Frasi su tremenda
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“Nel Trika il dio Śiva si presenta per lo più nell'ipostasi di Bhairava […] Il Vijñānabhairava, da questo punto di vista, è quel testo che tratta di Bhairava, che tende a Bhairava attraverso la conoscenza (vijñāna).”

Raniero Gnoli (1930) orientalista, storico delle religioni e indologo italiano

dall'introduzione a Vijñānabhairava. La conoscenza del tremendo, 2002, p. 16

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“Sono solare e fragile. Grata alla vita anche per le mazzate tremende che mi ha dato.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Il Giornale, 18 maggio 2008
Citazioni di Barbara d'Urso

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“Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre.
Spirito del mare. Che vuoi?
Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità.
Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare?
Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa.
Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce).
Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.

La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi?
Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità.
La coda. Perché lo chiedi a me?
Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo.
La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce).”

Terenzio Mamiani (1799–1885) filosofo, politico e scrittore italiano

IX.
Prose letterarie, Avvertenza

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“In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato.”

Gustaw Herling-Grudziński (1919–2000) scrittore polacco

cap. III, p. 48
Un mondo a parte

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“Non escludo, come dicono alcuni giornali, che ci siano gruppi satanici tra questi studenti, come gruppi di atei che hanno come slogan "odio la Chiesa", "ammazziamo Cristo" o cose di questo genere. Sono questi gruppuscoli al limite del satanismo, tra l'altro… Ecco, comunque sia, cari amici non facciamoci illusioni: Satana è dappertutto, anche nell'Università. Non mi meraviglio che vi siano dei professori cornuti con tanto di tridente e di coda. Perciò non facciamoci tante illusioni, cari amici, perché sotto sotto, state tranquilli, c'è l'odio contro Dio, l'odio contro Cristo, l'odio contro la Chiesa. Dietro questi personaggi c'è sempre il Maligno, state tranquilli che è così: non mi posso sbagliare su queste cose, perché non si spiega, capito? Se tu vai lì con quella gente lì e li spruzzi di acqua santa, esce fuori il fuoco… Fumano! Se li spruzzi di acqua santa fumano, quella gente lì fuma! Fuori va il fumo, capito? Come avviene negli esorcismi più tremendi.”

Livio Fanzaga (1940) presbitero italiano

Origine: Notizia pubblicata http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=72135 da l'Unità il 16 gennaio 2008 e riportata http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2008/01/co_9_080118175.xml dal Corriere della sera il 18 gennaio 2008, citando l' audio originale http://it.youtube.com/watch?v=Va533YjJ84I disponibile nell'archivio di Youtube, poi ripreso http://technorati.com/tag/livio+radio+maria da numerosi blog.

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“Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen.”

Malachia di Armagh (1094–1148) abate e arcivescovo cattolico irlandese

In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Amen.
Attribuite

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“Capisco il tragico significato della bomba atomica…È una responsabilità tremenda…ringraziamo Dio che essa è stata inventata da noi e non dai nostri nemici e preghiamo di poterla usare secondo la Sua volontà e per i Suoi fini.”

Harry Truman (1884–1972) 33º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in AnneFrank.org http://www.annefrank.org/it/Subsites/Cronologia/Il-dopoguerra-1945--/Il-ritorno-di-Otto/.

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“Ho votato leggi di cui mi vergogno. Per tre anni ho votato cose tremende che hanno incrementato la violenza contro i carcerati.”

Salvatore Cuffaro (1958) politico e medico italiano

Origine: Dall'intervista a Claudio Sabelli Fioretti, Totò Cuffaro libero: “Per cinque anni a Rebibbia ho parlato col water. Questo Pd mi ricorda la Dc: voterei per Renzi” http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/18/toto-cuffaro-libero-per-cinque-anni-a-rebibbia-ho-parlato-col-water-questo-pd-mi-ricorda-la-dc-voterei-per-renzi/2317081/, Il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2015.

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“[Jean Paul] […] la personificazione dell'umorismo… Fantasia di una incomparabile ricchezza ed esuberanza, egli scherza con gli astri e coi fiori, piange sui sepolcri delle nazioni e sopra un rosignolo accecato, sogna sogni tremendi in cui Cristo annunzia ai morti che non c'è Dio, e descrive la toilette di una fiorista che si sposa.”

