Frasi su Natale
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“La parola d'ordine è genuinità.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Un soffio caldo – Natale con Zucchero, Rai 2, dicembre 2010

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“Segui il Vescovo come Gesù ha sempre seguito il Padre.”

Ignazio di Antiochia (35–108) vescovo cattolico e teologo romano

Origine: Citato in Natale Ginelli, La tua via, Edizioni Paoline, 1957.

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“Per i maschi il Natale è più importante del sesso.”

Cristina Comencini (1956) regista italiana

Due partite

“Silvio Berlusconi […] nell'estate del 1986 concede un'intervista a Canale 5, di cui è proprietario.
Intervistatrice: «Lei è anche un grande studioso dei classici».
Il Cavaliere: «Ma no, non dica così».
Lei: «Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un'edizione pregiata dellUtopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino…».
Cavaliere: «Be', in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo…».
Luigi Firpo, 71 anni, studioso della storia rinascimentale, monumento di erudizione, cattedra di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino, è in vacanza e sta facendo zapping. Quando l'intervistatrice legge alcune righe della prefazione di Berlusconi, l'anziano professore la riconosce immediatamente come sua, appena data alle stampe per l'editore Guida di Napoli.
Riesce ad avere una copia edita dalla Silvio Berlusconi Communication e osserva che Berlusconi ha copiato interi brani della prefazione e della traduzione in latino. Scrive a Berlusconi intimandogli di ritirare tutte le copie. Berlusconi telefona scusandosi e accusando una segretaria disattenta.
Il vecchio professore minaccia di portarlo in tribunale. Berlusconi cerca di blandirlo, gli telefona un giorno sì e uno no, per sei mesi, raccontandogli barzellette. Lo invita a Canale 5 per parlare del papa. Berlusconi è dietro le quinte con una busta di denaro «per il suo disturbo e per l'onore che ci fa», che il professore sdegnosamente rifiuta. Berlusconi continua: per Natale gli regala una valigetta ventiquattrore in pelle di coccodrillo con le cifre LF in oro, un enorme mazzo di orchidee ed un biglietto: «Per carità, non mi rovini». Firpo manda tutto indietro con un biglietto: «Preferisco la mia vecchia borsa sdrucita. Quanto ai fiori, per me e mia moglie, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi.»”

Enrico Deaglio (1947) giornalista e scrittore italiano

da Patria 1978-2010, il Saggiatore, Milano, 2010, p. 222 http://books.google.it/books?id=vGXggW7UtEMC&pg=PA222

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“[…] è divertente credere che ci sia Babbo Natale, c'è più magia.”

Elle Fanning (1998) attrice statunitense

Origine: Citato in Enrica Brocardo, «Da due anni non credo più a Babbo Natale» http://www.vanityfair.it/people/mondo/2010/12/16/elle-fanning-picolla-dakota-cresce, VanityFair.it, 16 dicembre 2010.

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“Natale (s. m.). Giorno speciale, consacrato allo scambio di doni, all'ingordigia, all'ubriachezza, al sentimentalismo più melenso, alla noia generale e a domestiche virtù.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988. p. 123
Dizionario del diavolo

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“E il Natale allora sì che era una festa vera, | cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Il '56, n. 7
De Gregori

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“Paese natale, paese mortale.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

19 giugno 1907; Vergani, p. 252
Diario 1887-1910

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“Quindi buon Natale a tutti, che non siete nati il giorno in cui è nato Gesù Cristo, ma dovete a Gesù Cristo la vostra libertà, l'uguaglianza, l'indipendenza della donna, la bellezza… Tutto!”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da Virus, Rai2, 3 dicembre 2015
Da programmi televisivi
Origine: Video su il giornale.it http://www.ilgiornale.it/video/cronache/virus-lezione-sgarbi-crozza-1202348.html.

