Frasi su malinconia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema malinconia, vita, cuore, essere.

Frasi su malinconia

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“C'è fannullone e fannullone. C'è chi è fannullone per pigrizia o per mollezza di carattere, per la bassezza della sua natura, e tu puoi prendermi per uno di quelli. Poi c'è l'altro tipo di fannullone, il fannullone per forza, che è roso intimamente da un grande desiderio di azione, che non fa nulla perché è nell'impossibilità di fare qualcosa, perché gli manca ciò che gli è necessario per produrre, perché è come in una prigione, chiuso in qualche cosa, perché la fatalità delle circostanze lo ha ridotto a tal punto; non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d'istinto: eppure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d'essere! So che potrei essere un uomo completamente diverso! A cosa potrei essere utile, a cosa potrei servire? C'è qualcosa in me, che è dunque? Questo è un tipo tutto diverso di fannullone, se vuoi puoi considerarmi tale. Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cosa è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: "gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata", e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa e lui è pazzo di dolore. "Ecco un fannullone" dice un altro uccello che passa di là, "quello è come uno che vive di rendita". Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione. Accessi di malinconia – ma i ragazzi che lo curano nella sua gabbia si dicono che ha tutto ciò che può desiderare – ma lui sta a guardare fuori il cielo turgido carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. "Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente imbecilli? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tutti gli altri!". Quel tipo di fannullone è come quell'uccello fannullone. E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile… Non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri. Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede "Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l'eternità?"”

Vincent Van Gogh (1853–1890) pittore olandese

Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per potere sovrano, per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte. Ma dove rinasce la simpatia, lì rinasce anche la vita.
Origine: Da Lettere a Theo, Guanda, Parma 1984, pp. 87-88.

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“Non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia? | Non lasciamo che trabocchi: | vieni, andiamo, andiamo via.”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Autogrill, n. 1
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“Proprio come la noia, la malinconia è un sentimento umano fondamentale, compagna di strada nell'essere in solitudine.”

Paolo Crepet (1951) medico, psichiatra e scrittore italiano

Perché siamo infelici

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“Scrissi col lapis, sopra la punteggiatura, come vogliono appunto le convenzioni internazionali che tutelano il diritto delle genti: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco e seccacastagne. Se però credi castagne ben cotte possano giovare al bambino, non inviarle. Non mi manca niente. Di una sola cosa ti prego: che la sera della vigilia di Natale tu imbandisca la tavola nel modo più lieto possibile. Fai schiodare la cassa delle stoviglie e quella della cristalleria; scegli la tovaglia migliore, quella nuovissima piena di ricami; accendi tutte le lampade. E prepara un grosso albero di Natale con tante candeline, e prepara con cura il presepe vicino alla finestra, come l'anno scorso. Signora, io ho bisogno che tu faccia questo. Il mio pensiero ogni notte varca il reticolato: lo so, ti riesce difficile figurarti il mio pensiero che varca il reticolato. Il pensiero è un soffio di niente e non ha volto: e allora figurati che io stesso, ogni notte, esca dal recinto. Figurati un Giovannino leggero come un sogno e trasparente come il vento delle serenissime e gelide notti invernali. Io, ogni notte, approfitto del sonno degli altri e mi affido all'aria e trasvolo rapido gli sconfinati silenzi di terre straniere e città sconosciute. Tutto è buio e triste sotto di me, e io affannosamente vado cercando luce e serenità. Rivedo la Madonnina del Duomo, ma le strade e le piazze non sono più quelle di un tempo, e stento a ritrovare il nostro quarto piano. Signora, non dire che sono il solito temerario se entro in casa dal tetto: anzi, loda la mia prudenza se non mi avventuro lungo le macerie della scala. E poi il tetto è scoperchiato e si fa più presto. Riconosco lo scheletro delle nostre stanze e ricerco i nostri ricordi nascosti sotto i rottami dei muri crollati. Tutto è buio, freddo e triste anche qui, e soltanto se la luna mi assiste riesco a scoprire sui brandelli delle tappezzerie che ancora pendono alle pareti, i riquadri chiari e la topografia dei nostri mobili. Per le strade deserte, cammina soltanto la paura vestita di luna. Su un brano di tappezzeria dell'ex-anticamera vedo un fiorellino. Uno strano fiore nero a cinque petali. Signora, rammenti quando Albertino decorò le nostre stanze con la piccola sciagurata mano intinta nell'inchiostro di China? Inutilmente vado a ricercare vestigia di giorni lieti fra le pareti dell'ufficio; le pareti non ci sono più, e il grande edificio è un cupo mucchio di cemento annerito dal fumo. Fuggo dalla città buia e silenziosa, e rivedo i luoghi dove, zitella, tu mi conoscesti zitello. Ma anche qui è squallida malinconia, e io mi rifugio alla fine nella casupola dove si accatastano i miei ultimi effetti e i miei primi affetti. Tu dormi, Albertino dorme, mia madre, mio padre dormono. Tutti dormono, e cercano forse di ritrovare in sogno il mio ignoto, lontano rifugio. I nostri mobili si affollano disordinatamente nelle esigue stanze immerse nell'ombra, e dentro le polverose casse del solaio le parole dei miei libri si sono gelate. Signora, io cerco un po' di luce, un po' di tiepida serenità, e invece non trovo che buio e freddo, e non posso ravvisare nel buio il volto di mio figlio, e sui laghi e sulle spiagge tutto è spento e abbandonato, tutto è silenzio, e io rinavigo verso il recinto e torno al mio pagliericcio portando il gelo nelle ossa del numero 6865. Signora, bisogna che, almeno la notte di Natale, il mio pensiero, fuggendo dal recinto, possa trovare un angolo tiepido e luminoso in cui sostare. Voglio tanta luce: voglio rivedere il vostro volto, voglio rivedere il volto dell'antica serenità. Altrimenti che gusto c'è a fare il prigioniero?" Qui ebbi la sensazione che le 24 righe stessero per finire, e mi interruppi. Le righe erano in effetti 138, e io avevo riempito le 24 mie, le 24 della risposta e altri cinque foglietti che stazionavano nei paraggi. Con estrema cura cancellai tutto e ricominciai da capo: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco…"”

