Frasi su invito
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“Non la si vede nei numeri, ma io invito a constatare che la ripresa se riflettiamo un attimo è dentro di noi.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Dall'intervista a Sky TG24, 5 Settembre 2012, visibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=DxW2GTxa7QY.

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“Il css Zen Garden vi invita a rilassarvi e meditare sulle importanti lezioni dei maestri. Iniziate a vedere con chiarezza. Imparate ad utilizzare tecniche (ormai) consolidate nel tempo in modo nuovo e rigenerante. Diventate tutt'uno con il web.”

Dave Shea (1950)

The css Zen Garden invites you to relax and meditate on the important lessons of the masters. Begin to see with clarity. Learn to use the (yet to be) time-honored techniques in new and invigorating fashion. Become one with the web.

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“La vita mi è sempre parsa enigmatica e insignificante, profonda e irreale; un nulla che invita allo stupore.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

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“Mi sono più volte lamentato del fatto che la nostra stessa carta fondamentale, la Costituzione, dia all'impresa pochissimo spazio, circondandola di vincoli. Basti guardare la formulazione dell'articolo 41, che vi invito a rileggere, che risente delle implicazioni sovietiche che fanno riferimento proprio alla cultura e alla costituzione sovietica da parte dei padri che hanno scritto la Costituzione.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2003
Origine: Citato in Gianluca Luzi, Un'impronta sovietica nella nostra Costituzione http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/13/un-impronta-sovietica-nella-nostra-costituzione.html, la Repubblica, 13 aprile 2003, p. 32.

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“Io invito tutti a tirar fuori soltanto una mia frase insultante nei rispetti dell'opposizione. Io rispetto tutti e pretendo rispetto.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla trasmissione televisiva Porta a Porta, Rai 1; citato in Berlusconi: "Paura del confronto? Non parlo con chi mi insulta" http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/politica/campagna1/miconfronto/miconfronto.html, Repubblica.it, 10 marzo 2004.

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“Oggi nasce ufficialmente qui il grande partito del popolo italiano, un partito aperto che è contro i parrucconi della vecchia politica. Invito tutti ad entrare senza remore e a venire con noi, questo è quello che la gente vuole: Forza Italia si scioglierà nella nuova formazione, che si chiamerà, appunto, Partito del popolo italiano delle libertà.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Dal discorso a Milano in Piazza San Babila, 18 novembre 2007; citato in Berlusconi lancia una nuova sfida "Nasce il Partito del popolo delle libertà" http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/cdl11/milioni-firme/milioni-firme.html, Repubblica.it, 18 novembre 2007.

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“Chi invita la formica d'estate, non va per pane in presto il verno.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte
Origine: In prestito durante l'inverno.

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“Se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all'onorevole Berlusconi… Onorevole Anedda, la invito a consultare l'onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo, che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta. A parte questo, la questione è un'altra. Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni… Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte.”

Luciano Violante (1941) docente e politico italiano

intervento nella seduta n. 106 della XIV legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei Deputati
Origine: Resoconto stenografico http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed106/s120r.htm dell'intervento di Luciano Violante nella seduta n. 106 della XIV Legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei Deputati
Origine: Video https://www.youtube.com/watch?v=fcnsc8Wduvc dell'intervento di Luciano Violante nella seduta n. 106 della XIV Legislatura del 28 febbraio 2002 alla Camera dei Deputati

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“Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all'autocritica il risultato è sconfortante.”

Edoardo Bennato (1946) cantautore, chitarrista e armonicista italiano

da Li belli gladioli
Uffà! uffà!

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“[Alla domanda di Enrico Varriale: "Come gestisce un bad boy come Cassano"? ] Con le cerbottane [Varriale stizzito lo invita a rispondere «una volta tanto senza ironia»] E invece le sue domande…”

Andrea Stramaccioni (1976) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Stramaccioni-Varriale, scoppia il diverbio http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=65507, Fcinter1908.it, 21 ottobre 2012.

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“Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patrocolo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale.”

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Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

“Quando vi si propone | Troppo grasso partito | Non correte all'invito; | Ché spesso poi si trova | Che lì gatta vi cova.”

Luigi Fiacchi (1754–1825) religioso, scrittore e filologo italiano

da L'uccello nel campo dei lacci
La favole e i sonetti

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“[Su Javier Zanetti] Il capitano ha una voce incredibile, un carisma unico. Lo invito tra 10-15 anni, cioè quando smetterà, a inserirsi all'interno di Elio e le Storie Tese, c'è bisogno di uno come lui!”