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“Il look della Madonna, come quello di Babbo Natale, lo ha reinventato la Coca-Cola”

Davide La Rosa (1980) fumettista, scrittore e sceneggiatore italiano

Suor Adalgisa
Suore Ninja, 3 – Citofonare ore pasti

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“È vero o no che Contrada tradì lo Stato per cui lavorava, mettendosi al servizio di Cosa Nostra che era pagato per combattere? La risposta è sì. E non – come vaneggia il solito amico di tutte le canaglie Giuliano Ferrara – per un processo fondato su "pentitismo e intercettazioni a strascico". Ma per i fatti spaventosi raccontati da una miriade di autorevolissimi testimoni. A cominciare dai colleghi di Falcone e Borsellino, che raccontano la diffidenza nutrita dai giudici – come pure da Boris Giuliano – nei confronti di "'u Dutturi": i magistrati Del Ponte, Caponnetto, Almerighi, Vito D'Ambrosio, Ayala. […] Tutti a ripetere davanti ai giudici di Palermo che Contrada passava informazioni a Cosa Nostra, incontrando anche personalmente alcuni boss, tipo Saro Riccobono e Calogero Musso. Le sentenze hanno accertato che: Contrada concesse la patente ai boss Stefano Bontate e Giuseppe Greco; agevolò la latitanza di Totò Riina e la fuga di Salvatore Inzerillo e John Gambino; intrattenne rapporti privilegiati con Michele e Salvatore Greco; spifferava segreti d'indagine ai mafiosi in cambio di favori e regali (come i 10 milioni di lire accantonati dal bilancio di Cosa Nostra a Natale del 1981 per acquistare un'auto a un'amichetta del superpoliziotto); e portò al suo processo falsi testimoni a sua difesa. […] E nulla di tutto questo è messo in dubbio dalla sentenza di Strasburgo. Chi piagnucola per l'"uomo innocente" e il "meccanismo infernale" si legga le carte e poi, se ci riesce, si vergogni.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Contrada mafioso a sua insaputa, 16 aprile 2015
Il Fatto Quotidiano

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“Un cane guardando un albero di Natale acceso: "finalmente hanno messo la luce in bagno."”

Romano Bertola (1936–2017) compositore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Citato in Clementina Coppini, 20 Natali http://www.grey-panthers.it/20-natali/, Greypanthers.it, 16 dicembre 2010.

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“Oggi siamo seduti, alla vigilia | di Natale, noi gente misera, | in una gelida stanzetta, | il vento corre di fuori, | il vento entra. | Vieni, buon Signore Gesù, da noi, | volgi lo sguardo: | perché Tu ci sei davvero necessario.”

Bertolt Brecht (1898–1956) drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco

Origine: Da Poesie 1918-1933; citato in Gianfranco Ravasi, L'incontro: ritrovarsi nella preghiera, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 51. ISBN 978-88-04-63591-8

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“Il paese natale è tutto qui: un minuto di emozione ogni tanto, ma non sempre.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

10 agosto 1907; Vergani, p. 253
Diario 1887-1910

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“Natale è il periodo in cui tutte le ragazze parlano solo di cose belle, di cose calde.”

Martin Amis (1949) scrittore e saggista inglese

Origine: Da Money; citato in Aa.Vv., Pensieri di Natale, a cura di Luigi La Rosa, BUR, Milano, 2005, p. 23. ISBN 88-17-00896-6

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“Qui la gente va veloce | ed il tempo corre piano | come un treno dentro una galleria.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Natale, n. 2
De Gregori

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“Il libro che leggo sempre a Natale è Calendario di Alfredo Cattabiani. Ha la profondità spirituale delle radici solide cui trarre linfa per meglio volare nei cieli della bellezza e della metafisica.”

Pietrangelo Buttafuoco (1963) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Stefania Vitulli, Sotto l'albero mettete questi titoli http://www.ilgiornale.it/news/cultura/sotto-lalbero-mettete-questi-titoli-867370.html, il Giornale.it, 21 dicembre 2012.

“Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.”

Antonio Manzini (1964) attore, sceneggiatore e regista italiano

da L'accattone
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, L'accattone

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“A due giorni dal Santo Natale il Presidente del Consiglio [Silvio Berlusoni] giungerà in pompa magna con tanto di slitte, ma soprattutto carico di pacchi. […] Basterebbe che il Governo [Berlusconi IV] badasse più al concreto e meno all'effetto spot dei suoi ormai consueti annunci.”