Giovannino Guareschi (1908–1968) scrittore italiano

Origine: Diario clandestino, pp. 31 a 34

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“Me perdo, in quell'occhi senza nome | che cercano padrone, | in quella faccia de malinconia, | che chiede compagnia.”

Franco Califano (1938–2013) cantautore, poeta e scrittore italiano

da Io nun piango, 1977

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“Sara Simeoni esprime così dolce malinconia che io la recepisco in una sorta di intima gratitudine, come di fronte a un lago sereno.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Grazie divina donna per tanta serenità http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/12/grazie-divina-donna-per-tanta-serenita.html, la Repubblica, 12 agosto 1984.

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“Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra.”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Don Liberato si spassa, p. 25

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“Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l'icona, | né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Goodbye Malinconia n.° 7

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“La giustizia non è ardore giovanile e decisione energica e impetuosa: giustizia è malinconia.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Origine: Da Disordine e dolore precoce.

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“In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Sillogismi dell'amarezza

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“La malinconia è il languido desiderio di insolubile.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“Io non posso immaginare un mondo senza musica. La musica può metterti energia, darti allegria se sei triste, farti pensare, vestirti di nostaglia e di malinconia. La musica è una parte fondamentale della nostra vita. Poi… anche il silenzio è musica.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero
Origine: Dal programma televisivo Un soffio caldo - Natale con Zucchero, Rai 2, 21 dicembre 2010.

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“Delle città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia.”

Giovanni Pascoli (1855–1912) poeta italiano

citato in Cesare Garboli, Trenta poesie famigliari di Giovanni Pascoli, Einaudi, 1990, p. 47

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“La malinconia è fatta di sogni che devono restare tali.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Il grillo parlante

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“La malinconia dagli oscuri occhi, triste compagna.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

Pericle; atto I, scena III
Pericle, il principe di Tiro

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“La malinconia è la gioia di essere tristi.”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

Origine: Citato in Giovanni Nocentini, Compendio autori italiani del secondo '900, MEM, 1996, p. 52 http://books.google.it/books?id=70EeAQAAIAAJ&q=La+malinconia+%C3%A8+la+felicit%C3%A0+di+essere+triste.+Hugo&dq=La+malinconia+%C3%A8+la+felicit%C3%A0+di+essere+triste.+Hugo&hl=it&sa=X&ei=tAlNT9HpHvOK4gTXntHPAg&ved=0CEMQ6AEwAw.

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“Il soverchio degli studi procrea errore, confusione, malinconia, collera e sazietà.”

Pietro Aretino (1492–1556) poeta, scrittore, drammaturgo

da Lettera ad Agostino Ricchi

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“Sono sempre stata incline alla malinconia, anche quando andavo a scuola preferivo sempre starmene da sola.”

Greta Garbo (1905–1990) attore

Origine: Citato in Malcolm Folley, Borg vs. McEnroe. la più grande rivalità del tennis moderno, traduzione di Chiara Basso, Effepi Libri, 2006, p. 54 http://books.google.it/books?id=_ArUWRRxCuUC&lpg=PP1&pg=PA54, ISBN 0-7553-1360-7

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“Malinconie discrete che non sanno star segrete, le piccole modeste storie mie, che non si son mai messe addosso il nome di poesie…”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Canzone delle situazioni differenti
Stanze di vita quotidiana

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“La malinconia non è un momento, è un atteggiamento, uno stato: lo stato di grazia di cui necessita la scrittura.”

Pablo d'Ors (1963) scrittore e critico letterario spagnolo

Il debutto

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