Frasi su prima
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“Duiker prima di morire stava per diventare barocco.”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

Scritti 1946-2001

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“I vichinghi nostri antenati sono arrivati in America prima di Cristoforo Colombo, ma se ne sono andati subito. Per fortuna di tutti: sennò oggi il mondo intero parlerebbe islandese, che è una lingua molto complicata e molto difficile.”

Vigdís Finnbogadóttir (1930) politica islandese

da un discorso pronunciato a New York, 1992
Origine: Come riportato nel libro "Il Citanazioni – Giro del mondo in 365 battute", di Furio Lettich e Massimo Morello, edizioni A. Vallardi, 1993

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“La cosa fantastica di Mario 64 era il modo in cui Mario, per la prima volta in 3D, si poteva muovere liberamente. Era un concetto rivoluzionario e a un certo punto ho iniziato a pensare che quello che stavo creando non avrebbe necessariamente dovuto essere un gioco.”

Shigeru Miyamoto (1952) autore di videogiochi giapponese

Origine: Dall'intervista di Satoru Iwata, Iwata Chiede: Super Mario Galaxy Parte 4 http://www.nintendo.it/NOE/it_IT/news/iwata/iwata_chiede_super_mario_galaxy_16785_16868.html, 2. Divertirsi anche solo muovendosi, Nintendo.it.

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“Per essere divertente un gioco deve essere sempre facile da capire: deve bastare uno sguardo per comprendere immediatamente cosa fare. Deve essere strutturato in modo da intuire lo scopo del gioco a prima vista e poi, se non ce la fai a superare la prova, te la prendi con te stesso e non con il gioco. Inoltre, deve essere divertente anche per chi ti sta intorno e ti guarda giocare.”

Shigeru Miyamoto (1952) autore di videogiochi giapponese

Origine: Dall'intervista di Satoru Iwata, Iwata Chiede: New Super Mario Bros. Wii Vol. 1 http://www.nintendo.it/NOE/it_IT/news/iwata/iwata_chiede_new_super_mario_bros_wii_16795_16846.html, 4. Far capire a tutti che il fungo è buono, Nintendo.it.

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“[Ultime parole prima della morte. 8 marzo 1702, quando il dottore gli rivelò che era seriamente ammalato. ] Potrà durare a lungo?
Can this last long?”

Guglielmo III d'Inghilterra (1650–1702) re inglese

Citazioni di Guglielmo III, Attribuite
Origine: Citato in Familiar Short Saying of Great Men, Forgotten Books, p. 571. ISBN 1440090750 ( Anteprima su Google Books http://books.google.it/books?id=VkMcAtB8HnEC)

“Mi inchino davanti all'Assoluto non-duale onnipervadente, il supremo Śiva-Śakti, che nel suo stato di assenza di desiderio e perfezione, prima di tutto si illumina come puro "Io sono”

Abhinavagupta (950–1020) filosofo indiano

il soggetto puro] e poi allo scopo di separare la sua potenza attiva si divide in due [il soggetto e l'oggetto] e che per sua natura continua ad emanarsi ed estendersi [nella Creazione] e di nuovo si dissolve in se stesso. (da Īśvarapratyabhijñāvirmaśinī 1.1.1)

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“Non possiamo dire che Chiesa in Italia è prima casa?”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Italialand Nuove attrazioni, LA7, 16 dicembre 2011
Imitazioni, Papa Benedetto XVI

