Frasi su fare
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“Gli piacciono le persone quando gli sono utili, e le ignora quando invece non lo sono. Ma non è niente di personale. È un uomo che fa transazioni – tutto gira attorno a cosa si può fare per lui.”

Tony Schwartz (1952)

He'd like people when they were helpful, and turn on them when they weren't. It wasn't personal. He's a transactional man — it was all about what you could do for him.

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“La crescita di politiche populiste in Europa è profondamente preoccupante, in particolare quando è rivolta alle minoranze, inclusi migranti e rifugiati […] Invito tutti i responsabili politici a fare tutto ciò che è in loro potere per impedire questa pericolosa tendenza e impegnarsi a costruire società inclusive.”

Thorbjørn Jagland (1950) politico norvegese

Origine: Citato in La Commissione contro il razzismo pubblica il suo rapporto annuale http://www.coe.int/it/web/portal/news-2017/-/asset_publisher/StEVosr24HJ2/content/the-anti-racism-commission-publishes-its-annual-report, Comunicato stampa - Ref. DC 096(2017), Strasburgo, 22 giugno 2017.

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“Più che lo sport in sé, è il mondo che è diverso. Oggi quando vedo i più giovani fare dirette Instagram in spogliatoio, vorrei tirargli una mazza da baseball sulla bocca…”

Daniele De Rossi (1983) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista alla rivista Undici; citato in Roma, De Rossi ai giovani: «Instagram prima della partita? Vi prenderei a mazzate» http://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/roma/2017/04/27-24947046/roma_de_rossi_ai_giovani_instagram_prima_della_partita_vi_prenderei_a_mazzate/, Corrieredellosport.it, 27 aprile 2017.

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“Così Dio quando creò la materia voleva fare dello spirito. Strano senso dell'umorismo.”

Marco Maurizi (1974) filosofo italiano

Origine: Schizzi di niente, p. 98, § 571

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“Un altro oggetto col quale si riesce ottimamente a procurarsi delle emozioni in Germania è la comune carrozzella per bambini. A quel che si può fare o non si può fare con un Kinderwagen, come lo chiamano laggiù, sono dedicate pagine e pagine nei codici tedeschi; dopo aver letto quelle pagine, si deve concludere che l'uomo capace di spingere una carrozzella per bambini in una città tedesca, senza infrangere la legge, sarebbe tagliato per la carriera diplomatica. Non si può andare a passo di lumaca con una carrozzella per bambini. Né si può andare troppo in fretta. Non si deve intralciare il cammino dei passanti con la carrozzella, e se qualcuno si trova sulla sua strada, è la carrozzella che deve togliersi di mezzo. Se ci si vuol fermare bisogna andare nel luogo appositamente designato, dove le carrozzelle si possono fermare, e quando si arriva là, ci si deve fermare. Non si può attraversare la strada con una carrozzella; se voi e il bambino abitate dall'altra parte della strada, peggio per voi. Non dovete lasciare la vostra carrozzella da nessuna parte, e soltanto in certi luoghi ve la potete portare dietro. Direi che, in Germania, chi porta in giro una carrozzella per bambini, si può procurare in mezz'ora tante grane, da averne abbastanza per un mese. Qualunque giovane inglese desideroso di attaccar lite con la polizia, otterebbe magnificamente lo scopo andando in Germania e portando con sé una carrozzella per bambini.”

Origine: Tre uomini a zonzo, pp. 162-163

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“Non fare mai di un uomo che non sia di buon nome il tuo consigliere.”

Jacquemart Giélée poeta francese

Citazioni di Jacquemart Giélé

“[Sulla preparazione per doppiare] No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.
Origine: Da Quel mostro di mia suocera è Mary Poppins: intervista a Maria Pia Di Meo http://www.panorama.it/blog-5/la-fine-del-mondo-e-ritorno/quel-mostro-di-mia-suocera-e-mary-poppins-intervista-a-maria-pia-di-meo/, Panorama, 8 agosto 2016.

