Frasi su scrittore
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“Lo scrittore deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni.”

Roland Barthes (1915–1980) saggista, critico letterario e linguista francese

da Drame, Poème, Roman, 1968

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“Nel giornalismo io sono non uno scrittore, ma uno scrivano. La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa.”

Salvatore Di Giacomo (1860–1934) poeta, drammaturgo e saggista italiano

Origine: Da L'Occhialetto, XIX, 29, Napoli, 18 settembre 1886; citato in Nota bio-bibliografica di Salvatore Di Giacomo http://www.bibliocamorra.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=330&Itemid=2#_ftn1, bibliocamorra.altervista.org.

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“Gli scrittori amano i gatti perché sono creature tranquille, amabili e sagge, e i gatti amano gli scrittori per le stesse ragioni.”

Robertson Davies (1913–1995) scrittore

Origine: Citato in Alice Ki, Il gatto: se lo conosci lo educhi, Newton Compton editori, Roma, 2013, p. 158 http://books.google.it/books?id=Ncg-AQAAQBAJ&pg=PT158.

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“[…] questo «io eroico» non si pone più autonomamente dinanzi ai propri avversari, come al tempo dei cinismi giovanili o delle prime dispute contro la pedagogia istituzionale, ma è certo d'agire per conto di un'istanza superiore ben identificata e inesauribile, la dottrina del Vangelo – del testo greco dei Vangeli ritradotto dallo stesso Tolstòj (un'ottima traduzione). Una dottrina che Tolstòj fa valere integralisticamente, ignorando di proposito la distanza di diciotto secoli, rifiutandosi di «storicizzare» e di attenuare come che sia i comandamenti di Gesù, e aprendo così un fronte immenso sul quale battersi nel mondo «pseudo-cristiano» o «cristiano-ecclesiastico» (come egli lo chiama) in cui non c'è versetto del Vangelo che, tradotto fedelmente, non suoni completamente sconosciuto e scandaloso. In questa sua ultima ed enorme scommessa sulla propria energia e forza d'urto, a Tolstòj non rimane più tempo né spazio per una dimensione privata, per una qualche quinta in cui riprendere fiato: tutto è messo in gioco, e tutto è illuminato dai riflettori. Da questa condizione Tolstòj trae adesso la forza e il gusto di continuare a vivere; da questa condizione – e dalla forza e dal gusto di vivere che gliene vengono – la sua arte trae vigore, volontà, argomenti; e di questa sua arte Tolstòj vive – scrittore com'egli è, fino al midollo. In questo cerchio virtuoso, trionfante, percorre i suoi cicli la dialettica tra pubblico e privato dell'ultimo periodo della vita di Tolstòj, vecchio conte che è diventato in tutto attore e non lo è più in nulla. (Non per nulla questo Tolstòj fu l'ultima grande passione di Nietzsche, prima della follia, e Nietzsche lo leggeva e compulsava avidamente, riconoscendo in lui lo stesso mito al quale anch'egli si sentiva forzato: la consumazione del confine tra «arte» e «vita», tra «volontà» e «realtà».)”

Igor Sibaldi (1957) traduttore, saggista e scrittore italiano

p. L

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“Nuovo romanzo dello scrittore Busi, o il dolore secondo Casanova. Tragicomico, grottesco, pirotecnico, iperbolico: sono, una più una meno, le parole che salutano di solito i romanzi di Aldo Busi; ma nessuna di esse si presta a definire "Casanova di se stessi”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

editore Mondadori, pag. 516, lire 30.000), forse il libro più radicale dello scrittore di Montichiari. [... ] Sotto i cieli chiusi dove si agitano i personaggi, Busi scrive un "libro del dolore" che sembra dire: quale maggior pienezza e intensità di vita se non sul calvario di chi, malgrado disfatte e tradimenti, si ostina ad amare senza meditare vendetta? (Cesare Medail)

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“L'autorità di uno scrittore nella narrazione di un fatto non si distrugge cercando di screditarlo come poco profondo nella scienza.”

