Frasi sul coraggio
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“Ti credevamo invincibile. In questi undici mesi sei stato un esempio per noi, per come hai saputo affrontare problemi veri, non quelli legati a semplici vittorie o sconfitte, con coraggio e serenità, forza e determinazione. Ti abbiamo voluto bene, ti portiamo nel cuore. Onore a te, fratello Andrea Fortunato.”

Gianluca Vialli (1964) allenatore di calcio, ex calciatore e commentatore televisivo italiano

Origine: Durante il discorso pronunciato in occasione del funerale del calciatore, svoltosi il 26 aprile 1995 nella cattedrale di Salerno; citato in La Juventus ricorda Andrea Fortunato http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/04/25-184094/La+Juventus+ricorda+Andrea+Fortunato?print, Tuttosport.com, 25 aprile 2012.

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“Nessuno mi fa più paura di chi finge d'aver coraggio.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 77

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“Amo il mare sempre di piú… forse una volta preferivo la montagna perché era tanto lontana. Adesso non vorrei piú andarci. Credo che proverei vergogna e paura. È troppo capricciosa, troppo irregolare, troppo varia… certo mi sentirei in condizioni d'inferiorità. Quali sono gli uomini che preferiscono la monotonia del mare? Sono quelli, mi sembra, che hanno scrutato troppo a lungo, troppo profondamente nel groviglio delle cose interiori per non chiedere almeno a quelle esteriori una cosa soprattutto: la semplicità… Non è il fatto che in montagna ci si debba arrampicare coraggiosamente, mentre al mare si sta placidamente sdraiati sulla sabbia. Ma io conosco il diverso sguardo degli appassionati dell'una e dell'altro. Occhi sicuri, audaci, giocondi, pieni di iniziativa, di coraggio e di risolutezza errano di vetta in vetta; ma sulla vastità del mare che con mistico e snervante fatalismo rovescia sulla spiaggia le onde, si posa uno sguardo sognante, velato, disincantato e pieno di saggezza, che è già penetrato profondamente in qualche intrico doloroso. Salute e malattia: ecco la differenza. Ci si inerpica arditi nella meravigliosa molteplicità delle vette dentate, frastagliate, dirupate per mettere alla prova un'energia vitale non ancora spesa. Ma si cerca riposo nella vasta semplicità delle cose esteriori, stanchi come si è della confusione di quelle intime.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Thomas Buddenbrook: X, VI; 2002, p. 610
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“[Subito dopo la Liberazione] Gli uomini nuovi verranno. Bisogna non lasciarsi scoraggiare dal feticismo delle competenze. Gli uomini onesti assumano con coraggio i posti di responsabilità, e attraverso l'esperienza gli adatti non tarderanno a rivelarsi.”

Benedetto Croce (1866–1952) filosofo, storico e politico italiano

Origine: Citato da Piero Calamandrei nel discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.

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“Ayrton era un'opera d'arte: non si può dipingere un'altra Gioconda. Non so se è stato il più forte di sempre, perché Schumacher per esempio ha vinto di più. Ma la gente ha sempre percepito la sua forza, il suo coraggio, l'intensità. Arrivava stremato al traguardo perché dava tutto, cosa che forse manca alla Formula 1 di oggi. Non si vergognava di far fatica: anche in questo è stato unico.”

Emanuele Pirro (1962) pilota automobilistico italiano

Origine: Citato in F1 | Pirro: "Ayrton un'opera d'arte. Non si vergognava di far fatica" http://www.formulapassion.it/2014/04/f1-pirro-ayrton-unopera-darte-non-si-vergognava-di-far-fatica/, FormulaPassion.it, 29 aprile 2014.

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“Ma noi spingiamo innanzi solo quelle virtù | che ammettono gli eccessi, atti | di coraggio e munifici, magnificenza | regia, prudenza ch'ogni cosa vede, | magnanimità sconfinata, e quell'eroica | virtù di cui l'antichità non lasciò nome | ma solo esempi — Ercole, | Achille, Teseo.”