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“Tutti coloro che hanno svolto pubbliche funzioni in Sicilia sono rimasti e sono tuttora in qualche modo «collusi» con la mafia. Lo furono quotidianamente, e per secoli, il governo e la polizia borbonica. Lo fu Garibaldi che in essa trovò, dopo lo sbarco, la sua prima alleata. Lo furono i governi nazionali sia di destra che di sinistra. Lo fu Giolitti che pure non scese mai, a ch'io sappia, a sud di Napoli. Lo fu il presidente della vittoria, Orlando, che quando tornava a Palermo, la prima visita che rendeva non era al prefetto né all'arcivescovo, ma al capomafia. Tentò di non esserlo Mori che aveva licenza di uccidere garantita da un regime totalitario, e ci rimise il posto. Lo sono stati tutti i politiconi e politicastri della Prima Repubblica. Anche il cautissimo Andreotti? Può darsi, attraverso i suoi proconsoli in loco. Ma il Tribunale deve aver capito che l'imputato non era lui. Era il costume morale e politico della nostra vita pubblica, sul quale un Tribunale non ha, né può né deve avere competenza. […] E il problema, secondo me, è questo: che fin quando noi italiani crederemo di salvarci dalla peste mandando sul rogo una strega o un untore, dalla peste non ci libereremo mai.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il tribunale della storia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/TRIBUNALE_DELLA_STORIA_co_0_991024441.shtml, 24 ottobre 1999, p. 1
Corriere della Sera

“Sara: QUESTO È TROPPO!
Ozzy (voce narrante): La scena è questa: la finestra di cucina è aperta, con le tendine a ciliegine svolazzanti. La mamma strilla come un'ossessa aggrappata allo stivale di un vecchio che se ne sta a cavalcioni sul davanzale. No, non è un vecchio. È solo uno coi capelli così biondi che sembrano bianchi, come quelli di un albino.
Sara: ADESSO BASTA! SCENDI!
Ozzy (voce narrante): La cosa più assurda è che più lei strilla, più l'Albino si sganascia dalle risate. Eppure, uno in bilico sulla finestra di un settimo piano avrebbe più da piangere che da ridere. Il tizio allarga le braccia, mentre il vento gli scarruffa i ciuffi bianchi sulla capoccia.
Roddy: Guarda Sara, senza mani!
Ozzy (voce narrante): Grida l'Albino con uno spiccato accento americano. Ho detto uno spiccato accento… Cavolo, l'Albino è lui! In un attimo realizzo che il Californiano sta per buttarsi dalla finestra. Farà a tempo a sganciare l'assegno prima di spiaccicarsi sul cortiletto condominiale? Non farà a tempo: tira che ti tira, la mamma è rimasta col suo stivale in mano inorridita. In un balzo il pazzo scavalca il davanzale e piomba giù… Un istante dopo riappare sghignazzando, issandosi sul davanzale. Poi tonfa sul pavimento di cucina, facendo un bel rutto.
Roddy: Visto? Sono appena planato sul cornicione e non sono caduto di sotto. Prova che non sono affatto sbronzo come dici!
Ozzy (voce narrante): La mamma gli scaglia addosso lo stivale, ma lui si abbassa prontamente e io, che mi sono sporto un po' più del dovuto dalla porta, mi becco in piena faccia tacco e sperone (il Californiano ha in realtà stivali da Texano). Al mio grido soffocato i due si voltano di scatto.
Roddy: Porca zozza!
Ozzy (pensiero: "Che razza di linguaggio…")
Sara: Ozzy! Dio mio, stai sanguinando! Ozzy (voce narrante): Io mi passo la mano sulla bocca e la ritiro piena di sangue.
Ozzy (voce narrante): "Non è niente" faccio, accasciandomi svenuto sul pavimento. La vista del sangue non è per noi Loffi.”

Domenica Luciani (1962) scrittrice italiana

Tostissimo!, Dialoghi

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“Vecchia ragazza, come va? | Beato chi ti conosceva già, | prima che ti andasse via dagli occhi tutto quel mare.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Vecchia valigia, n. 9
Terra di nessuno

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“Come un tempo veniva chiamato Fermo Piceno, così in altri tempi la Marca fu detta Fermana, essendo Fermo la prima Città che in questa provincia esistesse.”