Giuseppe Ruvolo (1951) politico italiano

tratto da PONTE STRETTO: RUVOLO (UDC), PRIMA PIETRA? SARA? ANCHE L'ULTIMA. GOVERNO DIA SPAZIO A PRIORITA' NON A SPOT". http://www.giusepperuvolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=166, Sito ufficiale Giuseppe Ruvolo 20° ottobre 2009

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“Cosa dovrebbe regalarci il robot di Natale? La risposta è semplice: dovrebbe regalarci un nemico […]. Come possiamo volerci bene tra noi se non abbiamo un nemico?”

Sebastiano Vassalli (1941–2015) scrittore italiano

Origine: Da Il robot di Natale e altri racconti, Interlinea, 2006, p. 45. ISBN 8882125831

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“Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi soldi e qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da una lettera al Tablet di Londra; riportato in Perché io credo ancora a Babbo Natale. Ho semplicemente esteso l'idea http://www.tempi.it/perche-io-credo-ancora-a-babbo-natale-ho-semplicemente-esteso-lidea#.VnN1v_nhDIV, Tempi, 19 dicembre 2014.

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“Catturate a volte nella grande arborea libertà della loro giungla natale, le scimmie [destinate alla sperimentazione] vengono confinate in gabbie di poco più di un metro quadrato. […] Per facilitare la pulizia, gli animali vengono costretti a vivere su una rete metallica; non possono mai sedersi o distendersi su una superficie morbida e cedevole. C'è quindi poco da stupirsi se quando viene il momento del coltello o dell'iniezione sono così folli o inerti da non essere più esempi rappresentativi della vita animale.
Gli psicologi che studiano il comportamento di migliaia di tali creature ogni anno raramente tengono conto del fatto che questi loro disgraziati pazienti sono stati talmente provati da divenire più simili a mostri che ad animali. Molte persone che hanno sperimentato uno stretto rapporto affettivo con individui di altre specie testimoniano il considerevole potenziale di sviluppo emotivo ed intellettuale degli animali. Quando sono tenuti in modo appropriato un cane o un gatto sviluppano grandi raffinatezze di comportamento, di cui l'animale da laboratorio non dà mai prova. Coloro che hanno avuto la fortuna di osservare da vicino animali non spaventati che vivono allo stato libero sono spesso colpiti dalla complessità e dalla ricchezza della vita che essi conducono. Questi piaceri l'animale da laboratorio non li conosce mai; per lui sempre gli stessi quattro muri bianchi e lo stesso odore di disinfettante.”

Richard Ryder (1940) psicologo inglese

Origine: Esperimenti sugli animali, p. 52

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“L'Heysel stava arrivando, com'è inevitabile che arrivi il Natale. Ciò che sorprese è che la causa di tutte quelle morti fu qualcosa di tanto innocuo quanto una carica, esercizio che almeno la metà dei giovani tifosi inglesi praticava, e che non aveva altro scopo se non quello di spaventare i tifosi avversari e di divertire chi correva. I tifosi della Juventus, molti dei quali erano uomini della media borghesia, non sapevano di quest'abitudine, e d'altronde perché mai avrebbero dovuto? Non conoscevano il complicato comportamento del pubblico inglese, che noialtri avevamo assorbito senza accorgercene. Quando videro una schiera di hooligan inglesi urlanti cominciare a correre verso di loro, si fecero prendere dal panico e si precipitarono verso l'estremità del loro settore. Crollò un muro, e nel caos che seguì la gente morì schiacciata. Fu un modo orribile di morire, e noi probabilmente, davanti alla TV, assistemmo a quelle morti: ricordiamo tutti quell'uomo robusto con la barba, assomigliante a Pavarotti, che con una mano cercava disperatamente un aiuto che nessuno riusciva a dargli. Alcuni dei tifosi del Liverpool arrestati più tardi devono essersi sentiti sinceramente sconcertati. In un certo senso, il loro reato era solo quello di essere inglesi: le abitudini della loro cultura, tolte dal loro contesto ed esportate in un luogo in cui non venivano capite, uccidevano le persone.”

