Frasi su sapere
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“Tutto il sapere ha qualcosa di puritano; dà alle parole una morale.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La provincia dell'uomo

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“Cosa posso dirvi – rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. – Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione… Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco –…..
– La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.
– Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.
– Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria digestione è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.
– Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.
– Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.
– Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.
Parlando, Jura passeggiava per la stanza.”

Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Il dottor Živago

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“Se volete sapere che cosa Dio pensi dei soldi basta che guardiate a chi li dà.”

Maurice Baring (1874–1945) letterato, scrittore e drammaturgo inglese

citato da Dorothy Parker in un'intervista su The Paris Review, n. 13, estate 1956

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“La seconda venuta di Y2J è giunta! [La folla lo acclama] E c'è soltanto un modo per regnare, e Jericho regna, è c'è soltanto una ragione per la quale sono tornato a Raw, ovvero salvarci da Randy Orton!… [Boati della folla] Diventando il nuovo campione WWE! [Reazione mista tra boati e fischi con una reazione maggiormente positiva] Il messaggio è stato detto in modo chiaro, Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti sanno che Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti eccetto Randy Orton! E la prima cosa che ho pensato questa settimana è che avremo una risposta si o no, ho pensato questo perché lui non ha spina dorsale. Ma poi ho dovuto riconoscere che lui è soltanto… troppo stupido per capire la domanda. [Boato] Ha un QI inesistente, credo di aver usato parole troppo grandi, ho parlato troppo in fretta, Randy si è perso nel discorso! così, riformulerò la domanda più piano – lo sto per chiedere con parole molto corte in modo che anche Randy possa capirle – Sto per Ortonizzarla, okay?!
Io-voglio-il titolo! [Boato]
È molto semplice, io-voglio-il titolo! Randy, perfino tu potresti capirlo, ho perfino preso delle immagini solo per te Sig. O. [La videocamera si inquadra il Titantron alle spalle di Jericho]
Io. Voglio. Incontro. Titolato. [Una serie di immagini si proietta sul maxischermo dove nella prima è raffigurata Jericho, nella seconda viene raffigurato Cookie Monster, nella terza c'è la fase di un match e nell'ultima la foto del titolo WWE. Queste ultime 2 però nella lingua inglese sono cronologicamente invertite. ] Ditelo con me ora! Io! Voglio! Match! Titolato! Aspetterò in questo ring tutta la notte se sarà necessario Randy, finché tu non verrai in questo ring e mi darai una risposta verbale, una risposta fisica, o una risposta violenta, ma non andrò da nessuna parte, perché ho bisogno di sapere, i Jerichoholics han bisogno di sapere: mi darai un match per il titolo o no?”

Christopher Irvine (1970) wrestler, cantante, attore, presentatore televisivo e conduttore radiofonico canadese

WWE RAW, 26 novembre 2007

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“Occorre sapere ancora conservare quella freschezza infantile a contatto con gli oggetti, salvare questa ingenuità.”

Henri Matisse (1869–1954) pittore, incisore, illustratore e scultore francese

Occorre guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino

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“Tutto, la vita povera, la continenza, il lavoro, perfino l'umiltà, tutto questo serve solo se insegna a saper vivere con la gente, vivere, cioè amarla.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

7 dicembre 1888, p. 299

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“Volete sapere chi transiterà per primo sotto il traguardo posto vicino al Santuario della Madonna? Ma chi, se non Gino il Pio?”

Alfredo Binda (1902–1986) ciclista su strada e pistard italiano

Origine: Citato in Paolo Costa, Gino Bartali, Ediciclo Editore, 2001.

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“Monsignore, seppi che voi desideravate sapere tre cose da noi. Non avendo potuto, allora, aver l'onore di rispondervi, perché me n'andavo in campagna, lo facevo ora ed ecco che cosa vi dico. Prima di tutto: noi siamo interamente sotto l'obbedienza dei nostri signori prelati per andare in qualunque luogo delle loro diocesi, dove ad essi piacerà andare a predicare, catechizzare e ad indurre la povera gente a fare la confessione generale. Poi il nostro compito è di insegnare l'orazione mentale, la teologia pratica e necessaria e le cerimonie della Chiesa a coloro che devono ricevere l'ordine sacro, dieci o quindici giorni avanti I'ordinazione, e di ospitarli da noi dopo che sono diventati preti, affinché rinnovino i devoti affetti che il Signore aveva dato loro nelI'ammetterli agli ordini. In breve, noi siamo come i seni del centurione del Vangelo rispetto ai monsignori prelati in questo, che se essi ci dicono: andate, siamo obbligati ad andare; se essi ci dicono: venite, noi siamo obbligati a venire; fate la tal cosa, e noi siamo obbligati i farla. Di più siamo sottomessi aIle loro visite e correzioni, come i curati e i vicari di campagna, quantunque, per conservare I'uniformità degli spiriti, vi sia un superiore generale al quale i missionari devono obbedire quanto alla disciplina domestica. Ecco, Monsignore, come viviamo coi nostri signori prelati.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Al Vescovo di Beziers, ottobre 1635, vol. I, p. 235
Epistolario

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“Ma gli uomini devono sapere che in questo teatro che è la vita umana spetta solo a Dio e agli angeli di far da spettatori.”

