Frasi su diavolo
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“No, no, egli non voleva la felicità e la sazietà degli altri, – dirà Hesse nel Narziß, − dei compratori di pesce, dei cittadini, della gente affaccendata. Che il diavolo se li portasse! Ah, quel viso pallido e balenante, quella bocca piena, matura, d'estate avanzata, sulle cui labbra grevi era passata come una folata di vento e come un raggio di luna, quell'indefinibile sorriso di morte.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

Nessuno più di Hesse ha saputo leggere in questo sorriso l'ermetica corrispondenza di due volti, quello dell'Apollo di Veio e del Budda. Essi affiorano dai densi chiarori di un sole autunnale filtrato nelle pagine indimenticabili del Klingsor, sigillando in sé non l'agonia tempestosa di un forzato distacco, ma l'occulto presagio di un infinito ritrovamento, dove tutto è «in divenire, tutto in metamorfosi, tutto pervaso dall'anelito di divenire uomo, di divenir stella, tutto pervaso di nascita e di disfacimento, pieno di Dio e di morte». (da Klingsor o la «musica del mutamento», p. 310)
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Herman Hesse, Narciso e Boccadoro, traduzione di C. Baseggio in Opere Scelte di Hermann Hesse, 5 vv., a cura di L. Mazzucchetti, Milano, 1961, III, p. 509. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.
Origine: Da Hermann Hesse, Klingsor letzter Sommer, in Gesammelte Werke, 12 vv., Frankfurt a. M., 1970, V, pp. 322-323. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.

“Chiese uno: perché un tempo, quando Dio camminava sulla terra | e faceva miracoli, | ci fu chi vide e non credette? | Oggi il mondo trabocca di male, | tutti vediamo i diavoli e nessuno ci crede.”

Hendrik Adamson (1891–1946)

Chiese uno, Küsis üks
Origine: In Mulgimaa, 1919; in Poeti estoni, a cura di Margherita Guidacci e Vello Salo, Edizioni Abete, Roma, 1973, p. 77.

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“Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi – allora andate al diavolo!”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da un messaggio in occasione della costruzione di una biblioteca su invito di un prestigioso editore americano, 1° maggio 1936.
Origine: Il lato umano, p. 98

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“Di tre cose fa il diavolo insalata, | Di lingue d'Avvocati, e delle dite | De' Notari, la terza è riservata.”

Pietro Nelli (1672–1740) pittore italiano morto nel 1740

I, IX
Satire, Peccadigli degli Avvocati
Variante: Di tre cose fa il diavolo insalata,
Di lingue d’Avvocati, e delle dite
De’ Notari, la terza è riservata.
Origine: Citato in Harbottle, p. 288.

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“Il blues è la musica del diavolo e noi i suoi figli.”

Walter Mosley (1952) scrittore statunitense

Origine: La musica del diavolo, p. 124

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“Donne: diavoli senza i quali la vita sarebbe un inferno.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 13

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“È un patto col diavolo, spiegarlo è facile | scrivo i miei testi migliori con gli occhi pieni di lacrime.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Non basterebbe, n. 5

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“Il potere del diavolo è la morte, il peccato e una cattiva coscienza, attraverso cui egli comanda.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 182

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“E nel nome di Maria | tutti i diavoli da questa pentola | vadano via.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Le nuvole

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“Il diavolo non ha al suo arco frecce che vadano dritto al cuore più di una bella voce.”

George Gordon Byron (1788–1824) poeta e politico inglese

Origine: Citato in Leggendo qua e là..., La settimana enigmistica, N. 4370, p. 4.

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“Cruijff? Può andare al diavolo. Sta diventando vecchio e non ha avuto la forza di continuare la sua carriera da allenatore. Credo che lui e Guardiola possano andare in un ospedale psichiatrico, seduti a giocare a carte, farebbero un favore al Barcellona. Cruijff ha detto che Ibra è più adatto al calcio italiano, perché non ha detto che non era adatto a quello spagnolo prima di comprarlo?”

Mino Raiola (1967) procuratore sportivo italiano

Origine: Da Expressen, citato in Tancredi Palmeri; Il blob della settimana Balotelli, i razzisti e Cassano http://www.gazzetta.it/Calcio/22-11-2010/-blob-settimana-711900197322.shtml, Gazzetta.it, 22 novembre 2010.

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“Lo spirito di tristezza viene dal diavolo, che ci invidia la gioia.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 107

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“La crisi ha mostrato, ancora una volta, e forse per l'ultima volta, i limiti dell'Unione europea, la mancanza di una strategia comune e le risposte frammentarie. La governance dell'Europa funziona in modo ottimale quando si tratta di imporre dure misure di austerità o per salvare il sistema bancario, ma è quasi inesistente quando si affronta una catastrofe umana come questa. Insomma, i nostri alleati distruggono e poi chiudono le frontiere, lasciando nei guai Italia e la Grecia: complimenti! L'Unione europea è già morta, è rimasta solo una struttura finanziaria che si occupa di inflazione e tassi di interesse, un regime che impone povertà, disoccupazione e distruzione dei diritti alle popolazioni del continente, per gli interessi di potentati finanziari e commerciali. Questa è oggi l'Europa: un esperimento fallito e fallimentare, in cui Renzi, nonostante i teatrini di facciata e le finte risse con i vari leader europei, non conta assolutamente nulla. Lui può muoversi solamente entro i paletti che le lobby che lo sostengono gli hanno imposto: quando li tradirà, sarà fatto fuori anche lui. Al Consiglio europeo, Renzi parlerà come uno zombie e quello che si diranno non interessa più a nessuno, perché il popolo italiano non è più disposto a prendere ordini da chi ha definitivamente venduto la sua anima al diavolo. La vostra storia politica è già finita, rendetevene conto e fate spazio a chi difende gli interessi del popolo italiano: in fondo, lo sapete anche voi, è solo questione di tempo.”