Nick Hornby (1957) scrittore inglese

Origine: Febbre a 90, p. 153

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“La mia carriera è inferiore al mio valore reale | perché sono esploso tardi come Di Natale.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Senza orari, n. 12
L'Uomo Senza Qualità

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“Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

“[…] Gesù Signore, dammi il tuo Natale | di fuoco interno nell'umano gelo […].”

Clemente Rebora (1885–1957) presbitero e poeta italiano

da Avvicinandosi il Natale
Origine: Citato in "Dolce Amor, Cristo bello!" Clemente Rebora e l’incontro con Cristo 7 - Attraverso l'oscurità dolorosa l'incontro con l'Amato http://www.culturacattolica.it/?id=114&id_n=30560, CulturaCattolica.it, 13 luglio 2012.

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“Nel 1964 [Alan Paton] aveva testimoniato a favore di Nelson Mandela nel processo che doveva poi condannare all'ergastolo il leader dell'African national congress. Nonostante ciò nessuna organizzazione radicale sudafricana, né l'Anc né l'Udf, e nessun leader, né il reverendissimo Desmond Tutu, né Allen Boesak, ha ritenuto di dovere onorare la memoria di Ala F. Paton. Perché? Perché Paton era portatore di un virus che per l'intellighenzia sudafricana (e non solo sudafricana), nera e bianca, è peggiore dell'Aids: era contrario alla violenza. Peggio: sosteneva che la grande maggioranza dei neri sudafricani non è violenta ed è fortemente contraria all'uso della violenza per dare uno sbocco alla complessa situazione politica del Sud Africa. […] Naturalmente gli feci la domanda rituale. «È ancora possibile fermare la rabbia nera?». Rispose: «Lei è stato nello Kwa Zulu Natal, dove vivono sei milioni di Zulu, ed ha visto la rabbia nera? Io ho vissuto al bordo della "valle delle mille colline" per trentacinque anni e non ho mai visto nessuna rabbia nera. E se andrà in Transkei, dove vivono altri quattro o cinque milioni di persone, lei non vedrà nessuna rabbia nera, non sentirà nessun odio nero. La rabbia nera c'è a Soweto, ma dipende molto più da questioni di disgregazione urbana, di perdita totale delle proprie radici contadine, che da questioni razziali che comunque sono continuamente alimentate, fomentate, incoraggiate dall'Anc». […] Paton aveva molto in sospetto questo genere di progressisti che sono soliti far gli eroi sulla pelle degli altri. Di Edward Kennedy, che era stato in Sud Africa qualche anno prima, mi disse: «È venuto solo per farsi propaganda; dei neri, in verità, non gliene importa niente. Se gliene importasse dovrebbe andare ad Harlem prima che a Soweto.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Questi sono i motivi per cui nessun fiore progressista è stato posato sulla tomba di Alan F. Paton. Così a quest'uomo, che ha dedicato l'intera sua vita e le sue opere alla battaglia antirazzista, è toccato il paradosso di ricevere, in morte, un solo telegramma di condoglianze: quello del presidente sudafricano Botha.
Origine: Da Sud Africa, pace e astratti furori, L'Europeo, 29 aprile 1988.

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“Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni. Mamma mi portò a vederlo ai grandi magazzini e lui mi chiese l'autografo.”

Shirley Temple (1928–2014) attrice statunitense

citata in Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano – Anno secondo, Ed. Baldini & Castoldi

