Frasi su mezzo
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“Ho visto e ascoltato a Otto e mezzo Dario Fo che parlava di Grillo. Con tutto il rispetto: ma è mai possibile? Un attore con una degna storia di teatro alle spalle e anche di pensiero. È mai possibile? Ah, Narciso! Quanti guai combini nella vita delle persone.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Citato in Album Scalfari a Fo: «Narcisista» Da che pulpito... http://www.ilgiornale.it/news/cultura/album-scalfari-fo-narcisista-che-pulpito-927658.html, il giornale.it, 15 giugno 2013.

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“Arte è scoprire nella realtà certi segni e rapporti, logicamente inspiegabili, ed evocarli comunicandoli; così che per mezzo di quelli il mondo reale ci si presenti.”

Massimo Bontempelli (1878–1960) scrittore, saggista e giornalista italiano

Origine: da Panorama delle attività umane, La Nuova Europa, 25 marzo 1945

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“Carlitos però è uno che non ti tradisce mai e ha nel suo bagaglio i numeri per sbloccare i match intricati. Tevez in Argentina è quasi più amato di Leo. È il giocatore del popolo, con le sue giocate infiamma il pubblico. I suoi sono numeri imparati sulla strada: dall'uno-due contro il muro o in mezzo ai sassi. A questi unisce una forza atletica impressionante e una fantastica voglia di lottare.”

Hernán Crespo (1975) calciatore argentino

Origine: Da un'intervista a Tuttosport; citato in Crespo a Tuttosport: "Tevez giocatore del popolo, l'aneddoto su Tevez.." http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/crespo-a-tuttosport-tevez-giocatore-del-popolo-l-aneddoto-su-tevez-149742, TuttoJuve.com, 27 luglio 2013.

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“Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione. L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l'unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico. (da [http://books.google.it/books?id=euFBAQAAIAAJ Il Caravaggio], 1922; citato in * Caravaggio”

Matteo Marangoni (1876–1958) critico d'arte e compositore italiano

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Francesca Marini, 2003
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“[Su Danilo Cataldi] L'ho sempre visto come un fratello minore, è umile, ha la mentalità giusta. Può diventare un grande giocatore, è completo, in mezzo al campo può giocare in tutti ruoli.”

Cristian Daniel Ledesma (1982) calciatore argentino

Origine: Citato in Marco Ercole e Stefano Fiori, Lazio, Ledesma ai saluti: "Nove anni stupendi, qui valgono doppio" http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/lazio/2015/07/03/news/ledesma_saluta-118297572/, Repubblica.it, 3 luglio 2015.

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“Essere famosa all'età di otto anni e mezzo con la gente che come ti vede, ti circonda è stata un'esperienza a volte difficile da superare. Renditi conto che, quando la mia mamma mi portava al parco a giocare, venivo accerchiata dai miei coetanei, senza rendermi conto che era un gesto di popolarità.”

Francesca Guadagno (1967) doppiatrice e attrice italiana

Origine: Da Intervista a Francesca Guadagno http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/interviste/fguadagno.htm, a cura di Alessandro Germano, AntonioGenna.net, febbraio 2006.

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“[Su Antonio Conte] I meriti del nostro allenatore per questi due anni e mezzo di percorso sono incredibili e non si sa, fino a quando non ci sarà una controprova, quale sia stato effettivamente il suo merito e quali i meriti nostri. È stato bravissimo a saperci stimolare, pungolare, ad averci dato un gioco e un'identità molto precisa.”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

Origine: Citato in Juventus, Gigi Buffon: "Conte ha meriti incredibili, ci ha dato gioco e identità" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/28-12-2013/juventus-gigi-buffon-conte-ha-meriti-incredibili-ci-ha-gioco-identita-201930817907.shtml, Gazzetta.it, 28 dicembre 2013.

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“Le forme della vita gli servivano come mezzo, non c'era accordo né coincidenza tra lui e le cose.”

