte. C'era questa bellissima immagine di un treno che lungo il Tavoliere continuava a correre. Ecco così l'ho conosciuto.”

Ernesto Bassignano (1946) cantautore, giornalista e conduttore radiofonico italiano

Origine: Bassignano si riferisce a La Ballata di Renzo, un brano inedito di Rino Gaetano.
Origine: Bassignano si riferisce alla canzone Agapito Malteni il ferroviere, la settima del primo album di Gaetano, Ingresso Libero, una ballata ironica sul tema dell'emigrazione.
Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. ( Link Youtube Parte 3 http://www.youtube.com/watch?v=8Mwnw4l6Bp4)

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“Avevo lasciato questo pianeta, abbandonando i poveri terrestri alle loro occupazioni tanto molteplici quanto inutili; finalmente vivevo nello splendore scintillante delle stelle, che mi apparivano grandi come milioni di soli! In altre occasioni non ero riuscito ad ottenere quel tipo di illuminazione per le scene delle mie opere: nel grande teatro dell'Opéra i fondali troppo spesso rimangono in ombra. Ormai non dovevo più rispondere alle lettere, avevo detto addio alle prime rappresentazioni, alle discussioni letterarie e a tutto ciò che vi si mescolava.
Niente giornali, niente cene, niente notti agitate!
Ah! se avessi potuto consigliare ai miei amici di raggiungermi dove mi trovavo. Non avrei esitato a chiamarli a me. Ma l'avrebbero fatto?
Prima di ritirarmi in questo soggiorno lontano avevo scritto le mie ultime volontà (un marito infelice avrebbe approfittato di questa occasione testamentaria per scrivere con voluttà «Le Mie Prime Volontà»). Avevo soprattutto espresso il desiderio di essere inumato a Egreville, vicino alla dimora familiare nella quale avevo vissuto per tanto tempo. Oh! Il buon cimitero! In aperta campagna: in un silenzio che si conviene a coloro che vi abitano.
Avevo evitato che si evitasse di appendere alla mia porta quelle tende nere, fatte apposta per i clienti. Desideravo che una vettura anonima mi facesse lasciare Parigi. Il viaggio, secondo le mie volontà, aveva avuto luogo alle otto di mattina. Un paio di giornali della sera ritennero di dover informare i loro lettori della mia morte.
Alcuni amici – ne avevo ancora la sera prima – andarono ad informarsi dal mio portinaio se la notizia era vera, e lui rispose: «Ahimè! Monsieur è partito senza lasciare indirizzo.» E la sua risposta era vera, perché non sapeva dove mi portasse quella macchina.
All'ora di pranzo, alcuni conoscenti mi fecero l'onore di condolersi; nel pomeriggio si parlò dell'avvenimento addirittura nei teatri, qua e là:
«– Adesso che è morto non lo eseguiranno più così spesso, vero?
«– Sapete che ha lasciato un'opera inedita? Ma non smetterà mai di togliere il lavoro alla gente?
«– Io, parola mia, gli volevo bene! Nelle sue opere avevo sempre dei grossi successi!
Ed era una bella voce di donna a dire quest'ultima frase.
Dal mio editore, piangevano: mi volevano tanto bene!
A casa mia, Rue de Vaugirard, mia moglie e mia figlia, i miei nipoti i miei bisnipoti erano riuniti: e nei singhiozzi quasi provavano una consolazione.
La mia famiglia doveva arrivare a Egreville la sera stessa del mio seppellimento.
E la mia anima (l'anima sopravvive al corpo) sentiva venire tutti questi rumori dalla città che avevo abbandonata. Man mano che la macchina me ne allontanava, le parole, i rumori, si confondevano, e io sapevo, visto che mi ero fatto costruire da parecchio tempo la tomba, che la fatal pietra, una volta sigillata, sarebbe diventata nel giro di poche ore la porta dell'oblio.”

Jules Massenet (1842–1912) compositore francese

da Epilogo in cielo, l'Echo de Paris, 11 luglio 1912; citato nell'epilogo a Don Quichotte, prefazione di Piero Faggioni, Stagione Lirica 1985-86, E. A. Teatro San Carlo, Napoli 1985, p. 84

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“Ogni volta che vedo alla televisione quei poveri bambini che muoiono di fame in giro per il mondo, non posso non scoppiare a piangere. Voglio dire, vorrei essere anch'io così magra, ma senza le mosche, la morte e quel genere di cose.”

Mariah Carey (1970) cantautrice, attrice e produttrice discografica statunitense

Un'imitatrice radiofonica nel 1996 sul sito "Cupcake". Questa citazione è stata erroneamente attribuita alla "vera" Mariah Carey dal magazine britannico VOX e in seguito dal giornale britannico The Independent.

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“Senza una rivoluzione contadina, non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa. Le due cose si identificano. Il problema meridionale non si risolve dentro lo Stato attuale, né dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno. Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato dei contadini; che li liberi dalla loro forzata anarchia e dalla loro necessaria indifferenza. […] Dobbiamo ripensare ai fondamenti stessi dell'idea di Stato: al concetto d'individuo che ne è la base; e, al tradizionale concetto giuridico e astratto di individuo, dobbiamo sostituire un nuovo concetto, che esprima la realtà vivente, che abolisca la invalicabile trascendenza di individuo e di Stato. L'individuo non è una entità chiusa, ma un rapporto, il luogo di tutti i rapporti. Questo concetto di relazione, fuori della quale l'individuo non esiste, è lo stesso che definisce lo Stato. Individuo e Stato coincidono nella loro essenza, e devono arrivare a coincidere nella pratica quotidiana, per esistere entrambi. Questo capovolgimento della politica, che va inconsapevolmente maturando, è implicito nella civiltà contadina, ed è l'unica strada che ci permetterà di uscire dal giro vizioso di fascismo e antifascismo. Questa strada si chiama autonomia.”

1990, pp. 222-223
Cristo si è fermato a Eboli

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“No, voglio dire che quando parliamo di catastrofi ambientali (così come dei rischio del terrorismo) parliamo di ipotesi future, presentate invece come certezze dell'avvenire. Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano. […] Perché mentre una volta le cose erano date per sicure fino all'intervento di un guasto o di un incidente, oggi qualcosa vale come insicuro solo perché potrebbe diventarlo. […] a partire da quelle esplosioni nucleari [Hiroshima e Černobyl'] i fondamenti della vita si sono rivelati come un terno al lotto. E la stessa aureola di infallibilità e sicurezza basata sui fondamenti delle scienze si è disintegrata. Chi si fida oggi delle decisioni degli scienziati in campi così fatali come il Dna, l'embrione o le biotecnologie? Il nostro secolo è quello della sfiducia dei cittadini nelle agenzie dei potere.. dai partiti alle chiese fino ai marchi industriali.”

Ulrich Beck (1944–2015) sociologo e scrittore tedesco

Origine: Dall'intervista a Stefano Vastano in L'espresso n. 28 anno LIII, 19 luglio 2007, p. 107.

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