Papa Sisto V (1520–1590) 227° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Bolla del 24 maggio 1589 per l'elevazione della Cattedrale a Sede Metropolitana
Origine: Citato in AA.VV., La Chiesa metropolitana di Fermo, Fermo, 2003, 28-31.

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“La sera prima [della Maratona di Roma del 2015, corsa due volte] ho mangiato i miei 120 grammi di pasta per fare il carico di carboidrati, la benzina del maratoneta. Ieri ho fatto una colazione minima con 4 fette biscottate. E poi ho mangiato dei carbogel durante la gara e il pezzo di crostata che mi hanno dato al controllo antidoping. Il fisico si abitua a risparmiare. Faccio un'alimentazione normale. Da qualche anno sono vegetariano.”

Giorgio Calcaterra (1972) atleta italiano

Origine: Dall'intervista di Riccardo Barlaam «Così ho corso 2 maratone in un giorno», l'intervista a Giorgio Calcaterra, runner vegetariano http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-03-23/cosi-ho-corso-2-maratone-un-giorno-intervista-giorgio-calcaterra-151216.shtml?uuid=ABPvoiDD, ilsole24ore.com, 23 marzo 2015.

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“[Matteo Renzi] È misogino, costruito a tavolino e maschilista. È uno che quando ti vede ti fa sempre prima un complimento su quanto sei carina, e poi parla di lavoro… A me queste cose mi fanno diventare una iena.”

Alessandra Moretti (1973) politica italiana

Origine: Citato in Angela Frenda, da Moretti: tweet, passioni (e gaffe) dell’illustre sconosciuta scelta dal leader http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_27/renzi-vita-da-moretti-frenda_2567e92c-1fff-11e2-9aa4-ea03c1b31ec9.shtmlVita, Corriere.it, 27 ottobre 2012.

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] Dalle esperienze luministiche dei suoi precursori, fra cui erano anche quel Lotto che il Lomazzo […] chiama "maestro del dare il lume" e quel Savoldo in cui il Pino esalta "le ingegnose descrittioni dell'oscurità", il Caravaggio scopre "la forma delle ombre": uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll'ombra seguace della loro esistenza stessa. Il principio era per la prima volta immateriale; non di corpo ma di sostanza; esterno ed ambiente all'uomo, non schiavo dell'uomo […] Che cosa importasse questo nuovo stile nei confronti col Rinascimento ch'era invece partito dall'uomo, e vi aveva sopra edificato una superba mole antropocentrica, cui anche la luce era anodina servente, è facile intendere. All'artificio, al simbolo drammatico dello stile attendeva ora il lume medesimo, non l'idea che l'uomo poteva aver formato di se stesso. Ma quando in un battito del lume una cosa assommasse, e poiché non era più luogo a preordinarla nella forma, nel disegno, nel costume, e neppure nella rarità del colore, essa non poteva sortire che terribilmente naturale. Il dirompersi delle tenebre rilevava l'accaduto e nient'altro che l'accaduto; donde la sua inesorabile naturalezza e la sua inevitabile varietà, la sua incapacità di "scelta". Uomini, oggetti, paesi, ogni cosa sullo stesso piano di costume, non in una scala gerarchica di degnità…”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

da Quesiti caravaggeschi, "Pinacotheca", 1928-1929; citato in Caravaggio, pp. 186-187

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“Il romanzo ha raggiunto tali perfezioni, prima dello sfacelo di Joyce, fino alla rottura che Joyce compie sui personaggi e sulla parola, mettendo a nudo gli organi interni dell'uomo, che adesso si possono fare solo dei flashes sulla vita, riportare delle impressioni, delle testimonianze, come faccio io.”

Domenico Rea (1921–1994) scrittore e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Gino Agnese, Domenico Rea in volontario "esilio" compone storie come sinfonie http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1985/n.59/2, Il Tempo, 5 marzo 1985.