Angelo Fiore (1908–1986) scrittore italiano

Origine: Il supplente, p. 13

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“Essere pazzi non è una cosa facile. Avete notato che quasi tutti quelli che dicono di se': "Io sono mezzo pazzo" al massimo riescono ad essere mezzi scemi?”

Giancarlo Magalli (1947) autore televisivo e conduttore televisivo italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10206218187924070 sul profilo ufficiale Facebook.com, 8 aprile 2015.

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“Gioacchino poi che vidde possibile ogni delitto a' briganti, fece legge che un generale avesse potere supremo nelle Calabrie su di ogni cosa militare o civile per la distruzione del brigantaggio. Il generale Manhès, a ciò eletto, passò il seguente ottobre in apparecchi, aspettando che le campagne s'impoverissero di frutta e foglie, aiuti a' briganti per alimentarsi e nascondersi; e dipoi palesò i suoi disegni. Pubblicate in ogni comune le liste de' banditi, imporre a' cittadini di ucciderli o imprigionarli; armare e muovere tutti gli uomini atti alle armi; punire di morte ogni corrispondenza co' briganti, non perdonata tra moglie e marito, tra madre e figlio; armare gli stessi pacifici genitori contro i figli briganti, i fratelli contro i fratelli; trasportare le gregge in certi guardati luoghi; impedire i lavori della campagna, o permetterli col divieto di portar cibo; stanziare gendarmi e soldati ne' paesi, non a perseguire i briganti, a vigilare severamente sopra i cittadini. Nelle vaste Calabrie, da Rotonda a Reggio, cominciò simultanea ed universale la caccia al brigantaggio.
Erano quelle ordinanze tanto severe che parevano dettate a spavento; ma indi a poco, per fatti o visti o divulgati dalla fama e dal generale istesso, la incredulità disparve. Undici della città di Stilo, donne e fanciulli (poiché i giovani robusti stavano in armi perseguitando i briganti), recandosi per raccorre ulivi ad un podere lontano, portavano ciascuno in tasca poco pane, onde mangiare a mezzo del giorno e ristorare le forze alla fatica. Incontrati da' vigilatori gendarmi, dei quali era capo il tenente Gambacorta (ne serbi il nome la istoria), furono trattenuti, ricercati sulla persona, e poiché provvisti di quel poco cibo, nel luogo intesso, tutti gli undici uccisi. Non riferirò ciò che di miserevole disse e fece una delle prese donne per la speranza, che tornò vana, di salvare, non sé stessa, ma un figliuolo di dodici anni. […]
Lo spavento in tutti gli ordini del popolo fu grande, e tale che sembravano sciolti i legami più teneri di natura, più stretti di società; parenti e amici dagli amici e parenti denunziati, perseguiti, uccisi; gli uomini ridotti come nel tremuoto, nel naufragio, nella peste, solleciti di sé medesimi, non curanti del resto dell'umanità. Per le quali opere ed esempi viepiù cadendo i costumi del popolo, le susseguenti ribellioni, le sventure pubbliche, le tirannidi derivavano in gran parte dal come nel regno surse, crebbe e fu spento il brigantaggio. Questa ultima violenza non fu durevole: tutti i Calabresi, perseguitati o persecutori, agirono disperatamente; e poiché i briganti erano degli altri di gran lunga minori, e spicciolati traditi, sostenitori d'iniqua causa, furono oppressi. Sì che, di tremila che al cominciare di novembre le liste del bando nominavano, né manco uno solo se ne leggeva al finire dell'anno; molti combattendo uccisi, altri morti per tormenti, ed altri di stento, alcuni rifuggiti in Sicilia, e pochi, fra tante vicissitudini di fortuna, rimasti, ma chiusi in carcere. (Libro VII, Regno di Gioacchino Murat”

Pietro Colletta (1775–1831) patriota, storico e generale italiano

1808-1815), Capo II "Fatti di guerra e di brigantaggio, poi distrutto.", XXVII-XXVIII, Tip. e libreria Elvetica, Capolago, 1834
Storia del reame di Napoli

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“Correre è far sì che la mia immaginazione abbia il mezzo per esprimersi e cercare dentro di me.”

