Frasi su contemplazione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema contemplazione, vita, uomo, essere.

Frasi su contemplazione

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“Segesta. Il tempio si incastra nel paesaggio in una compatta unità di forza selvaggia e di armonia. Era una giornata nuvolosa e tirava vento; il moto delle nubi e l'equilibrio dei monti sembravano subire il dominio del santuario. Se non ci fosse il tempio a concedere una dilazione, le forze della natura si scaglierebbero titanicamente l'una sull'altra. Il rapporto ideale tra potenza e ordine è raggiunto nella distribuzione in linea orizzontale e verticale: con la contemplazione lo spirito acquista sicurezza e quietudine.
Simili edifici sono installazioni di ordine superiore, nella cui sfera d'influenza la vita artistica ed eroica si nutre per secoli. Vi si esterna in una volta sola l'intera forza terrestre; in questo senso è il suolo a sospingerli, come per effetto di un processo di cristallizzazione. Si sente che tra questi edifici e il suolo c'è un'affinità; eppure sono composizioni dello spirito – perciò si tratta al tempo stesso di formazioni della potenza incosciente e di quella cosciente.
Durante la salita verso il teatro mi voltavo spesso verso il santuario, constatando che il prodigio cresce con la distanza. Torna a onore dei greci la cognizione del rango della riduzione e del suo rapporto con la grandezza; similmente, anche il cristallo appare come il modello ridotto ma insieme intellegibile della terra.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da La Conca d'oro, Mondello 23 aprile 1929, pp. 31-32
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“Nel più misero degli uomini brilla l'immagine di Dio.”

Luigi Orione (1872–1940) presbitero e santo italiano

da La contemplazione in San Luigi Orione, Messaggi di Don Orione, 36 (2004) n. 113, pp. 55-68

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“L'idea cioè che quelle più brave a fare le cose orali siano le donne moralmente bacate. Prostitute maiale. Vorrei osservare che siamo di fronte a persone che non hanno capito un belino del mondo. Non hanno capito che il rapporto orale è qualche cosa di sacro, un modo di esprimere tenerezza, accoglienza, propensione a accudire… Il rapporto orale è una delle più grandi invenzioni dell'umanità, siamo gli unici animali (insieme ai bonobo, deliziosi scinpanzé) a praticarlo fino all'orgasmo. Negli animali infatti l'eccitazione sessuale spinge automaticamente alla penetrazione. Lo scopo dell'istinto è la procreazione. Noi abbiamo fatto del succhiare il pene e la passera un'arte nobile, una chiave per penetrare in un profondo livello emotivo, una via per l'ascesi mistica. Sì! Mistica. Non sto esagerando. Nell'età dell'oro dell'umanità, ai tempi del Matriarcato, prima dell'invenzione della guerra (tra il 12 mila e il 3500 avanti Cristo) il pompino era un atto sacro. Vi si dedicavano le sacerdotesse per iniziare alla contemplazione dell'Universo i giovani. Se qualcuno ha qualche dubbio si vada a rivedere le pitture egizie che rappresentano Iside intenta a resuscitare Osiride tramite una fellazio. Non so se ci capiamo: la dea fa pompini da far resuscitare i morti!”

Jacopo Fo (1955) scrittore, attore e regista italiano

Origine: Da Buoni pompini a tutti http://www.jacopofo.com/sesso_gratis_politici_corrotti_ministri, 9 luglio 2008.

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“La poesia è la ragione messa in musica.”

Francesco de Sanctis (1817–1883) scrittore, critico letterario e politico italiano

Le contemplazioni di Victor Hugo, p. 459
Saggi critici

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“Il linguaggio è un’interfaccia tra noi e il mondo. Oltre il linguaggio non vi è nulla se non la pura contemplazione mistica dell’universo.”