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“In molte opere di mano dove c'è qualche pericolo o di fallare o di rompere ec., una delle cose piú necessarie perché riescano bene è non pensare al pericolo e portarsi con franchezza. […] Ma noi timidissimi, non solamente sapendo che si può errare, ma avendo sempre avanti gli occhi l'esempio di chi ha errato e di chi erra, e però pensando sempre al pericolo (e con ragione perché vediamo il gusto corrotto del secolo che facilissimamente ci trasporterebbe in sommi errori, osserviamo le cadute di molti che per certa libertà di pensare e di comporre partoriscono mostri, come sono al presente, per esempio, i romantici) non ci arrischiamo di scostarci, non dirò dall'esempio degli antichi e dei classici, che molti pur sapranno abbandonare, ma da quelle regole (ottime e classiche ma sempre regole) che ci siamo formate in mente, e diamo in voli bassi, né mai osiamo di alzarci con quella negligente e sicura e non curante e dirò pure ignorante franchezza, che è necessaria nelle somme opere dell'arte, onde pel timore di non fare cose pessime, non ci attentiamo di farne delle ottime, e ne facciamo delle mediocri, non dico già mediocri di quella mediocrità che riprende Orazio, e che in poesia è insopportabile, ma mediocri nel genere delle buone cioè lavorate, studiate, pulitissime, armonia espressiva, bel verso, bella lingua, Classici ottimamente imitati, belle imagini, belle similitudini, somma proprietà di parole, (la quale soprattutto tradisce l'arte) insomma tutto, ma che non son quelle, non sono quelle cose secolari e mondiali, insomma non c'è piú Omero, Dante, l'Ariosto, insomma il Parini, il Monti sono bellissimi ma non hanno nessun difetto. (9–10; 1898, Vol. I, pp. 86-87)”

Zibaldone

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“Non si tratta di abbandonare la scienza, la quale nel suo tortuoso cammino ha pur mostrato di essere ricerca docile alla verità, e dalla quale proprio oggi ci vengono le meno incerte indicazioni di speranza anche teoretica. Si tratta piuttosto di accompagnarle una ricerca filosofica che, in costante sforzo di attenzione, recuperi le necessarie armonie (con la natura e con gli altri) nelle regioni più proprie dell'umano: fantasia, sentimenti, esperienza storica, intelligenza. Questa collaborazione tra scienza e filosofia è indispensabile. Come l'opera manipolatrice e distruttiva della scienza non sarebbe giunta tanto lontano senza l'avallo e la spinta dell'idea filosofica dell'homo faber, così l'attuale riconversione della scienza a un'attività conoscitiva e conservativa non può dare tutti i suoi frutti se la filosofia non riproporrà l'idea perenne dell'homo sapiens, che illumina di sapienza anche il suo fare.
Oggi molti scienziati mostrano di aver inteso la lezione di questa sapienza che conosce il limite e la misura. Hanno compreso che, quand'anche si abbia di mira soltanto il fare e il produrre, non è più possibile continuare a provocare la natura. Ma occorre esplorarla riconoscendone la realtà, davvero inesauribile sul piano della conoscenza, e fors'anche sul piano di una utilizzazione sapientemente rispettosa; ma esauribile (e quanto rapidamente!) sul piano della manipolazione fabbrile che obbedisce alla misura egocentrica dell'uomo.”

Sergio Cotta (1920–2007) filosofo italiano

Origine: Proprio del fabbro e, per estensione, di ogni attività manuale. Manipolazione fabbrile è quindi un utilizzo indiscriminato delle ricchezze naturali.
Origine: da L'uomo tolemaico, Rizzoli, Milano. Citato in Giuseppe Passarello, Elena Janora e Serena Passarello, La memoria e la ragione: Ottocento e Novecento, [antologia di cultura generale. Per gli istituti professionali], Società Editrice internazionale, Torino, Ristampa luglio 1981, p. 827. ISBN 88-05-01587-3