Thomas Carew (1594–1640) poeta inglese

Origine: Da Le pretese della povertà; citato in Henry David Thoreau, Walden o Vita nei boschi, traduzione di Piero Sanavio, La Biblioteca ideale Tascabile, Milano, 1995, cap. I, p. 84. ISBN 88-8111-102-0

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“Mia nonna ha un grande senso dello stile, mi ha ispirata tanto. Mi ha insegnato che la moda non deve per forza essere costosa o complicata, basta indossarla con grazia e sicurezza. Lei, assieme a mia madre, è tra le donne più forti che io conosca e mi dà coraggio.”

Miranda Kerr (1983) modella australiana

Origine: Da un'intervista rilasciata a Clique, citata in Miranda Kerr: «Mi ispiro a mia nonna» http://www.vanityfair.it/people/mondo/13/22/miranda-kerr-nonna-celebrity-foto, Vanityfair, 22 novembre 2013.

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“L'evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacramenti che sono un incontro con Gesù, per dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/june/index_it.htm, Aula Paolo VI, 17 giugno 2013

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“[Sulla riforma del Senato, portata avanti dal Governo Renzi] È una riforma imposta col ricatto di pochi che si fingono molti e derubano il futuro di tutti. Noi non possiamo restare indifferenti; non possiamo assistere silenti e impassibili di fronte a questa violenza. Dobbiamo fermarvi ora, perché ormai non ci resterebbe nemmeno la triste speranza di un intervento della Corte costituzionale, visto che questa contro-riforma consentirà alla maggioranza di spartirsi anche l'elezione dei suoi giudici, estromettendo la partecipazione decisiva delle opposizioni e trasformandola in una sua malleabile appendice. Chi troverà la forza di levare la sua voce contro l'autoritarismo, contro l'accentramento del potere nelle mani di marionette nominate da una ristretta di cerchia di uomini lontani anni luce dagli interessi del popolo? Sarà la Repubblica del sopruso, delle ripicche sugli oppositori e dell'arbitrio contro i dissenzienti. Sarà, signori, il fascismo del terzo millennio, ancora più insidioso perché nascosto sotto le spoglie di una democrazia morente. Pur di realizzare il vostro sogno, che è il nostro incubo, nessuna bugia è troppo grande. Avreste il coraggio di ripetere anche ora le «balle» di qualche mese fa, quando affermavate che le leggi di revisione costituzionale vanno approvate con il consenso più ampio possibile?”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 23 settembre 2015 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/315795.pdf. Roma, 23 settembre 2015.

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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
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“La voglia di andare, la voglia di reagire | con quanto coraggio, con quanta paura. | La voglia di fare e di ricominciare | con tutta la rabbia, con tutto l'amore.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Il signor G dalla parte di chi, n. 7
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“[Sull'applicazione del trattato di Cotonou] È un rischio eventuale, un'ipotesi. Ma ripeto quel che ho detto più volte: ben venga il giocatore straniero se porta qualcosa, ma se viene solo per il pubblico e toglie spazio a giocatori italiani, no. Mi auguro che le scelte in futuro siano in questa direzione, ci vuole coraggio a far esordire e giocare giovani italiani.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Italia-Azerbaigian, Conte: "Ho un solo dubbio di formazione" http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcio/2014/articoli/1048422/italia-azerbaigian-conte-ho-un-solo-dubbio-di-formazione-.shtml, SportMediaset.it, 9 ottobre 2014.

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“Facebook. Era una piattaforma che serviva a scrivere cose coatte che nella vita vera non avresti mai avuto il coraggio di ripetere in faccia alla gente.”

Zerocalcare (1983) fumettista italiano

Strisce, Wired.it
Origine: Da Zerocalcare e la guerra civile di Pokemon Go http://www.wired.it/play/fumetti/2016/08/10/zerocalcare-guerra-civile-pokemon-go/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter&utm_campaign=getslokka, 10 agosto 2016.

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“[Su Alda Merini] Nobile grazia di Venere e coraggio di Madre | dolcezza dell'umano genere | diangelo di stile.”

Norman Zoia (1949) artista e paroliere italiano

da Omaggio ad Alda, Passi perVersi, p. 19

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“Arriva un momento in cui il coraggio deve essere più forte della comodità e la speranza deve prendere il posto della rassegnazione.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Citato in Il logo della “campagna elettorale” di Matteo Renzi http://www.ilpost.it/2012/09/11/logo-primarie-matteo-renzi/, il Post.it, 11 settembre 2012.

