Frasi sul dubbio
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“Le questioni principali che affrontiamo in Inchiesta su Gesù sono quattro. Quattro domande in particolare. Primo. Gesù era un cristiano o invece era un ebreo che è rimasto sempre tale e non mai voluto fondare una nuova religione? E se il cristianesimo è nato dopo la sua morte, quando e perché si è formato e in che misura gli è fedele? Se Gesù era un ebreo la nostra civiltà occidentale ha alla sua base anche l'ebraismo o solo il cristianesimo? Secondo. Gesù era convinto che l'avvento del Regno di Dio fosse imminente? Pensava davvero che avrebbe posto fine alle ingiustizie, portato la salute ai malati e la liberazione ai poveri e agli schiavi? Oppure attendeva solo la risurrezione ed era portatore di un messaggio di salvezza ultraterrena? Terzo. La responsabilità della morte di Gesù fu dei Romani che lo giustiziarono con la pena romana della crocifissione oppure fu prevalentemente degli ebrei? E infine, quarto. I Vangeli canonici (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) datano all'incirca tra il 70 e il 100 dopo Cristo? Oppure a scriverli furono dei testimoni oculari? Le loro informazioni sempre sono esatte? Oppure a volte si contraddicono? Per sapere chi fu realmente Gesù è necessario utilizzare anche fonti non canoniche come la Didachè, l'Ascensione di Isaia, il Vangelo di Pietro, ecc.? Oppure devono bastare i quattro Vangeli canonici e le lettere di Paolo? E ancora. Gesù era un celibe come vuole la tradizione o invece era sposato o addirittura gay come vorrebbe tutto un filone di film e romanzi torbidi?”

Mauro Pesce (1941) docente, biblista e storico italiano

da Inchiesta su Gesù http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2006/12/14/gesu.htm, in magazine.unibo.it, 14 dicembre 2006

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“E indovinate chi era… Indro Montanelli, che mi disse <> e così feci, ma questa è un'altra storia. Passiamo alla domanda. Musica di suspense!”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Mike Bongiorno

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“[A proposito del protocollo RSS] Nel vecchio sistema delle comunicazione di massa eri principalmente limitato dalla quantità di spazio nelle onde radio. Puoi spedire solo 10 canali attraverso le onde radio per ricevere la televisione. Con i cavi puoi anche arrivare a 500 canali. In Internet tutti hanno un canale. Tutti possono avere un blog. Tutti hanno un modo per esprimersi. Quindi quello che vedi ora non è una questione su «chi ha accesso alle onde radio?». La domanda è «chi prende il controllo dei mezzi con cui trovi le persone?». Abbiamo iniziato a vedere il potere centralizzarsi in siti come Google, questa sorta di portinai che ti dicono dove trovi in Internet dove vuoi andare. La gente che ti fornisce le tue fonti delle notizie. Quindi il problema non è che solo certe persone abbiano la possibilità di parlare, ora tutti hanno la possibilità di parlare. È una questione di «chi viene ascoltato?»”

Aaron Swartz (1986–2013) programmatore, scrittore e attivista statunitense

In the old system of broadcasting you're fundamentally limited by the amount of space in the airwaves. You know, you could always send out 10 channels over the airwaves for televisions right away even with cables you have 500 channels. On the Internet everybody can have a channel. Everyone can get a blog or a myspace page. Everyone has a way of expressing themselves. And so what you see now is not a question of «who gets access to the airwaves?». It's the question of «who gets control over the ways you find people?» You know you started seeing power centralizing in sites like Google, these sort of gate keepers that tell you where on the Internet where you want to go. The people who provides you, your sources of news information. So it's not you know, only certain people have a license to speak now everyone has a license to speak. It's a question of «who gets heard?».
Origine: Il Really Simple Syndication
Origine: Da un'intervista del 2007; visibile in Aaron Swartz - The Network Transformation https://www.youtube.com/watch?v=CzNXDdjtXQI, youtube,com.

“Se io fossi un giornalista mi rivolgerei questa domanda: ma quando vinci lo scudetto?”

Luigi Maifredi (1947) allenatore di calcio italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 88. ISBN 88-8598-826-2

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“Preferisco farmi domande che darmi risposte.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 53

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“Di fronte alla Sindone sorge sempre una domanda profonda sui misteri della vita e dell'esistenza umana.”