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano.Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks. [...] Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.
Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo Religion: German Martyrs, pubblicato sul Time Magazine del 23 dicembre 1940. La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da Time Magazine, Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal Time Magazine («It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.»).<ref group="fonte">
Errate
Origine: Il lato umano, pp. 87-88.
Origine: L'articolo originale del Time Magazine è riportato in parte su DrJudithReisman http://www.drjudithreisman.com/archives/2010/11/religion_german.html.

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“Sandro Ruotolo: Mi dice perché quelle sue dichiarazioni del 1997 sono state tenute nei cassetti, segrete?.Carmine Schiavone: Perché mi risposero all'epoca che non avevano i soldi né per poter fare le bonifiche, che all'epoca ci volevano circa 26.000 miliardi, 13 miliardi di euro di ora, né dove portare tutto quel materiale che era stato scaricato in tutte queste zone.
Sandro Ruotolo: Perché lei nel '97 parla con i parlamentari però nel '93 parla con i magistrati.
Carmine Schiavone: Sì. La prima dichiarazione è stata quella su questo fatto dell'immondizia.
Sandro Ruotolo: Possiamo dire che lei era il capo mafioso?
Carmine Schiavone: Sì io ero il capo della cupola, servizio amministrativo Cosa Nostra campana. Era Cosa Nostra perché io sono stato battezzato da Luciano Liggio con pungitina e bruciatura del santino. Come Bardellino ed altri, mafioso. Erano tutti mafiosi
Sandro Ruotolo: Quante persone ha ucciso?
Carmine Schiavone: Io una cinquantina più trecento o quattrocento e altri che ho ordinato. Perché abbiamo dovuto fare delle guerre: una contro i cutoliani, una contro i Nuvoletta, contro i Bardellino, contro i De Falco.
Sandro Ruotolo: Perché lei lo sa che i veleni che sono stati interrati nelle camopagne hanno provocato più vittime?
Carmine Schiavone: Sì, lo so. Ma io lo sapevo quando li ho fermati nel 1990. Nel 1991 mi hanno fatto arrestare. Quando io ho fermato questo scempio, che me ne sono accorto, mi hanno fatto arrestare. Perché io avevo ordinato delle armi, con tradimento della famiglia mia, per poterli ammazzare tutti.”

Sandro Ruotolo (1955) giornalista italiano
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“Avevo ascoltato abbastanza da esserne nauseato per secoli. Fortunatamente sarei morto prima!”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

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“Voi siete qui dopo aver conquistato potenti nazioni e aver soggiogato il mondo, considero quindi assurdo dovervi incitare con discorsi come se non foste uomini provati dalle azioni. […] Infatti cos'è la guerra per voi se non una consuetudine? Oppure cosa per un uomo coraggioso è più piacevole che cercare vendetta con la propria mano? È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. Quindi lanciamoci contro il nemico con ardore poiché sono sempre i più coraggiosi ad attaccare. Disprezzate questa accozzaglia di razze diverse. Chi si difende tramite un'alleanza dimostra codardia. Guardate, anche prima del nostro attacco sono tormentati dal terrore. Cercano le vette, si impossessano dei colli e poi, pentendosi troppo tardi, chiedono a gran voce una protezione dalla battaglia in campo aperto. […] Quindi giù nella mischia, con cuore gagliardo come siete abituati. Disprezzate il loro ordine di battaglia. Attaccate gli Alani, sbaragliate i Visigoti. […] Lasciate che il vostro coraggio si levi e la vostra furia scoppi. Ora, o Unni, mostrate la vostra scaltrezza e le vostre gesta d'armi. Chi rimane ferito pretenda in cambio la morte del suo avversario; chi è incolume si diverta a massacrare il nemico. Che nessuna lancia colpisca chi è sicuro di vivere, e che il fato colga anche in pace chi è sicuro di morire. Infine perché mai il destino avrebbe dovuto rendere gli Unni vittoriosi su così tante nazioni se non per prepararli alla gioia di questo conflitto? […] Chi ha fatto sì che degli uomini armati si arrendessero a voi quando eravate ancora disarmati? Nemmeno una massa di nazioni federate potrebbe resistere alla vista degli Unni. In questo non mi sbaglio […]. Io lancerò la prima lancia contro il nemico. Chi riposa mentre Attila combatte è un uomo morto.”

