Frasi su epoca
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“Pian piano scivolo dentro un film in bianco e nero dove affiorano i fantasmi dell'epoca. Le atomiche che esplodono in Russia e in America. Un' altra atomica che deflagra in tutto il mondo: Rita Hayworth. La Dama Bianca ci ruba Fausto Coppi. La senatrice Merlin chiude i casini. Le extrasistole delle platee maschili per le calze nere di Silvana Mangano in «Riso amaro.»”

Luca Goldoni (1928) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Guidavo col punta-tacco e sognavo la Hayworth https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/novembre/17/Guidavo_col_punta_tacco_sognavo_co_9_051117126.shtml, Corriere della Sera, 17 novembre 2005, p. 59.

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“A Ulisse, personaggio pagano interpretato dal cristiano Dante, nel suo libero e coraggioso vagare su una superficie orizzontale, manca la spinta ideale verso l'alto. Quando l'asse verticale e le sue coordinate spaziali gli si presentano alla fine della vita (il «turbo», «la montagna bruna e alta quanto veduta non avea alcuna»), il loro significato resta per lui incomprensibile e il movimento della nave dall'alto verso il basso, causa della sua morte gli viene imposto da una forza che egli non è in grado di riconoscere. Al contrario per Dante personaggio ad essere imposto da una realtà terrena che gli appare caotica e catastrofica e della quale gli sfugge il significato non negativo di profonda trasformazione di un'epoca di trapasso, è il movimento secondo l'asse orizzontale: la partenza da Firenze, il vagare di corte in corte, la proibizione di fare ritorno. Lo slancio verso l'alto, il suo movimento lungo l'asse verticale, è strettamente legato all'esperienza tutta terrena del movimento orizzontale imposto dall'esilio che a Dante personaggio minacciosamente si prepara – come parte della sua missione e del suo grande destino – e che Dante autore vive durante la stesura della Commedia: immane sforzo per ristabilire, in un tentativo «a cui  pongono mano cielo e terra», quell'equilibrio che rendeva l'uomo parte integrante di un'armonica costruzione cosmica e insieme mezzo per sollevarsi al di sopra del caos di un mondo fortemente squilibrato e diviso nella divina perfezione dell'Empireo.”

Jurij Michajlovič Lotman (1922–1993) linguista e semiologo russo

da Testo e contesto: semiotica dell'arte e della cultura, a cura di Simonetta Salvestroni, Laterza, Roma-Bari, 1980.
Origine: Citato in A. Tocco, G. Domestico, A. Maiorano e A. Palmieri, Parole nel tempo, [Testi, contesti, generi e percorsi attraverso la letteratura italiana, 1A, Dalle origini al Trecento], Loffredo Editore, Napoli, p. 345. ISBN 978887564209-9

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“Il centromediano metodista era l'uomo che giocava sul centravanti avversario e una volta riconquistata la palla impostava l'azione. Nel metodo era il difensore centrale e quando il metodo è stato abbandonato, il nome è rimasto. In Brasile, paese che ha sempre avuto antipatia nel copiare i nomi dei ruoli da altri paesi (lateral invece che terzino, punta direita, invece che ala destra, punta de lança invece che trequartista, eccetera) il metodista è stato chiamato volante. E giustamente visto che il vero metodista era l'ultimo difensore, mentre il volante gioca davanti alla difesa. Il più grande tra i metodisti è stato sicuramente Luisito Monti […]. Altro grande metodista dell'epoca fu l'uruguagio Andrelo che giocava nel Bologna. Nei volanti sicuramente il più bravo va ricercato tra i brasiliani. Tra quelli che ho visto giocare sicuramente il più grande è stato Clodoaldo, che vinse il mondiale del 1970 in Messico. Questa mia impressione è stata rafforzata dalle testimonianze di chi l'ha diretto (Zagalo), da chi ci ha giocato assieme (Tostão, Rivelino e Gérson) e da chi l'ha avuto come avversario (Sandro Mazzola). Basti dire che Clodoaldo nel 1970 aveva venti anni e "comandava" una squadra dove c'erano autentici fenomeni quali Alberto Carlos, Jairzinho, Gérson, Tostão, Pelé e Rivelino.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Con data
Origine: Da Il fenomeno che a 20 anni dava ordini a Pelé http://www.francorossi.com/2004/08/il-fenomeno-che-a-20-anni-dava-ordini-a-pele/, Francorossi.com, 9 agosto 2004.

