Frasi sul dubbio
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“In Italia abbiamo inventato questo genere letterario dell'intervista senza domanda, specie quando il politico è l'ospite.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Ahimè, ahi vita! domande come queste mi perseguono, | d'infiniti cortei d'infedeli, città gremite di stolti, | io che sempre rimprovero me stesso, (perché chi più stolto di me, chi di me più infedele?) | d'occhi che invano anelano la luce, scopi meschini, lotta rinnovata ognora, | dagli infelici risultati di tutto, le sordide folle anfananti, che in giro mi vedo, | degli anni inutili e vacui degli altri, e io che m'intreccio con gli altri, | la domanda, ahimè, che così triste mi persegue, – Che v'è di buono in tutto questo, o Vita, ahimè? | RISPOSTA | Che tu sei qui – che esistono la vita e l'individuo, | che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un tuo verso.”

Ahimè! Ahi vita!, p. 350
Foglie d'erba, Lungo la strada
Origine: La poesia viene citata nel film L'attimo fuggente (1989). Il professor Keating (interpretato da Robin Williams), infatti, dice: «Citando Walt Whitman, "Oh me, oh vita, domande come queste mi perseguitano. | Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. | Che v'è di nuovo in tutto questo, oh me, oh vita? | Risposta. | Che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità, | che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso." Quale sarà il tuo verso?» Questo ed altri passaggi del monologo del professor Keating sono stati poi utilizzati dalla Apple per uno spot commerciale nel 2014. A pronunciare le battute è lo stesso Robin Williams nello spot in lingua originale ed il doppiatore del professore nel film, Carlo Valli, nello spot in lingua italiana.
Origine: La breve poesia viene citata anche da Roberto Benigni al termine del suo spettacolo I Dieci Comandamenti, andato in onda su Rai 1, il 16 dicembre 2014. Benigni e i Dieci comandamenti, il passo del Talmud e la poesia di Walt Whitman citati durante lo show http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/televisione/benigni-dieci-comandamenti-talmud-poesia-whitman/1070801.shtml, Messaggero.it, 17 dicembre 2014.

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“Non esistono domande stupide e nessuno diventa stupido, fino a che non smette di fare domande.”