Attila (406–453) sovrano e condottiero unno
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“A mio parere ci sono tre ragioni per le quali l'antisemitismo riappare con vigore. La prima è che, storicamente, cresce sempre di più quando e dove l'economia va male. In un momento in cui la disparità di reddito è in crescita, quando centinaia di milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà, alcuni trovano negli ebrei il capro espiatorio piuttosto che guardare la vera fonte dei loro problemi. La seconda è un odio irrazionale e fuori luogo verso Israele. Troppe persone lo vedono come uno stato di apartheid e incolpano gli abitanti di un’intera religione per ciò che, in verità, sono le decisioni nazionali di politica interna. Qualcuno crede davvero che le vittime innocenti di quel negozio kosher a Parigi e in quel bar mitzvah in Danimarca avessero qualcosa a che fare con le politiche israeliane e palestinesi o la costruzione di insediamenti a duemila miglia di distanza? La terza ragione è semplice demografia. L’Europa è ora sede di 25 a 30 milioni di musulmani, due volte tutta la popolazione ebraica del mondo. All'interno di ogni comunità religiosa ci sarà sempre una frangia estremista, le persone che sono radicalizzate e guidate dall'odio, respingono le religioni che hanno bisogno di predicare il rispetto, la tolleranza e l'amore. Stiamo vedendo gli effetti amplificati di quel piccolo elemento radicalizzato. Con Internet, il virus dell’odio può poi accelerare da nazione a nazione.”

Michael Douglas (1944) attore e produttore cinematografico statunitense
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“[Ted Kennedy] È venuto solo per farsi propaganda; dei neri, in verità, non gliene importa niente. Se gliene importasse dovrebbe andare ad Harlem prima che a Soweto.”

Alan Paton (1903–1988) scrittore, politico e attivista sudafricano

Origine: Citato in Sud Africa, pace e astratti furori, L'Europeo, 29 aprile 1988.

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“[Su Jonah Lomu] Una mattina, alla prima trasferta, mi svegliai e vidi Lomu che si vestiva: 118 chili senza un'oncia di grasso. Ho capito che era meglio smettere di giocare.”

John Kirwan (1964) rugbista a 15 e allenatore di rugby neozelandese

Origine: Citato in Flavio Vanetti, Kirwan, un All Black in meta con gli azzurri https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/08/Kirwan_All_Black_meta_con_co_0_0111086975.shtml, Corriere della Sera, 8 novembre 2001, p. 47.