Ugo Nespolo (1941) pittore e scultore italiano

Origine: Citato in Il pittore Ugo Nespolo alla Sindone http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00055354_Il_pittore_Ugo_Nespolo_alla_Sindone.html, Sindone.org, 30 maggio 2015.

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“Entrò nel santuario: morire, che evento solenne. Si domandò come avvenisse il morire: era emozionata, pregustava l'avventura.”

Friedrich Dürrenmatt (1921–1990) scrittore, drammaturgo e pittore svizzero

Origine: La morte della Pizia, p. 24

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“Le domande indiscrete sono le sole alle quali val la pena di rispondere.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 94

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“Interviste: saprò mai dare risposte valorose a domande stupide?”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Agosto, p. 87

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“Quella mattina pioveva e grandinava sui vetri dell'aula di seconda liceo, sezione C, liceo-ginnasio Cassini, Sanremo. Eravamo trentuno studenti in quella classe. I ripetenti quattro o cinque, confinati negli ultimi banchi come si usava allora.
Ma lo ricordo quel temporale, a Sanremo capitava di rado, c'era un clima un po' speciale, infatti le famiglie facoltose di Torino e di Milano rivenivano a svernare per sopportare meglio gli acciacchi. E per giocare al Casinò.
Me lo ricordo perché quel giorno ci fu uno degli incontri importanti della mia adolescenza: l'insegnante di filosofia, che teneva lezione due volte alla settimana, aveva preannunciato il tema nella lezione precedente. Aspettò chela grandine finisse e tornassimo a sederci ai nostri banchi. Poi cominciò a parlare di Cartesio: la vita, la morte, le opere di geometria, di matematica, di filosofia, il suo tempo. Disse che Cartesio era, nella storia delle idee, un punto di arrivo e anche una ripartenza con tante biforcazioni. Insomma un crocevia dal quale comincia la modernità. «Se non capite Cartesio non capirete niente di quello che è venuto dopo e non capirete niente di voi stessi e del mondo che vi circonda».
Ci mise molto calore in quella perorazione, non l'aveva mai fatto con gli altri filosofi che già avevamo studiato con lui sul manuale del Lamanna. Forse con Socrate l'anno prima, ma non con quelle parole e quel tono che sembrava voler coinvolgere la vita di ciascuno di noi.
E mio compagno di banco alzò la mano. «Dica pure», disse il docente che, insieme al prete che insegnava italiano e latino, rifiutava di usare il "voi" prescritto dal regime. «Secondo lei, professore, chi non fa il liceo e nemmeno sa che è esistito un certo Cartesio non potrà dunque dare nessun senso alla sua vita?».
Ci fu un gran silenzio in classe, perfino i ripetenti degli ultimi banchi in qualche modo chiamati in causa da quella domanda si fecero attenti. n professore guardò fisso il mio compagno e ricordo che rispose con una domanda: «Lei, Calvino, ha già trovato il senso della sua vita?»”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

cap. II, La gabbia dell'io, p. 20
L'uomo che non credeva in Dio

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“La maggior parte della gente non vuole farsi domande sulla carne. Per i miei vicini (e per i miei amici, e per me durante gran parte della mia vita) la carne non è carne. È un'astrazione. La gente non pensa a un animale quando usa la parola carne.”

Bill Buford (1954) scrittore statunitense

Origine: Da Calore; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 147. ISBN 978-88-6052-218-4

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“La prima parola di Maria è una domanda di senso.”

Carlo Maria Martini (1927–2012) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Verso Gerusalemme

