Frasi su incontro
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“[Parlando di Antonio Tatò] La sua vita, lo stile, le azioni e i risultati del lavoro di Tonino, in tutti questi anni, sono un esempio della politica vissuta come passione. Come attenzione alle cose della vita, alle sofferenze e alle ingiustizie della vita, e come volontà di incidere su di esse, di cambiare realmente, di intervenire in ogni momento negli aspetti più minuti della vita politica. Era anche attenzione nel valutare la realtà per quel che è, le relazioni, i rapporti di forza, anche, per quel che sono, e la convinzione che non ci si possa, però, limitare a registrarli, ma che la politica ha invece senso solo se su di essi si interviene, appunto per modificarli, per introdurre la novità. La sua casa era diventata, per i segretari del Pci prima e del Pds dopo, centro di incontri politici ad alto livello, incontri nei quali si respirava la volontà della politica – di quella politica che aveva fatto questa Repubblica – di ritrovare il respiro antico del progetto democratico. Ma ciò avveniva sempre in rapporto alle masse, avremmo detto un tempo, agli interessi, ai bisogni delle donne e degli uomini in carne ed ossa. Perché fuori di questo riferimento, di questo ancoraggio, non vi è reale creatività politica. Questa intuizione dell'agire politico, ne sono convinto, è il filo rosso che unisce l'esperienza di Tonino partigiano, militante nella Sinistra cristiana, nel sindacato, nel Pci, nel Pds.”

Achille Occhetto (1936) politico italiano

Origine: Dal discorso riportato dall'Agenzia DIRE, supplemento al n. 218/21, novembre 1992, p. 5.

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“Il presidente Obama, che ha dichiarato "Un mondo senza armi nucleari" a Praga, ha vinto il Nobel per la Pace.È finalmente iniziata l'era del cambiamento? L'avvio del progetto del Peace Walker? Me lo auguro sinceramente.
"La pace non verrà da te."”

Hideo Kojima (1963) autore di videogiochi giapponese

"È necessario andarle incontro."
Origine: Dal suo blog ufficiale; citato in Kojima commenta il Nobel di Obama http://www.spaziogames.it/notizie_videogiochi/console_playstation_psp/112322/kojima-commenta-il-nobel-di-obama.aspx, spaziogames.it, 12 ottobre 2009.
Origine: Cfr. Metal Gear Solid: Peace Walker:
« Paz: Così, per raggiungere la pace, dobbiamo crearla noi stessi. Reclamarla non la porterà o non la farà durare. Ognuno di noi deve andare a cercarla.
Snake: Non la troverai senza fare sacrifici».

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“Ha reagito con una risata assolutamente straordinaria… Era un po' come il latrato di una foca. Era una risata felice. Da quel giorno, mi rifornivo di battute in vista del prossimo incontro, per il puro piacere di sentire la risata di Einstein.”

Abraham Pais (1918–2000) fisico statunitense

Origine: Citato in Jeremy Bernstein, Einstein, Penguin, New York, 1978, p. 77; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 179. ISBN 88-04-47479-3

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“[Palermo] Poi mia nonna Rosa incontrò mio nonno. Era di Palermo, si chiamava Giovanni Inzerillo. Si sposarono qui ed emigrarono prima a Brooklyn e poi a Broadway.”

John Turturro (1957) attore, regista e sceneggiatore statunitense

Origine: Da http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-db122e96-535f-46a3-8bed-71314f6a9bb5.html, dal film-documentario Prove per una tragedia siciliana (2009).