Charles Proteus Steinmetz (1865–1923) scienziato e matematico tedesco

citato in Focus, n. 105, p. 168

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“Caro direttore [Indro Montanelli], sono quasi 6 anni che non ci sentiamo. Da quel 22 luglio 2001 quando, dopo avere speso gli ultimi respiri a mettere in guardia gli italiani dal virus Berlusconi, te ne volasti in cielo. Ora che sei in Paradiso, immagino che tu abbia di meglio da fare che occuparti dell'Italia: in 92 anni di vita, hai già dato. Ma qui succedono cose talmente strane che devo proprio raccontartele. Intanto Berlusconi non c'è più, al governo intendo. Ma non è che si noti molto. Anzi, forse torna. Il vaccino non ha funzionato. Ora c'è di nuovo Prodi, almeno fino a un paio di minuti fa c'era. Non sappiamo. Si parla, tanto per cambiare, di crisi della politica. E in quel vuoto s'infilano indovina chi? La Confindustria e il Vaticano. Come diceva Totò, quando vedo un buco ci entro. Tu eri un laico risorgimentale a 24 carati, ma due papi, Roncalli e poi Woytjla, ti vollero conoscere perché eri molto rispettoso della religione. Un po' meno di certi Preti e di certi Vescovi che s'impicciavano di politica. Dicevi: "Aborro i preti, esseri autoritari e prepotenti. Quando qualcuno mi dice che stiamo andando verso il fascismo, vorrei quasi rispondere: magari! Il fascismo è brutto, ma passa. Invece andiamo incontro a forme di vita clericale, anzi ci siamo dentro, perché non abbiam saputo amministrare il nostro libero esame. Abbiamo liquidato la coscienza, dandola in appalto al prete. Ecco dove nasce il più macroscopico difetto degli italiani: la mancanza di una coscienza morale. Non siamo religiosi: siamo cattolici per comodità, abitudine, tradizione, non per coscienza. Il problema di Dio gli italiani non se lo pongono. Perciò non siamo mai stati una Nazione: l'unico Stato che conosciamo è quello Pontificio". Ecco, ci siamo dentro fino al collo adesso, direttore. I cattolici liberali si sono estinti. Già tu rimpiangevi De Gasperi, "un democristiano che credeva in Dio e non aveva bisogno di fare il bigotto, forse perché era nato in Austria. In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete". Oggi con Dio ci parlano in pochi, persino tra i cardinali. In compenso tutti parlano con i preti e i cardinali. Ma anche con Andreotti, che a 90 anni è sempre un bijou: è vivo e lotta insieme a noi. Il Papa invece è cambiato: Woytjla non c'è più, ora c'è Ratzinger. Quando dice no alle coppie di fatto, si mettono tutti sull'attenti. Quando invece dice che il capitalismo non è molto meglio del socialismo, quando dice che bisogna salvaguardare l'occupazione, privilegiare i poveri, gli ultimi, difendere l'ambiente da uno sviluppo scriteriato, parlano d'altro e fanno finta di non sentire. Un giorno, di recente, ha detto addirittura che bisogna cacciare i corrotti dalla politica, e lì anche i politici più bigotti sono diventati anticlericali: come si permette di impicciarsi in affari che non gli riguardano? Ti parlo dallo studio di Santoro, che è tornato in tv dopo 5 anni di riposo, diciamo così: l'ultima volta che in Rai si sentì la tua voce fu da Biagi e da Santoro, entrambi i programmi furono subito chiusi. Stiamo per trasmettere un reportage della Bbc sulla pedofilia nel clero, già visto su internet da alcune decine di milioni di persone nel mondo e 3-4 milioni in Italia. Mi dirai: "dov'è il problema, già ai miei tempi tutti volevano una Rai modello Bbc". Appunto: adesso hanno visto cosa fa la Bbc e gli è passata la voglia. Persino la Cei ha detto: "Nessuna censura, discutiamo pure con equilibrio". La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai, che sono più papisti del Papa. C'è un tale Landolfi, lo stesso capo della Vigilanza che nel 2001 ti accusò di linciare Berlusconi e chiese addirittura a Ciampi di intervenire per la tua intervista a Biagi a ridare dignità al servizio pubblico, che 10 giorni fa già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: una specie di Nostradamus. E ha aggiunto: "Non sono queste le finalità del servizio pubblico, non è per questo che i cittadini pagano il canone". Lui li conosce uno per uno, gli telefona tutti i giorni per sapere che cosa vogliono. Poi c'è Fassino, che una volta era comunista, però ha studiato dai gesuiti: ora parla come don Abbondio e ci invita al massimo equilibrio e alla massima prudenza. Fini l'altra sera ha annunciato a "Ballarò" che il nostro programma non andrà mai in onda: deve averglielo detto in sogno l'Arcangelo Gabriele, ma era un imitatore: infatti siamo in onda. Casini chiese un programma riparatore che raccontasse tutto il bene che fa la Chiesa nel mondo. Potrebbe commissionarlo ai suoi uomini alla Rai, che sono un po' più numerosi di quelli che aveva la Dc una volta, però la Dc aveva anche il decuplo dei suoi voti; oppure potrebbe chiederlo a Buttiglione, che ha mezza famiglia in Rai e l'altra mezza a Mediaset; invece chiede a noi. Tu dirai: che c'entrano i politici con la libera informazione? Da quando i giornalisti prendono ordini dai segretari di partiti? Ecco, il problema è che ormai non se lo domanda più nessuno. Trovano tutto ciò molto normale. I politici non si accontentano di lottizzare la Rai: vogliono fare i palinsesti e i critici televisivi; prima o poi condurranno direttamente programmi e si intervisteranno da soli. Ricordi Giuliano Ferrara? L'avevi lasciato ateo. Bene, adesso è rimasto ateo ma è diventato anche clericale, nel frattempo. Dice che il reportage Bbc è una schifezza. E lui se ne intende. C'è perfino chi pretendeva che mostrassimo in anticipo all'editore una scaletta sicura prima di decidere se mandarci in onda oppure no. Come se l'amministratore della Fiat Marchionne volesse leggere gli articoli della Stampa o De Benedetti quelli della Repubblica, prima di mandare in stampa i giornali. Anche questo, è un po' strano, è passato sotto silenzio, come una cosa normale. La nostra categoria non ha brillato, ma questa per te non è una novità: già 30 anni fa tu scrivevi che "il giornalismo italiano è servo per vecchia abitudine: i potenti vogliono il monumento equestre e il piedistallo, e noi glielo diamo". Non ti dico gli intellettuali sedicenti liberali: tutti zitti, o addirittura solidali con i censori. Sono quelli che tu definivi "una grossa camorra al servizio di ogni potere". L'altro giorno, rileggendo i tuoi ultimi articoli, mi è capitata una lettera a Franco Modigliani, Nobel dell'Economia, in cui tu parlavi della corruzione e dicevi: "Dopo tanti secoli che la pratichiamo, dietro l'esempio e sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d'indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, diventata nel loro sangue un'afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni… Un popolo italiano consapevole della propria identità e ben deciso a difenderla, non c'è. E non c'è perché, nei secoli in cui questa coscienza nazionale maturava nel resto dell'Occidente, in Italia veniva soffocata da una Chiesa timorosa che il cittadino soppiantasse il fedele e creasse un potere temporale laico contrapposto al suo". Questo scrivevi sulla prima pagina del Corriere della Sera non 1000 anni fa, 6 anni fa. Oggi passeresti per un nemico della fede, della famiglia, dell'Occidente, forse per un fiancheggiatore di Al Qaeda. Non è che potresti prenderti una libera uscita e tornare giù un po' da noi per un paio di giorni, non di più? Ci manchi tanto, e non sai quanto. Ciao, direttore.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