Kílian Jornet i Burgada (1987) scialpinista e atleta spagnolo

Origine: Correre o morire, p. 193

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“[…] una prima confederazione degli spiriti illuminati, nel mezzo di questa Europa asservita totalmente dalla potenza ecclesistica ed la dominazione feudale […].”

Abel-François Villemain (1790–1870) politico e scrittore francese

Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni

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“Vai, vieni e vai, come vuoi, | nasci solo e solo andrai | è in mezzo che hai | quel gran bel traffico | il traffico che vuoi.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Si viene e si va, n. 1
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“Nella sinistra italiana, e quindi nel Pci, c'era un atteggiamento oggettivamente ostile nei confronti dell'omosessualità. Mi sembra fin troppo semplice ed ovvio citare la tessera negata del partito a Pier Paolo Pasolini, le mille difficoltà di Luchino Visconti… [La ragione] non era tanto una questione legata al moralismo. Si pensava che gli omosessuali fossero ricattabili e che, per essere tollerati dalla polizia, potessero essere "usati."”

Diego Novelli (1931) politico e giornalista italiano

C'era di mezzo il mito della "vigilanza rivoluzionaria", insomma.
Origine: Citato in Paolo Conti, «Quella Torino in cui era vietato parlare dell'omosessualità» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/14/Quella_Torino_cui_era_vietato_co_8_120814014.shtml, Corriere della Sera, 14 agosto 2012, p. 22.

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“Il Ponte sullo stretto di Messina è un progetto irrealizzabile. Silvio Berlusconi ha fatto cose orribili, ma questa cosa si è limitata a dirla e poi non l'ha fatta. Nel frattempo, però, abbiamo speso mezzo miliardo di euro solo per progettare e riprogettare. È un modo come un altro per consentire ad Alfano e alle sue clientele di fare un'ottima campagna elettorale alle prossime elezioni regionali in Sicilia. È il ponte che collega il Pd ad Alfano.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Dalla trasmissione televisiva Otto e mezzo, La7, 12 novembre 2015; citato in Mario Ventriglia, Travaglio: "Ponte sullo Stretto? Collega Pd ad Alfano che potrà fare campagna elettorale in Sicilia" http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/13/travaglio-ponte-sullo-stretto-collega-pd-ad-alfano-che-potra-fare-campagna-elettorale-in-sicilia/438508/, Tv.Ilfattoquotidiano.it, 13 novembre 2015.

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“Pochi sono gli animali la cui storia sia stata adorna di tante favole, di tante straordinarie dicerie, come quella delle iene. Gli antichi stessi narravano di esse le più incredibili cose. Si asseriva che il cane il quale vedeva l'ombra d'una iena ne perdesse incontanente la voce ed i sensi; si assicurava che l'odiosa belva sapeva imitare la voce dell'uomo per meglio adescarlo, poi d'un tratto aggredirlo ed ucciderlo; si credeva che il medesimo individuo radunasse in sè i due sessi, e persino mutasse a piacimento di sesso, ora presentandosi come essere maschio, ora come femmina. Il più notevole si è che siffatte fiabe trovarono credito presso tutte le popolazioni che conebbero le iene. Gli Arabi principalmente sono ricchi di leggende sopra questi animali. Si crede da essi solamente che l'uomo diventi furioso mangiando cervella di iena; si sottera il capo della belva uccisa per togliere malvagi stregoni il mezzo di fare soprannaturali sortilegi. Persino si crede dai più, e con certezza, che le iene non son altro che stregoni travestiti, che di giorno vanno attorno in figura umana, ma di notte pigliano la maschera di iena e danno di ogni giustizia. Io stesso fui varie volte ammonito dai miei servi arabi con premura di non isparare sulle iene, e mi vennero narrate spaventose storie sulla potenza degli spiriti infernali mascherati.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 500

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“[Sul derby di Torino] Bisogna arrivare a Venaria, perché la Juve è la squadra di Venaria e dobbiamo trovare il mezzo idoneo per arrivare in periferia, perché la Juve è una squadra di periferia rispetto a noi che giochiamo in mezzo alla città di Torino.”