Elio (cantante) (1961) cantante, compositore e polistrumentista italiano

Citazioni di Elio
Origine: Citato in Aspettando Prima Serata: Zanetti, Elio e le Storie Tese http://www.inter.it/aas/news/reader?N=59597&L=it, Inter.it, 28 settembre 2012.

“Poiché è una storia d'innocenza e di amore, Lourdes è un invito alla felicità.”

Luigi Santucci (1918–1999) scrittore, romanziere e poeta italiano

Lourdes paese dell'anima

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“Ciao Casini. Beh, te l'hanno messa in quel posto, eh?”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

citato in Bossi show, battute «pepate» a Casini e invito a cena per D'Alema http://www.corriere.it/politica/08_aprile_30/bossi_battute_show_b87e3822-16a6-11dd-8b67-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2008

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“Fabio Fazio fanculo e col cazzo mi inviti più.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Qualcuno normale, n. 9
Controcultura

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“Si guardan sempre e non si toccan mai.”

Aleardo Aleardi (1812–1878) poeta e politico italiano

Origine: Da Lettere a Maria, I, L'invito, quart'ultimo verso.

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“[Kant] Il suo è un invito a […] cercare le ragioni ultime della morale.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 25

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“Saluto con riconoscenza i nostri eroici caduti e con saldo cuore invito l'Armata a ripetere alto il grido che oggi risuona concorde dai confini del Belgio all'Adriatico: Non si passa.”

Luca Montuori (1859–1952) generale e politico italiano

16 giugno 1918, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 626

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“Il treno che viene | m'invita a cantare | e sopra il mare | vedo lei passare.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da San Giovanni Barra, 4<sup>a</sup> composizione, p. 57
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Primo quaderno

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“Chi non attende al suo, invita | Gli altri ad attendervi, e patisce spesso | Quel che vuol fare, e di mal nasce male.”

Scipione Maffei (1675–1755) storico e drammaturgo italiano

Bruno, Atto II, p. 121
Le Cerimonie

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“Chi ha bravo cuoco, e amici sempre invita, se non ha buona entrata, ha buona uscita.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 62

“Silvio Berlusconi […] nell'estate del 1986 concede un'intervista a Canale 5, di cui è proprietario.
Intervistatrice: «Lei è anche un grande studioso dei classici».
Il Cavaliere: «Ma no, non dica così».
Lei: «Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un'edizione pregiata dellUtopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino…».
Cavaliere: «Be', in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo…».
Luigi Firpo, 71 anni, studioso della storia rinascimentale, monumento di erudizione, cattedra di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino, è in vacanza e sta facendo zapping. Quando l'intervistatrice legge alcune righe della prefazione di Berlusconi, l'anziano professore la riconosce immediatamente come sua, appena data alle stampe per l'editore Guida di Napoli.
Riesce ad avere una copia edita dalla Silvio Berlusconi Communication e osserva che Berlusconi ha copiato interi brani della prefazione e della traduzione in latino. Scrive a Berlusconi intimandogli di ritirare tutte le copie. Berlusconi telefona scusandosi e accusando una segretaria disattenta.
Il vecchio professore minaccia di portarlo in tribunale. Berlusconi cerca di blandirlo, gli telefona un giorno sì e uno no, per sei mesi, raccontandogli barzellette. Lo invita a Canale 5 per parlare del papa. Berlusconi è dietro le quinte con una busta di denaro «per il suo disturbo e per l'onore che ci fa», che il professore sdegnosamente rifiuta. Berlusconi continua: per Natale gli regala una valigetta ventiquattrore in pelle di coccodrillo con le cifre LF in oro, un enorme mazzo di orchidee ed un biglietto: «Per carità, non mi rovini». Firpo manda tutto indietro con un biglietto: «Preferisco la mia vecchia borsa sdrucita. Quanto ai fiori, per me e mia moglie, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi.»”

Enrico Deaglio (1947) giornalista e scrittore italiano

da Patria 1978-2010, il Saggiatore, Milano, 2010, p. 222 http://books.google.it/books?id=vGXggW7UtEMC&pg=PA222