dalla coperina di Annozero, 31 maggio 2007
Annozero

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“Non ho mai pensato che ci siano domande che non si possono fare.”

Kary Mullis (1944–2019) biochimico statunitense

Origine: Ballando nudi nel campo della mente, p. 102

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“Cosa possedeva l'azionista individuale che nel marzo 1938 deteneva 10, 100 o 1.000 azioni di Great Atltantic & Pacific? Aveva una piccola frazione dell'intera azienda, proprio come la famiglia Hartford ne aveva una grande? Oppure soltanto un certificato azionario che gli dava diritto a ricevere un dividendo se e quando fosse stato dichiarato, e a ricevere il prezzo quotato qualora avesse deciso di vendere? Un altro modo di formulare questa domanda essenziale è: l'investitore che ha acquistato l'azione A. & P. a 80, sta davvero perdendo dei soldi quando il prezzo crolla a 36? È diventato veramente più povero di prima? La risposta corretta a questa domanda è la chiave per risolvere il più ampio problema di come l'investitore debba rapportarsi rispetto alle fluttuazioni del mercato. Per come la vediamo noi, l'investitore-azionista occupa una posizione intermedia, o di compromesso, tra il vero possesso di un'azienda e il mero possesso di un certificato azionario. Senza dubbio manca di importanti poteri di controllo inerenti al possesso individuale o di gruppo di un'azienda. Ma in questo caso è nella stessa posizione di un socio di minoranza di un'azienda privata, quando questi non si trova nel gruppo di controllo. Ma possiede anche un enorme vantaggio rispetto al socio di minoranza, nel fatto che può vendere le proprie azioni in ogni momento, al prezzo quotato dal mercato.”

