Frasi su resta
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“Niente diviene vecchio se non ciò che nacque vecchio. Ciò che nacque nuovo in eterno resta tale.”

Adriano Tilgher (1887–1941) filosofo e saggista italiano

Origine: Studi sul teatro contemporaneo, p. 34

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“[Riferendosi ai suoi quadri] Perché quello che oggi costa dieci, domani costa venti! Dopodomani costa trenta! I soldi passano, l'arte resta!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 8
Personaggi originali, Dottor Armà

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“Nessuno s'inganni: chi non è all'interno del santuario, resta privo del pane di Dio.”

Ignazio di Antiochia (35–108) vescovo cattolico e teologo romano

Lettera agli Efesini

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“[Riferito a Billie Holiday] Possiamo trovare nelle sue incisioni del periodo 1935-40 tutti i procedimenti per mezzo dei quali essa trasformava una melodia: l'accentazione di certe note, che faceva precedere da brevi silenzi che attiravano su di esse l'attenzione (Why was I born, I wished on the moon) l'affrancamento, in rapporto al tempo, della frase (I Can't get sterted) cominciata generalmente con un leggero ritardo su quello: un effetto da cui Billie Holiday ricavava un considerevole swing (Miss Brown to you); le improvvise opposizioni dei registri (Body and soul); o la combinazione di questi due ultimi effetti (Can't help lovin' thet man). Per tutta la durata di queste registrazioni, si resta colpiti dal modo in cui Billie Holiday "pensa" – o "sente"”

Demètre Ioakimidis (1929–2012)

i suoi vocali; ella lo fa molto più alla maniera d'uno strumentista che a quella di una cantante, tanto che quando, in She's funny that way, ella segue Lester Young, sembra continuare il pensiero musicale di quest'ultimo. (da Romantique Billie Holiday, in Jazz Hot, ottobre 1959; citato in Jazz: La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana)
Origine: La versione di She's funny that way a cui si fa riferimento è quella del 1937. Mentre tutti gli altri brani sono stati registrati con sotto il nome di Teddy Wilson.

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“Resta fermo che il termine «liberale» nasce da un'auto-designazione orgogliosa, che ha al tempo stesso una connotazione politica, sociale e perfino etnica. Siamo in presenza di un movimento e di un partito che intendono chiamare a raccolta le persone fornite di un'«educazione liberale» e autenticamente libere, ovvero il popolo che ha il privilegio di essere libero, la «razza eletta» – per dirla con Burke –, la «nazione nelle cui vene circola il sangue della libertà». Tutto ciò non è stupefacente. Come è stato chiarito da eminenti studiosi delle lingue indoeuropee, «liberi» è una «nozione collettiva», è un segno di distinzione che compete ai «ben nati» e solo a loro. Proprio per questo, al di fuori della comunità dei liberi e dei ben nati, la servitù o la schiavitù non solo non è esclusa ma è perfino presupposta. Agli occhi di Cicerone, alla testa dei liberi populi è Roma, che pure procede alla schiavizzazione in massa dei popoli sconfitti e considerati indegni della libertà. In modo analogo, nell'Inghilterra liberale del XVIII secolo, una canzone divenuta assai popolare (Rule Britannia) così inneggia all'impero che ha da poco strappato alla Spagna l'asiento, il monopolio della tratta dei neri: «Questo fu il suo privilegio divino, / che gli angeli cantarono in coro: / Oh Britannia, comanda alle onde, / Mai gli inglesi saranno schiavi».”

Domenico Losurdo (1941–2018) filosofo italiano

cap. VIII, 1, p. 242

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“La sovranità nazionale resta in molti aspetti l'elemento fondamentale di ciascun governo. Ma per le sfide che trascendono i confini nazionali, l'unico modo per difendere la sovranità è che noi Europei la condividiamo all'interno dell'UE.”

Mario Draghi (1947) economista e manager italiano

Origine: Citato in Draghi, per l'Europa è necessario completare il mercato unico e l'unità politica http://www.repubblica.it/economia/2016/09/13/news/draghi_all_europa_serve_un_mercato_unico_e_un_unica_politica-147692578/?ref=HREC1-6, Repubblica.it, 13 settembre 2016.

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“Insomma, non sono riuscito ad ammazzarmi a forza di bere. Ci sono andato vicino, ma non ci sono riuscito. Ora merito di vivere con quello che resta.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Origine: Il capitano è fuori a pranzo, p. 104

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“[Ultime parole famose] Thiago Silva resta al Milan. Non abbiamo cambiato idea, non c'era idea di cedere il calciatore, ma venivano delle offerte straordinarie. Però il mio vecchio cuore rossonero mi ha fatto dire di no.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2012
Origine: Citato in Berlusconi: "Thiago Silva resta" http://www.sportmediaset.mediaset.it/mercato/mercato/articoli/84155/berlusconi-thiago-silva-resta-.shtml?frommobile, Sportmediaset.it, 14 giugno 2012.