Bartolomeo Veratti (1809–1889) giurista, giornalista e filologo italiano

Origine: Del vaglio d'Eratostene, p. 8

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“Galileo Galilei è stato il più grande scrittore della letteratura italiana: non lo dico io, ma Italo Calvino.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

citato in Il Venerdì di Repubblica, 23 ottobre 2009

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“Provo gioia e fierezza grandissima e mi allieto al pensiero che l'onore di una distinzione così alta e disputata da scrittori che collocavo al di sopra di me si rifletterà sulla mia patria alla quale devo tutto ciò che questa onorificenza premia nelle mie opere.”

Sully Prudhomme (1839–1907) poeta francese

p. 10, dalla lettera spedita all'Accademia Svedese per il conferimento del Premio Nobel, Châtenay 19 novembre 1901
Origine: Citato in Gunnar Ahlström, Il conferimento del Premio Nobel a Sully Prudhomme, I Premi Nobel per la Letteratura, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.

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“Debbo a Vitaliano Brancati, scrittore da me stimato, la visione d'un tramonto unico: non alla Plaja ma al teatro greco di Siracusa, là dove il mare dei greci è il giusto fondale.”

Alberto Moravia (1907–1990) scrittore italiano

Origine: Citato in Igor Man, Igor d'Arabia, a cura di Marcello Sorgi, Aragno, Torino, 2012.

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“Lo scrittore è un lusso in ogni società, ma si tratta di un lusso indispensabile.”

Victor Sawdon Pritchett (1900–1997) scrittore e critico letterario britannico

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“Non c'è scrittore che non somigli al serpente dell'Eden. Solo che spesso la mela è marcia.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Febbraio, p. 21

“Quando cominciai a scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea, l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla scrittura stessa…
Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come "fissare il vuoto". Le ricchezze che tale attività (infatti è proprio una vera attività) produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più fortunata del mondo.
Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati. Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana, per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici. Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.”

Sam Savage (1940–2019) scrittore statunitense

da un'intervista
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“Che cosa vuole la società dai nevrotici e dagli scrittori? Pane, mortadella e lenzuola di lino? O la vita, con l'avventura che tortura la storia e rende nomadi nel deserto per la terra promessa?”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Citato in Francesco Grisi, a cura di Sergio Paolo Foresta e Luigi Stanizzi, Luigi Pellegrini Editore, Catanzaro, 2002, p. 18.

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“Lo scopo di ogni scrittore: comunicare un'impressione che non si potrà più dimenticare.”

Marguerite Yourcenar (1903–1987) scrittrice francese

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“Io sono uno scrittore mistico. Mi servo di tinte cupe e mistiche per rappresentare le innumerevoli mostruosità della nostra vita quotidiana, il veleno di cui è intrisa la mia lingua, la trasfigurazione di alcune terribili caratteristiche del mio popolo.”

Michail Bulgakov (1891–1940) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Citato in Il "Maestro" Bulgakov un veggente che raccontò la Russia dello zar Putin http://www.ilgiornale.it/news/cultura/maestro-bulgakov-veggente-che-raccont-russia-dello-zar-putin-966215.html, il Giornale.it, 11 novembre 2013.

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“Oggi mi esercito a ridere per una buona ora, per meritarmi la fama di scrittore gaio che hanno voluto darmi.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

18 febbraio 1901; Vergani, p. 180
Diario 1887-1910

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“E allora? Tutti gli scrittori sono svitati!”

Cornelia Funke (1958) scrittrice tedesca

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“[NUOVI SCRITTORI]"Non credo che ce ne siano, perché viviamo in un'altra epoca. I media sono molto invasivi. Cosa si può pensare di scrivere che non si veda ogni giorno sui giornali o in televisione? I media muovono le emozioni della gente in ogni caso. Quando c'erano tipi come William Blake, Shelley o Byron, non c'era probabilmente alcun tipo di media, solo bollettini. Potevi sentirti libero di mettere giù ogni cosa che avevi in mente. I media hanno ucciso la poesia. Assolutamente. Perché la letteratura è scritta per un pubblico. Nessuno è come Kafka, e si siede a scrivere qualcosa senza desiderare che qualcuno la legga. Ma i media fanno questo per tutti. Non puoi vedere cose più orribili di quelle che propongono i media. Le news mostrano alla gente tutto quello che neanche hanno potuto sognare e anche i pensieri che pensavano di poter sopprimere, però li vedi e così non puoi più neanche sopprimerli. Quindi cosa può fare uno scrittore se ogni idea è già esposta nei media prima che si possa coglierla e farla evolvere? Viviamo in un mondo di fantascienza nel quale ha vinto Disney, la fantascienza di Disney. È tutta fantascienza. Per questo dico che se uno scrittore ha qualcosa da dire, deve assolutamente farlo. Questo è un mondo reale. La fantascienza è diventata il mondo reale. Che noi ce ne accorgiamo o no.”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