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“Ventisette motivi per cui un interista deve accettare la Juventus. 1 Perché c'è. 2 Perché, se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. Altrimenti chi potremmo invidiare/detestare/sospettare (a seconda delle circostanze)? […] 5 Perché quelle due Coppe Campioni sono state così malinconiche (1985 e 1996, entrambe dal dischetto del rigore) che adesso potrebbe anche vincere una come si deve. […] 8 Perché, senza la Juventus, ogni saga calcistico-letteraria risulterebbe incompleta. Ricapitolando. La Juve è Voldemort (l'Inter Harry Potter, il Milan Draco Malfoy). La Juve è Sauron (l'Inter Frodo Baggins, il Milan l'elfo Legolas). La Juve è il Lato Oscuro della Forza (l'Inter Obi-Wan Kenobi, il Milan Joda, che deve avere l'età di Rivaldo). 9 Perché indossa una divisa carceraria, ma lo fa con noncuranza. […] 16 Perché, insieme al cioccolato e a Macario, la Juve è una delle poche cose che riesce a far sorridere certi piemontesi. 17 Perché ha riempito l'Italia di tifosi (dieci milioni!). Dicono che ce ne sia qualcuno anche a Torino, ma la notizia è in attesa di conferma. […] 24 Perché Scirea era Scirea. 25 Perché, in maglia azzurra, i bianconeri ogni tanto combinano pasticci (Del Piero, Francia 2000), ma spesso si danno da fare anche per noi”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Argentina 1978, Spagna 1982
Italians, Corriere.it
Origine: Da Sportweek, Gazzetta dello Sport, 24 maggio 2003; riportato in Ventisette motivi per cui bisogna accettare la Juventus. http://www.corriere.it/solferino/severgnini/03-05-24/01.spm.

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“In casa c’era un pianoforte; alle elementari, c’era una lezione settimanale di musica, ci insegnavano le note e a mettere le mani sulla tastiera. A sei anni e mezzo ho cominciato a studiare pianoforte, non con grande trasporto; devo confessarlo, al pianoforte preferivo il pallone. Sono però sempre vissuto in un ambiente musicale, attorniato da dischi e in compagnia dei cantanti che andavano e venivano da mio padre. Non ero un genio quando ero ragazzo, e neppure un bambino prodigio; ma poco a poco cominciai a diventare sempre più bravo al pianoforte; studiavo con due maestri, una signora che si chiamava Elaine Korman ed era la moglie di Robert Keyes, un celebre maestro sostituto al Covent Garden, dal quale, invece, prendeva lezioni mio padre; Keyes era bravissimo, avrebbe potuto fare anche il concertista, ogni tanto anch’io studiavo con lui. Le sue mani ancora oggi sono famose al Covent Garden. Strana la vita: studio da ragazzo con un pianista del Covent Garden e dopo molti anni io divento il ‘boss’ del grande teatro. E allora la mia vita si è affacciata all’ambiente dell’opera. Col pianoforte mi sono perfezionato più tardi, quando siamo andati negli Stati Uniti. (da [//www. giannellachannel. info/2017/07/02/direttore-orchestra-antonio-tony-pappano-londra-castelfranco-miscano/ "Il maestro Tony Pappano riabbraccia il piccolo borgo paterno ed è subito magia"], testo di Antonio Pappano per “Tony Pappano. Direttore d’orchestra”, biografia a cura di Pietro Acquafredda, 2007)”

Antonio Pappano (1959) direttore d'orchestra inglese
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“La rivoluzione congolese non ha niente a che fare con quelle di Pechino, di Mosca o di Cuba. Non è fondata sulle teorie già esposte, né sulle dottrine straniere. È rivoluzionaria per la sua volontà di fare affidamento sulla popolazione e il suo scopo, che è quello di modificare il vecchio ordine delle cose. Ma si tratta di una rivoluzione veramente nazionale, essenzialmente pragmatica, nutrita dall'esperienza e identificando correttamente tutti gli aspetti della situazione del paese. Repudia totalmente il capitalismo e il comunismo, siccome egli, nella loro disputa per l'egemonia mondiale, hanno diviso le nazioni e i popoli in campi opposti.”

Mobutu Sese Seko (1930–1997) politico della Repubblica Democratica del Congo

Citazioni di Mobutu, Paroles du Président
Variante: La rivoluzione congolese non ha niente a che fare con quelle di Pechino, di Mosca o di Cuba. Non è fondata su teorie già esposte (confezionate, precostituite), né su dottrine prese in prestito. È rivoluzionaria per la sua volontà di fare affidamento sulla popolazione e per il suo scopo, che è quello di modificare il vecchio stato di cose. Ma si tratta di una rivoluzione veramente nazionale, essenzialmente pragmatica, nutrita dall'esperienza e che individua nel modo più esatto tutti gli aspetti della situazione del paese. Ripudia tanto il capitalismo quanto il comunismo, siccome l'uno e l'altro sistema, nella loro disputa per l'egemonia mondiale, hanno diviso le nazioni e i popoli in campi opposti.

