Frasi su profondo
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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
La Via dei Re

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“La formidabile sterzata (der ungeheure Umschwung), che dalla profonda depressione e totale disperazione causata dalla morte di Gesù portò alla forza della fede e all'entusiasmo con cui i discepoli lo annunciarono come Messia, non si potrebbe spiegare se nel frattempo non si fosse prodotto un avvenimento eccezionalmente incoraggiante.”

David Friedrich Strauß (1808–1874) teologo, filosofo e biografo tedesco

Origine: Da Das Leben Jesu kritisch bearbeitet; citato in Romano Penna, I fondamenti della cristologia neotestamentaria, PATH, n. 2, anno 2003 http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_academies/theologica/pdf/PATH%20n.%202%20-%202003.pdf, p. 318.

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“Cos'è l'istinto? Cuore dei sensi più profondi […]”

Annette von Droste-Hülshoff (1797–1848) scrittrice e poetessa tedesca

da Istinto, p. 131
La casa nella brughiera

“La nera solitudine alla nera | solitudine; – il sogno alto al profondo | pensier; – la sera che è triste alla sera | che piange; – al mondo infranto il bieco mondo.”

Giovanni Camerana (1845–1905) poeta, critico d'arte e magistrato italiano

Origine: Citato in Storia della letteratura italiana, vol. V, p. 129.

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“[Tubercolosi, cancro, fascismo]. Ogni epoca ha la sua malattia, alla quale risponde un'altra (ma è probabilmente la stessa) nel campo morale. L'Ottocento ebbe la tubercolosi e gli sdilinquimenti sentimentali; il Novecento ha il cancro e il fascismo. Tutto il processo del fascismo – manifestarsi della sua vera natura quando è già tardi per un efficace intervento chirurgico; sua impossibilità di morire se non assieme alla vittima alla quale si è abbarbicato; tendenza a riprodursi in luoghi lontani dalla sua prima sede; disperate sofferenze che genera in quelli che ne sono colpiti; guasti profondi che si rivelano all'esame necroscopico dei corpi (o paesi) sui quali abbia totalitariamente imperato – tutto, dico, il suo processo ha sorprendenti somiglianze con quello del cancro. Ma in un'altra cosa gli assomiglia ancora.Nessuno ignora oggi che la tubercolosi è, molte volte, uno dei mezzi che i giovani impiegano per suicidarsi. Azzardo l'ipotesi che il cancro (malattia degli anziani) abbia le sue radici psichiche in un tentativo sbagliato dell'organismo per ringiovanire. La formazione di un neoplasma potrebbe significare il desiderio di rifarsi un nuovo organo, p. es. un nuovo stomaco. (Ho comunicata questa mia ipotesi ad alcuni medici intelligenti, i quali ne hanno tutt'altro che riso). Ebbene: che cosa è stata in fondo l'adesione al fascismo – in Italia e altrove – se non un tentativo sbagliato della borghesia di rifarsi una vita nuova, di ringiovanire? Troppo tardi si è accorta poi dell'errore; e allora… non c'era più rimedio; la buona cosa, la cosa provvidenziale, che si presentava apportatrice di un «ordine nuovo» recava invece inumane sofferenze; e, a più o meno lunga scadenza, la morte.”

Umberto Saba (1883–1957) poeta italiano

43, pp. 43-44
Scorciatoie e raccontini

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“Anche se la rivoluzione cinese ha migliorato molto la posizione della donna nella società, non ha stabilito la parità di genere. La trasformazione sociale, per quanto profonda, non ha spazzato via il maschilismo radicato nella cultura del paese.”

Lijia Zhang (1964) scrittrice e giornalista cinese

Origine: Da La conquista dei diritti delle donne in Cina, China File, Stati Uniti; tradotto in Internazionale, n. 1095 del 27 marzo 2015, p. 30.

