Frasi su scrittore
pagina 8

Italo Alighiero Chiusano photo

“Se il più grande scrittore del mondo della letteratura avesse scritto questa storia, nessuno vi avrebbe creduto!”

Cliff Morgan (1930–2013) rugbista a 15, conduttore televisivo e giornalista sportivo britannico

Sulla meta realizzata da Gareth Edwards nel 1973 contro la Nuova Zelanda
If the greatest writer of the written word would have written that story, no one would have believed it!
Origine: Brendan Gallagher, «Barbarians v New Zealand ’73 — The greatest try of them all» http://www.telegraph.co.uk/sport/rugbyunion/international/newzealand/6729175/Barbarians-v-New-Zealand-73-the-greatest-try-of-them-all.html, The Daily Telegraph, 4 dicembre 2009

George Orwell photo
Antonio Spadaro photo

“[Su Walt Whitman] Chi intende occuparsi di letteratura, non solo americana, non può dunque evitare di fare i conti, prima o poi con questo controverso scrittore.”

Antonio Spadaro (1966) gesuita, scrittore e teologo italiano

Origine: Dalla prefazione di Walt Whitman, Canto una vita immensa, a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009, p. 7. ISBN 88-514-0632-4

Oriana Fallaci photo

“Calma, signor mio, calma. Non dimenticare quel che nell'illuminato Settecento diceva il matematico e philosophe Jean-Baptiste d'Alembert. In un'isola selvaggia e disabitata diceva, un poeta (leggi scrittore) non sarebbe molto utile. Un geometra sì. Il fuoco non fu certo acceso da uno scrittore, la ruota non fu certo inventata da un romanziere. Quanto al mestiere più esaltante e più appagante del creato, aggiungerai, domandalo agli scrittori che scrivono ogni ora e ogni giorno per anni, che a un libro immolano la loro esistenza. Ti risponderanno colonnello, crede seriamente che per dare un tale giudizio basti scrivere qualche ora dopocena a Beirut? Crede seriamente che per scrivere un libro basti avere idee o costruire a grandi linee una storia? Crede seriamente che scrivere sia una gioia?!? Glielo spieghiamo noi che cos'è, colonnello. È la solitudine atroce d'una stanza che a poco a poco si trasforma in una prigione, una cella di tortura. È la paura del foglio bianco che ti scruta vuoto, beffardo. È il supplizio del vocabolo che non trovi e se lo trovi fa rima col vocabolo accanto, è il martirio della frase che zoppica, della metrica che non tiene, della struttura che non regge, della pagina che non funziona, del capitolo che devi smantellare e rifare rifare rifare finché le parole ti sembrano cibo che sfugge alla bocca affamata di Tantalo. È la rinuncia al sole, all'azzurro, al piacere di camminare, viaggiare, di usare tutto il tuo corpo: non solo la testa e le mani. È una disciplina da monaci, un sacrificio da eroi, e Colette sosteneva che è un masochismo: un crimine contro sé stessi, un delitto che dovrebb'esser punito per legge e alla pari degli altri delitti. Colonnello, c'è gente che è finita o finisce nelle cliniche psichiatriche o al cimitero per via dello scrivere. Alcoolizzata, drogata, impazzita, suicida. Scrivere ammala, signor mio, rovina. Uccide più delle bombe.”

l'immaginaria moglie del Professore: II, VI, IV; p. 418
Insciallah

Philip Pullman photo

“Certo. E, come quello degli scrittori, è una gazza ladra: perché noi rubiamo da tutto e da tutti.”

Philip Pullman (1946) scrittore britannico

dall'intervista di Fiorella Iannucci, Il Messaggero, 27 aprile 2007, p. 22

Beppe Severgnini photo

“[Su Franz Kafka] Lo scrittore di Praga raccontava lo smarrimento davanti alla macchina della burocrazia austroungarica; ma quella italiana e repubblicana, se s'impegna, non è da meno.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Origine: Da Io, Kafka e le Leggi in Ufficio Obbligato a Riunirmi con Me https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/10/Kafka_Leggi_Ufficio_Obbligato_Riunirmi_co_0_20131110_4c3ad46a-49d4-11e3-9ecb-1e1bf757e3bc.shtml, Corriere della sera, 10 novembre 2013.