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“Vi chiedo scusa per quello che è successo in occasione del Festival di Sanremo. Se dell'Italia resta qui in Argentina solo questo squarcio così orrendo, immaginiamo che cosa possono pensare i giovani. Come si chiama il presentatore? Enrico Papi? È un cretino. Ha fatto una cosa inaccettabile!”

Franca Pilla (1920) moglie di Carlo Azeglio Ciampi

Origine: Citato in Sanremo: Franca Ciampi si scusa con gli argentini http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/03/15/Spettacolo/SANREMO-FRANCA-CIAMPI-SI-SCUSA-CON-GLI-ARGENTINI_144700.php, Adnkronos.com, 15 marzo 2001.

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“Fra il mio cervello e me resta sempre uno strato dove non riesco a penetrare.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

23 febbraio 1910; Vergani, p. 282
Diario 1887-1910

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“[…] quel che resta sono le opere aristocratiche dei vinti, i Tomasi e i Buzzati, i Praz e i Morselli, i Berto e gli Alianello. O di vinti a disagio nel campo dei vincitori, come Pavese e Pasolini.”

Marcello Veneziani (1955) giornalista e scrittore italiano

da I vinti: i perdenti della globalizzazione e loro elogio finale, Mondadori, Milano, 2004, p. 121

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“Quando all'indomani di molti balli, tutti i danzatori sono spariti, resta nei saloni più di quello che ci si era messo: aria.”

Xavier Forneret (1809–1884) poeta, scrittore, giornalista, drammaturgo

Citato in Dictionnaire des citations, sous la direction de Robert Carlier, Jean-Louis Lalanne, Pierre Josserand e Samuel S. de Sacy, Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“[La Siria] è un paese distrutto nelle sue vittime e nei suoi beni, ma anche nella sua anima. Un regime che uccide il suo popolo, ribelli divisi e sempre più radicalizzati, una popolazione separata secondo le antiche fratture etnico-religiose della popolazione ormai ravvivate. Davanti a questo disastro umanitario, la comunità internazionale resta divisa e incerta.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da Siria, la guerra non è una necessità, Le Figaro, 29 giugno 2013; riportato in Riccardi Andrea.it http://www.riccardiandrea.it/2013/06/andrea-riccardi-su-le-figaro-siria-la.html.

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“Cosa diranno non importa, non conta più, perché alla fine ciò che resta sei solo tu.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Davanti agli occhi,n. 11

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“Gli effetti positivi dell'applicazione della tecnologia sulla linea di porta sono sotto gli occhi di tutti. Adesso va applicata anche in altre zone del campo e non solo, sempre con l'obiettivo di tutelare la centralità e la credibilità dell'arbitro che resta l'unico garante dell'applicazione delle regole in campo.”

Carlo Tavecchio (1943) dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Moviola in campo, ecco il sì della Fifa. Tavecchio: «Pronti a sperimentare» http://www.corriere.it/sport/16_gennaio_08/moviola-campo-ecco-si-storico-fifa-tavecchio-figc-pronta-sperimentare-651b9ad2-b633-11e5-89eb-0068f7a213a8.shtml, Corriere.it, 8 gennaio 2016

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“«Il dubbio è voce infernale | che grida al cielo: | – Non c'è un Dio lassù | che pensi al genere umano? – || E certamente | chi dice questo | merita che da lui | ritragga le mani il buon Dio. || Perché c'è un Padre del genere umano, | un fedele, provvido Padre, | e chiunque da Lui non si scosti | può bene vederlo. || Ma non siamo impazienti! | Egli ha tanti figliuoli. | Non pretendiamo che ponga | noi, dinanzi a tutti! || Questa è la legge: «Attendi il tuo turno» | e non aspetterai invano. | Come il sole attorno alla terra, così | gira la sua bontà. || Nessuno ne resta privo. | Se Egli non viene oggi, giunge domani | e finché l'uomo non è felice | non può morire. || E la felicità non giunge mai troppo tardi, | e questa è magica cosa; | se solo una goccia ve ne cadesse dentro | addolcirebbe un mare». || A lungo ancora parlò il giovane | e il vecchio ognor più attento, ascoltava. | Così la sua anima assorbì quei discorsi | come il piccolo succhia il latte materno. || E quando quello cessò di parlare | il vecchio chiese meravigliato: | «Dove imparasti tu queste cose? | Chi sei, giovanotto, qual è il tuo nome?». || Già il giovane si era annoiato | d'aver sfoggiata tanta gravità, | e allegramente, e biricchino | diede codesta risposta: || «Dove ho imparato tali cose? | Me le disse una nottola | quando, in una notte di tempesta, | dormii con essa nel cavo di un albero. || Chi sono? Un vagabondo | senza paese e senza casa; | un qualche uccello di passo | mi fu forse antenato. || Me ne vado in giro pel mondo; | oggi qua, domani là, | e mi levo il cappello | dinanzi a chi lo desidera. || Quanto più soffro il freddo e la fame | tanto più io godo | poiché migliore sarà il futuro | se più brutto è il presente. || E come mi chiamo? Confesso | che il mio nome l'ho quasi scordato, | ma so dirti che ora nel mondo | mi chiamano Stefano il folle».”