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“Dunque," chiese, "tu non apprezzi proprio la fedeltà? La fedeltà alle proprie memorie?"
"Io credo che solo il presente abbia importanza, non il passato. Lasciamolo perdere il passato. Se cerchiamo di mantenerlo in vita, lo alteriamo, lo vediamo in una prospettiva sbagliata… esageriamo sempre."
"Ma io ricordo a perfezione ogni parola e ogni incidente di quei giorni!" esclamò David con passione.
"E non dovresti, caro: perché così rivivi quei giorni col sentimento di un ragazzo, mentre dovresti giudicarli con l'equilibrio e la maturità di un uomo."
"E che importa?"
Hilda esitò. Si rendeva conto che non era saggio proseguire, eppure desiderava troppo dire certe cose.
"Ecco… io credo che tu continui a veder tuo padre come un… mostro. Ne fai una specie di personificazione del male… Probabilmente invece, se lo vedessi oggi, ti renderesti conto che è un uomo qualunque, un uomo forse dominato dalle passioni, non esente da biasimo, ma sempre e soltanto un uomo, non una specie di mostro inumano."
"Non capisci… Il modo in cui ha trattato mia madre…"
"Vi è una certa forma di dolcezza, di sottomissione," disse Hilda gravemente, "che stimola i peggiori istinti di un uomo, mentre lo stesso uomo affrontato con spirito deciso diventerebbe una creatura tutta diversa."
"Dunque, secondo te, è colpa della mamma…"
"No, no," lo interruppe Hilda. "Sono certa che tuo padre deve averla trattata molto male, ma… ma il matrimonio è una cosa specialissima e non credo che un estraneo - sia pure un figlio - abbia il diritto di giudicare tra i coniugi. Comunque, il tuo risentimento attuale non può più aiutare in nulla tua madre… Tutto è finito, ormai: non rimane che un vecchio malandato in salute che desidera rivedere suo figlio per Natale."
"E tu vuoi che io vada?"
Ancora una volta Hilda esitò. Poi si decise.
"Sì," disse. "Desidero che tu vada, e la faccia finita una volta per tutte.”

Hercule Poirot's Christmas

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“Dunque," mormorò, "secondo lei le feste natalizie sono un'epoca poco favorevole ai delitti."
"E' quel che penso."
"Perché?"
"Perché?" Johnson parve un pò perplesso. "Perché, come ho detto, c'è un senso diffuso di allegria, di buona volontà… di buoni pranzi…"
"Come siete sentimentali, voi inglesi!"
"Bé, e anche se fosse così, che male ci vede? E' forse un male amare le tradizioni, le vecchie feste?"
"Oh no, nessun male, anzi è una cosa molto poetica! Ma esaminiamo i fatti. Lei ha detto che Natale è un'epoca di buoni pranzi. Questo significa che in questi giorni si mangia e si beve troppo… Per conseguenza… indigestioni, e all'indigestione si accompagna spesso una speciale irritabilità del carattere."
"Ma i delitti non vengono commessi per irritabilità."
"uhm! Non ne sono troppo sicuro… Ma partiamo anche da un altro punto di vista. A Natale impera lo spirito di "buona volontà". Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la pace… Sia pure provvisoriamente, le famiglie che sono state separate per tutto l'anno si raccolgono ancora una volta. In queste occasioni, amico mio, deve ammettere che i nervi possono venir sottoposti a dura prova. Persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C'è in essi molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia pour le bon motif, ma sempre ipocrisia."
"Bé… io non presenterei le cose in questo modo," disse Johnson con aria dubbiosa.
Poirot gli sorrise.
"No, no, sono io che le presento così… e che sostengo come lo sforzo per essere buoni e amabili crei un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno naturale, e, presto o tardi, la caldaia scoppierà provocando un disastro."
Il colonnello Johnson guardò il piccolo belga.
"Non riesco mai a capire quando parla sul serio e quando si sta burlando di me."
"Non parlo sul serio, no!" disse Poirot ridendo. "Nemmeno per sogno. Ma sostengo che condizioni artificiali di vita finiscono sempre con una naturale reazione.”

Hercule Poirot's Christmas

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“Dice che, a pensarci, è curioso che persone normali, intelligenti, possano credere a una cosa tanto pazzesca come la religione cristiana, una cosa in tutto e per tutto identica alla mitologia greca o alle favole. […]
Eppure viene creduta. Sono in molti a crederci. Durante la messa recitano il Credo, ogni frase del quale è un insulto al buonsenso, e lo recitano nella loro lingua, che si presume capiscano. Quand’ero piccolo, la domenica mio padre mi portava in chiesa e gli dispiaceva che la messa non fosse più in latino, un po’ per passatismo, e un po’ perché, ricordo ancora le sue parole, «in latino non ci si accorgeva che scemenza fosse». Ci si può rassicurare dicendo: non ci credono. Come non credono a Babbo Natale. Fa parte di un retaggio, di abitudini secolari e belle alle quali sono attaccati. Tramandandole, affermano un legame, di cui vanno fieri, con ciò che ha ispirato le cattedrali e la musica di Bach. Borbottano quelle parole perché è la consuetudine, come noialtri radical-chic, per i quali il corso di yoga della domenica mattina ha preso il posto della messa, borbottiamo un mantra seguendo il maestro prima di cominciare la pratica. In questo mantra, tuttavia, ci auguriamo che la pioggia cada al momento giusto e tutti gli uomini vivano in pace, nient’altro che pii desideri, probabilmente, i quali però non offendono la ragione, e questa è una differenza sostanziale con il cristianesimo.”