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“[Una fata colmerà d'oro i recipienti degli alpigiani, a condizione che neppure una goccia sia rovesciata a terra. Sul tavolo vengono allineate le scodelle. ] Una dopo l'altra la donna le riempie: l'oro liquido si travasa senza rumore dal secchio alle ciotole, spandendo nell'aria una luce intensissima.
Un giovanottone aitante, guardando le bianche mani affusolate della fanciulla sente la voglia di toccarle ma non osa perché non è solo. Che gli importa dell'oro? La ragazza gli piace e, superata l'emozione della sorpresa, la segue con gli occhi in ogni movimento, estasiato.
«Non avete altri recipienti?»-
Sì che ce ne sono. Ed ecco catini mastelli pentole e più versa oro, più il secchio si palesa inesauribile.
«Ora me ne vado» dice quando li ha colmati.
«Aspetta!» la invita il ragazzone. Non vuole che parta così, da sola, senza ascoltarlo. Desidera accompagnarla, almeno sino al lago.
La perfetta creatura dei monti muove un passo verso l'uscio.
«Aspetta!» ripete il giovanottone e nell'orgasmo, alzandosi, urta con il ginocchio contro la gamba della tavola.
Dalle scodelle l'oro liquido trabocca colando per terra. Con la rapidità del baleno la donna bianca scompare: sul desco grezzo di larice rimangono pentole catini e mastelli vuoti.”

Aurelio Garobbio (1905–1992) giornalista svizzero

da Il secchio inesauribile, p. 130-132; in Il meraviglioso, Leggende, fiabe e favole ticinesi, pp. 260-261
Leggende delle Alpi Lepontine e dei Grigioni

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“Morgan è la vera forza di X Factor: un personaggio teatrale, una maschera, un vero artista. Con lui, vestito da stralunato gentiluomo del Settecento, vorrei fare un programma televisivo di letture, una gara di poesia adattata ai nostri tempi. Questo è un invito ufficiale: chissà, magari Morgan ci sta.”

Giorgio Albertazzi (1923–2016) attore italiano

Origine: Citato in Maurizio Dalla Palma, Amici contro X Factor http://www.donnamoderna.com/attualita/amici-contro-x-factor/foto-8#dm2013-su-titolo, Donnamoderna.com, 9 marzo 2009.

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“Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l'Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l'elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito "bingo bongo" gli africani. È possibile che un altro autorevole leader di quel partito abbia definito "culattoni" gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come "leprotti", a fucilate. È possibile che Marcello Dell'Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del Tg3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato.”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

6 novembre 2008
la Repubblica, L'Amaca

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“L'uomo davvero libero è colui che sa rifiutare un invito a cena senza fornire pretesti.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

25 novembre 1895
Diario 1887-1910

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“Ma prima di aver finito | faremo un buco nell'infinito | e accetteremo l'invito a cena | dell'Uomo Ragno.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da La ballata dell'Uomo Ragno, n. 9
Canzoni d'amore

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“La scena del film Scent of a Woman che preferisco è quella del ballo, dopo l'invito fatto con voce sommessa pensando forse a promesse d'amore perdute, a sogni inevasi. Rivela la fantasia e il senso dello spettacolo degli americani, che fanno guidare una Ferrari a un cieco: gli italiani si sarebbero vergognati. Il film è in crescendo, ma io preferisco gli intermezzi più intimisti.”

Giancarlo Giannini (1942) attore italiano

Origine: Citato in Grassi Giovanna, Giannini: doppiare Al Pacino, che lezione https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/04/Giannini_doppiare_Pacino_che_lezione_co_0_9601043158.shtml, Corriere della Sera, 4 gennaio 1996, p. 24.

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“Anima, troppo vento oggi soffia per uscire. | In casa resteremo con le finestre serrate | ascoltando attenti il vento nelle gole muggire. | Non esser triste. Pensa che manca poco all'estate. || E allora tutto il giorno avremo calma e sole, | e sempre potremo uscire; e andremo a veder bruciare, | appena che il sole raggiorni, sui monti le carbonare, | e a mezzogiorno, tornando, faremo, pei boschi, giaggioli. || Tu sai che nostra madre molto ama i fiori del desco. | Vedrai che felicità! Anima, non ti pervade | la pace di quei tramonti, che per godere il fresco | s'esce a coglier bluastri sugli orli delle strade? || Pensa qual gioia, d'agosto, in certi crepuscoli rossi, | sentirsi l'ombra salire su su, fino ai ginocchi! | E in quelle notti tranquille e nitide come i tuoi occhi, | Anima, non ti ricordi come brillava di casti || inviti lontani la Terra, nei fuochi delle sue stoppie? | Ora non essere triste. Osserva attraverso i vetri | delle piccole finestre della casa di campagna | il vento che pèttina gli alberi con le sue mille dita. || Guarda! Nell'orto l'erbe più esili, in mezzo al tormento, | vibrano in un palpitìo simile a quello dei campi | nei mezzogiorni d'estate. Anima, andiamo nel vento! | Pensa che i miei capelli, anch'essi così vibreranno. || Vieni via; non temere! non questo è l'urlo dei lupi. | A capo scoperto andremo, lì presso: tra quelle rupi. | E all'Ave Maria, tornando, io ti darò conforto. | Ma oggi non voglio che canti. Se mai, con la vanga, l'orto.”