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“È strano che non si trovi più nessuno, ma nemmeno all'estrema sinistra, che ricordi questi fatti documentati. Ancora nel novembre del 1993 quando ormai per Forza Italia si tratta proprio di stabilire i colori delle coccarde e delle bandierine, c'erano i kit del candidato, stavano facendo i provini nel parco della villa di Arcore per vedere i candidati più telegenici; in quel periodo, a tre mesi dalle elezioni del marzo del 1994, Mangano incontra due volte Dell'Utri a Milano. E questa non è una diceria, c'è nelle agende della segretaria di Dell'Utri: Palazzo Cellini, sede di Publitalia, Milano 2, i magistrati arrivano e prendono le agende e nell'agenda del mese di novembre del 1993 si trovano due appuntamenti fra Dell'Utri e Mangano, il 2 novembre e il 30 novembre. E Mangano chi era, in quel periodo? Non era più il giovane disinvolto del '73-'74 quando fu ingaggiato e portato ad Arcore come stalliere: qui siamo vent'anni dopo. Mangano era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola per mafia e al maxiprocesso per droga, due processi istruiti da Falcone e Borsellino insieme. È stato definitivamente condannato per mafia e droga a 13 anni, ne aveva scontati 11, uscito dal carcere nel 1991 era diventato il capo reggente della famiglia mafiosa di Portanuova e grazie al suo silenzio in quella lunga carcerazione aveva fatto carriera e partecipato alle decisioni del vertice della mafia di fare le stragi. E poche settimane dopo le ultime stragi di Milano e Roma, Dell'Utri incontra un soggetto del genere a Milano negli uffici dove sta lavorando alla nascita di Forza Italia. Io non so se tutto questo sia penalmente rilevante, lo decideranno i magistrati: penso che sia politicamente e storicamente fondamentale saperlo, mentre si vede Gianfranco Fini che cita Paolo Borsellino al congresso che sta incoronando il responsabile di tutto questo, cioè Berlusconi. Verrebbe da dire "pulisciti la bocca". Possibile che invece di abboccare a tutti i suoi doppi giochi, quelli del centrosinistra non – ma dico uno, non dico tutti, li conosciamo, fanno inciuci dalla mattina alla sera e sono pronti a ricominciare con la Costituente come se non gli fosse bastata la bicamerale – uno, di quelli anche più informati, che dica "ma come ti permetti di parlare di Borsellino? Leggiti quello che diceva, Borsellino, di questi signori in quella famosa intervista prima di morire". Leggiti quello che c'è scritto nella sentenza Dell'Utri e poi vergognati, perché quel partito lì non l'ha fondato lo Spirito Santo, l'hanno fondato Berlusconi, Dell'Utri, Craxi con l'aiuto di Mangano che faceva la spola fra Palermo e Milano, infatti le famiglie mafiose decidono di votare per Forza Italia e di abbandonare Sicilia Libera – che viene sciolta nell'acido probabilmente – quando Mangano arriva giù a portare le garanzie.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da I nuovi padri della patria http://www.beppegrillo.it/2009/03/passaparola_lun_22.html#comments, 30 marzo 2009
BeppeGrillo.it

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“Neppure in quel momento, mentre si avvicinava alla sua vecchia casa, [Louisa Bounderby] avvertí su di sé alcun benefico influsso. Che cosa aveva piú da spartire ormai con i sogni dell'infanzia, con le sue fiabe leggiadre, con la grazia, la bellezza, l'umanità, le illusioni di cui si adorna il futuro? Tutte cose tanto belle in cui credere da piccoli, da ricordare con tenerezza una volta adulti perché, allora, anche la piú insignificante di esse si eleva alla dignità di una grande e benevola disposizione del cuore che consente ai piccini che soffrono di avventurarsi per le vie irte di sassi di questo mondo, conservando quel piccolo angolo fiorito con le loro mani pure. Un giardino nel quale i figli di Adamo farebbero meglio a entrare piú spesso per scaldarsi al sole con fiducia e semplicità, liberi da vanità mondane.
Già, cos'aveva ormai da spartire con i ricordi dell'infanzia? Il ricordo di come, al primo incontro, attraverso la luce delicata dell'immaginazione, la Ragione, le fosse apparsa come una divinità benefica che additava a divinità altrettanto magnanime e non già come un idolo arcigno, gelido e crudele, con vittime legate mani e piedi; grossa figura ottusa dallo sguardo fisso che solo un sistema di leve, azionato da un preciso numero di tonnellate, sarebbe stato in grado di smuovere. La casa paterna e la fanciullezza le rimandavano immagini di fonti e sorgenti inaridite nell'istante stesso in cui sgorgavano dal suo giovane cuore. Niente acque dorate per lei: esse fluivano invece a fecondare la terra in cui si coglie l'uva dai rovi e il fico dal pruno.”

IX; 1999, p. 236
Tempi difficili, Libro secondo

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“Un politico che incontra un mafioso, anche se parla di Mozart, viola principi etici.”

Leoluca Orlando (1947) politico e avvocato italiano

Origine: Da Il venerdì di Repubblica, numero 1082, p. 27, 12 dicembre 2008.