Sándor Petöfi (1823–1849) poeta e patriota ungherese

da Stefano il folle, pp. 145-146
Poemetti e poesie scelte

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“Il tizzo acceso fin che arde fuma; | simile, o mesto amico, al nostro cuore | che in pianto si consuma | fin che arde l'amore. || Lascia dunque che s'alzi e che s'esali | questa nube di duol cotanto intenso; | essa abbraccia i tuoi mali | come grani d'incenso. || Sii in te stesso al par d'un vaso sacro | d'olocausto, di fede e di speranza; | vedi, il fumo pare acro, | ma il turibolo danza. || Non ispegner per tema o per ristoro | quell'incendio divin che ti fa egro, | non far che il carbon d'oro | si muti in carbon negro. || Anzi affronta gli spasmi ed il martiro, | cerca nell'ansia del tormento occulto | dopo il duol del sospiro | l'estasi del singulto; || troverai qualche vero. È la tempesta | esultazione a chi non sa temerla, | e sulla duna resta | dopo l'onda la perla. || Piangi, medita e vivi; un dì lontano | quando sarai del tuo futuro in vetta | questo fiero uragano | ti parrà nuvoletta. || *** || Oggi volli per te cantar la vita, | ma la dolce canzon sul metro mio | torna fioca e smarrita | per troppo lungo oblio. || Torva è la Musa. Per l'Italia nostra | corre levando impetuösi gridi | una pallida giostra | di poeti suicidi. || Alzan le pugna e mostrano a trofèo | dell'Arte loro un verme ed un aborto | e giuocano al palèo | colle teste di morto. || Io pur fra i primi di cotesta razza | urlo il canto anatemico e macabro, | poi, con rivolta pazza, | atteggio a fischi il. || Praga cerca nel buio una bestemmia | sublime e strana! e intanto muor sui rami | la sua ricca vendemmia | di sogni e di ricami. || Dio ci aiuti, o Giovanni, egli ci diede | stretto orizzonte e sconfinate l'ali; | ci diè povera fede | ed immensi ideali. || E il mondo ancor più sterile, o fratello, | ci fa quel vol di pöesia stupendo, | e non trovando il Bello | ci abbranchiamo all'Orrendo. || Dio ci aiuti! Su te sparga l'ulivo, | sparga la pace e le benedizioni, | sii sulla terra un vivo | felice in mezzo i buoni. || A me calma più piena e più profonda; | quella che splende nell'orbita d'una | pupilla moribonda, | mite alba di luna.”

Arrigo Boito (1842–1918) librettista italiano

A Giovanni Camerana., pp. 796-798
Origine: Citato in G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti e G. Zaccaria, Dal testo alla storia dalla storia al testo , [Letteratura italiana con pagine di scrittori stranieri, Analisi dei testi e critica, vol III, tomo secondo, Dal Decadentismo ai giorni nostri, Storia del teatro e dello spettacolo a cura di Gigi Livio], Paravia, Torino, 1993. ISBN 88 395 0453 2

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“Billy Crystal resta il più grande con Robin Williams, dopo di loro vedo solo nebbia. Troppi nuovi comici attingono alla peggior Tv. Io, come tanti altri attori della Hollywood di ieri, mi ispiro sempre alla vita.”

Danny DeVito (1944) attore statunitense

Origine: Citato in Grassi Giovanna, Danny De Vito: avvocato, pensando a Pirandello https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/30/Danny_Vito_avvocato_pensando_Pirandello_co_0_9801307599.shtml, Corriere della Sera, 30 gennaio 1998, p. 37.

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“La cultura resta il nostro miglior biglietto da visita all'estero. Un credito illimitato pari solo all'incredulità degli stranieri per la nostra incapacità di valorizzare tale patrimonio.”

Toni Servillo (1959) attore italiano

Origine: Dall'intervista di Giuseppina Manin, Servillo: «L'Italia, popolo di fratricidi. Non perdo la testa per l'Oscar» http://cinema-tv.corriere.it/cinema/14_marzo_16/servillo-l-italia-popolo-fratricidi-non-perdo-testa-l-oscar-5b7ec6fe-ace2-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml, Corriere.it, 16 marzo 2014.