Variante: [NUOVI SCRITTORI]"Non credo che ce ne siano, perché viviamo in un'altra epoca. I media sono molto invasivi. Cosa si può pensare di scrivere che non si veda ogni giorno sui giornali o in televisione? I media muovono le emozioni della gente in ogni caso. Quando c'erano tipi come William Blake, Shelley o Byron, non c'era probabilmente alcun tipo di media, solo bollettini. Potevi sentirti libero di mettere giù ogni cosa che avevi in mente. I media hanno ucciso la poesia. Assolutamente. Perché la letteratura è scritta per un pubblico. Nessuno è come Kafka, e si siede a scrivere qualcosa senza desiderare che qualcuno la legga. Ma i media fanno questo per tutti. Non puoi vedere cose più orribili di quelle che propongono i media. Le news mostrano alla gente tutto quello che neanche hanno potuto sognare e anche i pensieri che pensavano di poter sopprimere, però li vedi e così non puoi più neanche sopprimerli. Quindi cosa può fare uno scrittore se ogni idea è già esposta nei media prima che si possa coglierla e farla evolvere? Viviamo in un mondo di fantascienza nel quale ha vinto Disney, la fantascienza di Disney. È tutta fantascienza. Per questo dico che se uno scrittore ha qualcosa da dire, deve assolutamente farlo. Questo è un mondo reale. La fantascienza è diventata il mondo reale. Che noi ce ne accorgiamo o no".

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“Sono molto legato al gioco dell'arte e della letteratura: i miei eroi sono artisti e scrittori.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Versi poetici e dichiarazioni di guerra

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“Racchiudendosi nell'ambito esclusivo del pianoforte, Chopin diede prova di una delle qualità più preziose in un grande scrittore e senza dubbio delle più rare in uno scrittore comune: la giusta valutazione della forma nella quale gli è dato di eccellere.”

Franz Liszt (1811–1886) compositore, pianista e direttore d'orchestra ungherese

citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“La penna è uno scettro, ma come sono pochi i re tra gli scrittori!”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Massime spirituali

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“Una Religione rivelata deve essere particolarmente poetica e così è infatti. Mentre le sue proposizioni presentano una originalità capace di avvincere l'intelletto, esprimono anche una bellezza capace di soddisfare la natura morale. Essa ci offre quelle forme ideali di eccellenza di cui si diletta la natura poetica e con le quali si associano ogni grazia e ogni armonia. Ci conduce in un mondo nuovo, un mondo di straordinario interesse, dotato delle più sublimi visioni, dei più teneri e puri sentimenti. La peculiare grazia mentale degli scrittori del Nuovo Testamento impressiona non meno del tangibile effetto che essi producono sui cuori di coloro che ne hanno assorbito lo spirito. Ora non vogliamo occuparci della natura pratica, bensì del lato poetico della verità rivelata. Per i cristiani, una visione poetica delle cose è un dovere: siamo tenuti a colorire tutte le cose con le tinte della fede, a riconoscere in ogni evento un divino significato e una tendenza soprannaturale. Anche gli amici che ci circondano sono investiti di uno splendore ultraterreno: non sono più semplici uomini imperfetti, ma esseri che godono del favore divino, sui quali è impresso il sigillo di Dio, e che si addestrano per la felicità futura. Si può aggiungere che le virtù particolarmente cristiane sono anche particolarmente poetiche – mansuetudine e gentilezza, compassione, gioia e modestia, per non parlare delle virtù devote – mentre i sentimenti più rozzi e ordinari sono gli strumenti della retorica, più che della poesia, come la collera e l'indignazione, l'emulazione, lo spirito combattivo e l'amore dell'indipendenza.”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Origine: Citato in J.H.Newman, La mente e il cuore di un grande, Edizioni Paoline; pagine scelte dalle opere di John Henry Newman con saggio introduttivo di Malachy Gerard Carroll, versione dall'inglese di Frida Ballini.