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“La divisione dell'Europa, come in altre stagioni, può far correre rischi gravi: quella tra un'Europa ricca e un'Europa in difficoltà. Ma ormai esistono connessioni così profonde tra i nostri mondi nazionali che tale divisione mette tutti in crisi. È su questa connessione, che abbiamo investito, credendo che alimentare le relazioni, le amicizie, le sinergie, le imprese comuni, valga di più che una dichiarazione.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dal discorso alla consegna dell'onoreficenza di Commandeur de la Légion d'Honneur, 11 luglio 2012; in Santegidio.org http://www.santegidio.org/pageID/1165/langID/it/itemID/75/Il_discorso_di_Andrea_Riccardi.html.

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“Chi saprà mai veramente quanto più che ogni gesto possa turbar nel profondo una sola parola?”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 74

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“Spinoza è una delle personalità più profonde e pure che la nostra stirpe ebraica abbia mai prodotto.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da una lettera del 1946; citato in Friedrich Dürrenmatt, Albert Einstein: Ein Vortag, Diogenes, Zurigo, 1979, p. 22.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 59

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“Ho il più profondo rispetto per la libertà del sacerdote, a patto che egli resti nelle sue funzioni: se questa libertà fosse attaccata, sarei il primo a difenderla; ma il prete si accontenti con la gestione delle cose sacre, e non lasci la soglia della sua chiesa: fuori, egli rientra in mezzo alla folla dei cittadini, e non ha più diritti che quelli di comuni di legge.”

André Dupin (1783–1865) giurista, avvocato e politico francese

J’ai le plus profond respect pour la libertè du prêtre, tant qu’il se renferme dans ses fonctions: si cette liberté était attaquée, je serais le premier à la défendre; mais que le prêtre se contente du maniement des choses saintes, et qu’il ne sorte pas du seuil de son éclise: hors de la, il rentre pour moins dans la foule des citoyens, il n’a plus de droits que ceux du droit comun.
Origine: citato in Antonio Rosmini, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, Napoli, Stabilimento tipografico del Tramater, 1849, p. 55)

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“Di fronte alla Sindone sorge sempre una domanda profonda sui misteri della vita e dell'esistenza umana.”

Ugo Nespolo (1941) pittore e scultore italiano

Origine: Citato in Il pittore Ugo Nespolo alla Sindone http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00055354_Il_pittore_Ugo_Nespolo_alla_Sindone.html, Sindone.org, 30 maggio 2015.

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“Il Mediterraneo è stato a lungo rappresentato come il mare dei tanti conflitti. Soprattutto il secolare conflitto tra il mondo cristiano e quello islamico, divenuto un archetipo dei rapporti tra le due religioni e le civiltà ad esse legate. Ancora oggi il Mediterraneo è contrassegnato da una serie di preoccupanti conflitti, come quello tra israeliani e palestinesi. Ma anche la "primavera araba" ha lasciato un'eredità di pesanti tensioni in Egitto e in Libia. Drammatica è la situazione della Siria, ostaggio di una guerra civile con tante interferenze internazionali, dove si scontrano il mondo sunnita e sciita. Anche nel XXI secolo il mare Mediterraneo si presenta come uno spazio dove ci sono tanti conflitti, quasi confermando la storia di secoli, se non di millenni. Il Mediterraneo è un mondo frammentato in tante storie diverse, ma intrecciate l'una con l'altra. In questo mondo di diversità c'è però anche un'unità profonda. Esiste un Mediterraneo che, in qualche modo, lega le sorti dei differenti paesi e delle diverse comunità. Si ripropone il grande tema del vivere insieme nel mondo contemporaneo. La civiltà del convivere, nell'uguaglianza e nel rispetto della libertà, è la grande prospettiva che si apre per il XXI secolo. Vivere insieme riguarda anche i rapporti tra le religioni, le nazioni e le culture di quel sistema complesso rappresentato dal Mediterraneo. Per chi ne percorre le storie si aprono scenari in cui le convivenze di ieri si incrinano, ma anche dove si intrecciano nuovi rapporti.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, Guerini e Associati, 2014
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“Non ci eravamo accorti che nell'uomo il midollo spinale ha un'azione assai più estesa e profonda di quella del cervello.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