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“Libertà: […] a ripeterla oggi, questa dolce parola che si può ancora gridare ad alta voce, il cuore trema come al primo incontro con l'amante ritrovata; e vien voglia di abbracciare, in nome di essa, il primo sconosciuto che s'incontra per via, tutti fratelli in questo nome, tutti rinati per essa a dignità di persone? Superata la prima emozione si rimane esitante: che vuol dire libertà? Qualcuno potrebbe osservare che tutto quello che è avvenuto, è avvenuto proprio per colpa della libertà: libertà dei ricchi, di oziare e accumulare altre ricchezze; libertà di una banda di criminali, d'impadronirsi del potere e di precipitare i popoli nell'abisso; libertà di un popolo di preparare scientificamente la schiavitù di altri popoli. Se a questo ha servito la parola libertà, cinquantacinque milioni di uomini si sarebbero dunque sacrificati soltanto per ricominciare tra dieci anni la stessa esperienza?
Non vogliamo crederlo. Se la carneficina deve avere un senso, se essa non è stata soltanto un fenomeno cieco e senza perché, bisogna che essa abbia servito ad arricchire la coscienza umana di una verità che va oltre la libertà: di una fede che non è contro la libertà, ma che è un approfondimento di essa, una libertà più piena e universale. Unità e indipendenza, il programma del Risorgimento, non basta più. Libertà intesa soltanto come indipendenza può voler dire, nelle relazioni tra singoli, rissa di egoismi, privilegio, sfruttamento, «homo homini lupus»; nelle relazioni tra regioni di una stessa patria, campanilismo e separatismo; nelle relazioni tra nazioni, nazionalismo e guerra. Indipendenza, ecco il tragico pregiudizio: l'orgoglio dell'uomo che considera la propria sorte staccata da quella degli altri, la cieca albagia nazionale che si illude di servire la patria collo schiacciare le patrie altrui. Non più indipendenza, ma "interdipendenza": questa è la parola non nuova in cui se non si vuol che il domani ripeta ed aggravi gli orrori di ieri, si dovrà riassumere in sintesi il nuovo senso della libertà, quello da cui potrà nascere da tanto dolore un avvenire diverso dal passato.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Settembre 1945

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“Quella mattina pioveva e grandinava sui vetri dell'aula di seconda liceo, sezione C, liceo-ginnasio Cassini, Sanremo. Eravamo trentuno studenti in quella classe. I ripetenti quattro o cinque, confinati negli ultimi banchi come si usava allora.
Ma lo ricordo quel temporale, a Sanremo capitava di rado, c'era un clima un po' speciale, infatti le famiglie facoltose di Torino e di Milano rivenivano a svernare per sopportare meglio gli acciacchi. E per giocare al Casinò.
Me lo ricordo perché quel giorno ci fu uno degli incontri importanti della mia adolescenza: l'insegnante di filosofia, che teneva lezione due volte alla settimana, aveva preannunciato il tema nella lezione precedente. Aspettò chela grandine finisse e tornassimo a sederci ai nostri banchi. Poi cominciò a parlare di Cartesio: la vita, la morte, le opere di geometria, di matematica, di filosofia, il suo tempo. Disse che Cartesio era, nella storia delle idee, un punto di arrivo e anche una ripartenza con tante biforcazioni. Insomma un crocevia dal quale comincia la modernità. «Se non capite Cartesio non capirete niente di quello che è venuto dopo e non capirete niente di voi stessi e del mondo che vi circonda».
Ci mise molto calore in quella perorazione, non l'aveva mai fatto con gli altri filosofi che già avevamo studiato con lui sul manuale del Lamanna. Forse con Socrate l'anno prima, ma non con quelle parole e quel tono che sembrava voler coinvolgere la vita di ciascuno di noi.
E mio compagno di banco alzò la mano. «Dica pure», disse il docente che, insieme al prete che insegnava italiano e latino, rifiutava di usare il "voi" prescritto dal regime. «Secondo lei, professore, chi non fa il liceo e nemmeno sa che è esistito un certo Cartesio non potrà dunque dare nessun senso alla sua vita?».
Ci fu un gran silenzio in classe, perfino i ripetenti degli ultimi banchi in qualche modo chiamati in causa da quella domanda si fecero attenti. n professore guardò fisso il mio compagno e ricordo che rispose con una domanda: «Lei, Calvino, ha già trovato il senso della sua vita?»”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

cap. II, La gabbia dell'io, p. 20
L'uomo che non credeva in Dio

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“Se l'arbitro non ferma l'incontro, non so cosa dirti. Ma ti dico questo, se non lo interrompe e tu continui a combattere così, finisce che si fa male sul serio. Dunque forse è meglio che non lasci che sia l'arbitro a prendere questa decisione: non colpirlo più in volto, ma solo al corpo.”