Arturo Onofri (1885–1928) poeta e scrittore italiano

da Canti delle oasi, I
Origine: Citato in Alberto Asor Rosa e Alberto Abbruzzese, Cultura e società del Novecento, Antologia della letteratura italiana, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1981<sup>1</sup>, pp. 430 431.

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“Il Libro di tutti i santi è un regalo meraviglioso alla Chiesa, perché mostra come pregavano i santi, e perché invita come per contagio alla propria preghiera.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Origine: La vita, la missione teologica e l'opera di Adrienne von Speyr, p. 45

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“Qualche traccia lasciò come di brina, | tracce di neve il perfido Gennaio: | onde, se guardi, pensi ad un mugnaio | distratto ch'ha perduto la farina.”

Fausto Maria Martini (1886–1931) poeta, drammaturgo e critico letterario italiano

da Invito francescano, in Panem Nostrum

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“Mente a Ockam, prego: Dio differisce dalla pietra perché questa, dice, è finita. La teologia vi invita, anzi vi impone di immaginare una pietra infinita.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da L'esistenza di Dio
L'ombrello e la macchina da cucire

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“Il Gioco dell'Eroe è un invito al viaggio per pensare non positivamente, ma diversamente.”

Gianluca Magi (1970) storico delle religioni, orientalista e filosofo italiano

Il Gioco dell'Eroe

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“Invitare i lettori a non leggere gli articoli di Wikipedia e a preferire loro la Treccani, la Britannica o un’altra enciclopedia, cartacea o online, ma comunque provvista di un comitato editoriale è una cosa; convincerli davvero a farlo è un’altra. Di fatto, il problema dell’autorevolezza si pone a chiunque cerchi un’informazione. E dato che chiunque cerchi un’informazione ha molte probabilità di farlo usando Google, se un articolo di Wikipedia si trova in cima alla pagina di risposta di Google, come spesso capita, allora è inevitabile che si vada poi a guardare l’articolo di Wikipedia. La battaglia da combattere quindi non è invitare a non consultare Wikipedia o cercare di convincere che sarebbe meglio non guardare Wikipedia, quanto cercare di migliorare la qualità di quello che vi si trova, dato che è lì e non altrove che è probabile che i vostri amici, figli, colleghi e studenti finiranno per guardare, e dato che Wikipedia può venir editata.
Invitare ad intervenire su Wikipedia non è certo esente da rischi; innumerevoli possibilità di inquinamento si profilano all’orizzonte: persone che scrivono elogi ai propri beniamini (inclusi se stessi) e filippiche contro i propri nemici, interventi pubblicitari, vandalismo tribale o religioso, incapacità di mettere due parole in croce, impertinenza, dilettantismo e via dicendo. Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’aneddotica invita a una certa cautela anche nel caso di enciclopedie cartacee di vecchio pelo. L’impareggiabile Edwards, luminosa enciclopedia di filosofia degli anni ’60 dello scorso secolo, avendo subappaltato le voci sulla filosofia italiana, offre al lettore una voce sull’assai marginale ‘Gallarate movement’ che tradisce la volontà del subappaltatore di dar lustro alle sue amicizie. Il Lexicon der Renaissance pubblicato nella ex Germania Orientale poco prima del crollo del Muro di Berlino può servire per un corso sulla cultura di regime della ddr e molto meno per ottenere informazioni sul Rinascimento. Più banalmente le enciclopedie, capitolazioni al tentativo di mettere ordine nel sapere imponendo l’unico registro classificatorio su cui nessuno ha obiezioni, ovvero l’ordine alfabetico, sono inevitabili specchi del loro tempo; non esistono enciclopedie perfette né metodi consensuali per generarle; non esiste un loro lettore da cima a fondo – e quando esiste, è un po’ eccentrico; sono collezioni di frammenti, legati a logiche decisionali che muovono da piani grandiosi e producono compilazioni di liste della spesa. E se servono, come servono, più a chi le scrive che a chi le legge, in quanto aiutano a mettere in forma semplice e concisa un sapere, o in quanto creano o cristallizzano identità culturali; allora la funzione addizionale di Wikipedia è che aiuta molti a chiarirsi le idee; non leggendo, ma scrivendo.”

Roberto Casati (1961) filosofo italiano

cap. Ha senso fare la guerra a Wikipedia?
Contro il colonialismo digitale