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“[Sul derby di Torino] Se puoi sognare qualcosa, è perché lo puoi fare, questo è lo scontro tra la passione e la ragione, tra i colori e il bianconero, tra il popolo e i padroni. È un derby unico nel suo genere.”

Siniša Mihajlović (1969) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Dalla conferenza stampa alla vigilia della sfida tra Juventus e Torino, 22 settembre 2017; citato in Torino, Mihajlovic: "Sfida tra popolo e padroni. E smettete di gridarmi serbo di m..." http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Torino/22-09-2017/torino-mihajlovic-sfida-popolo-padroni-basta-gridare-serbo-m-220771809987.shtml, Gazzetta.it, 22 settembre 2017.

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“È male fare il male a fin di bene.”

Bruce Marshall (1899–1987) scrittore scozzese

Ad ogni uomo un soldo

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“Certi dicono che, siccome abbiamo adottato il Socialismo, dovremmo fare a meno dell'Islam. Questo non è vero. Perché dovremmo gettare via la nostra religione? La nostra religione si oppone allo sviluppo economico del nostro popolo? No, la nostra religione lo promuove. Conserveremo la nostra religione e costruiremo una società socialista.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: Certi dicono che, siccome abbiamo adottato il Socialismo, dovremmo fare a meno dell'Islam. Questo non è vero. Perché dovremmo gettare la nostra religione? La nostra religione si oppone allo sviluppo economico del nostro popolo? No, la nostra religione lo promuove. Conserveremo la nostra religione e costruiremo una società socialista.

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“[…] la comicità nasce da una situazione tragica: uno cade su una buccia di banana e si fa male. A noi comici tocca la fatica di ribaltare la tragedia in commedia. La battuta per noi è un'ossessione. Forse è per questo che ci viene facile interpretare ruoli drammatici. Perché abbiamo uno sforzo in meno da fare. Gli attori drammatici, invece, devono fare uno sforzo in più.”

Jerry Calà (1951) attore italiano

Origine: Dall'intervista Jerry Calà, l'ultimo yuppie: «A questa Italia in crisi manca il nostro entusiasmo» http://www.linkiesta.it/it/article/2016/04/22/jerry-cala-lultimo-yuppie-a-questa-italia-in-crisi-manca-il-nostro-ent/30087/, Linkiesta.it, 22 aprile 2016.

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“Amo Napoli e sono un grande tifoso del Napoli ma quella maglietta per me sarebbe stata troppo pesante: avevo paura di non fare ciò che invece ho fatto. Sono stato quasi sempre assente anche giocandoci contro: fargli gol era come segnare a mio fratello ed è per questo che era meglio evitare.”

Antonio Di Natale (1977) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a Radio Crc; citato in Udinese, Di Natale "scansava" il Napoli: "Non volevo far gol a un fratello" http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Udinese/22-03-2017/udinese-natale-scansava-napoli-non-volevo-far-gol-un-fratello-190227144012.shtml, Gazzetta.it, 22 marzo 2017.

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“C'è più lavoro da fare che nella mia vita precedente. Pensavo sarebbe stato più facile.”

Donald Trump (1946) 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America

2017

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“Il mio rapporto con Mina? Tutto comincia per caso e con una lite. Siamo nel 1967, io lavoro in pubblicità, come regista di Caroselli, e lei (che aveva esordito sui teleschermi otto anni prima) è già una star televisiva resa familiare da programmi come Il Musichiere e Studio Uno. La Barilla punta su di lei per lanciare una pasta. A Roma mi colpiscono le sue mani, lunghe e affusolate, che muove in modo particolare, tutto suo. Allora invento lo spot in cui Mina accarezza lentamente i rigatoni. Passano pochi secondi e litighiamo. Per una divergenza su un’inquadratura. Io le chiedevo di camminare sul tapis roulant e alzare un braccio. “Perché, di grazia, dovrei fare questo?”, domanda lei ironica. “Di grazia”, replico io, “sta a significare come se lei portasse un piatto di spaghetti a tavola”. Mina si indispettisce: “Preferisco il suo predecessore. Era un vero signore”. “Forse con le vere signore”, replico stizzito. Insomma la ragazza si rivela, oltre che sexy, anche di temperamento forte. Fanno da pacieri Antonello Falqui e l’agente di Mina, Elio Gigante, che era stato mio amico d’infanzia. Qualche giorno dopo lei mi telefona per invitarmi a casa sua in via Emanuele Filiberto a Milano. Ci arrivo con una rosa. Così comincia la nostra amicizia.”

