Frasi su fato

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema fato, vita, cuore, amore.

Frasi su fato

Franco Battiato photo
Léopold Sédar Senghor photo
Stephen King photo
Ugo Foscolo photo
Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
Anaïs Nin photo
Gabriele d'Annunzio photo
Jeremy Bentham photo
Ayn Rand photo

“Chiamatelo fato o ironia, ma sono nata, tra tutti i Paesi della Terra, in quello meno adeguato per una sostenitrice dell'individualismo.”

Ayn Rand (1905–1982) scrittrice, filosofa e sceneggiatrice statunitense

da Ayn Rand: A Sense of Life di Alan Paxton, Gibbs Smith, Layton 1998

Vladimir Vladimirovič Nabokov photo

“Da qualche parte, dietro la baracca di Bill, una radio accesa dopo il lavoro aveva cominciato a cantare di fato e di follia, e lei era lì, con la sua bellezza distrutta, le mani strette e le vene in rilievo, da adulta, e le braccia bianche con la pelle d'oca, e le orecchie appena concave, e le ascelle non rasate, era lì (la mia Lolita!), irrimediabilmente logora a diciassette anni, con quel bambino che già sognava, dentro di lei, di diventare un pezzo grosso e di andare in pensione intorno al 2020 – e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo. Di lei restava soltanto il fievole odor di viole, l'eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo, con grida così forti; un'eco sull'orlo di un precipizio fulvo, con un bosco lontano sotto il cielo bianco, e foglie marrone che soffocano il ruscello, e un solo ultimo grillo fra le erbacce secche… ma grazie a Dio io non veneravo soltanto quell'eco. Ciò che solevo vezzeggiare fra i tralci intricati del mio cuore, mon grand péché radieux, si era ridotto alla propria essenza; il vizio sterile ed egoista, quello lo cancellai e lo maledissi. Potete anche schernirmi e minacciare di far sgombrare l'aula, ma finché non sarò imbavagliato e mezzo strangolato urlerò la mia povera verità. Insisto perché il mondo sappia quanto amavo la mia Lolita, quella Lolita, pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro, ma sempre con gli occhi grigi, sempre con le sopracciglia fuligginose, sempre castano e mandorla, sempre Carmencita, sempre mia; Changeons de vie, ma Carmen, allons vivre quelque part où nous ne serons jamais séparés; Ohio? Le plaghe desolate del Massachussets? Non importa, anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato… anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua giovane voce rauca, Lolita mia.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

1993

Antonin Artaud photo
Novalis photo
Michail Jurjevič Lermontov photo
Nereo Rocco photo

“[Su Dino Sani] Gavemo comprà un impiegà del catasto. Gipo nostro ga fato rimpatriar el nonno.”

Nereo Rocco (1912–1979) allenatore di calcio e calciatore italiano

p. 89

Nereo Rocco photo
David Herbert Lawrence photo
Christopher Paolini photo
Helen Keller photo
Giacomo Leopardi photo
Friedrich Hölderlin photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“Non credo che il fato colpisca gli uomini qualunque cosa facciano, ma credo che il fato li colpisca a meno che essi non facciano qualcosa.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da The illustrated London news, 29 aprile 1922.

Giorgia Meloni photo

“[Alle elezioni europee del 2014] Berlusconi credo che non farà un risultato straordinario, sarà sotto il 20%. Penso che Berlusconi debba avere il coraggio di lasciare il testimone ad un'altra generazione già da diverso tempo. L'ho anche detto, l'ho dimostrato. Ho fatto le mie scelte per questo. alla fine vincerà Renzi di misura.”

Giorgia Meloni (1977) politica e giornalista italiana

Origine: Dalla trasmissione radiofonica Mix24, Radio24; citato in Fdi, Meloni: "Berlusconi deve lasciare il testimone" http://www.liberoquotidiano.it/news/11616711/Fdi--Meloni---Berlusconi.html, LiberoQuotidiano.it, 19 maggio 2014.