The Intelligent Investor

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“«Ma insomma, che cos'avete oggi?» domandò la professoressa McGranitt, tornando se stessa con un debole pop e guardandoli tutti quanti uno a uno. «Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un applauso».
Tutti si voltarono di nuovo verso Harry, ma nessuno parlò. Poi Hermio-ne alzò la mano.
«Ci scusi, professoressa, abbiamo appena avuto la prima ora di Divinazione, e stavamo leggendo le foglie di tè e…»
«Ah, certo» esclamò la professoressa McGranitt accigliata. «Non c'è bi-sogno di aggiungere altro, signorina Granger. Ditemi, chi di voi morirà quest'anno?»
Tutti la fissarono.
«Io» disse Harry alla fine."Capisco" commentò la professoressa McGranitt guardando Harry con i suoi occhi piccoli e lucenti. "Allora è bene che tu sappia, Potter, che Sibilla Cooman ha predetto la morte di uno studente all'anno da quando è arrivata in questa scuola. Nessuno è ancora morto. Vedere presagi di morte dappertutto è il suo modo preferito di dare il benvenuto a una nuova classe. Se non fosse che non ho l'abitudine di parlar male dei miei colleghi…"
La professoressa McGranitt si interruppe, e tutti notarono che aveva le narici bianche e dilatate. Poi riprese, più tranquilla: "La divinazione è uno dei settori più imprecisi della magia. Non vi nasconderò che faccio fatica a tollerarla. I veri Veggenti sono molto rari, e la professoressa Cooman…"
Si interruppe di nuovo, e poi disse in tono molto pratico: "A me sembri in perfetta salute, Potter, quindi mi scuserai se non ti dispenso dai compiti oggi. Ti assicuro che se dovessi morire non sei tenuto a consegnarli."”

Origine: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, p. 94

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“Interrogare il passato non serve a niente. È al futuro che bisogna fare le domande. Senza futuro, il presente è solo disordine.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

Chourmo Il cuore di Marsiglia

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“Non tendo ad una verità assoluta, dogmatica. Credo a verità relative. Ma quando anche la verità relativa viene stravolta ti domandi a cosa devi credere.”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

Citazioni tratte da interviste, l'Unità

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“Domanda: "Cosa c'è fuori dal bar?". Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar". Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C'è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo… poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c'è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di "stronzo, io venivo da destra". Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c'è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar.”

Andrea G. Pinketts (1961–2018) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da Spara pure, è un papero, in Sangue di yogurt

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“Non esistono domande sciocche, ma solo risposte non pertinenti.”

Carlo Maria Martini (1927–2012) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Il comune sentire

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“A volte, se si riceve una risposta, si può anche eliminare la domanda.”

Serie della Guida galattica per gli autostoppisti, Praticamente innocuo

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“Giudice, | vorrei lasciare mia moglie. | Giudice, | vorrei andarmene via… | Perché l'hai sposata? | Perché portava in dote | terreni confinanti | con le terre che ho io. | Forse le vostre terre non confinano più? | Ma scusi… che domande sono? Ma certo che confinano | ancora. | E allora non avrai mai il permesso | di lasciare tua moglie, | di andartene via..”

Luigi Tenco (1938–1967) cantautore italiano

da Vita familiare, n. 2
Luigi Tenco canta Tenco, De André, Jannacci, Bob Dylan
Origine: Indicata da Tenco come sesta ballata, con il titolo originale Ballata della vita familiare Enrico De Angelis, Luigi Tenco. Io sono uno. Canzoni e racconti, p. 100