Chris Eubank (1966) pugile inglese

Origine: Da una conversazione con il figlio Junior, fra lo ottavo e nono round, combattimento per il titolo inglese fra Chris Eubank Jr, e Nick Blackwell; citato in Maria Strada, Pugile in coma, il padre all'avversario :«Smetti di colpirlo alla testa» http://www.corriere.it/sport/16_marzo_28/boxe-pugile-blackwell-coma-eubank-padre-smetti-colpirlo-testa-f1de6f02-f4eb-11e5-ad8f-b6693bfe4739.shtml, Corriere.it, 28 marzo 2016.

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“I muri durano e si trasmettono di generazione in generazione. Io credo che il discorso di Francesco sulla cultura dell'incontro sia aprire delle falle in questi muri o evitare che crescano.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da un'intervista per Radio Vaticana; citato in Andrea Riccardi: attenti che risorgono muri da guerra fredda http://www.contattonews.it/2014/11/07/1727-andrea-riccardi-attenti-che-risorgono-muri-da-guerra-fredda/291042/, ContattoNews.it 16 novembre 2014.

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“Terra, terra silenziosa. | Silenziosa, | con la pelle bruciata, la statura nuda, | perdona, Hiroshima… | Perdona ogni passo | che sfiora una tua ferita, rompe una cicatrice… | Perdona uno sguardo | che ti fa male anche se t'accarezza… | Perdona qualsiasi parola | che smuove l'aria in cui cerchi | i tuoi bambini, | popoli di bambini perduti per sempre. | Non c'è | non può esistere | una tomba! Vento c'è… vento… vento… | È la loro voce | che risuona | di giorno in giorno più debole | soltanto nel ricordo.”

Eugen Jebeleanu (1911–1991) Scrittore e traduttore Rumeno

da Il primo incontro
Origine: In Il sorriso di Hiroshima, brano pubblicato nella rivista L'Europa letteraria del dicembre 1961, traduzione di Dragos Vranceanu e Franco Costabile; citato in Giuseppe Passarello, Voci del tempo nostro, antologia di letture moderne e contemporanee, Società editrice internazionale, Torino, 1968, p. 904.

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“Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano
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“Vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide che l'Italia, l'Europa, il mondo, sono chiamati ad affrontare. Ma è possibile vivere insieme quando si è diversi, per provenienza, cultura, religione? La condivisione degli stessi luoghi con l'"altro" suscita problemi, pone domande. Eppure la realtà è che, al di là delle difficoltà, già viviamo insieme. E con grandi vantaggi reciproci. I lavoratori immigrati costituiscono quasi un decimo della forza lavoro, generano più del 10% del Pil, innalzano i tassi di natalità, sostengono il sistema pensionistico. La presenza di tanti stranieri che arricchiscono con il loro lavoro, e il loro contributo umano e civile, la vita del nostro Paese ci offre già l'immagine di un possibile e proficuo convivere fra diversi, ma uguali. E mi sembra che negli ultimi tempi, si stia riuscendo ad andare oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni. Certo, l'integrazione è un processo non breve, non facile, perché significa muovere verso l'"altro". L'immigrato incontro a noi. Ma anche noi incontro allo straniero. L'integrazione non riguarda solo i non italiani, bensì pure gli italiani. Qui c'è una grande sfida culturale ed educativa, ma anche una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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“Tre sono i pensieri che guidano il mio lavoro.
Il primo è di Vinicius De Moraes e recita: "La vita, amico, è l'arte dell'incontro".
Il secondo è di Federico Fellini: "È la curiosità che mi fa svegliare la mattina".
Il terzo è del sottoscritto: "Nelle pieghe del banale si nasconde l'animale."”

Vincenzo Mollica (1953) giornalista e scrittore italiano

Origine: La citazione, la cui forma corretta è: «Del resto, è solo la curiosità che mi fa svegliare la mattina», è in realtà tratta dal film di Federico Fellini La voce della Luna e viene pronunciata dal personaggio Ivo Salvini, interpretato da Roberto Benigni.
Origine: Da "Istantanee" (...Prima che dimentichi tutto...) https://web.archive.org/web/20060508131834/http://www.mollica.rai.it/credits.html, Rai.it.