Nikolaj Vasiljevič Gogol photo

“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

Leo Ortolani photo
John Turturro photo
Carlo Bo photo

“Lo scrittore [Fausto Gianfranceschi] che conosce bene e per una certa parte della sua fantasia si rifà al Buzzati ha subìto lo stesso fascino per le cose che si trasformano sotto i nostri occhi fino a diventare dei mostri.”

Carlo Bo (1911–2001) critico letterario italiano

Origine: Citato in La Stampa http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0143_01_1972_0145_0003_5207698/anews,true/, 23 giugno 1972.

Francisco Martínez de la Rosa photo
Jules Renard photo

“Balzac è forse il solo scrittore che abbia il diritto di scrivere male.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

23 marzo; Vergani, p. 45
Diario 1887-1910

Carlo Sgorlon photo

“Camillo Boito […] coglie nel Medioevo l'esperienza di rottura con gli schemi distributivi classici, la duttilità di fronte a compiti utilitari […]. Anticipa così quella ricerca di un'espressione non naturalistica che incomincia a manifestarsi nel Dossi e che avrà un suo momento importante nella prosa austera e potente di Carlo Carrà critico e scrittore.”

Carlo Bertelli (1930) storico dell'arte italiano

Origine: Da Traccia allo studio delle fondazioni medioevali dell'arte italiana, in Storia dell'arte italiana, parte seconda, vol. I Dal Medioevo al Quattrocento, vol. V, Torino 1983; citato in Maria Cecilia Mazzi, Il critico, in introduzione a Camillo Boito, Gite di un artista, De Luca Edizioni d'Arte, Roma 1990.

Giovanni Raboni photo
Federigo Verdinois photo
Giuseppe Berto photo
Haruki Murakami photo
Peter Altenberg photo

“Un aforisma è qualcosa che risparmia allo scrittore un saggio esplicativo, ma che, proprio per questo, provoca nel lettore il massimo shock.”

Peter Altenberg (1859–1919) scrittore, poeta e aforista austriaco

Origine: Favole della vita, p. 159

“Un uomo che pare un eroe di Plutarco e uno scrittore che pare Plutarco.”

Michele Scherillo (1860–1930) docente e politico italiano

da Gabriele Pepe e Gabriele Rossetti http://www.archive.org/stream/laletturarivis1905milauoft#page/n683/mode/2up, La Lettura, luglio 1905, p. 1

Jules Renard photo

“Slavi: scrittori che scrivono fra le righe invece che scriverci sopra.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 gennaio 1905; Vergani, p. 225
Diario 1887-1910

Walter Mauro photo
Tito Lívio photo
Carlo Verdone photo

“Con i tempi che corrono si sentiva l'esigenza di omaggiare un passato pieno di dignità, in cui c'erano grandi attori, grandi scrittori. È giusto fare un'opera didattica che racconti la grande commedia e un grande attore italiano. I giovani non possono studiare solo Tarantino o Lynch, ma devono conoscere anche Germi, Blasetti e il Sordi di Una vita difficile e Lo sceicco bianco.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Citato in Carlo Verdone celebra il mito di Alberto Sordi con un documentario http://www.palermomania.it/news.php?carlo-verdone-celebra-il-mito-di-alberto-sordi-con-un-documentario&id=47124, Palermomania.it, 21 febbraio 2013.

Federico De Roberto photo
Pitigrilli photo

“La sigaretta fu inventata dagli scrittori per collocare un asterisco fra due periodi.”

Pitigrilli (1893–1975) scrittore e aforista italiano

Cap. Lezione di grafologia, p. 38
Queste coteste e quelle

Mario Praz photo
Lucius Shepard photo
Francesco Domenico Guerrazzi photo
Pietro Giordani photo

“Non è una meraviglia di scrittore Dino Compagni: contemporaneo a Dante; e autore di una tal prosa, che per brevità, precisione, vigore, non avrebbe da vergognarsene Sallustio?”