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“Ti aspetti gloria?» disse Ba'alzamon. «Potere? Ti hanno detto che l'Occhio del Mondo sarà al tuo servizio? Quale gloria e quale potere toccano a un burattino? Le stringhe che ti muovono sono state intessute da secoli. Tuo padre fu scelto dalla Torre Bianca, come uno stallone legato alla cavezza e condotto al suo compito. Tua madre non era altro che una fattrice, per i loro piani. E questi piani portano alla tua morte.»
Rand strinse i pugni. «Mio padre è un brav'uomo e mia madre era una donna per bene. Non parlare di loro!»
Le fiamme risero. «C'è del coraggio in te, dopotutto. Forse sei proprio tu, quello che cerco. Ma il coraggio ti gioverà ben poco. L'Amyrlin Seat ti userà, finché non sarai consumato, proprio come furono usati Davian e Yurian Stonebow e Guaire Amalasan e Raolin Darksbane. Proprio come è usato Logain. Finché di te non resterà niente.»
«Non so…» Rand agitò la testa da una parte e dall'altra. Quel solo momento di pensiero chiaro, nato dall'ira, era sparito. I suoi pensieri continuavano a turbinare. Rand ne afferrò uno, zattera nel gorgo. Si costrinse a parlare, con voce man mano più forte. «Tu… sei imprigionato… a Shayol Ghul. Tu e tutti i Reietti… imprigionati dal Creatore fino alla fine del tempo.»
«La fine del tempo?» lo schernì Ba'alzamon. «Tu vivi come uno scarafaggio sotto la pietra e pensi che il tuo fango sia l'universo. La morte del tempo mi porterà un potere che non puoi nemmeno sognare, verme.»
«Tu sei imprigionato…»
«Sciocco, non sono mai stato imprigionato!» I fuochi del suo viso ruggirono con tanto calore che Rand indietreggiò, riparandosi con le mani. Il sudore sul palmo si asciugò per il calore. «Fui a fianco di Lews Therin Kinslayer, quando compì il misfatto che gli valse il soprannome. Fui io a dirgli di uccidere la propria moglie e i propri figli e tutta la propria stirpe e ogni persona che amava o da cui era amato. Fui io a dargli il momento di lucidità perché sapesse che cosa aveva fatto. Hai mai sentito un uomo urlare fino a perdere l'anima, verme? Poteva colpirmi, allora. Non avrebbe vinto, ma poteva tentare. Invece chiamò su di se il suo prezioso Potere, tanto che la terra si aprì e innalzò Montedrago per segnare la sua tomba. Mille anni dopo, mandai i Trolloc a depredare il meridione e per tre secoli essi devastarono il mondo. Quelle stolte e cieche di Tar Valon dissero che ero stato infine sconfitto, ma il Secondo Patto, il Patto delle Dieci Nazioni, era infranto senza rimedio e chi rimase a opporsi a me, allora? Io sussurrai nell'orecchio di Artur Hawkwing e la terra Aes Sedai morì in lungo e in largo. Io sussurrai di nuovo e il Gran Monarca mandò i suoi eserciti al di là dell'oceano Aryth e del Mare del Mondo, e con questo atto sancì due condanne. La condanna del suo sogno di una sola terra e di un solo popolo, e una condanna ancora da venire. Ero al suo capezzale, quando i consiglieri gli dissero che solo le Aes Sedai potevano salvargli la vita. Parlai, e lui ordinò d'impalare i consiglieri. Parlai, e le ultime parole del Gran Monarca furono l'ordine di distruggere Tar Valon. Se uomini del valore di costoro non hanno potuto opporsi a me, quale possibilità hai tu, rospo acquattato accanto a una pozza della foresta? Servirai me, oppure ballerai ai fili delle Aes Sedai, fino alla tua morte. E poi sarai mio! I morti appartengono a me!”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand e Ba'alzamon, capitolo 14
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“Mi piace l'umorismo scorretto e spiazzante di Leo Ortolani. Spesso mi ritrovo a pensare: questa avrei voluto scriverla io! A volte anche: questa avrei voluto avere il coraggio di scriverla io!”