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“Cos'è l'amore? Ognuno ha una risposta diversa a questa domanda. Questo demone ha tormentato un numero infinito di uomini valorosi e di donne virtuose e capaci.
Basandomi sulle storie d'amore del nonno, sugli amori tempestosi di mio padre e sul pallido deserto delle mie esperienze, ho desunto alcune costanti valide per le tre generazioni della mia famiglia. La prima fase, quella dell'amore ardente, è fatta di dolore lacerante, dal cuore trafitto gocciola un liquido simile alla resina di pino; il sangue versato per le pene d'amore sgorga dallo stomaco, attraversa gli intestini e viene espulso dal corpo sotto forma di feci nere come la pece. La seconda fase, quella dell'amore crudele, è la fase della critica impietosa; gli innamorati adorano scorticarsi vivi sul piano fisico, psicologico, spirituale e materiale; adorano strapparsi a vicenda le vene, i muscoli, gli organi e infine il cuore nero o rosso, e gettarlo in faccia all'altro, facendo sì che i due cuori si scontrino e vadano in pezzi. La terza fase, o dell'amore di ghiaccio, è caratterizzata da lunghi silenzi. La freddezza trasforma gli amanti in ghiaccioli. E' per questo che quelli che amano veramente hanno il viso bianco come brina e una temperatura corporea di venticinque gradi. Battono i denti senza riuscire a parlare, non perché non lo vogliano ma perché hanno disimparato, e agli altri danno l'impressione di esser muti.”

Red Sorghum

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“Ballata delle madri.

Mi domando che madri avete avuto. 
Se ora vi vedessero al lavoro 
in un mondo a loro sconosciuto, 
presi in un giro mai compiuto 
d’esperienze così diverse dalle loro, 
che sguardo avrebbero negli occhi? 
Se fossero lì, mentre voi scrivete 
il vostro pezzo, conformisti e barocchi, 
o lo passate a redattori rotti 
a ogni compromesso, capirebbero chi siete? 

Madri vili, con nel viso il timore 
antico, quello che come un male 
deforma i lineamenti in un biancore 
che li annebbia, li allontana dal cuore, 
li chiude nel vecchio rifiuto morale. 
Madri vili, poverine, preoccupate 
che i figli conoscano la viltà 
per chiedere un posto, per essere pratici, 
per non offendere anime privilegiate, 
per difendersi da ogni pietà. 

Madri mediocri, che hanno imparato 
con umiltà di bambine, di noi, 
un unico, nudo significato, 
con anime in cui il mondo è dannato 
a non dare né dolore né gioia. 
Madri mediocri, che non hanno avuto 
per voi mai una parola d’amore, 
se non d’un amore sordidamente muto 
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto, 
impotenti ai reali richiami del cuore. 

Madri servili, abituate da secoli 
a chinare senza amore la testa, 
a trasmettere al loro feto 
l’antico, vergognoso segreto 
d’accontentarsi dei resti della festa. 
Madri servili, che vi hanno insegnato 
come il servo può essere felice 
odiando chi è, come lui, legato, 
come può essere, tradendo, beato, 
e sicuro, facendo ciò che non dice. 

Madri feroci, intente a difendere 
quel poco che, borghesi, possiedono, 
la normalità e lo stipendio, 
quasi con rabbia di chi si vendichi 
o sia stretto da un assurdo assedio. 
Madri feroci, che vi hanno detto: 
Sopravvivete! Pensate a voi! 
Non provate mai pietà o rispetto 
per nessuno, covate nel petto 
la vostra integrità di avvoltoi! 

Ecco, vili, mediocri, servi, 
feroci, le vostre povere madri! 
Che non hanno vergogna a sapervi 
– nel vostro odio – addirittura superbi, 
se non è questa che una valle di lacrime. 
È così che vi appartiene questo mondo: 
fatti fratelli nelle opposte passioni, 
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo 
a essere diversi: a rispondere 
del selvaggio dolore di esser uomini.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano
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“Quando ci si accorge del Favoloso Universo del trash è ormai troppo tardi per poterne fare ancora parte. Quando si è trash non si sa mai di esserlo. Non appena, però, nasce un primo fugace bagliore di rivelazione, quando ci si comincia a porre domande sulla struttura degli eventi estetici che costellano la nostra vita, ecco che si abbandona all'istante la Rutilante Galassia del trash.”