Rayden photo
Susanna Tamaro photo
Giacomo Leopardi photo

“XVIII ALLA SUA DONNA                Cara beltà che amore             Lunge m’inspiri o nascondendo il viso,             Fuor se nel sonno il core             Ombra diva mi scuoti,         5  O ne’ campi ove splenda             Più vago il giorno e di natura il riso;             Forse tu l’innocente             Secol beasti che dall’oro ha nome,             Or leve intra la gente       10  Anima voli? o te la sorte avara             Ch’a noi t’asconde, agli avvenir prepara?                Viva mirarti omai             Nulla spene m’avanza;             S’allor non fosse, allor che ignudo e solo       15  Per novo calle a peregrina stanza             Verrà lo spirto mio. Già sul novello             Aprir di mia giornata incerta e bruna,             Te viatrice in questo arido suolo             Io mi pensai. Ma non è cosa in terra       20  Che ti somigli; e s’anco pari alcuna             Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,             Saria, così conforme, assai men bella.                Fra cotanto dolore             Quanto all’umana età propose il fato,       25  Se vera e quale il mio pensier ti pinge,             Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora             Questo viver beato:             E ben chiaro vegg’io siccome ancora             Seguir loda e virtù qual ne’ prim’anni       30  L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse             Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;             E teco la mortal vita saria             Simile a quella che nel cielo india.                Per le valli, ove suona       35  Del faticoso agricoltore il canto,             Ed io seggo e mi lagno             Del giovanile error che m’abbandona;             E per li poggi, ov’io rimembro e piagno             I perduti desiri, e la perduta       40  Speme de’ giorni miei; di te pensando,             A palpitar mi sveglio. E potess’io,             Nel secol tetro e in questo aer nefando,             L’alta specie serbar; che dell’imago,             Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.       45     Se dell’eterne idee             L’una sei tu, cui di sensibil forma             Sdegni l’eterno senno esser vestita,             E fra caduche spoglie             Provar gli affanni di funerea vita;       50  O s’altra terra ne’ superni giri             Fra’ mondi innumerabili t’accoglie,             E più vaga del Sol prossima stella             T’irraggia, e più benigno etere spiri;             Di qua dove son gli anni infausti e brevi,       55  Questo d’ignoto amante inno ricevi.”

Canti: Poems / A Bilingual Edition

Vladimir Vladimirovič Nabokov photo

“Ho notato spesso che siamo inclini a dotare i nostri amici della stabilità tipologica che nella mente del lettore acquistano i personaggi letterari. Per quante volte possiamo riaprire, non troveremo mai il buon re che fa gazzarra e picchia il boccale sul tavolo, dimentico di tutte le sue pene, durante un'allegra riunione con tutte e tre le figlie e i loro cani da compagnia. Mai Emma si riavrà, animata dai sali soccorrevoli contenuti nella tempestiva lacrima del padre di Flaubert. Qualunque sia stata l'evoluzione di questo o quel popolare personaggio fra la prima di e la quarta di copertina, il suo fato si è fissato nella nostra mente, e allo stesso modo ci aspettiamo che i nostri amici seguano questo o quello schema logico e convenzionale che noi abbiamo fissato per loro. Così X non comporrà mai la musica immortale che stonerebbe con le mediocri sinfonie alle quali ci ha abituato. Y non commetterà mai un omicidio. In nessuna circostanza Z potrà tradirci. Una volta predisposto tutto nella nostra mente, quanto più di rado vediamo una particolare persona, tanto più ci dà soddisfazione verificare con quale obbedienza essa si conformi, ogni volta che ci giungono sue notizie, all'idea che abbiamo di lei. Ogni diversione nei fatti che abbiamo stabilito ci sembrerebbe non solo anomala, ma addirittura immorale. Preferiremmo non aver mai conosciuto il nostro vicino, il venditore di hot-dog in pensione, se dovesse saltar fuori che ha appena pubblicato il più grande libro di poesia della sua epoca.”

Lolita

Gustav Meyrink photo
Torquato Tasso photo
Sofocle photo

“Nessuno al mondo dovrebbe avere paura. Se il fato governa tutti e niente è prevedibile… un uomo dovrebbe vivere solo per il presente.”

Edipo re
Origine: Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 39. ISBN 9788858024416

Henry David Thoreau photo
Giordano Bruno photo

“Nel cosmo, quanto liga è Dio, Demone, Animo, Natura, Sorte e Fortuna, e, per ultimo, Fato.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

art. 1, 2000, p. 95

Giordano Bruno photo
Stephen King photo
Victor Hugo photo
Gabriele d'Annunzio photo
Gabriele d'Annunzio photo
Terry Pratchett photo
Terry Pratchett photo
Clive Staples Lewis photo
Giosue Carducci photo

“Lieta del fato Brescia raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.”

Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia, libro I, vv. 37-40
Odi barbare

Giosue Carducci photo

“Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Alla città di Ferrara, vv. 93-96
Rime e ritmi

Giacomo Leopardi photo
Francesco Guccini photo
Vincenzo Monti photo
Vincenzo Monti photo

“Cajo Gracco: Ho tale un cor nel petto, | Che ne' disastri esulta; un cor che gode | Lottar col fato, e superarlo.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Atto I, p. 123
Cajo Gracco

John Ronald Reuel Tolkien photo
Francesco De Lemene photo

“Scompagnata Tortorella, | Che del Fato | Dispietato | Ti lamenti in tua favella, | Scompagnata sono anch'io; | Su piangiamo, | Confondiamo, | Il tuo pianto e il pianto mio.”

