Frasi sulla solitudine
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“La vaga solitudine che tanto disprezzai mi fa gerarca di tutto ciò che è attorno.”

Antonio Rezza (1965) attore, regista e scrittore italiano

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Citazioni tratte dalle opere letterarie, Credo in un solo oblio

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“La solitudine è la dieta dell'anima, disse sensatamente non so chi.”

Francesco Algarotti (1712–1764) scrittore, saggista e collezionista d'arte italiano

da Lettera al padre Giambattista Roberti
Origine: Citato anche in Mario Pieri, Della vita di Mario Pieri, 1850. L'autore dell'aforisma sarebbe un generico Antico.

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“A volte io ho paura di voi più che della solitudine.”

Samuele Bersani (1970) cantautore italiano

da Psyco
Psyco – 20 anni di canzoni

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“La vita è fatta di piccole solitudini.”

da La camera chiara
La camera chiara

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“Una ripida discesa, che si prolunga sul fianco del dirupo, ci conduce al fondo della vallata del torrente che sbocca alla Marina di Catanzaro. All'inizio di questo pendìo un gruppo di platani secolari, dal tronco marmorato, offrirebbe ai paesaggisti magnifici modelli per degli studi di alberi. Avvezzo alla abitudini del paese, io non stupisco né mi spavento di vedere il nostro cocchiere spingere le sue bestie a gran corsa nella discesa; so già per esperienza che i cavalli calabresi hanno il piede di una sicurezza mirabile, e sono abituati a scendere a tutto galoppo i più forti pendii, girando con una precisione meravigliosa nelle curve più brusche della strada, quando s'immaginerebbe che il loro slancio stia per trascinarli nell'abisso. In fondo alla vallata lasciamo sulla destra, a un centinaio di metri di distanza, una vasta chiusa di aranci e di altri alberi fruttiferi, perfettamente irrigua, di una vegetazione meravigliosa, circondata da tutti i lati da rocce a picco bruciata dal sole e coperte da cactus, di agavi e aloe. Questa chiusa passa per una delle meraviglie dei dintorni di Catanzaro; è uno dei siti in cui si conducono i forestieri. La si chiama il Paradiso, e tal nome è ben dato, perché è un vero paradiso di frescura e di ridente vegetazione, una deliziosa solitudine, nella quale è possibile credersi isolato dal resto del mondo.”

François Lenormant (1837–1883) assiriologo e numismatico francese

Origine: La Magna Grecia. Paesaggi e storia, La Calabria (vol. III), pp. 8-9

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“Le grandi solitudini ci fanno così ruvidi | E staccano i telefoni, tu chiama col cuore se vuoi.”

Pierangelo Bertoli (1942–2002) cantautore italiano

da Le grandi solitudini, n. 10
301 guerre fa

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“[Su Andreas Hofer] Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.”

Carlo Botta (1766–1837) storico e politico italiano

citato in Massimo Viglione, Rivolte dimenticate: le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Città Nuova, p. 115

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“Signore, ho scoperto la ricetta per il paradiso | Prendi la solitudine e mischiala con rifugio e silenzio | Poi cuoci tutto al forno!”

Nick Cave (1957) cantautore, musicista e scrittore australiano

From Her to Eternity

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“Il presente mi affascina più del passato e mi interessa. Lo registro e lo godo, spesso in solitudine.”

Cesare De Michelis (1943–2018) editore italiano

da Identità veneta, Marsilio, 1999

“E tu che il mio silenzio lo macchi di egoismo e solitudine, di incertezza e di disordine…”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da "1009 giorni" n. 3
1009 giorni

“Come il silenzio che è affare per pochi e la solitudine è roba di molti.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

Una moneta nel mare
da "Una moneta nel mare n. 2
Da casa a casa

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“Viviamo tempi nuovi | fatti di solitudine | pochi ideali | di convenienze | di affari | Viviamo tempi nuovi.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

2010, p. 94
La versione di Vasco

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“[Dopo la sua prima apparizione su un palco, a cinque anni] Da quel momento in avanti, lo showbusiness mi entrò nel sangue. Insieme alla solitudine.”

Jerry Lewis (1926–2017) attore, comico e regista statunitense

Origine: Dean & Me (una storia d'amore), p. 13

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“[All'arrivo di Dean Martin per un periodo di lavoro insieme] Eravamo insieme, e la cosa mi rendeva molto felice. Non ero tagliato per la solitudine.”

Jerry Lewis (1926–2017) attore, comico e regista statunitense

Origine: Dean & Me (una storia d'amore), p. 29

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“[…] Finisterre la solitudine dell'abisso, ancora più in là, ancora devo fuggire da me stesso”

Juan Larrea (1895–1980) scrittore e poeta spagnolo

da Evasione
Versione Celeste

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“Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Al culmine della disperazione

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“Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Confessioni e anatemi

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“[Milano] Che solitudine in questa affollata città rombante!”