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“Un cambiamento di religione è per l'anima come un cambiamento di lingua per lo scrittore.”

Origine: Attesa di Dio, Forme dell'amore implicito di Dio, p. 149

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“Uno scrittore non si contenta di avere successo. Per essere realmente in pace con se stesso ha bisogno dell'insuccesso altrui.”

Gore Vidal (1925–2012) scrittore, saggista e sceneggiatore statunitense

Origine: Citato in Corriere della sera, 5 novembre 2009.

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“La morte prematura di un grande scienziato rallenta l'umanità, quella di un grande scrittore la frustra.”

Jean Rostand (1894–1977) aforista, filosofo, biologo

Pensieri di un biologo

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“Criticare uno scrittore è facile. Il difficile è apprezzarlo.”

Luc de Clapiers de Vauvenargues (1715–1747) scrittore e saggista francese

1923
Riflessioni e massime

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“Un grande scrittore è di solito meno intelligente di molti scrittori minori.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Settembre, p. 96

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“Quando uno scrittore diventa un classico non c'è più bisogno di leggerlo: basta citarlo.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Il grillo parlante

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“Chiedere ad uno scrittore cosa pensa dei critici, è come chiedere ad un lampione cosa pensa dei cani.”

John Osborne (1929–1994) drammaturgo britannico

citato su Time, 31 ottobre 1977

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“L'inferno per uno scrittore è di sopravvivere ai suoi lettori.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

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“García: Che cosa significa amare, Lucindo, se non ostinarsi pervicacemente?
Lucindo: Codesta è la migliore definizione dell'amore!
García: Il credere alle parole di una donna mi ha gettato in tanta confusione.
Lucindo: Chi ripone fiducia in una donna, ara nel vento e semina nel mare!
García: La fragile natura loro può scagionarle. Scrive un antico greco che un giorno si spezzò la prima corda della cetra di Apollo, e allora la corda stessa salì in cielo a lamentarsi del dio. «Chiedo giustizia a voi, giudici sommi, – disse al trono d'avorio, – giacché essendo io la più sottile sono quella che Apollo fa vibrare più spesso! Io sono debole ed egli non si stancaa di solleticarmi, mentre tocca molto meno spesso il bordone, che è ben più forte di me. Quindi Apollo non deve lagnarsi se talora mi spezzo mentre egli sta accompagnando il suo canto, giacché vengo costretta da lui a vibrare tante volte!» Con questo bel paragone lo scrittore vuol dire che quella corda così sottile e delicata che è la donna, l'uomo la carica di tanto onore, fiducia, amore, verità, piacere, cura, lealtà. verecondia, valore e patrimonio, che non è strano che talora, a furia di usarla, la perda, e spezzata in più parti gli sembra impazzita.
Lucindo: Quella corda parlò sottilmente, non per nulla era sottile e strumento nelle mani di Apollo! E da parte sua Seneca, che fra i pagani fu il più degno d'approvazione, affermò che la natura operò sapientemente negando potere e forza fisica alla donna, giacché se avesse anche quella non si potrebbe vivere!”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto III, Scena Prima
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“Compagni, parliamo dei rapporti di produzione!”

Bertolt Brecht (1898–1956) drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco

Origine: Incipit del discorso pronunciato nel 1935 a Parigi al Congresso internazionale degli scrittori antifascisti; citato in Vittorio Foa, Carlo Ginzburg, Un dialogo, Feltrinelli, 2003, p. 49: «Tutti gli interventi (Malraux eccetera) parlavano di democrazia e socialismo. Arrivò Brecht che fece un discorso brevissimo: compagni, parliamo dei rapporti di produzione. Praticamente disse solo questo».

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“F. T. Marinetti è forse l'esempio più famoso di scrittore che vive delle sue invenzioni e che non inventa quasi niente.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

Origine: Da un articolo degli anni '30.
Origine: Citato in Giordano Bruno Guerri, Filippo Tommaso Marinetti, p. 224.

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“Bisogna leggere due volte tutti gli scrittori: i buoni e i cattivi. Si riconosceranno i primi, si smaschereranno i secondi.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

Detti e contraddetti