Parte prima: Giovani salmoni del trash. 7. Trash, Camp & Kitsch, p. 17
Andy Warhol era un coatto
Variante: Quando ci si accorge del Favoloso Universo del trash è ormai troppo tardi per poterne fare ancora parte. Quando si è trash non si sa mai di esserlo. Non appena, però, nasce un primo fugace bagliore di rivelazione, quando ci si comincia a porre domande sulla struttura degli eventi estetici che costellano la nostra vita, ecco che si abbandona all'istante la Rutilante Galassia del trash. (Parte prima: Giovani salmoni del trash. 7. Trash, Camp & Kitsch, p. 17)

“Sono stato vegetariano due volte. La prima è durata dal 2001 al 2008. La seconda è adesso e non smetterà.
Era l'aprile del 2010. In aeroporto acquistai Niente importa di Jonathan Safran Foer. Lo lessi tutto d'un fiato.
Safran Foer, da non vegetariano, fa una inchiesta sugli allevamenti industriali. Racconta in dettaglio come vengono ammazzati suini e bovini, tonni e polli. Si sofferma sulla vita a cui sono costrette le galline ovipare.
Fa menzione dettagliata del sadismo umano.
E poi racconta una delle nostre molte stranezze. Di come ci faremmo svenare per il nostro cane e di come non ci interessi nulla dell'olocausto quotidiano di animali non meno sensibili e intelligenti dei cani.
La domanda è: perché un maiale sì e un cane no? Perché riteniamo inaccettabili i coreani, che mangiano carne canina, e reputiamo normale crescere i figli con carne equina? Come è possibile commuoversi per un agnello visto alla tivù, o un piccolo cinghiale allo zoo, salvo poi mangiare voluttuosamente entrambi?
Lo so, tale dilemma ci porterebbe lontano. E molti di voi non condividono il mio approccio. Poche cose infastidiscono come i vegetariani convinti. Un po' perché sono pallosi e un po' perché toccano nervi scoperti: ci ricordano quanto siamo incongrui, ipocriti e sostanzialmente insensibili.
Non ho mai cercato di fare proseliti. Non parlo mai di questa scelta etica in pubblico. Però ne vado fiero.”

Andrea Scanzi (1974) giornalista e scrittore italiano

cap. 27
I cani lo sanno

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“Gli animali sono amici così piacevoli: non fanno domande, non criticano.”

George Eliot (1819–1880) scrittrice britannica

Origine: Da Scenes Of Clerical Life, VII
Origine: Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 14603-X

“E’ importante chiedersi sempre il perché delle cose. Mai smettere di farsi domande”

Frase tratta dal libro “Il lato oscuro della Luna” di Stefano Nasetti (Ed. 2015) ISBN: 9786051765679 e ISBN cartaceo: 9791220258418

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“[Alla domanda: «Perché ha smesso di cantare canzoni di protesta?»] Tutte le mie canzoni sono canzoni di protesta.”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

Origine: Dal documentario No Direction Home: Bob Dylan (2005).

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“Essersi appena posti la domanda se il mondo è reale.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

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“Alla domanda: «Che cosa è l'arte?» siamo portati a rispondere: «Ciò attraverso cui le forme diventano stile.»”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

citato in Focus n. 60, pag. 185

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“La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?”

Erich Fromm (1900–1980) psicoanalista e sociologo tedesco

Origine: Il coraggio di essere, p. 30

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“[In risposta alla domanda di Enzo Biagi: «Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?»] Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Da Enzo Biagi intervista Pier Paolo Pasolini, La Stampa, 4 gennaio 1973; citato in Valerio Piccioni, Quando giocava Pasolini, p. 3.

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