Manlio Di Stefano (1981) politico italiano

Origine: Citato in XVII Legislatura – Camera dei deputati – Assemblea – Seduta n. 591 di mercoledì 16 marzo 2016 – Resoconto stenografico dell'Assemblea. Roma, 16 marzo maggio 2016.

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“La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: La morte nel mondo è entrata per l'invidia del diavolo http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/santa-marta-29624/, Vatican Insider, 12 novembre 2013

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“Ciò che si fa a propria discrezione […] è per il diavolo.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 72

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“Per una cattolica, il male assoluto è il diavolo, non è il fascismo.”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

Citazioni tratte da interviste

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“Il rock è sempre stato la musica del diavolo.”

David Bowie (1947–2016) cantante britannico

Rock has always been the devil's music.

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“Considerare il diavolo un partigiano del Male e l'angelo un combattente del Bene significa accettare la demagogia degli angeli. La faccenda, in realtà, è più complessa.
Gli angeli sono partigiani non del Bene, ma della creazione divina. Il diavolo, invece, è colui che nega al mondo divino un senso razionale.
Come si sa, angeli e demoni si spartiscono il dominio del mondo. Tuttavia, per il bene del mondo non occorre che gli angeli abbiano il sopravvento sui demoni (come credevo quando ero bambino), ma che i poteri degli uni e degli altri siano all'incirca in equilibrio. Se nel mondo c'è un eccesso di senso incontestabile (dominio degli angeli), l'uomo soccombe sotto il suo peso. Se il mondo perde tutto il suo senso (dominio dei demoni), è altrettanto impossibile vivere.
Le cose che vengono private di colpo del loro senso presunto, del posto assegnato loro nel preteso ordine delle cose (un marxista formatosi a Mosca che crede agli oroscopi), provocano in noi il riso. All'origine, il riso appartiene dunque al diavolo. Vi è in esso qualcosa di malvagio (le cose si rivelano di colpo diverse da come volevano farci credere di essere), ma anche una parte di benefico sollievo (le cose sono più leggere di come apparivano, ci lasciano vivere più liberamente, smettono di opprimerci con la loro austera serietà).
Quando l'angelo udì per la prima volta il riso del maligno, restò sbalordito. Accadde durante un banchetto, la sala era gremita e i presenti durino conquistati uno dopo l'altro dal riso del diavolo, che era contagioso. L'angelo capiva benissimo che quel riso era diretto contro Dio e contro la dignità della sua opera. Sapeva di dover reagire subito, in un modo o nell'altro, ma si sentiva debole e inerme. Non riuscendo a inventare niente di nuovo, scimmiottò il suo rivale. Aperta la bocca, emise un suono intermittente, spezzato, alle frequenze più alte del suo registro vocale […], ma dandogli un significato opposto: Mentre il riso del diavolo alludeva all'assurdità delle cose, l'angelo, col suo grido, voleva rallegrarsi che tutto, quaggiù, fosse ordinato con ragione, ben concepito, bello, buono e pieno di senso.
Così l'angelo e il diavolo si fronteggiavano e, mostrandosi l'un l'altro la bocca spalancata, emettevano all'incirca lo stesso suono, ma ciascuno esprimeva col suo clamore cose radicalmente opposte. E il diavolo guardava l'angelo ridere e rideva ancora di più, ancora meglio e con più gusto, perché l'angelo che rideva era infinitamente comico.
Un riso ridicolo è un fallimento. Ciò non toglie che gli angeli abbiano ottenuto comunque un risultato. Ci hanno ingannati tutti con un'impostura semantica. Per indicare sia la loro imitazione del riso, sia il riso originale (quello del diavolo), c'è una parola sola. Ormai non ci rendiamo nemmeno più conto che la stessa manifestazione esteriore nascoste due atteggiamenti interiori assolutamente opposti. Esistono due tipi di riso e noi non abbiamo parole per distinguerli l'un l'altro.”

The Book of Laughter and Forgetting

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“[Su Anne Hathaway] Qualcuno l'ha paragonata a Audrey Hepburn. Purtroppo i duelli sono fuorilegge, così mi limito a ricordare che Audrey pare pronta per un party anche quando in Colazione da Tiffany apre la porta a George Peppard appena scesa dal letto e con i tappi nelle orecchie. La povera Anne anche quando nella seconda parte di Il diavolo veste Prada è rivestita di abiti firmati ha l'eleganza di una anziana profuga uzbeka appena uscita da un Centro Caritas.”

Tommaso Labranca (1962–2016) scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Profumo, 2008
Collateral
Variante: Qualcuno l’ha paragonata a Audrey Hepburn. Purtroppo i duelli sono fuorilegge, così mi limito a ricordare che Audrey pare pronta per un party anche quando in Colazione da Tiffany apre la porta a George Peppard appena scesa dal letto e con i tappi nelle orecchie. La povera Anne anche quando nella seconda parte di Il diavolo veste Prada è rivestita di abiti firmati ha l'eleganza di una anziana profuga uzbeka appena uscita da un Centro Caritas. (Profumo)

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