Piero Chiambretti (1956) conduttore televisivo e showman italiano

Origine: Dall'intervista a SkySport 24; citato in Luca Ghiano, Chiambretti: "Juve squadra di periferia, Torino è stata e resterà granata" http://www.torinogranata.it/primo-piano/chiambretti-juve-squadra-di-periferia-torino-a-stata-e-restera-granata-33545, TorinoGranata.it, 28 novembre 2012.

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“Una fonte di luce | è il cantore, lodato | in mezzo ai suoi fratelli. | Scoppia la folgore – | e i boschi se ne stanno silenziosi: | il cantore ora leva | la sua voce, versando | dalle labbra rugiada di canti. | Taciti, intorno a lui, | come rocce sul mare | stanno in ascolto i popoli.”

Kristian Jaak Peterson (1801–1822) poeta estone

da Il vate, Laulja
Origine: In Canti, diario e lettere, Laulud, päevaraamat ja kirjad, 1922; in Poeti estoni, a cura di Margherita Guidacci e Vello Salo, Edizioni Abete, Roma, 1973, pp. 23-24.

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“Grande, importante malattia quella di Basedow! Per me fu importantissimo di averla conosciuta. La studiai in varie monografie e credetti di scoprire appena allora il segreto essenziale del nostro organismo. Io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingombrino tutto il cervello chiudendolo a tutte le altre. Ma se anche alla collettività succede la stessa cosa! Vive di Darwin dopo di essere vissuta di Robespierre e di Napoleone eppoi di Liebig o magari di Leopardi quando su tutto il cosmo non troneggi Bismark.
Ma di Basedow vissi sol io! Mi parve ch'egli avesse portate alla luce le radici della vita la quale è fatta così: tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di un cuore sfrenato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica, destinati a perire di una malattia che sembrerebbe di esaurimento ed è invece di poltronaggine. Il giusto medio fra le due malattie si trova al centro e viene designato impropriamente come la salute che non è che una sosta. E fra il centro ed un'estremità — quella di Basedow — stanno tutti coloro ch'esasperano e consumano la vita in grandi desiderii, ambizioni, godimenti e anche lavoro, dall'altra quelli che non gettano sul piatto della vita che delle briciole e risparmiano preparando quegli abietti longevi che appariscono quale un peso per la società. Pare che questo peso sia anch'esso necessario. La società procede perché i Basedowiani la sospingono, e non precipita perché gli altri la trattengono. Io sono convinto che volendo costituire una società, si poteva farlo più semplicemente, ma è fatta così, col gozzo ad uno dei suoi capi e l'edema all'altro, e non c'è rimedio. In mezzo stanno coloro che hanno incipiente o gozzo o edema e su tutta la linea, in tutta l'umanità, la salute assoluta manca.”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, pp. 387-389

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“[Con riferimento ai gatti] Nessun animale oserebbe saltare in mezzo a una tavola imbandita, a meno che non sia assolutamente certo di poter sostenere la conversazione.”

Fran Lebowitz (1950) autrice statunitense

Origine: Citato in Aa. Vv., Antica saggezza dei gatti: aforismi felini, Edizioni del Baldo, Colognola ai Colli, 2013, p. 8. ISBN 8867210530

“Parole, perché tra il "dire" e il "fare" c'è di mezzo il coraggio!”