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“[Riferendosi al suo periodo al Brescia] Quando Roby si allenava, dava sempre tutto. Sembrava sempre un ragazzino, ed io lo invidiavo. In quel periodo faceva da chioccia a molti di noi. Diceva sempre, per ogni problema o consiglio, io sono qui… All'epoca ero giovane, ed a volte capitava che mi alzavo dal letto con zero voglia di allenarmi. Capitò un periodo in cui fallivo molte occasioni da goal. La porta non la vedevo proprio. Un giorno Roby, in allenamento, mi vide giù di morale, si avvicinò a me e disse: Luca, nel calcio capitano quei momenti, non ti abbattere, se posso darti un consiglio, quando sei davanti alla porta, prima di tirare, con l'occhio guarda per un secondo il portiere. Sembra una stronzata, ma in quel momento capisci che intenzioni ha. Ricordati che la porta è di sette metri, ed il portiere occupa solo un settimo dello specchio… A fine allenamento, rimaniamo a fare un po' di uno contro uno con il portiere. Parto prima io e poi tu. Guardami però, così vedi un po' quello che faccio io… Non sto qui a raccontarvi che lui fece sempre goal. Da lì però imparai ad essere più calmo, e da quel giorno anche grazie a Roberto, non mi sono più fermato.”

Luca Toni (1977) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, citato in Luca Toni racconta Roberto Baggio http://hellaslive.it/news/luca-toni-racconta-roberto-baggio/, HellasLive.it, 25 gennaio 2016.

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“[Sul Neorealismo] […] quella di Sciuscià e di Paisà fu un'epoca sciagurata. Grazie a Dio quei film sono spariti. Per fortuna sono rimasti in pochi a commuoversi per i lustrascarpe.”

Riccardo Freda (1909–1999) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Leonardo Autera, Tavernier: a 84 anni Freda farà rinascere D'Artagnan https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/10/Tavernier_anni_Freda_fara_rinascere_co_0_9307104323.shtml?refresh_ce-cp, Corriere della Sera, 10 luglio 1993, p. 27.

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“Che cos'è l'Ottocento? Un'epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si voleva soltanto per un'ora o due. Nella quale si costruirono più chiese che in tutta la precedente storia del paese, e a Londra una casa su sessanta era un bordello (la proporzione moderne sarebbe pressappoco una su seimila). Nella quale la santità del matrimonio (e della castità prematrimoniale) era esaltata da ogni pulpito, in tutti gli editoriali e nei pubblici comizi, e grandi personaggi pubblici - dal futuro re in giù - conducevano una vita assolutamente scandalosa. Nella quale venne gradatamente umanizzato il sistema penale, e la flagellazione era talmente diffusa che un francese cercò seriamente di dimostrare che il marchese De Sade doveva essere d'origine inglese. Nella quale il corpo femminile era più che mai celato agli occhi indiscreti, e i meriti degli scultori erano valutati in base alla loro capacità di scolpire donne nude. Nella quale non esiste un romanzo, una commedia o una poesia di un certo livello letterario che si spinga oltre la sessualità di un bacio […], mentre la popolazione di opere pornografiche raggiungeva un livello mai superato. Nella quale non si nominavano mai le funzioni escretorie, e le condizioni igieniche erano ancora talmente primitive […] che dovevano esserci poche case e poche strade che non le ricordassero in continuazione. Nella quale si sosteneva all'unanimità che le donne non hanno orgasmo, e si insegnava a ogni prostituta come simularlo. Nella quale ci furono progressi enormi in tutti gli altri settori dell'attività umana, e soltanto tirannide nel più personale e fondamentale”