Le Royaume

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“Dopo due anni e mezzo di potere, i Khmer Rossi furono rovesciati dai vietnamiti nel Natale 1978. Nei mesi e negli anni che seguirono, Stati Uniti, Cina e i loro alleati, in particolare il governo Thatcher, sostennero Pol Pot ora in esilio in Thailandia. Era il nemico del loro nemico: il Vietnam, la cui liberazione della Cambogia non avrebbe mai potuto essere riconosciuta, perché venuta dalla parte sbagliata della guerra fredda. Per gli statunitensi, che ora sostenevano Pechino contro Mosca, era anche un regolamento di conti, dopo la loro umiliazione sui tetti di Saigon.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

Variante: Dopo due anni e mezzo di potere, i Khmer Rossi furono rovesciati dai vietnamiti nel Natale 1978. Nei mesi e negli anni che seguirono, gli Stati Uniti, la Cina e i loro alleati, in particolare il governo Thatcher, sostennero Pol Pot in esilio in Thailandia. Era il nemico del loro nemico: il Vietnam, la cui liberazione della Cambogia non avrebbe mai potuto essere riconosciuta, perché era venuta dalla parte sbagliata della guerra fredda. Per gli statunitensi, che ora sostenevano Pechino contro Mosca, era anche un regolamento di conti, dopo la loro umiliazione sui tetti di Saigon.

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“Ahimè, quel Natale era solo una festa domestica, una festa di dolciumi e balocchi. Perché gli adulti non cambiavano i loro cuori d'ogni giorno, non si abbandonavano all'estasi? Dov'era l'estasi?”

David Herbert Lawrence (1885–1930) scrittore, poeta e drammaturgo britannico

da The Rainbow
Origine: Citato in Mario Praz, ‪Fiori freschi, ‬Garzanti, Milano, 1982, p. 62.

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“Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall'altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l'Armata Rossa proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall' altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l' Armata Rossa proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca.

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“oggi uno de li due Casali più belli, più ricchi e ben culti tra li che abbia la nostra Città di Capua (atteso l'altro è Santa Maria Maggiore,) popolato di ben cinque mila persone, e più centinaia, buona parte di natali assai civili, di molti Dottori di Legge, di più Medici, e Notaj, di un Clero assai dotto, e ben costumato: le strade sono ben lastricate di pietra viva, ed è tutto il Paese adorno di molti, e vaghi palagi. Per mezzo di esso passava l'antichissima strada Atellana, che da Capua nell'antica Atella conduceva; ed ha tal pago il bel pregio di farsi in esso ogni Venerdì un pingue mercato, col concorso di gente di tutti i paesi convicini.
Finalmente Marcianesi si è reso famoso per le bellissime Chiese, che vi sono, e per le rare pitture della celebre scola del Marchese Francesco Solimena, di cui è principal discepolo Paolo de Majo, naturale di tal luogo, che ave adornato le Chiese suddette, specialmente quella dell'Arcangelo San Michele, dove è la Collegiata, e l'altra della Santissima Annunciata, delle più fine, e maravigliose pitture. Questo Villaggio per lo temporale alla Città di Capua, per lo spirituale poi nella maggior parte alla Chiesa di Capua, in a quella di Caserta si appartiene.”

Francesco Granata (1701–1771) vescovo cattolico italiano

Origine: Da Storia civile della fedelissima città di Capua, Libro I e II, Napoli, Stamperia Muziana, 1752, pp. 23-24 https://books.google.it/books?id=vKE5PJJ8doIC&hl=it&pg=PA23#v=onepage&q&f=false,.

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