Pietro Giordani (1774–1848) scrittore italiano

da una lettera a Gino Capponi, 1º gennaio 1825; in Degli scritti di Pietro Giordani, vol. II, Giovanni Silvestri, Milano, 1841, pp. 51-52 http://books.google.it/books?id=8_FPaXhEBLsC&pg=PA51#v=onepage&q&f=false

Melville Davisson Post photo
Cesare De Michelis photo

“Se c'è stato uno scrittore del secondo Novecento esemplarmente non ideologico e conseguentemente niente affatto «novecentesco» questo fu Giuseppe Berto di Mogliano Veneto.”

Cesare De Michelis (1943–2018) editore italiano

da Una storia esemplare, prefazione a Giuseppe Berto, Le opere di Dio, Rizzoli, Milano, 2014, p. 2

Olga Visentini photo
Massimiliano Parente photo
Ian McEwan photo
Francesco Grisi photo
Raffaele La Capria photo
Domenico Rea photo
Federigo Verdinois photo
Flannery O'Connor photo

“Il dovere dello scrittore è contemplare l'esistenza, non dissolversi in essa.”

Flannery O'Connor (1925–1964) scrittrice statunitense

Il volto incompiuto

Nick Hornby photo
Oriana Fallaci photo

“Apparteniamo a un'epoca in cui cinema e Tv si sostituiscono alla parola scritta, al racconto scritto, e nel dialogo con il mondo i registi anzi gli attori si sostituiscono agli scrittori. Nessuno infatti, neanch'io, resiste al narcotico richiamo dello schermo, al perpetuo svago offertoci da un sistema di comunicazione che trasforma in pubblico trastullo anche la sacra intimità del sesso e la inviolabile solennità della morte. Soggiogati, ipnotizzati dalla moderna Medusa, passiamo ore a guardar le sue immagini e ascoltare i suoi suoni. Di conseguenza leggiamo assai meno, e molti non leggono più. Ritengono che si possa vivere senza leggere cioè senza la parola scritta, il racconto scritto, gli scrittori. Invece no. No, e non tanto perché lo stesso cinema e la stessa Tv non prescindono dalla parola scritta, dal racconto scritto, dagli scrittori, quanto perché lo schermo non permette e non permetterà mai di pensare come si pensa leggendo: le sue immagini e i suoi rumori distraggono troppo, impediscono di concentrarsi. Oppure suggeriscono riflessioni troppo superficiali e passeggere. Inoltre si preoccupa troppo di stupire e divertire, lo schermo, diverte e stupisce con mezzi troppo rudimentali e giocattoleschi: se ne frega delle tue meningi. È superfluo ricordare che per leggere ci vuole un minimo di meningi cioè di intelligenza e cultura, superfluo sottolineare che qualsiasi idiota o qualsiasi analfabeta con due occhi e due orecchi può guardare le immagini e ascoltare i suoni della moderna Medusa. Ma per vivere, per sopravvivere, è necessario pensare! Per pensare è necessario produrre idee, fornirle! E chi più dello scrittore produce idee? Chi più di lui le fornisce? Lo scrittore è una spugna che assorbe la vita per risputarla sotto forma di idee, è una mucca eternamente incinta che partorisce vitelli sotto forma di idee, è un rabdomante che trova l'acqua in qualunque deserto e la fa zampillare sotto forma di idee: è un mago Merlino, un veggente, un profeta. Perché vede cose che gli altri non vedono, sente cose che gli altri non sentono, immagina e anticipa cose che gli altri non possono né immaginare né anticipare… E non solo le vede, le sente, le immagina, le anticipa: le trasmette. Da vivo e da morto. Cara, nessuna società s'è mai evoluta al di fuori degli scrittori. Nessuna rivoluzione (buona o cattiva che fosse) è mai avvenuta al di fuori degli scrittori. Nel bene e nel male, sono sempre stati gli scrittori a muovere il mondo: cambiarlo. Sicché scrivere è il mestiere più utile che ci sia. Il più esaltante, il più appagante del creato.”

il Professore: II, VI, IV; pp. 416–418
Insciallah

Massimo Bontempelli photo

“La decadenza ha questo processo: il poeta decade in scrittore, lo scrittore decade in letterato. Più in basso non si va.”