The French Lieutenant's Woman

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“Per Wallander la vita era un succedersi di problemi pratici che dovevano essere risolti, allo stesso tempo sapeva di non aveva la capacità di migliorare la propria esistenza o quella di altri con formule filosofiche. E non si era mai lamentato di vivere nell'epoca che il caso o il destino gli avevano assegnato. Si nasce quando si nasce e si muore quando viene la nostra ora, e questi per Wallander erano i limiti dell'esistenza. Ma in quella notte passata insieme a Baiba Liepa in quella gelida chiesa fu costretto a guardare dentro se stesso come non aveva mai fatto prima. Durante quella notte interminabile si rese conto che la ricca Svezia non era il mondo e che quelle che fino ad allora aveva considerato delle difficoltà apparivano insignificanti se paragonate al terrore con cui Baiba Liepa doveva vivere giorno dopo giorno. Quella notte il ricordo del massacro di cui era stato testimone lo colpì con tutta la sua violenza. Quello a cui aveva assistito none era stato un incubo, le armi erano armi vere e le pallottole che avevano brutalmente interrotto delle vite umane erano pallottole vere. Si chiese se il supplizio peggiore al quale un essere umano potesse essere condannato fosse una paura senza fine. Improvvisamente, il nostro è diventato il tempo della paura, pensò. Questa è l'epoca in cui io vivo ed è solo adesso che me ne rendo conto.”

The Dogs of Riga

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“A certe latitudini c’è un arco di tempo che precede e segue il solstizio d’estate, poche settimane appena, in cui il crepuscolo diventa lungo e azzurro. […] Passi davanti a una vetrina, t’incammini verso Central Park e ti trovi a nuotare nell’azzurro: la luce è azzurra, e nel giro di un’ora questo azzurro s’infittisce, diventa più intenso proprio mentre si oscura e sbiadisce, infine si avvicina all’azzurro delle vetrate in una giornata limpida a Chartres, o all’azzurro dell’effetto Čerenkov, prodotto dalle radiazioni elettromagnetiche nelle barre di combustibile nucleare immerse nell’acqua. I francesi chiamavano questo momento del giorno «l’heure bleue». Per gli inglesi era «the gloaming», l’imbrunire. La parola stessa è densa di echi e riverberi – l’imbrunire, il crepuscolo, il tramonto – parole che evocano immagini di persiane che si chiudono, giardini che si oscurano, fiumi con argini d’erba che scivolano nell’ombra. Durante il periodo delle notti azzurre pensi che la fine del giorno non arriverà mai. Quando le notti azzurre volgono al termine (e finiranno, e finiscono) provi un brivido improvviso, un timore di ammalarti, nel momento stesso in cui te ne accorgi: la luce azzurra se ne sta andando, le giornate si son già fatte più corte, l’estate è finita. Questo libro si intitola «Notti azzurre» perché all’epoca in cui lo iniziai i miei pensieri erano sempre più concentrati sulla malattia, sulla fine della promessa, l’affievolirsi dei giorni, l’inevitabilità della dissolvenza, la morte del fulgore. Le notti azzurre sono l’opposto della morte del fulgore, ma ne sono anche l’annuncio.”

Blue Nights

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“Dunque," mormorò, "secondo lei le feste natalizie sono un'epoca poco favorevole ai delitti."
"E' quel che penso."
"Perché?"
"Perché?" Johnson parve un pò perplesso. "Perché, come ho detto, c'è un senso diffuso di allegria, di buona volontà… di buoni pranzi…"
"Come siete sentimentali, voi inglesi!"
"Bé, e anche se fosse così, che male ci vede? E' forse un male amare le tradizioni, le vecchie feste?"
"Oh no, nessun male, anzi è una cosa molto poetica! Ma esaminiamo i fatti. Lei ha detto che Natale è un'epoca di buoni pranzi. Questo significa che in questi giorni si mangia e si beve troppo… Per conseguenza… indigestioni, e all'indigestione si accompagna spesso una speciale irritabilità del carattere."
"Ma i delitti non vengono commessi per irritabilità."
"uhm! Non ne sono troppo sicuro… Ma partiamo anche da un altro punto di vista. A Natale impera lo spirito di "buona volontà". Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la pace… Sia pure provvisoriamente, le famiglie che sono state separate per tutto l'anno si raccolgono ancora una volta. In queste occasioni, amico mio, deve ammettere che i nervi possono venir sottoposti a dura prova. Persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C'è in essi molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia pour le bon motif, ma sempre ipocrisia."
"Bé… io non presenterei le cose in questo modo," disse Johnson con aria dubbiosa.
Poirot gli sorrise.
"No, no, sono io che le presento così… e che sostengo come lo sforzo per essere buoni e amabili crei un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno naturale, e, presto o tardi, la caldaia scoppierà provocando un disastro."
Il colonnello Johnson guardò il piccolo belga.
"Non riesco mai a capire quando parla sul serio e quando si sta burlando di me."
"Non parlo sul serio, no!" disse Poirot ridendo. "Nemmeno per sogno. Ma sostengo che condizioni artificiali di vita finiscono sempre con una naturale reazione.”

