Frasi su labbro
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Luminal

Nynaeve al'Meara e Lan Madragoran, capitolo 48
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

da Gabriele D'Annunzio, I, p. 78
L'ignoto che appare

Origine: Citato in Paola Corti, Inchiesta Zanardelli sulla Basilicata, Einaudi, 1976, p. 17-19.

Tu lo renderai intero, tu devi, tu devi, tutto intero, Ghelfling. Di nuovo.
Dark Crystal

Origine: Storia della filologia classica, p. 97
Luminal

Tenta di cucinare e di mangiare una ragazza; p. 381
American Psycho
incipit
Amnesie di un viaggiatore involontario
Origine: Il Soldato di Cavalleria, p. 47

da Momenti in Grecia, III, Le statue, p. 351
L'ignoto che appare
da Muses, la decima Musa
Nessuno più di Hesse ha saputo leggere in questo sorriso l'ermetica corrispondenza di due volti, quello dell'Apollo di Veio e del Budda. Essi affiorano dai densi chiarori di un sole autunnale filtrato nelle pagine indimenticabili del Klingsor, sigillando in sé non l'agonia tempestosa di un forzato distacco, ma l'occulto presagio di un infinito ritrovamento, dove tutto è «in divenire, tutto in metamorfosi, tutto pervaso dall'anelito di divenire uomo, di divenir stella, tutto pervaso di nascita e di disfacimento, pieno di Dio e di morte». (da Klingsor o la «musica del mutamento», p. 310)
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Herman Hesse, Narciso e Boccadoro, traduzione di C. Baseggio in Opere Scelte di Hermann Hesse, 5 vv., a cura di L. Mazzucchetti, Milano, 1961, III, p. 509. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.
Origine: Da Hermann Hesse, Klingsor letzter Sommer, in Gesammelte Werke, 12 vv., Frankfurt a. M., 1970, V, pp. 322-323. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.

Origine: Da un'intervista a Tuttomercatoweb.com; citato in Pasquale Bruno si scaglia contro Bonucci: "Sogno di spaccargli il labbro!" http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2015/11/03/16953482/pasquale-bruno-si-scaglia-contro-bonucci-sogno-di-spaccargli, Goal.com, 3 novembre 2015.

da L'Eden. Tarabolous, 18 gennaio 1905; L'Eden, p. 66
Tripolitania

da I ritorni, lato B, n. 2
La sposa occidentale

Attraversai una volta una città popolosa, p. 136
Foglie d'erba, Figli d'Adamo
Origine: Questa è probabilmente l'unica poesia amorosa di Whitman che sembra rivelare un'emozione sincera per una donna. Molti biografi infatti si avvalsero di questa poesia e della presunta passione per una donna conosciuta a New Orleans per respingere le accuse di omosessualità, spesso indirizzate nel corso degli anni al poeta. Nel manoscritto originale tuttavia la poesia era rivolta ad un uomo: «Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli aspetti, le architetture, gli usi, le tradizioni, | ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena un uomo che, per amore mio, vagabondò con me, | un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra stavamo insieme tutto il resto da tempo l'ho dimenticato, | ricordo, ripeto, soltanto un uomo rude e semplice, che quando partii mi tenne per mano tanto a lungo, con labbra tremanti tristi, silenziose.» Secondo molti questo è un esempio lampante dell'autocensura di Whitman: il poeta modificò composizioni ispirate dalla passione omoerotica per esaltare sensazioni e passioni a lui estranee nell'ambito dell'amore eterosessuale. Franco Buffoni, Prefazione, p. XII e Note, p. 726.

da Vorrei dirlo con le mie labbra di vecchio
Origine: In Josep Carner, Carles Riba, J. V. Foix e Salvador Espriu, Poesia catalana del novecento, a cura di Giuseppe E. Sansone, Newton Compton Editori, Roma, 1979, p. 163.

Il sorriso mi si aprì sotto le sue dita. «Mi basta, per ora».
Twilight
dall'introduzione a Benedetto Croce

Origine: In Lirica ungherese del '900, introduzione e traduzione di Paolo Santarcangeli, Guanda, Parma, 1962, p. 56.
Origine: Citato in Folco Tempesti, La letteratura ungherese, traduzione di Paolo Santarcangeli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 210.

Origine: Gli occhi cerchiati d'azzurro, pp. 151-152
citato in Amanti e regine: il potere delle donne, p. 360
Aveva due modi di camminare: uno deciso, leggermente affrettato e sostenuto; l'altro più indolente e ondeggiante, quasi carezzevole, anche se mai irrispettoso. Nessuno si inchinò mai con altrettanta grazia, con una sola riverenza, per salutare dieci persone, dando a ciascuno la sua parte con il capo e lo sguardo. (citato in Maria Antonietta: L'ultima regina, p. 175)
Lazzaro

17 dicembre 1900; Vergani, p. 175
Diario 1887-1910
Origine: Le strade di polvere, p. 141

| Ma il mio cor dentro: – Un angelo di più! (da Sull'uscio, 1-4 e 9-12)
Lyrica. Romanze e canzoni

Conte di Tilly
Citazioni su Maria Antonietta

da La Città Santa. 20-22 Marzo 1905; Luce nuova, p. 242
Tripolitania
ibidem, p. 130

“Non riesco a sollevare mio cuore all'altezza delle labbra.”
Cordelia: Atto I, Scena I. Traduzione di Guido Bulla
Re Lear

dal prologo https://books.google.it/books?id=z7fFBQAAQBAJ&pg=PT4#v=onepage&q&f=false
Nove saggi danteschi

“O labbra, labbra disunite e bianche | nel valore del pianto penitente.”
O labbra, labbra disunite
Ballate non pagate

da Notturno in Piazza San Pietro
Versi, Cuor mio

“Che le tue labbra non dicano "Sì", mentre il tuo cuore dice "No."”
E viceversa.
Il Gioco dell'Eroe

Anima, oseresti tu adesso, p. 555
Foglie d'erba, Sussurri di morte divina
Origine: Citato in Maria Acrosso, La critica letteraria, pp. 78-79

Serata IX, Loreto e la levata del sole, L'eclisse totale del 1842, p. 175
Il Bel Paese

Origine: Delle cause, dei segni e della cura delle malattie acute e croniche, pp. 34-35