Francesco Bacone (1561–1626) filosofo, politico e giurista inglese

libro II
La dignità e il progresso del sapere divino ed umano

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“Napoli venne decorata, invece, per qualcosa che, come città e popolo, come unitaria comunità, era ed è assai arduo dimostrare che abbia fatto. Che le «soldatesche germaniche» siano state «cacciate dal suolo partenopeo», dai napoletani o da altri, è pura invenzione: si poteva sostenere nel 1944 per motivi di propaganda bellica (il decreto per la medaglia d'oro è del 10 settembre di quell'anno) ma oggi se ne può parlare solo nei comizi o nelle tavole rotonde, non in sede storica. Dopo cinquant'anni, i movimenti degli opposti eserciti nella fase meridionale della campagna d'Italia sono largamente documentati, e non si può fingere di non sapere quello che abbiamo qui esposto, e cioè che il ripiegamento della 10a armata tedesca da Salerno al Volturno cominciò il 16 settembre, ed era praticamente concluso il 27 quando anche le retroguarclie di genieri e guastatori rimaste a Napoli cominciarono a uscirne. Le «soldatesche» andarono via quando era ormai tempo che andassero. E un argomento su cui è persino penoso insistere, ma non si può fare a meno di ricordare che né Kesselring, Westphal e von Vietinghoff, né Churchill, Alexander e Clark, né Liddell Hart e gli altri massimi studiosi di storia militare hanno mai accennato a una insurrezione, rivolta o sommossa che abbia in qualche modo accelerato o intralciato la ritirata del presidio tedesco da Napoli.”

Origine: Napoli 1943, p. 164

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“[Nel contesto della presentazione di Ken Park alla 59ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. ] Il mio desiderio è di essere contemporaneo, aderente al nostro presente, realista. E i ragazzi di oggi sono circondati dalla pornografia, fin da piccoli possono vedere e sapere tutto.”

Larry Clark (1943) fotografo e regista cinematografico statunitense

citato in Larry Clark scandalizza di nuovo "Ho voluto un film senza timori" http://www.repubblica.it/online/venezia2002/kenpark/kenpark/kenpark.html?ref=search, Claudia Morgoglione, la Repubblica, 4 settembre 2002

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“Alla gente importa degli animali. Io ci credo. È solo che non vogliono sapere o pagare.”

Origine: Se niente importa, Nascondere, Cercare, p. 126

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“Intorno agli dèi non ho alcuna possibilità di sapere né che sono né che non sono. Molti sono gli ostacoli che impediscono di sapere, sia l'oscurità dell'argomento sia la brevità della vita umana.”

Protagora (-486–-411 a.C.) retore e filosofo greco antico

citato in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, lib. IX, cap. VIII, traduzione di Marcello Gigante, Mondadori, 2009

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“Dove si trova la conoscenza? I bambini di solito cominciano con il dare per scontato che l'insegnante possieda la conoscenza e la trasmetta alla classe. Se si creano le condizioni opportune, imparano presto che anche altri componenti della classe potrebbero possedere delle conoscenze, e che queste conoscenze possono essere condivise. (Naturalmente lo sanno fin dall'inizio, ma solo riguardo ad argomenti spiccioli.) In questa seconda fase, la conoscenza esiste nel gruppo – ma in modo inerte. È possibile allora vedere la discussione di gruppo come un modo di creare conoscenza invece che semplicemente come un modo per scoprire chi possiede quali conoscenze?
C'è un ulteriore passo da compiere, che ci porta a toccare uno degli aspetti più profondi della conoscenza umana. Se nessun membro del gruppo "sa" la risposta, dove si può andare a "scovarla"? È il balzo che porta a concepire la cultura come un magazzino, come un deposito di attrezzi o qualcosa di simile. Esistono cose note a tutti gli individui (più di quante essi stessi sappiano); più cose ancora sono conosciute dal gruppo possono essere scoperte tramite una discussione all'interno del gruppo; e molte più ancora sono immagazzinate in qualche altro posto – nella "cultura", per esempio nella testa delle persone più colte, nei manuali, nei libri, nelle mappe e così via. Per definizione, praticamente nessuno in una cultura sa tutto quello che c'è da sapere su di essa. E allora cosa dobbiamo fare quando non sappiamo come andare avanti? E quali sono i problemi che incontriamo nel reperire la conoscenza che ci serve?
Se sappiamo rispondere a questa domanda siamo sulla buona strada per capire cos'è una cultura. Non ci vorrà molto perché un bambino cominci a capire che la conoscenza è potere, o che è una forma di ricchezza, o che è una rete di sicurezza.”