Hercule Poirot's Christmas

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“Anni fa, Blanche sarebbe stata considerata carina, ma in epoca non posteriore al Pleistocene. Per suo marito Leon, comunque, lei è "la più bella creatura al mondo a parte Ernest Borgnine."”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Effetti collaterali (Side Effects), Un destino avverso

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“La signorina de Bauret si sentiva portata alle lettere e alle arti, ma la sua cultura letteraria aveva come punto di partenza la fine del XIX secolo: in una parola non esisteva. La ragazza vedeva e spiegava il cosmo attraverso le manie di qualche autore alla moda; per esempio credeva sinceramente che, bambino, l'uomo è innamorato della madre; o, se qualcuno confessava d'aver avuto voglia di spingere un passante sotto il tram, ella diceva: "Avete letto troppe volte le Nourritures terrestres"; al che l'altro spalancava tanto d'occhi, ignorando, beninteso, perfino il titolo del libro. Proclamava che un pagliaccio del cinema a nome Charlot era un genio. Quando si abbandonava a una fantasticheria, la chiamava "monologo interiore". Quando de Coantré le diceva che lo zio Octave non voleva guardare in faccia la realtà, ella traduceva nel suo gergo: "Non vuol sottomettersi all'oggetto". Eccetera. A venticinque anni tale infantilismo spirituale le conferiva quella sorta d'imbecillità caratteristica del sedicenne che comincia a studiare filosofia e scopre l'anima umana e l'umano pensiero nei manuali di Paulin Malapert. Inutile dire che in politica la signorina de Bauret aveva idee progressiste. L'autentica tara della signorina de Bauret, tara in parte dell'età e in parte dell'epoca, consisteva nel fatto che per lei novità era sinonimo di valore. È questo un indice sicuro di barbarie.”

Origine: Gli scapoli, pp. 88-89

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“Il popolo coreano ha lottato per più di venti anni per l'unificazione del paese e contro l'occupazione della Corea del sud da parte dell'imperialismo yankee. La rivoluzione coreana è parte del movimento rivoluzionario internazionale e la lotta rivoluzionaria del popolo coreano si sviluppa dentro la lotta comune dei popoli di tutto il mondo per la pace, la democrazia l'indipendenza nazionale e il socialismo. Il popolo coreano lotta per completare la sua causa di liberazione nazionale e, nello stesso tempo, compie tutti gli sforzi per accelerare lo sviluppo generale del movimento rivoluzionario internazionale. Il nostro popolo solidarizza con tutte le forze che si oppongono all'imperialismo nordamericano ed appoggia senza sosta la lotta dei popoli di tutti i paesi contro l'imperialismo yankee. Noi consideriamo questo come un fattore importante per il trionfo della rivoluzione coreana. L'imperialismo è una forza in agonia la cui epoca è ormai tramontata e la lotta per la libertà dei popoli è una forza nuova che aspira al progresso dell'umanità. Sebbene si possano incontrare numerose difficoltà, ostacoli e contrattempi sulla strada della lotta per la liberazione dei popoli, la disfatta dell'imperialismo e il trionfo di questa lotta è una legge dello sviluppo della storia, che non si può impedire. Sebbene gli imperialisti, ammaestrati dall'imperialismo yankee, facciano sforzi disperati per frenare la sempre pili vasta lotta di liberazione dei popoli, questo non è altro che l'ultimo delirio dei condannati alla rovina. Quanto più gli imperialisti nordamericani si disperano, tanto più peggiorano la situazione. L'imperialismo yankee va tramontando e il suo destino è uguale a quello del sole di ponente. Gli imperialisti nordamericani saranno cacciati sicuramente dall'Asia, dall'Africa e dall'America latina, grazie alla lotta di liberazione dei popoli. La grande causa rivoluzionaria antimperialista dei popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America latina è invincibile.”