Caterina Davinio (1957) poetessa, scrittrice e artista italiana

Origine: Virtual Mercury House. Planetary & Interplanetary Events, p. 49

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“È un errore pensare che starsene seduto in calma contemplazione sia cosa essenziale per la liberazione. La verità dello Zen si dischiude da sé dall'interno e non ha nulla a che fare con la pratica del dhyāna. Infatti si legge nel Vajracchedikā che coloro che cercano di vedere il Tathāgata riferendosi a lui come uomo in un qualche atteggiamento, quando sta seduto o quando è disteso, non capiscono ciò che fa di lui un Tathāgata, un Tathāgata essendo così designato perché non viene da nessun posto e non va in nessun posto, per questo è un Tathāgata. Non appare da un «donde» e non scompare passando altrove e questo è lo Zen. Quindi nello Zen non vi è nulla da raggiungere, nulla da capire; che cosa è, dunque, quello starsene a gambe incrociate a praticare il dhyāna? Alcuni possono pensare che per rischiarare le tenebre dell'ignoranza sia necessario un uso speciale dell'intelletto; ma la verità dello Zen è un assoluto, nel quale il dualismo non esiste e che non ammette una qualche condizionalità. Parlare di ignoranza e di illuminazione, di bodhi e di kleça (sapienza e passioni), come termini di una antitesi insuscettibili ad essere risolti in una unità, non è mahāyānico. Il Mahāyāna condanna ogni forma di dualismo, perché il dualismo non esprime la verità ultima. Tutto manifesta la natura di Buddha; natura, che dalle passioni non è contaminata e che dall'illuminazione non è purificata. Essa sta al disopra di ogni categoria. Se volete vedere quale è la natura del vostro vero essere, liberate la vostra mente dall'idea della relatività e voi vedrete da voi stessi quanto essa è calma eppure piena di vita.”

Huìnéng (638–713) monaco buddhista cinese
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“Nella preghiera e nella contemplazione l'anima cristiana sente quel che ha provato l'anima ebraica.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Dialogo solitario

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“Felicità (s. f.). Gradevole sensazione suscitata dalla contemplazione delle miserie altrui.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 82
Dizionario del diavolo

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“Ogni uomo chiamato alla contemplazione è chiamato ad un certo grado di solitudine.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Parte prima, Prologo, p. 13
Il segno di Giona

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“Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo.”

Ambrogio Bazzero (1851–1882) scrittore e poeta italiano

Storia di un'anima, Lagrime e sorrisi

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“Uno yogin la cui coscienza ordinaria sia ben raccolta nel cuore e che non abbia alcun'altra preoccupazione, grazie a una presa di coscienza priva di dualità (avikalpa), si dedica interamente alla contemplazione della propria coscienza in quanto Soggetto cosciente liberato dal corpo e dagli altri limiti. E così che, sempre vigile, assorbendosi nel Quarto stato e in quello che ne è al di là, pone fine al pensiero dualizzante e acquista a poco a poco la sovranità.”

Kṣemarāja (975–1025) filosofo indiano

commento a Pratyabhijñā 4.1.11
Origine: Pratyabhijñā o Īśvarapratyabhijñākārikā, opera di Utpaladeva.
Origine: Citato in Lilian Silburn, La Kuṇḍalinī o L'energia del profondo, traduzione di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 70. L'opera non è specificata.

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“Contemplazione è una di quelle parole che uniscono gli uomini, nel senso di Turgheniev.”

Charles Morgan (1894–1958) scrittore inglese

Origine: La fontana, p. 287

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“La contemplazione nasce dall'amore. Solo dall'amore. Come tutto, del resto.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Il Signore dei Sogni

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“Nella giovinezza, se non addirittura nell'adolescenza, la contemplazione dell'amore e la contemplazione della morte sono veramente nel nostro sguardo. Ma direi di più. Sono il nostro sguardo.”

Alfonso Gatto (1909–1976) poeta e scrittore italiano

Origine: citato in Jolanda Insana, A colloquio con Alfonso Gatto, La Fiera Letteraria, n. 17, aprile 1973

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“[…] non vi è godimento più puro che quello della contemplazione.”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 147

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“Fervore di sangue che si dilata in respiri profondi, contemplazione, desiderio e possesso di cose belle, da una notte stellata a una veste candida; gioia e pienezza di vita che si discioglie in canto; questa è la poesia di Saffo. Cosa miracolosa, disse Strabone. Parole immacolate. I nessi logici sono ridotti al minimo; assottigliati fino scomparire; cose trasferite nelle parole; e parole essenziali, imbevute di colore, aerate di canto.”

Manara Valgimigli (1876–1965) filologo, grecista e poeta italiano

Origine: Citato in Francesco Pedrina, Musa Greca, [Antologia di poeti e prosatori greci con profili degli autori e pagine critiche organicamente scelte per un disegno storico-estetico], Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano<sup>5</sup>, p. 291.