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“Siete qui per celebrar la conquista del Diluvio? Come mai celebrate una vittoria che vi ha lasciati conquistati? Poiché, col soggiogar i propri abissi, Noè non ha soggiogato i vostri, ma ha solo indicato la via per farlo. E guardate, i vostri abissi son pieni di collera e minacciano di farvi affondare. Se non avete superato il vostro Diluvio, voi non siete degni di questo Giorno. Ognuno di voi è un diluvio, un'arca e un capitano. Ma fino a che non sarà giunto il giorno in cui potrete sbarcar su una terra vergine ed appena lavata, non abbiate fretta di celebrar la vostra vittoria. Voi vorrete sapere come ha fatto l'Uomo a divenir un diluvio per se stesso. Ebbene, allorché il Divino Volere Supremo spaccò Adamo in due – sì da fargli conoscer se stesso e realizzar la sua identità con l'Uno – questi divenne un maschio ed una femmina; un Adamo maschio ed un Adamo femmina. Egli fu allora inondato di desideri, che erano il prodotto del Dualismo; desideri così numerosi, così variati nel colore, così immensi nella grandezza, così sregolati e così prolifici, che fino al giorno d'oggi l'Uomo è un relitto sulle loro onde. Un'onda non fa a tempo a sollevarlo ad altezze vertiginose, che un'altra lo trascina sul fondo. E ciò perché i suoi desideri sono appaiati, così come è appaiato egli stesso. E sebbene, in realtà, due opposti non fan che completarsi a vicenda, all'ignorante essi appaiono in conflitto e mai disposti a dichiarar un momento di tregua. È questo il diluvio che l'Uomo è chiamato a fronteggiar ora per ora, giorno per giorno, attraverso la sua lunga ed ardua vita dualistica. È questo il diluvio le cui possenti sorgenti, sgorgando dal cuore, trascinan voi nella loro precipitosa corsa. È questo il diluvio il cui arcobaleno non adornerà il vostro cielo prima che quest'ultimo abbia sposato la vostra terra e si sia identificato con essa. È da quando Adamo seminò se stesso in Eva che gli uomini stanno raccogliendo trombe d'aria e diluvi. Quando le passioni di un certo tipo predominano, la vita degli uomini viene a trovarsi sbilanciata; allora gli uomini vengono inghiottiti da un diluvio o dall'altro affinché l'equilibrio possa esser ristabilito.”

Mikha'il Nu'ayma (1889–1988) scrittore e poeta libanese

Origine: Il libro di Mirdad, pp. 254-255

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“Iura novit curia? L'interrogativo, più che lecito, è doveroso di fronte al principio di diritto affermato dalla I Sezione penale della Corte di cassazione nella presente sentenza (così definita dalla stessa Corte, anche se parrebbe trattarsi di una ordinanza), a proposito dei criteri di computo dei termini di durata della custodia cautelare fissati per le diverse fasi del giudizio, con particolare riguardo all'incidenza su tale computo dei giorni in cui si sono tenute le udienze. […] Perché mai la Corte di cassazione sia incorsa in un simile sbandamento interpretativo, tanto più in una vicenda processuale di estrema delicatezza, che di per sé avrebbe richiesto il massimo di ponderazione da parte dei giudici della I Sezione penale (i quali, invece, non sembrano essersi impegnati come avrebbero dovuto, almeno a giudicare dalla frettolosità e dalla modestia della motivazione addotta a sostegno della loro pronuncia), è un quesito cui non saprebbe darsi una risposta soddisfacente. Probabilmente la Corte è stata sviata, oltreché dall'andamento della discussione di fronte alla Corte d'assise d'appello, e dall'erronea impostazione già emergente dalle ordinanze impugnate), anche dalla sorprendente assenza di iniziativa mostrata dal rappresentante della procura generale, che nel chiedere l'annullamento delle medesime ordinanze non si è neppure prospettato — a quanto pare — il problema della necessaria neutralizzazione ope legis dei giorni di udienza ai sensi dell'art. 297, 4° comma c. p. p. Senonché tutto ciò non basta a giustificare il contenuto approssimativo e superficiale della decisione annotata, almeno per chi creda ancora nella Corte di cassazione quale «organo supremo della giustizia», cui compete di assicurare «l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge». Il bilancio è mortificante, come sempre quando capita — e non è la prima volta, sebbene si tratti fortunatamente di episodi isolati — di registrare errori di diritto tanto vistosi da parte della Corte di cassazione. Ed allora, se è permesso riprendere l'interrogativo con cui si sono aperte queste brevi osservazioni «a caldo», occorre davvero domandarsi fino a che punto sia consentito ai giudici della Corte regolatrice di ignorare il diritto di cui dovrebbero essere i massimi tutori: o forse si deve ritenere che, almeno per certi giudici, debba ormai valere l'inedito brocardo per cui ignorantia legis excusat?”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Una erronea interpretazione in tema di congelamento dei giorni di udienza ai fini dei termini di custodia cautelare nella fase del giudizio, In Giurisprudenza italiana, 1991, Disp. 5a, Parte II

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