Massimo Bontempelli (1878–1960) scrittore, saggista e giornalista italiano

1978, p. 760
L'avventura novecentista

Maurizio Cucchi photo
Pascal Quignard photo

“Lo scrittore è il linguaggio che divora se stesso nell'uomo tramite il mentire che ne costituisce il nucleo.”

Pascal Quignard (1948) scrittore e saggista francese

cap. XV, 49
Ombre erranti

Antonio Tabucchi photo

“Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto?”

Antonio Tabucchi (1943–2012) scrittore italiano

Tristano muore

Elio Vittorini photo
Yasmina Khadra photo

“Sono uno scrittore come tutti gli altri perchè la letteratura viene solo dal talento. Sono nato per scrivere, Dio mi ha creato per scrivere e questo ho nel sangue. Anche se purtroppo vengo da un Paese, l'Algeria, in cui il talento non è la priorità.”

Origine: Citato in "L'equazione africana" di Yasmina Khadra http://novionline.alessandrianews.it/provincia/l-equazione-africana-yasmina-khadra-32136.html, Alessandrianews.it, 10 marzo 2013.

Johann Hari photo
Andrea Camilleri photo
John Turturro photo
Massimiliano Parente photo

“Io ogni tanto provo a aggrapparmi a Aldo Busi, uno dei pochi scrittori italiani a aver scritto romanzi veramente importanti, ma anche lui parla solo di società civile, dell'onestà, del governo in carica, come se fosse Beppe Grillo.”

Massimiliano Parente (1970) scrittore italiano

Origine: Da Se la cultura è ridotta a un talk show politico http://www.ilgiornale.it/cultura/se_cultura_e_ridotta_talk_show_politico/13-01-2012/articolo-id=566666-page=0-comments=1, il Giornale.it, 13 gennaio 2012.

Chuck Dixon photo
Nicola Lagioia photo
Francesco Grisi photo
Mario Praz photo
Flannery O'Connor photo
Julius Evola photo
Gianni Cuperlo photo

“Un genio e il più grande scrittore contemporaneo.”

Gianni Cuperlo (1961) politico italiano

da Politico

Joe R. Lansdale photo
Carlo Giuseppe Gabardini photo
Umberto Saba photo
Henry De Montherlant photo

“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

Leon Uris photo
Franco Antonicelli photo
Mario Rapisardi photo
Fabio Tombari photo
Alfredo Cattabiani photo

“Quanto a Giuseppe Berto, diventato «reazionario», riuscì a vincere il Bancarella con Oh, Serafina! grazie ai librai pontremolesi che non obbedivano alle parole d'ordine vigenti.”

Alfredo Cattabiani (1937–2003) scrittore e giornalista italiano

da Io, infame scrittore di Destra, Il Tempo, 26 agosto 1994; disponibile su Centro Studi La Runa.it http://www.centrostudilaruna.it/io-infame-scrittore-di-destra.html

John Fante photo
Guy de Maupassant photo

“[…] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'Anapo.
Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,
La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,
Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,
Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico Ciane, suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,
I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,
Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,
Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti?”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Viaggio in Sicilia, p. 135

Aldo Busi photo

“Il più gran difetto dello scrittore vivente è di non essere ancora morto. Io appartengo alla categoria dei Melville, degli Wilde. Reietti finché sono in vita.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

dall'intervista di Silvia Sereni, Perché sono il più grande, Epoca, 9 marzo 1993
Citazioni tratte da interviste

Guy de Maupassant photo
Christopher Hitchens photo
Vidiadhar Surajprasad Naipaul photo

“Senza la scrittura, ogni cosa diventerà insipida. Leggere non avrebbe più senso, perché uno scrittore legge con uno scopo.”

Vidiadhar Surajprasad Naipaul (1932–2018) scrittore trinidadiano

citato in Un fuga senza fine, Corriere della sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/06/NAIPAUL_Una_fuga_senza_fine_co_9_041206052.shtml, 6 dicembre 2004

Curzio Malaparte photo
Anthony Kiedis photo
Ernest Hemingway photo
Indro Montanelli photo
Carlo Martini (critico letterario) photo
Giorgio Napolitano photo
Jules Renard photo

“Ci sono scrittori che non si riconoscono, come se non avessero il naso in mezzo alla faccia.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

23 aprile 1892; Vergani, p. 57
Diario 1887-1910