Frasi su pazzo
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“Ho l'esperienza sufficiente per non essere pazzo di gioia perché abbiamo vinto una partita di Champions o perché abbiamo 4 punti in campionato. Io voglio migliorare sempre, il risultato, il modo di giocare. Non cambio la mia filosofia e metodologia di calcio, ho bisogno di tempo per vedere la squadra giocare come voglio io.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)
Origine: Da un'intervista a Sky Sport 24; citato in Mourinho il perfezionista "Voglio migliorare tutto" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/09/18/mourinho.shtml, Gazzetta.it, 18 settembre 2008.

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“…Qual è la tua strada amico?… la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'arcobaleno, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi.”

Sulla strada
Variante: ... Qual è la tua strada amico?... la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'arcobaleno, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi.

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“Io non mi beffo di te, per quanto tu mi derida | Tu mi chiami pazzo, ma io ti chiamo stupido.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

Versi e Canti

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“Cicada: Da qua si vede che l'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale; e questa medesima è l'orto del paradiso de gli animali; come si fa chiaro nelli dialogi de la Cabala del cavallo Pegaseo e per quel che dice il sapiente Salomone: chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
Tansillo: Da qua avviene che l'amore eroico è un tormento, perché non gode del presente, come il brutale amore; ma e del futuro e de l'absente, e del contrario sente l'ambizione, emulazione, suspetto e timore. Indi dicendo una sera dopo cena un certo de nostri vicini: – Giamai fui tanto allegro quanto sono adesso; – gli rispose Gioan Bruno, padre del Nolano: – Mai fuste piú pazzo che adesso. –
Cicada: Volete dunque, che colui che è triste, sia savio, e quell'altro ch'è piú triste, sia piú savio?
Tansillo: Non, anzi intendo in questi essere un'altra specie di pazzia, ed oltre peggiore.
Cicada: Chi dunque sarà savio, se pazzo è colui ch'è contento, e pazzo è colui ch'è triste?
Tansillo: Quel che non è contento, né triste.
Cicada: Chi? quel che dorme? quel ch'è privo di sentimento? quel ch'è morto?
Tansillo: No; ma quel ch'è vivo, vegghia ed intende; il quale considerando il male ed il bene, stimando l'uno e l'altro come cosa variabile e consistente in moto, mutazione e vicissitudine (di sorte ch'il fine d'un contrario è principio de l'altro, e l'estremo de l'uno è cominciamento de l'altro), non si dismette, né si gonfia di spirito, vien continente nell'inclinazioni e temperato nelle voluptadi; stante ch'a lui il piacere non è piacere, per aver come presente il suo fine. Parimente la pena non gli è pena, perché con la forza della considerazione ha presente il termine di quella. Cossí il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

parte prima, dialogo II

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“Un gentiluomo può essere innamorato come un pazzo, ma non come uno sciocco.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

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Massime, Riflessioni morali

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“Pazzo, amante, poeta: tutti e tre sono composti sol di fantasia.”

Teseo: atto V, scena I
Sogno di una notte di mezza estate

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“Chi ama e soffre, o è pazzo o non sa quel che si fa!”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto II, Scena Seconda
La ragazza sciocca

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“Anche a me qui [Napoli] sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Chi non ama il vino, la donna e il canto, sarà un pazzo per tutta la vita.”

Johann Heinrich Voss (1751–1826) poeta e traduttore tedesco

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921

“Ho lavorato sodo per farmi un nome come giornalista e scrittore e sperare così di non essere preso per pazzo quando avessi assolto al mio debito: raccontare ciò che mi era avvenuto.”

André Frossard (1915–1995) giornalista e saggista francese

citato in Vittorio Messori, Inchiesta sul cristianesimo, Oscar Mondadori, 2010

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“Cessando di essere pazzo, diventò stupido.”