Jerome Bruner (1915–2016) psicologo statunitense

da La cultura dell'educazione, Feltrinelli, Milano, 1997, pp. 64-65

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“Tutto ciò che si può sapere di Dio è manifesto nell'uomo.”

Thomas Tryon (1634–1703) mercante, scrittore e saggista inglese

Origine: Citato in Mannucci, p. 59.

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“Nelle cose minori bisogna saper essere ingiusti.”

Javier Marías (1951) scrittore spagnolo

Origine: Da Il tuo volto domani, 1. Febbre e lancia, traduzione di Glauco Felici, Enaudi ET Scrittori 1347.

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“Ci sono uomini colti persino tra i professori.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

da Saper leggere, Studio Tesi, 1988
Origine: Anche in Ideario. La citazione è attribuita a Benedetto Croce nella forma: «Ci sono persone colte persino tra i professori».

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“Niente affatto. Combatta come se pensasse che noi abbiamo torto. Oh, a che serve tutto il suo equilibrio di giudizio se non decide mai con la sua testa? Chiunque l'afferra e le fa fare quello che vuole. E lei vede dentro di loro e ne ride… ma lo fa. Non basta avere le idee chiare; io ho la testa confusa e stupida, e non valgo la quarta parte di lei, ma ho cercato di fare quello che al momento mi è sembrato giusto. E lei… il suo cervello e il suo intuito sono splendidi. Ma quando vede quello che è giusto, è troppo indolente per farlo. Una volta mi disse che saremo giudicati per le nostre intenzioni, non per quello che abbiamo effettivamente fatto. Mi è sembrata un'osservazione splendida. Ma dobbiamo avere l'intenzione di fare… non starcene seduti su una sedia con le nostre intenzioni.»
«Lei è meravigliosa!» egli disse gravemente.
«Oh, lei mi apprezza!» lei proruppe di nuovo. «Vorrei che non m'apprezzasse. Lei ci apprezza tutti… vede il bene in tutti noi. E intanto lei è sempre morto… morto… morto. Ora, per esempio, perché non s'è arrabbiato? Gli si avvicinò, con un improvviso cambiamento d'umore, gli afferrò tutte e due le mani. Lei è tanto straordinario, signor Herriton, che non posso sopportare di vederla sprecarsi. Non posso sopportarlo… sua madre… non è stata buona con lei.»
«Signorina Abbott, non si preoccupi per me. Alcuni sono nati per non fare nulla. Io sono uno di questi; non ho mai concluso niente, né a scuola né nella professione. Venni qui per impedire il matrimonio di Lilia, ed era troppo tardi. Sono venuto qui con l'intenzione di ottenere il bambino, e ne riporterò un onorevole insuccesso. Adesso non mi aspetto mai che succeda qualcosa, e così non sono mai deluso. Lei si meraviglierebbe di sapere quali sono per mei grandi avvenimenti. Essere andato a teatro ieri, parlare con lei ora… non credo che mi capiterà mai niente di più grande. Il mio destino è di passare nel mondo senza mai scontrarmi con esso o smuoverlo… e veramente non so dire se il mio destino sia buono o cattivo. Io non muoio… io non m'innamoro. E se altri muoiono o s'innamorano, lo fanno sempre proprio quando io non ci sono. Ha perfettamente ragione; la vita per me è semplicemente uno spettacolo, che — grazie a Dio, grazie all'Italia, e grazie a lei — è ora più bello e più incoraggiante di quanto sia mai stato prima.» […. ]
«Ogni minima inezia, per una qualche ragione, oggi sembra imponderabilmente importante, e quando lei dice che da una cosa "non dipende niente," le sue parole suonano come una bestemmia. Non si può mai sapere… (come posso esprimermi?)… quale delle nostre azioni, quale delle nostre omissioni non influiranno su qualcosa per sempre.”

cap. VIII, pp. 185-9
Monteriano

“Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco e sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, mi butterei per terra al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni donna che è la mia prediletta e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblio.
Ho imparato così tanto da voi uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho imparato da voi, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, purtroppo starò per morire…”

Johnny Welch (1959) comico, attore e scrittore messicano

da Lo Que Le He Enseñado a la Vida

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