Frasi su oggi
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“PENSARE ALLA PACE senza PENSARE ALLA POVERTÀ è oggi certamente impossibile.”

Wim Wenders (1945) regista tedesco

Inventare la pace

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“Se mi amaste, oggi vi ammazzereste tutti.”

Transmetropolitan, Vol. 1: Back on the Street

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“Si indicava lo scanno dove sedevano gomito a gomito i sette rappresentanti dell'Haute Garonne, che invitati a pronunciarsi sul verdetto di condanna di Luigi XVI, avevano così proposto uno dopo l'altro: Mailhe, la morte. Delmas, la morte. Projean, la morte, Calès, la morte, Ayral, la morte, Julien, la morte. Desancy, la morte. Eco fatale che riempie in sé tutta la storia, dal giorno in cui fu instaurata la giustizia umana, eco sepolcrale tra le mura di tribunali. Si indicavano a dito gli uomini che avevano espresso il loro tragico giudizio, in tanta confusione; Paganel, che aveva detto: «Un re non può essere utile che con la sua morte. Dunque, a morte»; Millaud, il quale aveva gridato: «Se la morte non esistesse, oggi bisognerebbe inventarla»; il vecchio Raffron du Truillet, che aveva detto: «La morte, al più presto»; Goupilleau, il quale aveva urlato:«Subito al patibolo. Ogni lentezza aggrava la morte»; Sièyès, che aveva espresso con funerea concisione il suo voto: «La morte»; Thuriot, che si era opposto alla proposta di Buzot, tendente a proporre un appello al popolo: « È mai possibile? Le assemblee primarie? È mai credibile? Quarantamila tribunali, processo senza fine. La testa di Luigi XVI avrebbe tempo di incanutire, prima di cadere»; Augustin-Bon Robespierre, che, dopo il voto del fratello, aveva gridato: « Io non riconoscerei umanità che sgozzasse i popoli e perdonasse ai despoti. A morte! Chiedere un rinvio vuol dire appellarsi ai tiranni e non al popolo »; Foussedoire, sostituto di Bernardin de Saint-Pierre, il quale aveva sentenziato: «Sento tutto l'orrore di un'effusione di sangue, ma il sangue di un re non è sangue di creatura umana. A morte!»
Jean-Bon Saint-André che aveva detto: «La libertà dei popoli si identifica con la morte dei tiranni»;
Lavicomterie, assertore di questa formula: «Finchè un tiranno respira, la libertà soffoca. A morte!»; Chateauneuf-Randon, il quale aveva gridato: «Morte a Luigi l'ultimo!» Guyardin che vaeva espresso questo parere: «Deve essere giustiziato alla Barrière – Renversée!» volendo indicare la barriera del Trono; Tellier, il quale aveva detto: «Si deve fondere un cannone che abbia il calibro della testa di Luigi XVI, per combattere i nostri nemici».”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

Ninety-Three

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“Gli scrittori di oggi, e ci sono anch'io fra quelli, hanno la tendenza a mettere in risalto l'avvilimento dello spirito, e Dio solo sa quanto spesso la cosa avvenga. Ma quando, qualche volta, questo non succede, è come se si accendesse un faro davanti a noi. E a tale proposito voglio dedicare un momento per spiegare come stanno le cose. A dispetto dei sorrisini provenienti dai sudisti della "Cintura delle Nevrosi" e dagli scrittori, sono convinto che i grandi- Platone, Lao-tsu, Buddha, Gesù, Paolo, oltre ai profeti ebrei- non siano arrivati fino a noi in forza della loro negatività. Chi scrive ha il dovere di incoraggiare, illuminare e dare sollievo alla gente. Se si può dire che la parola scritta sia in qualche modo servita allo sviluppo della specie e a un mezzo sviluppo della cultura, il suo contributo è consistito in questi: che una grande opera può dirsi tale se si offre come un bastone a cui si può appoggiare, una madre a cui ci si può rivolgere, la saggezza che corregge i passi falsi della follia, la forza che soccorre quando si è deboli e il coraggio che viene in aiuto quando si ha paura. Non saprei peraltro dire come si possa affrontare la realtà con un atteggiamento negativo o in preda alla disperazione e chiamare tutto questo letteratura. E' pur vero che siamo fragili, brutti, meschini e litigiosi, ma se quel che siamo fosse tutto qui, saremmo scomparsi dalla faccia della terra ormai da millenni. Questo oggi mi sento di dire, e lo voglio dire in modo chiaro, sì che non lo si debba dimenticare leggendo quanto di terribile e increscioso seguirà in questo libro; e perché il territorio a est dell'non è l'Eden, questo certamente no, ma non si può nemmeno dire che si collochi a un'insuperabile distanza." Da il suo”

