Frasi su voglia
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“Durante un concerto cerco sempre di far alzare il pubblico in piedi, di farlo sentire libero di muoversi e andarsene in giro dove gli pare. Voglio che la gente sia libera, non incatenata.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Origine: Versi poetici e dichiarazioni di guerra, p. 25

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“Ti voglio bene amica. Ti voglio bene perché sei tu.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

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“[…] l'istruzione forzosa spegne nella maggioranza delle persone la voglia di imparare per proprio conto […].”

Ivan Illich (1926–2002) scrittore, filosofo, sociologo, teologo

Origine: Per una storia dei bisogni, Invece dell'istruzione, p. 106

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“Io ho cominciato come artista commerciale e voglio finire come artista del business.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Truman Capote dice che può avere chiunque voglia. Io non voglio chiunque posso avere.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Voglio che per secoli si continui a discutere di quello che sono stato, di quello che ho pensato, di quello che ho voluto.”

Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord (1754–1838) vescovo cattolico, politico e diplomatico francese

Citazioni di Talleyrand
Origine: Citato in André Castelot, La diplomazia del cinismo: la vita e l'opera di Talleyrand l'inventore della politica degli equilibri dalla Rivoluzione Francese alla Restaurazione, Rizzoli, Milano, 1982, p. 5.

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“Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano; il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione) non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre.”

da Acculturazione e acculturazione, 9 dicembre 1973; p. 34
Scritti corsari
Variante: Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto al trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre.

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“Talpe sperimentate, smettetela di scavare i vostri cunicoli sotterranei, uscite fuori allo scoperto, lasciatevi invadere dalla voglia di vivere e di… far vivere.”

Alessandro Pronzato (1932–2018) sacerdote cattolico italiano, giornalista, scrittore e professore

Prega per noi!

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“Voglio andarmene in qualche posto dove nessuno mi conosce e dove non ho nessuna macchia nera addosso prima di cominciare. Ma non so se ce la faccio." "Perché?" "La gente. La gente ti trascina giù." "Chi?" chiesi io, pensando si riferisse agli insegnanti, o a mostri adulti come Miss Simons, che aveva desiderato una gonna nuova, o magari a suo fratello Eyeball che se ne andava in giro con Ace e Billy e Charlie e gli altri, o magari a suo padre e sua madre. Ma lui disse "I tuoi amici, loro ti trascinano giù, Gordie. Non lo sai?" Indicò Vern e Teddy, che si erano fermati e aspettavano che li raggiungessimo. Stavano ridendo di qualcosa; Vern, anzi, era piegato in due dalle risate. "I tuoi amici. Sono come quelli che ti annegano attaccandosi alle gambe. Non puoi salvarli. Puoi solo annegare con loro.”

da Il corpo)
Variante: «Voglio andarmene in qualche posto dove nessuno mi conosce e dove non ho nessuna macchia nera addosso prima di cominciare. Ma non so se ce la faccio».
«Perché?».
«La gente. La gente ti trascina giù».
«Chi?» chiesi io, pensando che si riferisse agli insegnanti, o a mostri adulti come Miss Simons, che aveva desiderato una gonna nuova, o magari a suo fratello Eyeball che se ne andava in giro con Ace e Billy e Charlie e gli altri, o magari a suo padre e a sua madre. Ma lui disse:
«I tuoi amici, loro ti trascinano giù, Gordie. Non lo sai?».
Indicò Vern e Teddy, che si erano fermati e aspettavano che li raggiungessimo. Stavano ridendo di qualcosa; Vern, anzi, era piegato in due dalle risate.
«I tuoi amici. Sono come quelli che ti annegano attaccandosi alle gambe. Non puoi salvarli. Puoi solo annegare con loro»

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“I pigri hanno sempre voglia di far qualcosa.”

Luc de Clapiers de Vauvenargues (1715–1747) scrittore e saggista francese

1923
Riflessioni e massime

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“Quando non abbiamo più voglia di niente, vuol dire che abbiamo bisogno di tutto.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

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“Se sapessi dove voglio arrivare, sarei già arrivato.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

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“Tutto, infatti, è qui da me creato o trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile.”

Gabriele d'Annunzio (1863–1938) scrittore, poeta e drammaturgo italiano

Origine: Dall'atto di donazione del Vittoriale degli Italiani.

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“Non posso e non voglio tagliare la mia coscienza perché si adatti alla moda di quest'anno.”

Lillian Hellman (1905–1984) scrittore, drammaturgo

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“Sesamo apriti – voglio uscire!”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Sì, posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato a uno stato d'animo così elevato, né a una tale felicità di sentire. Confrontando il mio stato d'animo di quando ero a Roma, non sono stato, da allora, mai più felice.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

Varie
Origine: Da una conversazione con Eckermann, 9 ottobre 1828; citato in Attilio Brilli, Viaggi in corso, Il mulino, 2004, p. 16.

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“Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio!". E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto?" disse uno. "Si è perduto come un bambino?" fece un altro. "Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?" – gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n'è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l'intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? – Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli – chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatòri, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un'azione piú grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!". A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto" proseguí "non è ancora il mio tempo. Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle stelle vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste e ascoltate. Quest'azione è ancor sempre piú lontana dagli uomini delle stelle piú lontane – eppure son loro che l'hanno compiuta!". – Si racconta ancora che l'uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?".”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

125; 2007

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“La felicità dell'uomo dice: io voglio. La felicità della donna dice: lui vuole.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

I, Delle femmine vecchie e giovani, Montinari 1972