Pino Roveredo (1954) scrittore italiano

da Mandami a dire

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“Le intercettazioni, lo dico da sempre, sono un mezzo di indagine irrinunciabile e indispensabile che non va in alcun modo limitato.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Citato in Grasso: "Intercettazioni tra privati legittime per la Cassazione. Utili nelle indagini su estorsioni, corruzione, stalking" http://www.repubblica.it/politica/2015/07/28/news/intercettazioni_grasso_conciliare_segretezza_indagini_con_informazione_-119966352/, Repubblica.it, 28 luglio 2015.

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“Per guidare un sistema industriale, e anche farne la critica, non si può essere preindustriali. Riguardo alla mentalità che ha prevalso, bisogna ricordare che in definitiva per anni in tutte le sedi hanno detto: i padroni. Noi dicevamo: gli imprenditori. Perché lo spirito imprenditoriale c'era, sarà stato all'italiana ma c'era, aveva una sua creatività e non si poteva ucciderlo. Io temo che già sia stato mezzo ucciso. Se leggi certe encicliche recenti dei papi, il linguaggio è anticapitalistico nella più vecchia delle maniere. E il linguaggio ha la sua importanza. Anche Andreotti per esempio ha detto: "Dobbiamo colpire i ricchi". Ma in un paese moderno si dice: gli alti redditi. Lui dice i ricchi, pensando forse che sia questione di morale cristiana. Ma quale morale cristiana! In Svezia tassano davvero gli alti redditi e non per morale cristiana, semmai per morale laica. Il Partito comunista, ideologicamente, ha usato un certo linguaggio. Ma ora si è accorto che quel linguaggio non si applica al nostro tipo di società. I Socialisti li conosciamo bene. I democristiani hanno un linguaggio per cui il capitalismo è un male. Non vedono i problemi se non con mentalità precapitalistica, puramente assistenziale. Quindi l'opinione pubblica non è stata informata sulla realtà dei suoi problemi, è stata solo abituata a quel linguaggio. Gli emigrati in Germania usano già un altro lessico. Se mai avremo una ripresa, questa sarà possibile solo imparando alcune cose.”

Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano

Origine: Intervista sul non – governo, pp. 73-74

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“Non ho un'ammirazione incondizionata per Fellini. Potrei usare una bandiera: Strada no, Vitelloni sì. Ma credo che se ci si lasciasse completamente andare, Otto e mezzo apparirebbe, aldilà dei pregiudizi e delle reticenze, come un oggetto prodigioso. Una fantastica generosità, un'assenza totale di precauzioni e d'ipocrisia, una sincerità evidentemente priva di compiacimento e un grande coraggio artistico e finanziario caratterizzano questa impresa stupefacente. […] Otto e mezzo, intellettualmente ed esteticamente, è uno sforzo lirico, patetico e forsennato verso l'unità, al di là delle contraddizioni e degli ostacoli interni o esterni. Da questa permanente inquietudine nasce un'opera, da questa follia barocca un'architettura molto ben congegnata, in un'appassionata negazione delle convenzioni e dei valori consolidati, in una ricerca neo-francescana, al di là delle false ricchezze, d'una specie di equilibrio. Io non amavo né La strada né Cabiria. Fellini riprende, riesamina senza pietà tutto ciò che ha detto fino ad ora con la follia e il movimento di Vitelloni e dello Sceicco bianco. Non credo che si tratti di un gusto per l'auto-citazione. […] Fellini affila il suo coltello contro se stesso. Così facendo supera le proprie angosce, e quelle di ogni uomo di cinema, traumatizzato […] dallo stato d'inferiorità e di soggezione in cui vegeta, come un pesce delle caverne, l'arte di fare dei film.”

Pierre Kast (1920–1984) regista francese

da Cahiers du Cinéma, 145, Parigi, luglio 1963
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, p. 109 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA109. ISBN 8876059318

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“Sono cristiano, confesso di esserne orgoglioso e di lottare con ogni mezzo per essere riconosciuto come tale.”

Giustino martire (100–165) filosofo palestinese

Citazioni di Giustino
Origine: Da II Apologia; citato in Liébaert, p. 48.

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