Frasi su comune
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“Applauso: L'eco di un luogo comune.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1993

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“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

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“Il senso comune è un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione, o da tutto il gener umano.”

Giambattista Vico (1668–1744) filosofo, storico e giurista italiano

libro I, II, 12; p. 40
Principj di scienza nuova

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“Di là da certo segno, la ricchezza e la povertà hanno comune questa maledizione, che fanno dell'uomo uno schiavo.”

Arturo Graf (1848–1913) poeta, aforista e critico letterario italiano

Ecce Homo

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“Il patto originario, tra re e popolo, era una leggenda. Il successivo patto, quello fra Camera dei Lords e Camera dei Comuni, fu anche troppo reale.”

Jeremy Bentham (1748–1832) filosofo e giurista inglese

Origine: Criticando la cosiddetta Gloriosa rivoluzione inglese del 1689, per dire che non fu una rivoluzione popolare ma aristocratica. (1838-43, vol. IV, p. 447; citato in Losurdo 2005, p. 172)

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“[…] L'Europa avrebbe la migliore organizzazione possibile se tutte le nazioni che comprende, governata ciascuna da un proprio Parlamento, riconoscessero la supremazia di un Parlamento generale […]. Il Governo europeo, come i governi nazionali, non può agire senza una volontà comune a tutti i suoi membri.”

Henri de Saint-Simon (1760–1825) filosofo francese

da H. Saint Simon, De la réorganisation de la société européenne, Paris, 1814, p. 39 e ss., citato in Le relazioni esterne dell'Unione europea nel nuovo millennio, a cura di Luigi Simone, p. 218.

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“L'entusiasmo è soprattutto il comune retaggio della devozione male intesa.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Entusiasmo; 1950, p. 188
Dizionario filosofico

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“Se riuscissi a spiegarlo alla persona comune, non avrei meritato il Premio Nobel.”

Richard Feynman (1918–1988) fisico statunitense

Origine: People, 22 luglio 1985.

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“[…] le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

VI giornata, novella VII
Decameron

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“L'umanitarismo come idea politica è un luogo comune, come idea religiosa un equivoco, come idea etica un'illusione.”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

Aforismi

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“[…] è follia comune delle coppie felici non voler avere segreti per l'altro; ciò le porta a un mucchio di disillusioni.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: La Signora Craddock, p. 90

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“La metafisica mi è sempre sembrata una forma comune di pazzia latente. Se conoscessimo la verità la vedremmo; tutto il resto è sistema e periferia. Ci basta, se riflettiamo, l'incomprensibilità dell'universo; volerlo capire è essere meno che uomini, perché essere uomo è sapere che non si capisce.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Il libro dell'inquietudine, a cura di Maria José de Lancastre, prefazione di Antonio Tabucchi, Feltrinelli, Milano 1987, p. 247
Il poeta è un fingitore

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“La cristianità deve diventare tollerante prima che il mondo desideri unirsi con essa in una carità comune. Dio non ha lasciato Se stesso senza una testimonianza in ogni cuore, e gli uomini, soprattutto coloro che seguono Gesù Cristo, dovrebbero voler ammettere questo.”

Vivekananda (1863–1902) mistico indiano

citato in Swami Vivekananda - Buddha, Cristo e Maometto http://www.ramakrishna-math.org/index.php?option=com_content&view=article&id=90:swami-vivekananda-buddha-cristo-e-maometto&catid=34:swami-vivekananda&Itemid=73

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“La poesia non consiste nel dire studiatamente una cosa comune.”

Giuseppe Baretti (1719–1789) critico letterario, traduttore e poeta italiano

da La Frusta letteraria, in Opere
La Frusta letteraria

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“Margaret Thatcher: […] I primi undici anni e mezzo non sono stati così male, per quanto riguarda il crepuscolo, ricordate che ci sono 24 ore in un giorno.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

dalla dichiarazione alla Camera Comuni sul vertice della CSCE, 21 novembre 1990

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“I cartesiani hanno troppo urtato il sentire comune negando il sentire delle bestie.”

Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646–1716) matematico e filosofo tedesco

Origine: Da Principes de la nature et de la grâce, in Saggi filosofici e lettere; citato in Ditadi 1994, p. 135.

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“[Su Djokovic] Sì, sembrava avesse male alla caviglia… tutte e due… alla schiena… all'anca… un crampo… l'aviaria… antrace… SARS… influenza comune… se uno sta male, sta male. Non so se faccia finta o meno, ma o è uno che chiama il medico per qualunque cosa, oppure è l'uomo più coraggioso del mondo, decidete voi.”

Andy Roddick (1982) tennista statunitense

Origine: Citato in Vanni Gibertini, Le battute memorabili dei tennisti http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/12/14/637160-battute_memorabili_tennisti.shtml, Ubitennis.com, 4 dicembre 2011.

“Quando diciamo che Napoli è una città violenta, una città criminale, una città sporca, una città in cui la qualità della vita è bassa, possiamo dire verità o esprimere esclusivamente luoghi comuni o stereotipi. È sbagliato rigettare queste definizioni esclusivamente perché mettono in mostra qualcosa che non va nella nostra città. La nostra città è questo ma è anche altro evidentemente: però è anche questo e allora bisogna cercare di capire qual è il fondamento di verità che c'è in questi stereotipi.”

Aurelio Musi (1947)

Origine: Citato in Il mezzogiorno e Napoli nel seicento italiano, a cura di Mario Tedeschi, Rubettino editore, 2003; anteprima su Google Books http://books.google.it/books?id=Z8n4F8xfjxYC&printsec=frontcover&dq=il+mezzogiorno+e+napoli+nel+seicento+italiano&hl=it&sa=X&ei=cB2TT7_JD4vpOfmZqJME&sqi=2&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=il%20mezzogiorno%20e%20napoli%20nel%20seicento%20italiano&f=false.

“Dio è la nostra radice comune.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Vita, morte, risurrezione

“Il vero bene comune degli uomini è l'uomo stesso.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Vita, morte, risurrezione

“I diritti dell'uomo presuppongono che chiunque porti in se stesso il bene comune, che sia il bene comune, che sia un bene universale.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Quale uomo e quale Dio

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“Il dovere fondamentale del potere è la sollecitudine per il bene comune della società: da qui derivano i suoi fondamentali diritti.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Parole sull'uomo, p. 73

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“E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa, ed anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l'aiuto di Dio e con l'aiuto degli uomini.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal Primo saluto e prima benedizione ai fedeli http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1978/documents/hf_jp-ii_spe_19781016_primo-saluto_it.html, 16 ottobre 1978; citato in Angelo Montonati, in Introduzione a "Parole sull'uomo"

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“Nulla di più comune, per esempio, che trovare un critico moderno che scriva cose di questo genere: 'Il Cristianesimo fu soprattutto un movimento ascetico, una corsa al deserto, un rifugio nel chiostro, una rinuncia alla vita e alla felicità; esso non fu che parte di una fosca e inumana reazione contro la natura stessa, un odio pel corpo, un aborrimento dell'universo materiale, una specie di suicidio universale dei sensi e anche dell'individuo. Derivava da un fanatismo orientale come quello dei fachiri, ed era basato su un pessimismo orientale che considerava l'esistenza stessa come un male'. In tutto questo la cosa straordinaria è che tutto è verissimo; vero in ogni particolare, con la sola differenza che è attribuito erroneamente a chi non ci ha niente a che vedere. Non è vero della Chiesa; è vero delle eresie condannate dalla Chiesa. È come se uno fosse obbligato a scrivere un'analisi degli errori e del malgoverno dei ministri di Giorgio III, con la piccola inesattezza che tutto il racconto si riferisse a Giorgio Washington; o come se uno facesse un elenco dei delitti dei bolscevichi con la sola variante di attribuirli allo zar. La Chiesa primitiva fu, sì, ascetica, ma in dipendenza di una filosofia totalmente diversa da quella di una guerra alla vita e alla natura; la quale realmente esistette nel mondo, e basterebbe che i critici sapessero dove andare a cercarla.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

L'Uomo Eterno

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