Enrico Nencioni (1837–1896) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da L'umorismo e gli umoristi, [1884], ristampato in Saggi critici di letteratura italiana, Firenze, 1911<sup>2</sup>; citato in Vittorio Santoli, La letteratura tedesca moderna, con un'analisi della letteratura contemporanea di Marianello Marianelli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1971, p. 218.

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“È tremenda la fatica che si fa, quando si sta bene, a interessarsi dei malanni altrui.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

26 gennaio 1910; Vergani, p. 281
Diario 1887-1910

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“La forza, la scaltrezza ed il pericoloso suo morso ne fanno il signore della foresta. Non teme nessun nemico e non si spaventa dello scoppio dell'arma da fuoco. Le sue passioni sono d'una tale violenza da far credere che sotto il loro impero diventi affatto furioso e perda l'intelletto. Paragonata alla loro, la collera delle altre scimmie rassomiglia, a detta d'uno scrittore inglese, ad un lieve sospiro di vento, mentre quella del mandrillo può paragonarsi alla bufera che rovina tutto sul suo passaggio. Se il tremendo animale e inviperito (e a ciò basta uno sguardo, una parola, una minaccia) raggiunge un tale grado di furore da dimenticare tutto e precipitarsi a capo basso furente sul nemico. Un lampo diabolico sfolgora dagli occhi del mostro, che pare invero dotato di una forza e d'una cattiveria infernale. Si assicura che le sue tempestose passioni lo scrollano al segno da farlo cadere senza vita in mezzo ad urli e rantoli selvaggi. Si dice ancora che serba il rancore assai più a lungo degli altri cinocefali, e che mai perdona ad un nemico. Non v'ha quindi da maravigliarsi che gli indigeni non attacchino mai briga con lui: anzi non penetrano nei boschi in cui abita il mandrillo se non in gran numero e bene armati. Come la collera, la sua sensualità non conosce limiti, ed oltrepassa di gran lunga in svergognatezza e impudenza quella delle altre scimmie. I maschi non assaltano solo le loro femmine, bensì anche le donne, e sono perciò abbastanza pericolosi.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 127

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“[Su Marilyn Monroe] A uno sguardo superficiale sembrava una ragazza felice. Ma quelli che la criticavano non l'hanno mica vista, come me, piangere come una bambina perché spesso si sentiva così inadeguata. Ogni tanto soffriva di tremende depressioni e si metteva a parlare di morte.”

William Travilla (1920–1990) costumista statunitense

Origine: Citato in Mike Evans, Marilyn (Marilyn Handbook, MQ Publications Limited, 2004), traduzione di Michele Lauro, Giunti Editore, 2006, p. 163. ISBN 88-09-04634-X

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“Per la gelosia, niente è più tremendo della risata.”

Françoise Sagan (1935–2004) scrittrice francese

da La disfatta

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“Io credo che noi donne sappiamo essere tremende, siamo capaci di crudeltà assolute, possiamo essere delle iene senza precedenti, ma quando ci amiamo e ci troviamo tra noi, possiamo costituire un punto di forza davvero molto importante e unito.”

Elena Sofia Ricci (1962) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Patrizia Simonetti Elena Sofia Ricci, tra Moliere, Ozpetek e la tv: "Ringrazio Ferzan d’aver notato la mia follia" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/elena-sofia-ricci/1619800/, Il Fatto Quotidiano.it, 27 aprile 2015.

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“Forse si amano proprio da quel tremendo momento in cui hanno sentito l'impossibilità del loro amore. Si amano, ora, perché si sono già lasciati.”

Pier Vittorio Tondelli (1955–1991) scrittore italiano

Origine: Da Pier a Gennaio, ne L'Abbandono. Racconti dagli anni Ottanta, Bompiani.

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“Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa. Cosí per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempí gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai piú sarebbe potuto avvenire di cosí buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.”

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

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“Gorbačëv è tremendo tanto quanto i suoi predecessori, solo che lui sorride di più ed è accompagnato dalla sua bella moglie, Raisa. Entrambi stanno cercando di mostrare al mondo e all'America che non sono poi così cattivi.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

Gorbachev is as bad as his predecessors, only he smiles more and he has with him his beautiful wife, Raisa. They both are trying to show the world and America that they are not such bad people.
Citazioni tratte dalle interviste

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