Francesco De Lemene (1634–1704) librettista italiano

da La Vedovetta, nelle "Poesie diverse del Signor Francesco de Lemene", Parte Prima, Heredi di Paolo Monti, 1726, p. 353

Ernesto Balducci photo
Quinto Orazio Flacco photo

“Sia pure, io dico, che Lucilio fosse garbato ed urbano, sia pure ch'egli fosse più limato di quanto non sia in genere l'iniziatore di una poesia nuova[3] e intentata dai Greci e più anche di tutto il gruppo dei poeti più antichi; ma anche lui, se il destino l'avesse fatto scivolar giù fino ai nostri giorni, eliminerebbe molte cose dai suoi versi e tutto il superfluo, che si trascina al di là dell'espressione compiuta, lo taglierebbe via e, nel comporre il verso, si gratterebbe spesso la testa e si roderebbe le unghie fino alla carne viva.”
Fuerit Lucilius, inquam, comis et urbanus, fuerit limatior idem quam rudis et Graecis intacti carminis auctor quamque poetarum seniorum turba; sed ille, si foret hoc nostrum fato delapsus in aevum, detereret sibi multa, recideret omne quod ultra perfectum traheretur, et in versu faciendo saepe caput scaberet vivos et roderet unguis.

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

da I, 10, 64-71 - Mario Labate

Gabriele Rossetti photo

“Su, brandisci la lancia di guerra, | Squassa in fronte quell'elmo piumato, | Scendi in campo, ministro del fato! | Oh, quai cose s'aspettan da te!”

Gabriele Rossetti (1783–1854) poeta, critico letterario e patriota italiano

da L'anno 1831, in Inni di guerra, p. 13

Mahátma Gándhí photo
Marco Valerio Marziale photo
Angelo di Costanzo photo
Pietro Metastasio photo

“Chi vede il periglio | Né cerca salvarsi, | Ragion di lagnarsi | Del fato non ha.”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da Deemofonte, III, 1

Fëdor Ivanovič Tjutčev photo
Adam Copeland photo
Tito Maccio Plauto photo

“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

Salvadore Cammarano photo
Gustaw Herling-Grudziński photo

“In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato.”

Gustaw Herling-Grudziński (1919–2000) scrittore polacco

cap. III, p. 48
Un mondo a parte

Tim Severin photo

“Non è possibile piegare il fato, e nessuno può opporsi alla natura.”

Tim Severin (1940) scrittore e esploratore britannico

Origine: La vendetta del vichingo, p. 182

Pat Conroy photo
Umberto Eco photo
Giorgio Faletti photo
Bassi Maestro photo

“E nella bocca ho un sapore amaro, più vivo largo più mi sento magro: lo vuole il fato. […] Amo qualcosa di concreto che sento e vedo!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Non chiamatelo un ritorno
Background

Attila photo

“Voi siete qui dopo aver conquistato potenti nazioni e aver soggiogato il mondo, considero quindi assurdo dovervi incitare con discorsi come se non foste uomini provati dalle azioni. […] Infatti cos'è la guerra per voi se non una consuetudine? Oppure cosa per un uomo coraggioso è più piacevole che cercare vendetta con la propria mano? È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. Quindi lanciamoci contro il nemico con ardore poiché sono sempre i più coraggiosi ad attaccare. Disprezzate questa accozzaglia di razze diverse. Chi si difende tramite un'alleanza dimostra codardia. Guardate, anche prima del nostro attacco sono tormentati dal terrore. Cercano le vette, si impossessano dei colli e poi, pentendosi troppo tardi, chiedono a gran voce una protezione dalla battaglia in campo aperto. […] Quindi giù nella mischia, con cuore gagliardo come siete abituati. Disprezzate il loro ordine di battaglia. Attaccate gli Alani, sbaragliate i Visigoti. […] Lasciate che il vostro coraggio si levi e la vostra furia scoppi. Ora, o Unni, mostrate la vostra scaltrezza e le vostre gesta d'armi. Chi rimane ferito pretenda in cambio la morte del suo avversario; chi è incolume si diverta a massacrare il nemico. Che nessuna lancia colpisca chi è sicuro di vivere, e che il fato colga anche in pace chi è sicuro di morire. Infine perché mai il destino avrebbe dovuto rendere gli Unni vittoriosi su così tante nazioni se non per prepararli alla gioia di questo conflitto? […] Chi ha fatto sì che degli uomini armati si arrendessero a voi quando eravate ancora disarmati? Nemmeno una massa di nazioni federate potrebbe resistere alla vista degli Unni. In questo non mi sbaglio […]. Io lancerò la prima lancia contro il nemico. Chi riposa mentre Attila combatte è un uomo morto.”

Attila (406–453) sovrano e condottiero unno
Alfred Tennyson photo
Roberto Saviano photo
Lauro de Bosis photo
Christopher Paolini photo
Marco Malvaldi photo
David Anthony Durham photo

“Il Fato non sposta le pietre per noi senza una ragione.”

David Anthony Durham (1969) scrittore statunitense

Origine: Annibale, p. 10

Diego Vitrioli photo
Giovanni Francesco Busenello photo
Licia Troisi photo
Cormac McCarthy photo
Vincenzo Cardarelli photo
Mario Luzi photo
Annie Vivanti photo
Alexander Lowen photo
Lucio Battisti photo
Saˁdi photo
Jeanette Winterson photo
James Frey photo
Cormac McCarthy photo
Osip Ėmil'evič Mandel'štam photo
Adolfo Venturi (storico dell'arte) photo
Loretta Napoleoni photo