Alla ricerca del tempo perduto, I Guermantes

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“VOLTAIRE. «Shakespeare ha spesso due buoni versi, mai sei. Un pazzo, perdio, un buffone alla Fiera di San Bartolomeo. Mai un lavoro veramente suo, tutte vecchie storie». Scacchi: «Perderò, perdio, per tutti i santi del Paradiso. Ah, qui cavalco su un montone nero come la puttana che sono… Falstaff dagli spagnoli». BOSWELL. «Vi dirò perché noi ammiriamo Shakespeare». VOLTAIRE. «Perché non avete gusto». BOSWELL. «Ma signore…». VOLTAIRE. «Et penitus toto divisos orbe Britannos… Tutta l'Europa è contro di voi. Perciò avete torto». BOSWELL. «Ma ciò dipende dal fatto che abbiamo grande immaginazione». VOLTAIRE. «La più selvaggia… Pope guida un calesse tirato da due beipuledri eleganti, ma Dryden viaggia su un tiro a sei, coi postiglioni e tutto». Ha ripetuto con esattezza qualche passo di Dryden. BOSWELL. «Che cos'è la memoria? Dove risiedono tutte le nostre idee?». VOLTAIRE. «Come dice Thomson: dove dormono i venti quando l'aria è calma? Thomson era un grande pittore. Milton, molte bellezze e molti difetti, come non c'è nulla di perfetto in questo dannato mondo. I suoi imitatori sono incomprensibili. Ma quando lui scrive bene è chiarissimo». BOSWELL. «Che cosa pensate del nostro teatro?». VOLTAIRE. «Molto spirito, molto intreccio, e molti bordelli». BOSWELL. «Che cosa pensate di Fingal?». VOLTAIRE. «Sembra un salmo di David. Ma vi sono dei nobili passaggi. In tutt'e due. L'Omero di Scozia.»”

Origine: Visita a Rousseau e a Voltaire, p. 100-101

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“Se un uomo fosse tanto furbo da poter nascondere di esser pazzo, potrebbe far impazzire tutto il mondo.”

Søren Kierkegaard (1813–1855) filosofo, teologo e scrittore danese

2015
Aut–Aut

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“Non è facile distinguere chi è pazzo e chi no. Dio ci protegga dall'essere smascherati!”

Knut Hamsun (1859–1952) scrittore norvegese

da Un vagabondo suona in sordina, prologo

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“Magnifico fare il pazzo, se si è intelligenti.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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“Il mondo?… il mondo è un pazzo: | Meriterebbe andar coi matti a paro, | E chi crede alle femmine è un somaro!”

Giovanni Battista Casti (1724–1803) poeta e librettista italiano

da La Grotta di Trofonio, atto I, scena VIII

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“Naturalmente non è vero che sono pazzo. Mi hanno visitato e sono risultato clinicamente sano”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Dal documentario Kinski, il mio nemico più caro (1999)

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“…allora ho detto agli indios "No. Non uccidetelo ancora. Quel pazzo mi serve"”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Dal documentario Kinski, il mio nemico più caro (1999)

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“Il barone Fisichella, che tra monsignor Airoldi e l'abate Vella faceva la spola, arrivò in casa dell'abate di prima mattina: a sorpresa, ché di solito compariva nel pomeriggio; e trafelato, sudato, confuso. Disse subito che aveva brutte nuove, ma ce ne volle prima che arrivasse a dire chiaro e tondo "Vi arresteranno, prima di sera vi arresteranno."
L'abate restò Impassibile.
"Monsignore è dispiaciuto, amareggiato… Proprio non se l'aspettava."
"Io me l'aspettavo" disse l'abate.
"Ma santo cristiano, e non potevate difilarvi da qualche parte, nascondervi?"
"Non ho voglia di muovermi, sono stanco… E poi, chiamatemi pazzo, ma ho il desiderio di vedere dove si va a finire."
"Ma questo posso dirlo io che ne sono fuori: vediamo come finisce quest'imbroglio, stiamo a vedere come se la cava l'abate Vella… Ma voi ci siete infilato così" portò la mano di taglio al disotto della bocca, ad indicare il livello d'acqua in cui l'abate stava per affogare.
L'abate scrollò di noncuranza le spalle.
"Non vi capisco" disse il barone "parola mia d'onore, non vi capisco."
"Nemmeno io" disse l'abate.
"Ma, dico: il carcere… Non vi impressiona, non vi spaventa?"
"Mi mancava a provarlo."
"A me manca di provare… Scusatemi, stavo per dirla grossa… Beh sì, mi manca di provare… Voi mi capite… E che, mi faccio…?"
"Quello che a voi manca di provare non appartiene all'uomo: ché capisco quello che volete dire… Ma il carcere sì, il carcere è dell'uomo; direi anzi che è nell'uomo."”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Opere – 1956.1971, pp. 623-624
Il Consiglio d'Egitto