John Steinbeck (1902–1968) scrittore statunitense
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“Persino in questo paese relativamente libero, gli uomini, nella maggior parte (per pura ignoranza ed errore), sono così presi dalle false preoccupazioni e dai più superflui e grossolani lavori per la vita, che non possono cogliere i frutti più saporiti che questa offre loro: le fatiche eccessive cui si sottopongono hanno reso le loro dita impacciate e tremanti. In effetti, un uomo che lavora duramente non ha abbastanza tempo per conservare giorno per giorno la propria vera integrità: non può permettersi di mantenere con gli altri uomini i più nobili rapporti, perché il suo lavoro sarebbe deprezzato sul mercato; ha tempo solo per essere una macchina […]. Io mi aguzzai la vista con l’esperienza, e così mi appare evidente che la maggior parte di voi conduce una vita meschina e abbietta: siete sempre in bilico, tentando di entrare in affari e insieme di tirarvi fuori dai debiti […] vivendo, morendo, venendo sepolti sempre per mezzo di questo bronzo altrui; promettendo sempre “pagherò”, ripetendo “domani pagherò” e morendo oggi, insolventi; tentando di ottenere favori e credito in tutti i modi possibili (scartando solo quelli che implichino rischio di galera) cioè con la menzogna, la piaggeria, il voto […] arrivando ad ammalarvi per mettere da parte qualcosa per quando sarete ammalati […].
Talvolta mi meraviglio che si possa essere tanto superficiali, per così dire, da applicarsi a quella volgare ma piuttosto straniera forma di servitù chiamata Schiavismo Negro, quando vi sono padroni così astuti e così scaltri che riescono a tenere schiavi Nord e Sud […] ma la cosa peggiore, è essere negrieri di se stessi.”

Walden

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“Nei grandi giornali di oggi, che non possono farne a meno, chi comanda non è più nemmeno il direttore: è l'ufficio marketing.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Da: Repertorio della Fondazione Montanelli, in Indro Montanelli - Gli anni della televisione 4: Io sono soltanto un giornalista, a cura di Nevio Casadio, Rai Sat, 2009

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“L'operazione Iraq è motivata con il proposito di punire uno Stato canaglia. Ma con quale decorrenza Saddam Hussein è tra le canaglie? Fino alla sua provocatoria operazione del Kuwait il personaggio, che era sempre lo stesso, ha stoltamente ricevuto l'appoggio e il sostegno di molti Paesi oggi schierati in battaglia.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Iraq: Andreotti, rischiamo suicidio collettivo http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2003/03/19/Politica/IRAQ-ANDREOTTI-RISCHIAMO-SUICIDIO-COLLETTIVO-2_194800.php, Adnkronos.com, 19 marzo 2003.

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“Più che lo sport in sé, è il mondo che è diverso. Oggi quando vedo i più giovani fare dirette Instagram in spogliatoio, vorrei tirargli una mazza da baseball sulla bocca…”

Daniele De Rossi (1983) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista alla rivista Undici; citato in Roma, De Rossi ai giovani: «Instagram prima della partita? Vi prenderei a mazzate» http://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/roma/2017/04/27-24947046/roma_de_rossi_ai_giovani_instagram_prima_della_partita_vi_prenderei_a_mazzate/, Corrieredellosport.it, 27 aprile 2017.

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“Squadra antimafia - Palermo oggi (2009-in corso)”

Gianmarco Tognazzi (1967) attore italiano

Film

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“Ho aiutato e finanziato i guerriglieri dell'African National Congress di Nelson Mandela quando in Sudafrica c'era l'apartheid. Ero dalla loro parte quando ne avevano bisogno. Ora che ho bisogno io, dicono che non mi possono aiutare. Prima di partire da Harare mi avevano assicurato che non avrei avuto problemi perché viaggiavo per motivi sanitari e umanitari. Invece volevano consegnarmi all'Etiopia. […] E pensare che gli uomini al governo oggi a Pretoria sono miei ex compagni, commilitoni, amici.”

Menghistu Hailè Mariàm (1937) militare e politico etiope

Variante: Ho aiutato e finanziato i guerriglieri dell'African National Congress di Nelson Mandela quando in Sudafrica c'era l'apartheid Ero dalla loro parte quando ne avevano bisogno. Ora che ho bisogno io, dicono che non mi possono aiutare. Prima di partire da Harare i avevano assicurato che non avrei avuto problemi perché viaggiavo per motivi sanitari e umanitari. Invece volevano consegnarmi all'Etiopia. [... ] E pensare che gli uomini al governo oggi a Pretoria sono miei ex compagni, commilitoni, amici.