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“La pittura è un'arte essenzialmente concreta e può consistere solo nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti. Un oggetto astratto, non visibile, non rientra nel dominio della pittura. L'immaginazione nell'arte consiste nel saper trovare l'espressione più completa di una cosa esistente, ma mai nel supporre o creare questa stessa cosa. Il bello è nella natura, e si incontra nella realtà sotto le forme più diverse. Non appena lo si trova, esso appartiene all'arte o piuttosto all'artista che sa vedervelo. Il bello, come la verità è una cosa relativa al tempo in cui si vive ed all'individuo atto a concepirlo. L'espressione del bello è in proporzione diretta alla potenza di percezione acquisita dall'artista. Non possono esserci scuole, ci sono solo pittori.
La peinture est un art essentialment concret et ne peut consister que dans la représentation des choses réelles et existantes.”

Gustave Courbet (1819–1877) pittore francese

Un object abstrait, non visible, n'est pas du domaine de la peinture. L'imagination dans l'art consiste à savoir trouver l'expression la plus complète d'une chose existante, mais jamais à supposer ou à créer cette chose même. Le beau est dans la nature, et se rencontre dans la réalité sous les formes les plus diverses. Dès qu'on le trouve, il appartient à l'art, ou plutôt à l'artiste qui sait l'y voir. Le beau, comme la verité est une chose relative au temps où l'on vit et à l'individu apte à le concevoir. L'expression du beau est en raison directe de la puissance de perception acquise par l'artiste. Il ne peut pas y avoir d'écoles, il n'y a que des peintres.
Origine: Citato in Lionello Venturi, Storia della critica d'arte, Einaudi, Torino, 1966.

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“[Parlando del rapporto di coppia] Quando c'è qualcosa che uno fa per l'altro, sapete dire grazie? E se qualcuno dei due fa una diavoleria, sapete chiedere scusa? E se voi volete portare avanti un progetto, sapete chiedere l'opinione dell'altro? Tre parole: permesso, grazie, scusa.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

ad un incontro con religiosi e seminaristi nella chiesa dell'Assunta, Tbilisi, 1° ottobre 2016
Origine: Citato in Andrea Tornielli, "Oggi c'è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio" http://www.lastampa.it/2016/10/01/vaticaninsider/ita/vaticano/oggi-c-una-guerra-mondiale-per-distruggere-il-matrimonio-KjPsoPG4uRoeQoYxRoLFKI/pagina.html, LaStampa.it, 1° ottobre 2016.

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“L'amore, nella vita, è il raro momento in cui ci si incontra attendendo qualcun altro.”

Andrea G. Pinketts (1961–2018) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

Origine: Da Spara pure, è un papero, in Sangue di yogurt.

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“[Su Al Pacino] Quando lo incontri, parla piano ed è tranquillo, ma all'improvviso… è come un orchestrale che suona uno strumento incredibile. Quando recita, è come se suonasse uno strumento potentissimo. È travolgente.”

Chris O'Donnell (1970) attore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Dalla novantatreesima puntata della ventesima stagione del David Letterman Show, trasmesso su CBS, 19 febbraio 2013.

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“Noi siamo molto differenti dalle nostre azioni: peggiori delle azioni buone, migliori delle cattive.”

Louis Evely (1910–1985) religioso (sacerdote), scrittore (scrittore spirituale cristiano)

da Sei tu, quest'uomo. Incontri con Cristo, Marietti, traduzione di M. E. Schepesi, 1962

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“È la misteriosa e gratuita dinamica dell'incontro a permetterci di andare avanti.”

Susanna Tamaro (1957) scrittrice italiana

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“Dall'archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l'equilibrio interiore non é da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne alltonatniamo. Il fatto é che a parlare di equlibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate.
Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se uno sente che é arrivato il momento di cambiare un pò rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?… Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi permetta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerregiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla.
Cioè, uno dei fini ultimi é questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento é così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada?
Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene in casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggereil sunto di filosofia? La realtà é che mi trovo a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dovunque la domanda è: un orrore di queste proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio? Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva sorridendo all'appuntamento con dieci minuti di ritardo e una maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?”

Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll

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