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“Il tempo, quando si resta fermi, passa a una velocità folle.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

Chourmo Il cuore di Marsiglia

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“La nostra esperienza vitale resta l'esperienza di chi si rivela attraverso l'umile acquisto.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: La Divina Mimesis, p. 33

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“Resta il fatto che senza acido non si fanno acqueforti.”

Paolo Monti (1908–1982) fotografo italiano

Origine: Citato in Archivio Paolo Monti (Biblioteca europea di informazione e cultura), Conversazioni http://www.beic.it/mostre/monti/conversazioni.html.

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“La cyclette è meno efficace e più faticosa [del ciclismo] ma resta una buona soluzione tra le mura domestiche.”

Michel Montignac (1944–2010)

Origine: Mangiar bene per prevenire le malattie cardiovascolari, p. 226

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“Gli uomini e le loro insane dottrine di terra hanno fatto fallimento: ci resta l'unica fonte, quella incorrotta dell'Evangelo.”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Citato in LaPira.org http://www.lapira.org/index2.php?file=news&form_id_cat_notizia=72

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“La gente pensa che la pazzia sia romantica, ma non è vero. La pazzia è noiosa, è come pulire e ripulire una stanza che resta sporca.”

David Leavitt (1961) scrittore statunitense

Joaquim: XIV; p. 184
Mentre l'Inghilterra dorme

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“L'esperienza è quello che ci resta quando non possiamo più fare delle esperienze.”

Jean Mistler (1897–1988) scrittore

Origine: Citato in Focus N.108 pag.204.

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“La Via della Foglia?» disse Egwene. «Che cos'è?»
Aram indicò gli alberi, continuando a guardarla intensamente negli occhi. «La foglia vive il tempo che le spetta e non si oppone al vento che la porta via. La foglia non danneggia e alla fine cade per nutrire nuove foglie. Così dovrebbe essere, per tutti gli uomini. E le donne.» Egwene lo fissò, con un lieve rossore sulle guance.
«Ma cosa significa?» disse Perrin.
Aram gli rivolse un'occhiata piena d'irritazione, ma fu Raen a rispondere. «Significa che nessun uomo dovrebbe danneggiare un altro per nessun motivo.» Rivolse un fuggevole sguardo a Elyas. «Non ci sono scuse, per la violenza. Mai.»
«E se uno ti assale?» continuò Perrin. «Se ti colpisce o cerca di derubarti o di ucciderti?»
Raen sospirò, paziente, come se Perrin non vedesse quello che per lui era chiarissimo. «Se uno mi colpisse, gli chiederei perché l'ha fatto. Se volesse colpirmi ancora, scapperei, e farei lo stesso se volesse derubarmi o uccidermi. Preferirei lasciargli prendere quello che vuole, anche la mia vita, anziché ricorrere alla violenza. E mi augurerei che non riportasse grande danno.»
«Ma hai detto che non gli faresti male» obiettò Perrin.
«Infatti. La violenza fa male a chi la usa quanto a chi la riceve.» Perrin parve dubbioso. «Potresti abbattere un albero, con la tua ascia» continuò Raen. «L'ascia fa violenza all'albero e non ne resta ferita. È così che tu la vedi, no? Il legno è tenero, a confronto del ferro, ma anche l'ascia migliore perde il filo, a furia di tagliare, e la linfa degli alberi la farà arrugginire. La possente ascia usa violenza all'inerme albero, ma ne riporta danno. La stessa cosa vale per le persone, anche se il danno è spirituale.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

capitolo 25
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“La fame resta una triste, anzi lugubre, compagna della storia dei nostri giorni. Non possiamo dimenticarlo né cancellarlo dall'agenda della nostra azione politica. Molte sono le priorità per i nostri paesi, come l'Italia, stretta da una crisi economica. Ma la sicurezza alimentare, la lotta alla fame, è priorità delle priorità.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dal discorso dell'onorevole Andrea Riccardi per la Cooperazione Internazionale e l'integrazione in occasione della 35esima sessione del Consiglio dei Governatori dell'IFAD http://www.ifad.org/events/gc/35/speech/riccardi.htm, IFAD.org, Roma, 22 febbraio 2012.

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“Nella politica italiana non perde mai nessuno. Non vincono, ma non perde mai nessuno. Dopo ogni elezione resta tutto com'è. Io sono diverso, ho perso e lo dico a voce alta… anche se con il nodo in gola, perché non siamo robot.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

dal discorso durante il quale ha annunciato l'intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l'esito del referendum costituzionale, Palazzo Chigi, 5 dicembre 2016
Origine: Visibile al minuto 04:20 di Referendum, Renzi si dimette: il discorso integrale da Palazzo Chigi http://video.corriere.it/referendum-trionfa-no-discorso-renzi/5dc37392-ba7c-11e6-99a2-8ca865283c9e, Video.Corriere.it, 5 dicembre 2016.

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