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“La democrazia va bene in Europa. In Africa ci sono altre tradizioni. Guarda l'Etiopia di oggi: dicono di aver introdotto il pluralismo. Invece hanno reintrodotto il tribalismo. Ciascuno sta dalla parte della propria tribù o della propria religione, non dalla parte di un partito. Come in Sudan, in Ruanda, in Burundi, in Congo, in Kenia. Dappertutto. Il mondo vedrà in Africa guerre mai viste prima. Terribile guerre tribali.”

Menghistu Hailè Mariàm (1937) militare e politico etiope

Variante: La democrazia va bene in Europa. In Africa ci sono altre tradizioni. Guarda l'Etiopia di oggi: dicono di avr introdotto il pluralismo. Invece hanno reintrodotto il tribalismo. Ciascuno sta dalla parte della propria tribù o della proporia religione, non dalla parte di un partito. Come in Sudan, in Ruanda, in Burundi, in Congo, in Kenia. Dappertutto. Il mondo vedrà in Africa guerre mai viste prima. Terribile guerre tribali.

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“Liberare 98% o 99% della popolazione, soprattutto quella proletaria, significa liberare una vasta forza produttiva. Il materialismo storico ci dimostra che l'uomo è il fattore detterminante nella produzione. Così, il nostro popolo, da molto tempo una forza sprecata soffrendo umiliazioni innominabili e lo sfruttamento brutale, negato ogni iniziativa e qualsiasi possibilità di migliorare la sua situazione, che non poteva sviluppare il paese e farlo prosperare - oggi, il nostro popolo è libero. Ha schiacciato il vecchio sistema di produzione basato sullo sfruttamento.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dai discorsi
Variante: Liberare 98% o 99% della popolazione, soprattutto i lavoratori, significa liberare una vasta forza produttiva. Il materialismo storico ha chiaramente dimostrato che l'uomo è il fattore determinante nella produzione. Così, il nostro popolo – che era in passato una forza sprecata che soffriva indicibili umiliazioni e lo sfruttamento brutale, privato di ogni iniziativa e qualsiasi possibilità di migliorare la sua situazione, che non poteva sviluppare il paese e farlo prosperare – il nostro popolo, oggi, è libero. Ha distrutto il vecchio sistema di produzione basato sullo sfruttamento.

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“Forse mai come oggi emerge la verità di quel pensiero che Joseph Roth, nella Marcia di Radetzky, attribuisce a Francesco Giuseppe, il quale — egli scrive — non amava le guerre, «perché sapeva che si perdono.»”

Claudio Magris (1939) scrittore italiano

Origine: Da L’umanità ritrovata della Germania di oggi http://www.corriere.it/opinioni/17_giugno_14/umanita-ritrovata-germania-oggi-16230bea-5051-11e7-a437-ba458a65274a.shtml, Corriere.it, 13 giugno 2017.

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“Non si tratta di abbandonare la scienza, la quale nel suo tortuoso cammino ha pur mostrato di essere ricerca docile alla verità, e dalla quale proprio oggi ci vengono le meno incerte indicazioni di speranza anche teoretica. Si tratta piuttosto di accompagnarle una ricerca filosofica che, in costante sforzo di attenzione, recuperi le necessarie armonie (con la natura e con gli altri) nelle regioni più proprie dell'umano: fantasia, sentimenti, esperienza storica, intelligenza. Questa collaborazione tra scienza e filosofia è indispensabile. Come l'opera manipolatrice e distruttiva della scienza non sarebbe giunta tanto lontano senza l'avallo e la spinta dell'idea filosofica dell'homo faber, così l'attuale riconversione della scienza a un'attività conoscitiva e conservativa non può dare tutti i suoi frutti se la filosofia non riproporrà l'idea perenne dell'homo sapiens, che illumina di sapienza anche il suo fare.
Oggi molti scienziati mostrano di aver inteso la lezione di questa sapienza che conosce il limite e la misura. Hanno compreso che, quand'anche si abbia di mira soltanto il fare e il produrre, non è più possibile continuare a provocare la natura. Ma occorre esplorarla riconoscendone la realtà, davvero inesauribile sul piano della conoscenza, e fors'anche sul piano di una utilizzazione sapientemente rispettosa; ma esauribile (e quanto rapidamente!) sul piano della manipolazione fabbrile che obbedisce alla misura egocentrica dell'uomo.”