7 settembre 1944; p. 714
Lettere a Max Born

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“Più si considera, più si studia un'azione storica suscettibile d'essere resa drammaticamente, e più si scoprono legami tra le sue diverse parti, più si coglie nel suo insieme una ragione semplice e profonda. Vi si distingue infine un carattere particolare, direi quasi individuale, qualche cosa di esclusivo e di proprio, che la rende quale essa è. Si sente sempre più che occorrevano tali costumi, tali istituzioni, tali circostanze per condurre ad un tale risultato, e tali caratteri per produrre tali atti; che occorreva che le passioni che vediamo in gioco, e le imprese in cui le vediamo impegnate, si succedessero nell'ordine e nei limiti che ci sono dati come l'ordine e i limiti di quelle stesse imprese.
Donde viene l'attrazione che noi proviamo a considerare una tale azione? perché la troviamo non soltanto verisimile, ma interessante? Il fatto è che noi ne scorgiamo le cause reali; il fatto è che noi seguiamo, allo stesso passo, il cammino dello spirito umano e quello degli avvenimenti particolari presenti alla nostra immaginazione. Noi scopriamo, in una serie data di fatti, una parte della nostra natura e del nostro destino: finiamo per dire dentro di noi: In tali circostanze, mediante simili mezzi, con simili uomini, le cose dovevano accadere così.”

Alessandro Manzoni (1785–1873) scrittore italiano

Origine: Dalla Lettera a M. Chauvet, traduzione di Guido Baldi; citato in Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Manzoni e Leopardi, in Moduli di letteratura, Paravia, Torino, 2002. ISBN 88-395-3074-6.

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“Il presente è vasto, il passato profondo; la vastità confonde, la profondità ricrea, perché dovremmo andare sempre e solo per il largo?”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

da Narratori tedeschi, p. 365
L'ignoto che appare

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“Ero solo in casa e Petalo come al solito si era messo a grattare la porta e a gemere nel modo più molesto e inurbano, disturbando indicibilmente la mia concentrazione profonda di filosofo. […] Con una scopa corsi alla porta e… ma non ricordo di avergli dato un colpo… forse glielo minacciai soltanto, urlandogli istericamente di filare […]. Quel che ricordo nitidamente, come se guardassi una istantanea di quel momento, è la fuga del maleamato sulla rampa della scala […]. Su ogni gradino c'erano gocce di sangue. Petalo era ferito. Era venuto a supplicarmi soccorso e si era ricevuto un colpo di scopa.Andai su a vedere, temendo di essere stato io il feritore… (Forse glielo diedi, il colpo). Stava leccando del latte, disperatamente. Una zampina era stata portata via di netto da qualcosa di terribile, e sulla schiena aveva uno squarcio, vicino al collo, un cratere di sangue. Non si lamentava più, ogni tanto ci guardava, come fossimo stati i suoi giudici, o i suoi medici.
Chiamai il veterinario, che aveva il rimedio nella borsa e che consigliò di adoperarlo subito. Era stato un cane a ridurlo in quello stato […]. Mentre il misericordioso Dottore preparava l'iniezione, [Petalo] mi fissò in modo indimenticabile e volle – proprio così – che la mia mano si posasse dolcemente sulla sua mutilazione, un grumo di dolore che spenzolava. Non so se mai più mi capiterà di supplicare mentalmente, con tanta angoscia e febbrile vergogna, qualcuno, qualche groviglio di visceri viventi, di perdonarmi, sul punto della morte.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, pp. 286-288

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“Ricordo che nell'agosto 2003 presi la decisione di diventare (quasi) vegano, e fu allora che avvertii dentro di me un profondo allineamento emozionale. Capii che avevo scelto di fare la cosa giusta, e che mi sarei impegnato a rispettare quella decisione per il resto della vita. Le mie convinzioni e la mia morale avevano finalmente trovato il perfetto allineamento.”

John Mackey (1953)

Origine: Da un'intervista di Jeffrey Moussaieff Masson; riportato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 11. ISBN 978-88-6052-218-4

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