Kim Il-sung (1912–1994) politico nordcoreano
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“Ho iniziato a giocare a pallone nella mia città, Catanduva, all'età di dieci anni. Seguivo mio fratello che ne aveva cinque più di me e quindi mi sono sempre confrontato con giocatori più grandi, grossi ed esperti. Facevo l'attaccante all'epoca e, sì, di botte ne ho prese un bel po', ma così ho imparato a essere veloce e abile nel dribbling, doveva essere più difficile prendermi.”

Alex Sandro Lobo Silva (1991) calciatore brasiliano

Citazioni di Alex Sandro
Origine: Citato in Guido Vaciago, Alex Sandro: «Juventus, odio perdere! Anche alla Play... Dybala alla Neymar» http://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2016/02/12-8396419/esclusivoalex_sandro_juventus_odio_perdere_anche_alla_play_dybala_alla_neymar, Tuttosport.com, 12 febbraio 2016.

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“La Chiesa all'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione.”

appendice II; p. 93
Contro il metodo
Origine: Citato in Antonio Carioti, Quella citazione di Feyerabend l'epistemologo che smitizzò Galileo http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_16/feyerabend_galileo_galilei_1f7f4b4c-c3ff-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml, Corriere.it, 16 gennaio 2008.

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“[…] l'epoca bizantina è un'epoca d'anonima corruzione, senza nulla d'eroico.”

Origine: La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, p. 352

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“Gli elettori di Marine Le Pen sperano nel ritorno a un'epoca che non esiste più, e che non potrà mai più tornare. Il mondo interconnesso è una realtà irreversibile.”

Jacques Attali (1943) economista, saggista e banchiere francese

Origine: Da un'intervista di Stefano Montefiori, Attali: ho scoperto io Macron e ora vi svelo come governerà http://www.corriere.it/esteri/presidenziali-francia/notizie/attali-l-ho-scoperto-ioe-ora-vi-svelo-comegovernera-emmanuel-4fe11bb4-2866-11e7-b6aa-7d1d46c4746d.shtml, Corriere.it, 24 aprile 2017.

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“Lierna e Pigreco sono due capolavori: la loro presenza diventa il primo manifesto di un'epoca.”

Dino Gavina (1922–2007) imprenditore e editore italiano

Origine: Citato in Renzo Orsini, Dino Gavina: ultrarazionale, ultramobile, Compositori, 1998, p. 164. ISBN 88-7794-137-5

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“In questi ultimi anni certi paesi hanno visto lo scacco del socialismo, rimpiazzato sempre più dal capitalismo, tragico avvenimento provocato dal complotto degli imperialisti e dei socialdemocratici contemporanei. L’anno scorso l’Unione Sovietica si è sciolta dopo 69 anni di esistenza.
I socialdemocratici contemporanei, imbrogliati dalla strategia di «evoluzione pacifica» degli imperialisti, hanno astiosamente denigrato il socialismo, tacciandolo di società burocratizzata e sostenendo che il capitalismo procuri libertà e democrazia alla gente. Però non v’è un briciolo di libertà o di democrazia autentica nei paesi in cui il capitalismo è stato restaurato. Nella vecchia Unione Sovietica o in altri paesi d’Europa in cui il capitalismo è stato restaurato, se esiste, la libertà consiste soltanto, per i ricchi, nel vivere lautamente e nel riempirsi le tasche e, per i poveri, nel vagare per le strade in cerca d’un mezzo di sostentamento. Si vedono moltiplicarsi senza posa i disoccupati, persone che non esistevano all’epoca del socialismo, il prezzo delle merci salire alle stelle e il livello di vita della popolazione cadere. La gente ha nostalgia della vita ai tempi del socialismo e manifesta per strada contro la politica dei governi attuali.”