Silvia Ziche (1967) fumettista italiana

Origine: Da Rat-Man n.100: l'omaggio degli autori http://www.fumettologica.it/2014/01/rat-man-n-100-l-omaggio-degli-autori/4/, Fumettologica, 16 gennaio 2014.

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“[Fabrizio] chiedeva perdono a Dio per molte cose; ma, fatto notevole, non pensò neppure ad annoverare tra i suoi peccati il progetto di diventare arcivescovo, per la semplice ragione che il conte Mosca era primo ministro e giudicava quel posto e i suoi svariati privilegi convenienti al nipote della duchessa. Fabrizio l'aveva desiderato senza eccessivo slancio, è vero, però ci aveva pensato spesso, proprio come avrebbe fatto per un posto di ministro o di generale. Non gli era mai passato per la testa che la sua coscienza potesse avere voce in capitolo nel progetto della duchessa: e questo è un esempio concreto della strana forma di religione imparata da Fabrizio presso i gesuiti di Milano. È una religione che toglie il coraggio di pensare alle cose che non rientrano nelle abitudini, e vede nell'esame di coscienza il più grave di tutti i peccati, perché rappresenta un passo avanti verso il protestantesimo. Per sapere di cosa si è colpevoli, bisogna chiederlo al prete, oppure leggere la lista dei peccati così come appare nei libri intitolati "Preparazione al sacramento della Penitenza". Fabrizio sapeva a memoria la lista dei peccati redatta in latino; l'aveva imparata all'Accademia Ecclesiastica di Napoli. Mentre la recitava, arrivato alla voce "delitto", si era accusato davanti a Dio di avere ucciso un uomo, anche se per legittima difesa. Aveva rapidamente elencato, ma senza farci attenzione, i diversi articoli relativi al peccato di simonia (procurarsi attraverso il denaro le dignità ecclesiastiche). Se gli avessero chiesto cento luigi per diventare primo gran vicario dell'arcivescovo di Parma, avrebbe respinto la proposta con sdegno; ma, pur non mancando di intelligenza né di logica, non gli venne mai in mente che impiegare a suo vantaggio l'autorità del conte Mosca fosse una simonia. E qui trionfa l'educazione gesuitica: abituare la gente a non fare attenzione a cose più chiare della luce del sole. Un francese cresciuto all'insegna dell'interesse personale e nutrito di ironia parigina avrebbe facilmente, e in buona fede, accusato Fabrizio di ipocrisia, proprio nel momento in cui il nostro eroe apriva il suo cuore a Dio con la più grande sincerità e la più profonda commozione.”

Libro Primo – Capitolo XII
La Certosa di Parma

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“La spinta dell'umanità alla libertà non si lascia soffocare a lungo. Serve coraggio per combattere per la libertà, e serve coraggio per usare la libertà.”

Angela Merkel (1954) politica tedesca

Origine: Durante la celebrazione del 25° anniversario della caduta del Muro di Berlino; citato in Berlino. Merkel ricorda la caduta del muro: «Grazie al desiderio di libertà del popolo» http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Berlino-Merkel-ricorda-il-muro-Grazie-al-desiderio-di-liberta-del-popolo-d993c1f2-7d92-4636-8d90-14f0390115d8.html, RaiNews.it, 9 novembre 2014.

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“La forza morale è la sola, la vera forza. Guardate con coraggio, con ostinazione e fisso l'uomo che vi guarda: s'egli abbassa gli occhi, voi siete suo padrone: ma non abbassate i vostri perché in tal caso egli vi abbatterà.”

Francesco Anzani (1809–1848) patriota e militare italiano

Origine: Citato in Giuseppe Garibaldi, Memorie, Tipografia di Alessandro Lombardi, Milano, 1860, vol. 1, p. 123 https://books.google.it/books?id=LtsoAAAAYAAJ&pg=PA123.
Garibaldi introduce questa citazione con «Anzani soleva dire». La parte centrale della citazione è riportata anche, come «massima di Anzani», in Indro Montanelli e Marco Nozza, Garibaldi, Rizzoli Editore, 1962, cap. VII.

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