Paolo Limiti (1940–2017) paroliere, conduttore televisivo e produttore televisivo italiano

dall'intervista di Salvatore Giannella [//www.giannellachannel.info/2017/07/05/quando-paolo-limiti-mi-racconto-mina-e-febbre-del-sabato-sera/ "Quando Paolo Limiti mi raccontò Mina e la febbre del sabato sera"] per "I nomi di Oggi", 2009

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“Non è che una rustica colazione quella che si può fare presso le rovine di Veio, in una capanna da cui s'ode il crosciare dell'acqua, ma quell'aria d'eternità, di mondo dei primi tempi che lì si respira, è tale condimento che vale ogni più squisito desinare. Le ore del pomeriggio si facevano d'un oro più carico, e son queste le ore più belle tra le rovine. A un certo momento sarebbe stato necessario tornare alle vie sui cui lati le automobili stan fitte come le piattole negl'interstizi dei muri, ai negozi dove si vendono prodotti vistosi ed effimeri, a quelle tante manifestazioni che si chiamano di vita, mentre la vita è qui, in luoghi come Veio, su cui s'indugia ancora l'alito dei numi.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Variante: Non è che una rustica colazione quella che si può fare presso le rovine di Veio, in una capanna da cui s'ode il crosciare dell'acqua, ma quell'aria d'eternità, di mondo dei primi tempi che li si respira, è tale condimento che vale ogni più squisito desinare. Le ore del pomeriggio si facevano d'un oro più carico, e son queste le ore più belle tra le rovine. A un certo momento sarebbe stato necessario tornare alle vie sui cui lati le automobili stan fitte come le piattole negl'interstizi dei muri, ai negozi dove si vendono prodotti vistosi ed effimeri, a quelle tante manifestazioni che si chiamano di vita, mentre la vita è qui, in luoghi come Veio, su cui s'indugia ancora l'alito dei numi.
Origine: Da ‪La Casa della vita‬, Adelphi, Milano, 1979, p. 54.

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“Mertens mi piaceva moltissimo da esterno, all'inizio non pensavo riuscisse a fare così bene la punta centrale ma dopo poco mi sono ricreduto: ha dimostrato di avere un ottimo feeling col gol.”

Giorgio Chiellini (1984) calciatore italiano

Origine: Da interviste a Sky e Mediaset; citato in Chiellini: «Consapevoli della nostra forza, ma senza presunzione» http://www.juventus.com/it/news/news/2017/chiellini---consapevoli-della-nostra-forza--ma-senza-presunzione-.php, Juventus.com, 26 febbraio 2017.

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“Renzi comunque è certamente un gran lavoratore, solo che secondo me ha sbagliato lavoro. Avrebbe dovuto fare il presentatore televisivo.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2016
Origine: Da un'intervista di Giovanni Minoli nel programma radiofonico Mix 24, Radio 24, 24 novembre 2016; citato in Berlusconi su cose di cui è esperto http://www.ilpost.it/2016/11/24/berlusconi-bugie-in-politica/, IlPost.it, 24 novembre 2016.

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“In qualsiasi paese, ci devono essere persono che devono morire. Egli sono i sacrifici che qualsiasi nazione deve fare per ottenere la legge e l'ordine.”

Idi Amin Dada (1925–2003) politico e militare ugandese

Variante: In qualsiasi paese, ci devono essere persone che devono morire. Esse sono i sacrifici che qualsiasi nazione deve fare per ottenere la legge e l'ordine.

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“[Dopo la conclusione della Milano-Sanremo 2017] Alaphilippe e Kwiatkowski sono rientrati e non mi hanno certo dato molti cambi, per cui hanno recuperato più energie di me. In fondo però i risultati non c'entrano niente, l'importante è fare spettacolo: la gente vuole questo.”

Peter Sagan (1990) ciclista su strada, biker e ciclocrossista slovacco

Origine: Citato in Paolo Tomaselli, La maledizione di Sagan fa felice mister K, Corriere della Sera, 19 marzo 2017, p. 43.