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“[Sulle accuse di combine riguardo Italia-Camerun] Provo a ricostruire la situazione. Pareggiando, noi passavamo il turno e andavamo nel girone a tre con Argentina e Brasile. Con una vittoria molto larga pescavamo due avversari più morbidi, Belgio e Unione Sovietica. Il Camerun poteva solo vincere per qualificarsi, col pareggio andava fuori. Domanda. Perché mai due squadre dovrebbero accordarsi per un risultato che non serve a nessuna delle due? Se qualcuno di noi avesse pensato di combinare una porcheria a tutti i costi, avremmo comprato la vittoria con molti gol di scarto, non certo il pareggio. Quella partita finì uno a uno e ci destinò ad Argentina e Brasile, mentre al Camerun costò l'eliminazione, per una serie di motivi assolutamente banali. Noi sbagliammo tre-quattro gol nel primo tempo, quando ancora era possibile la goleada; nel secondo andammo in vantaggio ma fummo subito raggiunti per una serie di esitazioni difensive; il poco tempo a disposizione non ci consentiva più di pensare a raddrizzare la differenza reti; a mezz'ora dalla fine era più importante pensare a salvare la qualificazione che a vincere rischiando. Avrebbe dovuto rischiare il Camerun, semmai, visto che col pareggio andava fuori, e fu la loro difesa a oltranza a mettere sull'avviso i cultori del sospetto. Ma quella era una squadra che sapeva solo difendersi, e piuttosto bene, come anche le successive edizioni dei mondiali e delle coppe d'Africa hanno dimostrato. Se vogliamo parlare seriamente la finiamo qui, premesso il fatto che nemmeno la dovevamo cominciare. Se la vogliamo colorire, allora è sicuro che nella combine gli stregoni non c'entravano, perché li ho beccati io di persona a farmi la macumba, mezz'ora prima della partita.”

Enzo Bearzot (1927–2010) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Il romanzo del vecio, p. 91

“È legittimo dare monete false ai ladri e risposte false a chi rivolge domande indiscrete.”

Marion Zimmer Bradley (1930–1999) scrittrice, glottoteta e curatrice editoriale statunitense

pag. 95
La signora delle Tempeste

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“[Su Massimiliano Allegri] Non voglio far domande, quando avrà imparato il rispetto che si devono alle persone allora parlerò.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

Origine: Durante l'intervista su Premium Calcio dopo la partita Juventus – Roma (3-2) della Serie A 2014-2015, 5 ottobre 2014; citato in Allegri contro Sacchi, altra lite in TV. http://www.corrieredellosport.it/serie_a/2014/10/05-379127/Allegri+contro+Sacchi,+altra+lite+in+tv, Corrieredellosport.it, 5 ottobre 2014

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“Se [gli studiosi] valutassero le prestazioni mentali dei babbuini con una serie di quesiti di tipo sociale piuttosto che con pezzetti di plastica di forma e colore differenti, dovrebbero incominciare a porsi delle domande sul proprio quoziente di intelligenza.”

George Schaller (1933) naturalista statunitense

Origine: Dalla prefazione a Shirley Strum, Un viaggio nel mondo dei babbuini; citato in Vinciane Despret, Quando il lupo vivrà con l'agnello: sguardo umano e comportamenti animali, traduzione di Grazia Regoli, Elèuthera, Milano, 2004, p. 138. ISBN 88-85060-90-0

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“Bè, è un'intervista abbastanza agghiacciante, per chi la vede soprattutto col senno di poi, cioè la vede come il testamento spirituale. Borsellino dice alcune cose: a) che la procura di Palermo in quel momento sta indagando sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e Mangano; e poi dice un'altra cosa: dice che in una intercettazione del 1981 tra Mangano e Dell'Utri, Mangano sta contrattando con Dell'Utri a proposito di un cavallo. E Borsellino dice che "nel maxiprocesso noi abbiamo appurato che Mangano quando parla di cavalli intende partite di droga". Quando poi il giornalista, che è un francese, quindi fa domande, gli dice "se ricordo bene nell'inchiesta c'è un'intercettazione fra Mangano e Dell'Utri in cui si parla di cavalli". Borsellino, che evidentemente è un fine umorista, risponde "bè, nella conversazione nel maxiprocesso, se non piglio errore, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo. Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli: se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all'ippodromo oppure al maneggio, non certamente dentro a un albergo". Allora, voi immaginate un'intervista di questo genere rilasciata oggi da Borsellino vivo, che cosa si direbbe di Borsellino, che è una toga rossa, che è arrivata la cavalleria comunista, che non a caso è un complotto politico, la giustizia a orologeria. Il problema è che pare che Paolo Borsellino votasse Movimento Sociale; cioè apparteneva a quella tradizione della destra, la nobile tradizione della destra legalitaria, che in Sicilia faceva fronte contro la mafia. Per cui, andava perfettamente d'accordo con suoi colleghi che erano di sinistra. Immaginatevi se un uomo come Borsellino fosse sopravvissuto e avesse rilasciato oggi questa intervista dove sarebbe già finito, come minimo davanti al CSM, come minimo. Il fatto che in questo paese un'intervista del genere non trovi un programma che la trasmetta in prima serata ma debba andare di notte è abbastanza significativo.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Quando divenni cattolico, una delle mie prime domande fu: “Perché noi cattolici non abbiamo un'università?”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