Sergio Cotta (1920–2007) filosofo italiano

Origine: Proprio del fabbro e, per estensione, di ogni attività manuale. Manipolazione fabbrile è quindi un utilizzo indiscriminato delle ricchezze naturali.
Origine: da L'uomo tolemaico, Rizzoli, Milano. Citato in Giuseppe Passarello, Elena Janora e Serena Passarello, La memoria e la ragione: Ottocento e Novecento, [antologia di cultura generale. Per gli istituti professionali], Società Editrice internazionale, Torino, Ristampa luglio 1981, p. 827. ISBN 88-05-01587-3

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“In casa c’era un pianoforte; alle elementari, c’era una lezione settimanale di musica, ci insegnavano le note e a mettere le mani sulla tastiera. A sei anni e mezzo ho cominciato a studiare pianoforte, non con grande trasporto; devo confessarlo, al pianoforte preferivo il pallone. Sono però sempre vissuto in un ambiente musicale, attorniato da dischi e in compagnia dei cantanti che andavano e venivano da mio padre. Non ero un genio quando ero ragazzo, e neppure un bambino prodigio; ma poco a poco cominciai a diventare sempre più bravo al pianoforte; studiavo con due maestri, una signora che si chiamava Elaine Korman ed era la moglie di Robert Keyes, un celebre maestro sostituto al Covent Garden, dal quale, invece, prendeva lezioni mio padre; Keyes era bravissimo, avrebbe potuto fare anche il concertista, ogni tanto anch’io studiavo con lui. Le sue mani ancora oggi sono famose al Covent Garden. Strana la vita: studio da ragazzo con un pianista del Covent Garden e dopo molti anni io divento il ‘boss’ del grande teatro. E allora la mia vita si è affacciata all’ambiente dell’opera. Col pianoforte mi sono perfezionato più tardi, quando siamo andati negli Stati Uniti. (da [//www. giannellachannel. info/2017/07/02/direttore-orchestra-antonio-tony-pappano-londra-castelfranco-miscano/ "Il maestro Tony Pappano riabbraccia il piccolo borgo paterno ed è subito magia"], testo di Antonio Pappano per “Tony Pappano. Direttore d’orchestra”, biografia a cura di Pietro Acquafredda, 2007)”

Antonio Pappano (1959) direttore d'orchestra inglese
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“La bellezza mi riempie fino a morirne | Bellezza abbi pietà di me | ma se dovessi spirare oggi | lascia che sia guardando te.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J1654 – F1687, vv. 1-4
Lettere
Origine: In Tutte le poesie. J1651 – 1700 http://www.emilydickinson.it/j1651-1700.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

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“Il mio rapporto con Mina? Tutto comincia per caso e con una lite. Siamo nel 1967, io lavoro in pubblicità, come regista di Caroselli, e lei (che aveva esordito sui teleschermi otto anni prima) è già una star televisiva resa familiare da programmi come Il Musichiere e Studio Uno. La Barilla punta su di lei per lanciare una pasta. A Roma mi colpiscono le sue mani, lunghe e affusolate, che muove in modo particolare, tutto suo. Allora invento lo spot in cui Mina accarezza lentamente i rigatoni. Passano pochi secondi e litighiamo. Per una divergenza su un’inquadratura. Io le chiedevo di camminare sul tapis roulant e alzare un braccio. “Perché, di grazia, dovrei fare questo?”, domanda lei ironica. “Di grazia”, replico io, “sta a significare come se lei portasse un piatto di spaghetti a tavola”. Mina si indispettisce: “Preferisco il suo predecessore. Era un vero signore”. “Forse con le vere signore”, replico stizzito. Insomma la ragazza si rivela, oltre che sexy, anche di temperamento forte. Fanno da pacieri Antonello Falqui e l’agente di Mina, Elio Gigante, che era stato mio amico d’infanzia. Qualche giorno dopo lei mi telefona per invitarmi a casa sua in via Emanuele Filiberto a Milano. Ci arrivo con una rosa. Così comincia la nostra amicizia.”

Paolo Limiti (1940–2017) paroliere, conduttore televisivo e produttore televisivo italiano

dall'intervista di Salvatore Giannella [//www.giannellachannel.info/2017/07/05/quando-paolo-limiti-mi-racconto-mina-e-febbre-del-sabato-sera/ "Quando Paolo Limiti mi raccontò Mina e la febbre del sabato sera"] per "I nomi di Oggi", 2009

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