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“Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell'animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po' pazzo/a, un po' staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un'arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l'emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt'a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l'adoratore e l'oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d'intermediazione spirituale tra l'umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l'albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell'universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell'unico dio, a quell'irraggiungibile altezza al di sopra dell'umanità e che non c'è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. È come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco. ]. È questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende?”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=rZXoinYCReE, subititolato in italiano

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“L'inconscio è una fossa profonda. La fossa comune, in cui un pazzo fruga, pur non sapendo di che cosa va in cerca.”

Sándor Márai (1900–1989) scrittore e giornalista ungherese

L'ultimo dono. Diari 1984-1989

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“Diventerei pazzo se non potessi fare musica. Non posso immaginare la mia vita senza musica.”

Bill Ward (1948) batterista e compositore britannico

Origine: http://www.classicrockrevisited.com/Interviews04/billwardinterview.htm

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“La notte è un pazzo con le mêches che stapazza dei pezzi di jazz”

Sergio Caputo (1954) cantautore e musicista italiano

Anche i detective piangono, n. 3
Storie di whisky andati

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“Berlusconi è un pazzo, pericoloso per la democrazia.”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

citato in Violante: "Il premier farnetica ci aspettiamo una smentita" http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/berlugiudici/reazion/reazion.html, la Repubblica, 4 settembre 2003

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“Un individuo che dichiara spesso che non è pazzo, solitamente nutre dei sospetti su ciò.”

Wilson Mizner (1876–1933) sceneggiatore statunitense

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“Suol dirsi che quando parla il pazzo è segno che ha udito parlare il savio.”

Lorenzo Magalotti (1637–1712) scienziato, letterato e diplomatico italiano

Lettere sopra i buccheri

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“La parola e il silenzio. Ci si sente più al sicuro vicino a un pazzo che parla, che a un pazzo incapace di aprire bocca.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Il funesto demiurgo

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“(Che) rinsanisce alcun pazzo talora, | Ma il cervel de l'amante ognor peggiora.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

XXVIII, 3
Ricciardetto
Origine: Citato in Harbottle, p. 407.

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“Oggi, invece, capita che l'amore ci sia, ci passi accanto, ma noi non ci siamo più.”

Filippo Facci (1967) giornalista italiano

da Ero pazzo di lei. Com'ero GIOVANE, com'ero diverso, com'ero io http://blog.graziamagazine.it/blog/2009/10/08/ero-pazzo-di-lei-com%E2%80%99ero-giovane-com%E2%80%99ero-diverso-com%E2%80%99ero-io/, 8 ottobre 2009

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“Non esiste peggior pazzo di chi non nutre alcun dubbio sulle sue convinzioni.”

Erica Jong (1942) scrittrice, saggista e poetessa statunitense

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“Berlusconi è un pazzo, pericoloso per la democrazia.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

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“[…] un pazzo ne fa cento […].”

Benvenuto Cellini (1500–1571) scultore, orafo e scrittore italiano

libro II, capitolo LXXI

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“Sei pazzo ma quello che sul piatto è mio, gioco una partita con la vita e va da dio perché vinco io!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Vinco io
Classe 73

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“Crede in un mondo più giusto e più vero: | Michele 'o pazzo è pazzo davvero!”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Michele 'o pazzo è pazzo davvero, lato A, n. 4
E io ci sto