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“Il conduttore butta domande come ordini urlati di domatori | su bestie ubbidienti per il compenso agognato”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Palco TV, vv. 9-10
Astronavi dell'anima

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“Il giorno prima di lasciare San Francisco feci quattro passi per Market Street, dove m'imbattei in una botteguccia con la vetrina coperta da una tenda e un cartello che diceva: «Fatevi leggere la fortuna sulle mani e sulle carte. Un dollaro». Entrai, un po' imbarazzato, e mi trovai di fronte a una donna rubiconda sulla quarantina che uscì da una stanza interna masticando un boccone del pasto interrotto. Con aria noncurante m'indicò un tavolino addossato al muro opposto alla vetrina, e senza guardarmi disse: «Prego, si accomodi». Poi sedette davanti a me. I suoi modi erano bruschi. «Mescoli queste carte e tagli il mazzo tre volte, poi metta le mani sul tavolo col palmo in alto, per favore.» Voltò le carte e le sparse sul tavolo, le studiò, poi mi guardò le mani. «Lei sta pensando a un lungo viaggio, il che significa che presto lascerà gli Stati Uniti. Ma vi tornerà fra breve per dedicarsi a un'altra attività… diversa da quella che fa ora.» Qui la donna esitò e parve confondersi. «Be', è quasi la stessa, però è diversa. Vedo un enorme successo coronare questa nuova iniziativa; lei ha davanti a sé una carriera straordinaria, ma non so dirle quale sia.» Per la prima volta alzò lo sguardo su di me, poi mi prese la mano. «Oh sì, ecco tre matrimoni: i primi due non riusciranno, ma lei giungerà alla fine dei suoi giorni felicemente ammogliato e con tre figli.» (Qui sì che si sbagliava!) Poi tornò a studiarmi la mano. «Sì, farà una fortuna eccezionale, è una mano da soldi la sua.» Scrutandomi in viso, disse: «Morirà di broncopolmonite all'età di ottantadue anni. Un dollaro, prego. Ha qualche domanda da fare?».
«No» dissi ridendo «mi pare che basti.»”

Charlie Chaplin (1889–1977) attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico

Origine: La mia autobiografia, pp. 155-156

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“Vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide che l'Italia, l'Europa, il mondo, sono chiamati ad affrontare. Ma è possibile vivere insieme quando si è diversi, per provenienza, cultura, religione? La condivisione degli stessi luoghi con l'"altro" suscita problemi, pone domande. Eppure la realtà è che, al di là delle difficoltà, già viviamo insieme. E con grandi vantaggi reciproci. I lavoratori immigrati costituiscono quasi un decimo della forza lavoro, generano più del 10% del Pil, innalzano i tassi di natalità, sostengono il sistema pensionistico. La presenza di tanti stranieri che arricchiscono con il loro lavoro, e il loro contributo umano e civile, la vita del nostro Paese ci offre già l'immagine di un possibile e proficuo convivere fra diversi, ma uguali. E mi sembra che negli ultimi tempi, si stia riuscendo ad andare oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni. Certo, l'integrazione è un processo non breve, non facile, perché significa muovere verso l'"altro". L'immigrato incontro a noi. Ma anche noi incontro allo straniero. L'integrazione non riguarda solo i non italiani, bensì pure gli italiani. Qui c'è una grande sfida culturale ed educativa, ma anche una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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“C'è una grande domanda di senso nella vita e tra i giovani prende piede la scoperta del valore della gratuità. Quando si aiuta davvero si confonde chi aiuta e chi è aiutato.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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Origine: Citato in Maria Cobbi e Giacomo Galeazzi, Periferia o missione, la vacanza intelligente è quella solidale http://www.lastampa.it/2015/07/12/societa/periferia-o-missione-la-vacanza-intelligente-quella-solidale-ZhLCWp9ig4DXPziSfePvmI/pagina.html, Lastampa.it, 12 luglio 2015.