Clemente Rebora (1885–1957) presbitero e poeta italiano

da Lettere, vol. I, n. 100

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“Il sonno del paradiso
Quella sera sorse la luna e saettò con le sue frecce d'argento la casa sotto l'albero del pane. La casa era vuota. Poi la luna, via via salendo, rischiarò tutto il mare e la scogliera. Penetrò la laguna fino ai più profondi e oscuri recessi. Illuminò le forme dei coralli e i fondi sabbiosi stampandovi sopra l'ombra dei pesci imbiancati anch'essi dal chiarore. L'equoreo signore della laguna emerse a salutarla, e il moto delle sue pinne ne ruppe i riflessi argentei sullo specchio dell'acqua, in mille lucenti increspature. Essa guardò le bianche ossa dello scheletro sulla scogliera. Poi, sbirciando attraverso gli alberi, s'insinuò giù nella valle, dove il grande idolo di pietra era rimasto a vigilare per cinquemila anni o forse più. Ai suoi piedi, nella sua ombra, quasi affidati alla sua protezione, nudi e avvinti, giacevano nel sonno profondo due esseri felici.
La lunga veglia dell'idolo, pur nella solitudine, non sarebbe stata triste, se allietata di quando in quando, a distanza di anni, da episodi come questo. Era avvenuto come tra le creature dell'aria. Un rito naturale, innocente, senz'ombra di colpa. Eran state nozze secondo Natura, senza pompa mondana, consumate con cinismo inconsapevole, all'ombra di una religione morta da migliaia d'anni.
Così felici si sentivano essi nella loro ignara maraviglia, che sapevano solo come la vita fosse d'improvviso mutata, il cielo e il mare fatti più azzurri, e se stessi divenuti magicamente l'uno parte dell'altra. E anche gli uccelli dell'albero proteso sopra l'umile tetto erano ugualmente beati nella loro ingenua ebbrezza d'amare.”

cap. IX, pp. 224-225
La laguna azzurra

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“A ciascuno è affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.”

Lia Varesio (1945–2008) attivista italiana

Dalla parte degli ultimi

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“La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più.”

Fabien Barthez (1971) calciatore francese

Origine: Citato in Buffon: "Non mi perdono l'errore". E la Juve difende il suo numero 1 http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quijuve/articolo/lstp/452744/, La Stampa, 4 maggio 2012.

“[Oriana Fallaci] Amava un'Italia scomparsa fatta di Risorgimento e Resistenza, di impegno e di passione civile. Ed era poco italiana, ora che essere buoni italiani vuol dire essere conformisti, recitare la correttezza politica e vivere le passioni dei premi letterari e dei talk show politici, ed essere per forza di destra o di sinistra, o di centro. Non fatevi ingannare quando cercano di separare le sue parole dopo l'11 settembre da quello che era stata prima. Era la stessa di sempre, quella che aveva giudicato la guerra del Vietnam inutile e stupida, quella del bambino mai nato, quella che si era tolta il velo davanti a Khomeini. La stessa ribellione e l'ipocrisia quando aveva preso a scrivere contro il fondamentalismo islamico, e ancora di più contro il relativismo, il multiculturalismo, l'antisemitismo, tutti gli -ismi di un'Europa avviata a diventare Eurabia. Se n'è andata in solitudine, ma siamo noi ad essere un po' più soli.”

Toni Capuozzo (1948) giornalista italiano

Variante: Amava un'Italia scomparsa fatta di Risorgimento e Resistenza, di impegno e di passione civile. Ed era poco italiana, ora che essere buoni italiani vuol dire essere conformisti, recitare la correttezza politica e vivere le passioni dei premi letterari e dei talk show politici, ed essere per forza di destra o di sinistra, o di centro. Non fatevi ingannare quando cercano di separare le sue parole dopo l'11 settembre da quello che era stata prima. Era la stessa di sempre, quella che aveva giudicato la guerra del Vietnam inutile e stupida, quella del bambino mai nato, quella che si era tolta il velo davanti a Khomeini. La stessa ribellione e l'ipocrisia quando aveva preso a scrivere contro il fondamentalismo islamico, e ancora di più contro il relativismo, il multiculturalismo, l'antisemitismo, tutti gli -ismi di un'Europa avviata a diventare Eurabia. Se n'è andata in solitudine, ma siamo noi ad essere un po' più soli.
Origine: Da un servizio per il TG5; visibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=B7AM80dPB0E.

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“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell'ideale dell'unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassini politici. Questa è la verità della storia.”

Bettino Craxi (1934–2000) politico italiano

dall'intervento alla Camera dei Deputati sulla questione palestinese, 6 novembre 1985
Origine: Resoconto stenografico http://legislature.camera.it/_dati/leg09/lavori/stenografici/sed0373/sed0373.pdf delle seduta.

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“[Bartolo Cattafi] La sua poesia ha qualcosa delle combustioni di Burri o delle blasfeme solitudini di Bacon.”

Luigi Baldacci (1930–2002) critico letterario italiano

citato in Corriere della sera, 20 gennaio 2007
Citazioni di Luigi Balducci

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