Kim Jong-il (1941–2011) dittatore nordcoreano

Origine: Cementiamo l'unità monolitica ed esaltiamo la coscienza del valore della nazione coreana, colloquio coi dirigenti del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea (4 febbraio 1992)

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“L’eterosessualità non è solo, come dimostra Wittig, un regime di governo, ma anche una politica del desiderio. La specificità di questo regime è che si incarna in quanto processo di seduzione e dipendenza romantica tra agenti sessuali “liberi”. […]
L’eterosessualità necropolitica è una pratica di governo che non è imposta da coloro che governano (gli uomini) a coloro che sono governati (le donne), ma si fonda piuttosto su un’epistemologia che fissa le definizioni e le rispettive posizioni degli uomini e delle donne attraverso una regolazione interna.
Questa pratica di governo non prende la forma di una legge, ma la forma di una norma non scritta, di una trasgressione di gesti e codici che hanno per effetto quello di stabilire nella pratica della sessualità una divisione tra ciò che può e non può essere fatto. Questa forma di servitù sessuale si basa su un’estetica della seduzione, su una stilizzazione del desiderio e su una dominazione costruita storicamente e codificata erotizzando la differenza del potere e perpetuandola. Questa politica del desiderio è precisamente ciò che mantiene in vita l’ancien régime sesso-genere, nonostante tutti i processi legali di democratizzazione e di empowerment delle donne. Questo regime eterosessuale necropolitico è degradante e distruttivo quanto lo erano il vassallaggio e la schiavitù nell’epoca dell’illuminismo.”

Paul B. Preciado (1970) filosofa spagnola
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“Lo scià era stato un despota a tratti illuminato e innovatore, a tratti incline alla repressione e ignaro della rivolta che covava tra i sudditi. Aveva regnato trentasette anni e anche lui aveva fatto la sua Rivoluzione bianca. In particolare una riforma agraria che non aveva colpito troppo i latifondisti. A restituirgli il trono travolto da un'insurrezione popolare, nel 1953, era stata la Cia. Non gli erano poi mancati gli ossequi di mezzo mondo. Ossequi di un'intensità proporzionata alla produzione petrolifera della Persia. Persia era il nome che lo scià preferiva per il suo paese. Lo voleva storicamente collegato all'epoca preislamica. La protezione della superpotenza americana gli era garantita. Migliaia di esperti militari venuti dagli Stati Uniti erano la prova concreta che per questi ultimi la Persia di Pahlevi era il migliore alleato nella regione, insieme a Israele. L'idea di poter essere scalzato dai religiosi non l' aveva forse mai sfiorato. Lui aveva seguito le orme del padre, umiliandoli in più occasioni. Reza scià, il genitore, aveva destituito la vecchia dinasta Qajar e si era proclamato imperatore nel 1925, quando era un semplice ufficiale venuto dalla gavetta. Imitando il turco Ataturk, suo grande ispiratore, entrava a cavallo nelle moschee per dimostrare in quale conto tenesse la religione e i religiosi. Cosi aveva fondato una nuova dinastia, quella dei Pahlevi, giudicati dei parvenus da chi poteva vantare un antico sangue reale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“In questo momento, mia cara Miledy, interpreto la vostra amicizia, poiché mi scrivete ogni cosa, mentre che tutti i miei corrispondenti si, vedendo la mia inutilità e temendo di compromettersi. Io però spero che la mia buona amica Emma non mi affatto, benché io sia rilegata a Palermo. Ciò farà epoca. Dal canto mio non crediate affatto che non abbia voluto venire per qualche motivo, o capriccio. Vi sono stata indotta da più ragioni. D'altra parte non volendomi nessuno ho temuto far torto all'affetto ed all'entusiasmo che il re ispirerà, e che non è l'istesso per me. Infine, mille motivi di prudenza m'han fatto una legge che mi addolora grandemente. Continuerò a profittare della vostra amicizia, indirizzandovi le mie differenti lettere e ordinando agli altri che ve le portassero da parte mia. Voglio augurarmi che le cose s'accomoderanno col cardinale ma prevedo delle tempeste ed allora mi rimpiangeranno. Infine, il mio cuore trabocca ed avrei molto a dirvi. Addio, mia cara Miledy, compiangetemi e non mi dimenticate. Vi scongiuro farmi sapere tutte le cose che succederanno.
Credetemi di cuore e per la vita la vostra affettuosa e riconoscente amica — Carolina.”

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1752–1814) regina consorte di Napoli e Sicilia, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie

dalla lettera del 2 luglio 1799, pp. 91-92
Carteggio di Maria Carolina Regina delle due Sicilie con Lady Emma Hamilton